Mentre in Giappone è ormai prossimo all'arrivo, Lighning Returns: Final Fantasy XIII ci farà aspettare ancora fino al 14 febbraio. Ne abbiamo già parlato in altre occasioni, ma ora finalmente abbiamo avuto modo di sederci e provare per un'ora abbondante una build incompleta del titolo, ma comunque piuttosto avanzata, con tanto di traduzione in italiano che, vi anticipiamo subito, sarà unicamente testuale proprio come accaduto con i predecessori.
Fabula Nova Crystallis, Atto Finale
Dopo una breve introduzione ad opera di Adrian Arnese, brand manager per Squadre Enix, che ci ha illustrato alcuni dettagli sul titolo, abbiamo impugnato un pad PlayStation 3 ed affondato i denti nel codice preview. Se non avete seguito il gioco finora, sappiate che stiamo parlando del terzo e ultimo capitolo ambientato nel medesimo mondo comparso per la prima volta sugli schermi con Final Fantasy XIII. Dopo la parentesi Serah di quasi due anni fa, come facilmente intuibile dal titolo, la protagonista torna ad essere Lightning.
Il mondo è ormai prossimo alla fine e la nostra eroina si trova suo malgrado nel ruolo di salvatrice con solo tredici giorni a sua disposizione per evitare l'Apocalisse. Lo scorrere delle lancette non è solo un espediente narrativo, ma ricopre un ruolo centrale anche nelle meccaniche di gameplay. Adrian Arnese ci spiega che Final Fantasy XIII era un titolo story driven, ovvero focalizzato in massima parte sulla componente narrativa, il XIII-2 invece è player driven, lasciando al giocatore la libertà d'azione ed un gameplay più dinamico e malleabile. L'ultimo della trilogia sarà infine world driven. Il mondo di gioco quindi, diviene un vero e proprio nuovo elemento, vivo e pulsante, che segue il passare delle ore e delle giornate. I treni hanno una loro tabella di marcia, ci dice Arnese, giusto per citare un esempio. Più importante ancora per noi giocatori, certi personaggi, missioni o mostri saranno influenzati dal momento della giornata. E poi non possiamo dimenticare che molte azioni manderanno avanti le ore, come dormire o fuggire dalle battaglie, avvicinandoci alla fine del mondo. E se il tempo dovesse finire? Sarà l'Apocalisse, ma avremo sempre una nuova chance. Una sorta di New Game Plus anticipato, anche se in tal senso attendiamo qualche dettaglio più preciso. La breve presentazione si è conclusa con la visione del trailer dedicato alle Wildlands, le Terre di Confine, ovvero uno spazio aperto decisamente vasto dove ci attenderanno diverse missioni da portare a termine.
L'ultimo Final Fantasy di questa generazione è alle porte. Cominciamo a vedere com'è
Nelle terre selvagge
La quest, legata alla trama principale, che ci ha visti coinvolti durante l'hands on consisteva nel rintracciare il mangiatore di Chocobo, la cui vittima pare sia un pennuto speciale. La ricerca ci ha permesso di sperimentare diverse meccaniche del titolo, dalla banale esplorazione ai combattimenti. Partendo nel villaggio, dove il dottor Ghisal ci assegna la nostra missione, ci dirigiamo prima nella piccola zona commerciale, dove ci riforniamo di pozioni curative.
Già qui osserviamo con interesse come l'inventario sia estremamente limitato: parliamo di sei slot per la precisione. Un primo epocale cambiamento per la saga ma anche semplicemente per la trilogia. Fatto rifornimento, ci avventuriamo nelle Terre di Confine, alla ricerca di qualche indizio sulla posizione del mostro a cui vogliamo dare la caccia. Durante il nostro peregrinare notiamo un altro elemento annunciato e che con piacere possiamo verificare, ovvero l'ampiezza della mappa di gioco. Nella fattispecie, passeggiamo (e corriamo grazie al nuovo pulsante dello scatto) per una radura che si perde all'orizzonte, con dislivelli e rovine ad adornare l'ambiente. Ci sono poi foreste ed altri villaggi a volersi addentrare, ma non possiamo perdere troppo tempo e per questo, visti dei chocobo, ci dirigiamo nella loro direzione. Fanno però la loro comparsa dei mostri, un gruppetto di Flan blu. Niente per cui impensierirsi particolarmente, ma un'ottima occasione per sperimentare il nuovo sistema di combattimento. Se già non lo sapeste, a differenza di Final Fantasy XIII-2 che riproponeva una versione aggiornata di quanto visto nel predecessore, in Lightning Returns si è scelto di ripensare pesantemente l'intero battle system. Permangono dei punti di raccordo, ma le sensazioni sono decisamente differenti. Potrete controllare solo la protagonista e spariti quasi completamente i menu durante i combattimenti, sarà possibile eseguire quattro azioni assegnate agli altrettanti pulsanti frontali del pad. La tipologia di questi dipenderà dal ruolo che avete scelto tra i tre disponibili (o almeno tre ve n'erano nella nostra build).
