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Eroi di guerra

Il Primo Conflitto Mondiale attraverso gli occhi di cinque protagonisti nel nuovo titolo digitale Ubisoft

ANTEPRIMA di Umberto Moioli   —   11/09/2013
Valiant Hearts: The Great War
Valiant Hearts: The Great War
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Il Conflitto Mondiale del '14-18 viene raramente toccato dalla sfera videoludica. Forse ritenuto meno adeguato ad un'esperienza interattiva per tecniche e tecnologie belliche rispetto a quello combattuto trent'anni dopo, è in realtà una fonte inesauribile di storie, spesso drammatiche, da raccontare.

Eroi di guerra

Le lettere scritte al fronte da Felix Chazal sono un esempio di questa ricchezza: Ubisoft le ha prese e utilizzate come punto di partenza per un'avventura bidimensionale in cui cinque personaggi intrecceranno le loro esistenze tra i campi di battaglia e le macerie della Prima Guerra Mondiale. Le vicende del soldato americano Freddie, di quello francese in mano a nemico Emile, del pilota britannico George e della dottoressa Anna convergeranno su Karl, giovane tedesco impegnato a combattere ma soprattutto a trovare la ragazza amata in un labirinto di trincee, morti e infiniti orrori. Come già detto in occasione del provato di Child of Light, Ubisoft anche con Valiant Hearts: The Great War si stacca dalla sua produzione classica e abbraccia un concetto di videogioco dove atmosfera, personaggi e storia sembrano avere la meglio sulla complessità delle interazioni. Non che questo sia un male, visto che il risultato è quantomai promettente...

La Prima Guerra Mondiale attraverso gli occhi di cinque protagonisti in Valiant Hearts: The Great War

Episodi di guerra

Valiant Hearts è in uno stadio di lavorazione ancora primordiale, al punto che gli sviluppatori non sanno con che formula verrà distribuito. Se episodica oppure in un'unica soluzione. Entrambe dovrebbero rivelarsi valide, perché la struttura del gioco prevede cinque capitoli distinti, uno per personaggio, collegati dalla scodinzolante presenza di un cagnolino che accompagnerà ciascuno di loro.

Eroi di guerra

Il filo rosso e l'unico elemento di contatto tra le cinque figure magnificamente tratteggiate dal pur breve trailer di presentazione. Il gameplay stesso resta in parte un enigma: le due brevi sessioni di gioco che ci sono state mostrate, una con Emile e l'altra con Freddie, hanno mescolato elementi da platform ad altri da avventura grafica, con tanto di piccoli enigmi da risolvere sfruttando le peculiarità di ogni protagonista, ma la sensazione è che siano l'atmosfera e il comparto visivo il vero motore dell'intera esperienza. Persino mentre si ordina al compagno a quattro zampe di recuperare un oggetto o dirigersi in un certo posto, c'è spazio per interazioni che poco hanno a che fare con la sfida in sé. Grattando il piccolo touch pad del controller di PlayStation 4, ad esempio, si può premiare il fido compagno di viaggio accarezzandolo e giocando con lui.

Gli ambienti desolati di Valiant Hearts, siano un campo di battaglia o scenari urbani, parlano ed evocano inequivocabilmente gli orrori della guerra. Allo stesso tempo lo stile grafico da fumetto francese e lo humour nero che ogni tanto fa capolino attraverso le buffe animazioni dei personaggi o le vignette utilizzate a mo' di cut scene, stemperano questa tensione e rendono il tono del racconto agrodolce.

Eroi di guerra

Similmente a quanto già detto per Child of Light, la qualità dei disegni prodotti da Ubisoft per i suoi titoli sperimentali è davvero alta e soprattutto l'immagine viene renderizzata in full hd, uno spettacolo per gli occhi reso possibile dall'adozione del motore UbiArt Framework. Come spiega Xavier Poix, managing director di Ubisoft French Studios, "il motore è stato costruito per RayMan Origins cercando di elaborare una soluzione che ci permettesse di utilizzare tecniche e processi creativi tipici del 3D, anche in due dimensioni. I nostri strumenti permettono agli artisti di giocare e modificare il loro lavoro in tempo reale, accorciando i passaggi. Inoltre l'alto livello di personalizzazione di questi tool ci permette di adeguarli al tipo di progetto e mantenere le dimensioni dei team estremamente ridotte. Valiant Hearts ha iniziato il suo percorso con solo tre persone impegnate a tempo pieno e ora tutto il gruppo non raggiunge le quindici unità". Più che i puzzle e le sessioni stealth, l'interazione con il cane e le differenti abilità dei personaggi, in Valiant Hearts ci ha colpito l'uso sapiente di riferimenti fotografici come base di partenza per scenari dotati di grande carisma.

Eroi di guerra

La storia, spalmata lungo l'intero arco temporale della Grande Guerra, si prospetta avvincente ed emozionante al punto che nonostante poco si sappia del gameplay, il gioco va necessariamente annoverato tra quelli da seguire nel panorama dei titoli digitali. E in fondo la buona riuscita di questo mix di tecnologia e talento artistico, ci racconta Poix, è esattamente quanto Ubisoft aspira ad ottenere: "avendo creato UbiArt Framework per progetti di grandi dimensioni come Rayman Origins e Legends, pensati per il mercato regolare e quindi piuttosto esigenti in quanto a valori produttivi, tra uno e l'altro ci siamo impegnati per aggiungere tante nuove feature tecniche. Ora abbiamo le luci dinamiche, ad esempio, e i level designer possono contare su un numero di strumenti pensati per dargli maggiore libertà creativa. Quando ci siamo resi conto che la nostra tecnologia era pronta, abbiamo preso quel motore e lo abbiamo portato su differenti tipologie di dispositivi, anche quelli portatili e mobile, aprendo allo stesso tempo il suo utilizzo a team interni di piccole dimensioni così che potessero lavorare su giochi innovativi e particolari come Valiant Hearts e Child of Light". Per il momento sembra che questa iniziativa possa dimostrarsi azzeccata, ma per poter trarre giudizi e conclusioni finali occorre ancora attendere parecchi mesi. Valiant Hearts: The Great War uscirà nel 2014 su console di vecchia e nuova generazione, oltre che su PC.

CERTEZZE

  • Storia articolata, ambientazione suggestiva
  • Cinque personaggi (e un cane) ben tratteggiati
  • Un piacere da vedere

DUBBI

  • L'aspetto ludico sembra quasi messo in secondo piano
  • Stato di sviluppo ancora acerbo