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Lara Croft e i predatori...

Lara Croft torna in versione isometrica nell'antico Egitto. Ecco il nostro provato

PROVATO di Matteo Santicchia   —   14/06/2014
Lara Croft and the Temple of Osiris
Lara Croft and the Temple of Osiris
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Non si vive di solo Tomb Raider. C'è spazio anche per Lara Croft, anche se per tornare ad occupare gigabyte nei nostri hard disk il titolo di Crystal Dynamics sta impiegando quattro anni, se non qualcosa di più visto che ancora non c'è una data d'uscita e non ci stupiremmo se il gioco potrebbe far capolino nel 2015. La formula è la stessa, ma come si confà ad un titolo next gen propriamente detto, espansa e - ovviamente - tecnicamente al passo coi tempi. Finte le frasi fatte, facciamo un piccolo "recap" per tutti coloro che nel lontano 2010 non giocarono a Guardian of Light. Uscito su PlayStation Network, Xbox Live, PC e successivamente anche su iOS, quell'avventura di Lara Croft aveva una forma molto diversa rispetto al solito. Visuale isometrica e impostazione spiccatamente cooperativa, con focus equamente diviso sulle sparatorie e sulla risoluzione di puzzle ambientali. Un Tomb Raider "più piccolo", ma perfettamente aderente allo spirito originale. Oggi la cooperativa è a disposizione per quattro giocatori, online e in locale, mentre al netto di meccaniche simili, ma con alcune inedite feature decisamente interessanti, è l'aspetto visivo quello che più ha beneficiato delle potenzialità delle nuove console.

Lara Croft torna in versione isometrica: ecco il nostro provato!

In quattro è meglio

Il setting è quello egiziano, come è facile intuire dal titolo. Insieme alla protagonista troviamo il collega Carter Bell, simile come abilità, ma al posto delle due pistole è equipaggiato con una bel revolver Magnum, mentre dall'antico Egitto arrivano, risvegliati all'uopo dal loro sonno millenario, Horus e Iside. Niente armi, ma "bastoni del potere" (alabarda per lui, staffa per lei) e diverse abilità magiche, come la possibilità di Iside di dotarsi di una specie di bolla d'energia utile anche come "scaletta" per far salire i compagni in zone non immediatamente raggiungibili, e "pulire" appigli per il rampino dei due protagonisti umani. Tutto come da manuale, insomma. I puzzle ambientali a cui abbiamo assistito prima di prendere in mano il pad erano tutti molto semplici, ma i ragazzi di Crystal Dynamics hanno tenuto a spiegare che la zona che stavano esplorando era del tutto assimilabile ad un tutorial, di fatto erano i primi minuti di gioco.

Lara Croft e i predatori...

Nulla di speciale quindi: i due dovevano semplicemente fermarsi su interruttori per far salire statue dal terreno o aiutarsi vicendevolmente col rampino per raggiungere zone sopraelevate. Ma come funzionano i puzzle se si gioca da soli o al contrario se si gioca in quattro? Molto semplicemente la loro complessità aumenta o scala di pari passo col numero di giocatori presenti a schermo, non ci sono quindi zone accessibili in base a quanti stanno giocando. In quattro l'interazione è quindi più strutturata con più azioni da compiere simultaneamente. Inutile dire che la qualità dei puzzle ambientali giocherà un ruolo fondamentale per il gioco, ma visto quanto fatto col primo capitolo ci sentiamo di essere più che fiduciosi. Si lavora di concerto quindi, anche se possiamo comunque comportarci da veri infami per raccogliere per primi quei diamanti che servono per la personalizzazione del proprio alter ego. Basta stendere la fune del rampino e poi richiamarla al momento giusto, magari sopra delle rocce aguzze per fare il proverbiale scherzone al proprio compagno di avventura. I combattimenti sono ovviamente protagonisti. L'ambientazione egiziana ci ha fatto combattere contro mummie, scheletri armati di spada e tutto quel genere di creature direttamente riconducibili al setting, con tanto di boss a rendere gli ultimi momenti di gioco decisamente più difficili di quanto sperimentato precedentemente. Fino al momento finale in cui siam dovuti scappare da un gigantesco coccodrillo piumato, un qualche Dio del pantheon egiziano. Un momento di grande tensione, con il gruppetto che ha dovuto correre come ossessi nella classica scena della tomba che crolla, solo che oltre a baratri assortiti a complicare la situazione c'erano anche tutta una serie di trabocchetti e aculei pronti a maciullarci.

Lara Croft e i predatori...

Dal punto di vista del sistema di combattimento le pistole, i fucili d'assalto e le mine rappresentano l'armamentario base (ed espandibile) dei due umani del gruppo, ma raccogliendo amuleti di vario tipo dall'abbondante bottino rilasciato dai nemici è possibile acquisire alcune abilità speciali temporanee, come ad esempio proiettili infuocati, rivelatisi particolarmente utili quando sulla scena sono apparsi decine di letali scarabei, più facili così da uccidere. Per quanto riguarda il lato tecnico, Lara Croft and the Temple of Osiris è senza dubbio un bel vedere. C'è tanto movimento su schermo, quattro personaggi, una vasta distruttibilità ambientale e un buon numero di nemici, il tutto senza "tagliare" sul versante del dettaglio, della solidità del frame rate e degli effetti speciali. Ovviamente non stiamo parlando del titolo tripla A per eccellenza capace di spremere appieno le nuove macchine, ma non era scontato che a questo stadio dello sviluppo (quando ancora non c'è una data di uscita) tutto filasse così liscio. Lara Croft and the Temple of Osiris ci ha convinto. Sembra avere le caratteristiche giuste per espandere al meglio tutte le caratteristiche e le peculiarità del primo capitolo, con un buon numero di novità, a partire dalla cooperativa per quattro giocatori. Speriamo quindi di tornare a testare il titolo di Crystal Dynamics al più presto.

CERTEZZE

  • Cooperativa a 4 giocatori
  • Nuovi personaggi, nuove abilità

DUBBI

  • Equilibrio puzzle/combattimenti