Questi funzionano esattamente come i Paradigm di Final Fantasy XIII e XIII-2, ovvero in modalità Attaccante si prediligerà il danno fisico, se Occultisti si potrà utilizzare la magia ed infine come Sentinella si prediligeranno azioni difensive e rigenerative. In realtà abbiamo notato un certa flessibilità dei vari ruoli, anche perché ogni Assetto, come viene chiamato dal gioco, è completamente personalizzabile. A fronte di pochi elementi bloccati dall'equipaggiamento, ogni azione può essere scelta tra quelle apprese da Lightning. Esplorando un po' i menu scopriamo poi come sia possibile scegliere vestiario, arma d'attacco, scudo e due strumenti di supporto, al fine di costruire i tre assetti che preferiamo. Gli abiti non sono solo un orpello estetico, ma posseggono anche caratteristiche che influenzano punti vita, mana, potenza fisica e così via. Insomma, se qualcuno temeva che l'elemento ruolistico fosse stato eccessivamente stemperato, sembra potrà dormire sonni tranquilli. La scelta degli sviluppatori è semplicemente stata di spostare l'accento su caratteristiche differenti, al fine di rendere veloci e divertenti i combattimenti, ormai quasi del tutto privati della componente a turni, assicurando al contempo un grado di personalizzazione e profondità promettenti.
Niente più turni, niente più livelli
I puristi storceranno il naso, ma in Lightning Returns spariscono i turni e i livelli di crescita. Vi è comunque una crescita della protagonista, più che altro legata all'equipaggiamento, quindi si apprenderanno nuove abilità che col sistema poc'anzi illustrato andranno assegnate nell'apposito menu di personalizzazione. Per quanto riguarda il Battle System non abbiamo infatti terminato la nostra descrizione, lasciando da parte quella che ci è parsa l'intuizione più rischiosa ma al contempo interessante del rinnovato gameplay.
Lightning disporrà di tre barre del tempo (ATB), ognuna dedicata ad altrettanti ruoli. Queste verranno consumate dalle abilità utilizzate, evocate premendo il pulsante corrispettivo. Terminata l'ATB, si potrà passare ad un altro ruolo e consumare la relativa barra mentre quella già utilizzata andrà ricaricandosi pian piano. Provato con mano, il sistema è fluido e funziona egregiamente, anche se coi nemici più deboli è facile avere la meglio premendo i pulsanti un po' a casaccio. Già avere la meglio su un Behemoth di medie dimensioni ci ha costretti ad adottare tattiche un minimo più pensate. Ancora più ostico si è rivelato il boss della missione, il mangia Chocobo, che affrontato a testa bassa è sembrato quasi imbattibile, mentre capita la strategia, eliminarlo si è rivelato più un problema di tempo. La gamma di opzioni offerta dal Battle System non si esaurisce qui, visto che avremo a disposizione dei PE, punti energia che ci verranno assegnati al termine di ogni combattimento, utili per sfruttare le abilità speciali. Tra queste ci è stata mostrata l'Asincronia, che blocca il tempo per qualche secondo, permettendoci di attaccare o riprendere fiato durante un combattimento particolarmente ostico.
Lightning è più bella che mai
Un'ora in compagnia di un titolo come Lightning Returns: Final Fantasy XIII ovviamente non è sufficiente per farsi un'idea chiara, ma ci ha lasciati con sensazioni davvero positive sul gioco. Da un lato si vede l'intenzione di Square Enix di venire incontro ai suoi fan, che a gran voce chiedevano un'apertura degli orizzonti sia in termini di spazi esplorabili che di possibilità di gameplay. D'altro canto bisogna dare atto agli sviluppatori di aver avuto coraggio nel ripensare da zero moltissimi elementi anche portanti del gioco, vedi il battle system. Non sembra sia stata trascurata nemmeno la componente tecnica, per nulla intimorita dall'ampliamento della mappa, capace di garantire una linea dell'orizzonte vasta ed un dettaglio davvero notevole. I problemi di stuttering sembrano quasi del tutto superati, almeno nella versione PlayStation 3 che abbiamo provato, anche se qualche incertezza permane. Ma già allo stato attuale Lightning Returns: Final Fantasy XIII rappresenta un saluto più che degno a questa generazione di console. Non ci resta a questo punto che attendere l'opportunità di mettere le mani su una porzione più cospicua del titolo, in attesa che il prodotto Square Enix raggiunga finalmente anche i nostri scaffali.
CERTEZZE
- Il nuovo battle system è promettente
- Personalizzazione profonda
- Mappe vaste da esplorare
DUBBI
- Tecnicamente bello ma ancora da perfezionare
- Il tempo limitato potrebbe castrare l'esperienza
- Non tutti amano personaggi ed ambientazione