All'E3 2015 è arrivato anche il momento di Halo 5: Guardians che si è mostrato sia con la storia grazie a una lunga sequenza durante la conferenza Xbox, che nella nuova modalità Warzone, provabile con una serie di postazioni collegate in rete nel consueto showcase che Microsoft organizza ogni anno subito prima dell'inizio della fiera. 343 ha confermato la presenza di una campagna a quattro giocatori vissuta sia nelle veci dello Spartan Locke che in quelle di Master Chief, apparentemente accusato di tradimento mentre, verosimilmente, si trova sulle tracce di Cortana, dopo la fine delle vicende del quarto capitolo uscito su Xbox 360.
Confermati sono anche i 1080p e i 60 fotogrammi al secondo per una cosmesi troppo ricca per permettere la cooperativa locale in split-screen, cosa che ha scontentato qualche fan in giro per il mondo ma che davvero lascia poco spazio alle recriminazioni guardando quanto messo a schermo per questo nuovo capitolo. L'azione è ricca di elementi animati, esplosioni e navicelle Covenant e Promethean, mentre le classiche strutture della saga brillano come non mai, illuminate da migliaia di particelle. Lo spezzone della conferenza ci è parso un po' lento a dire il vero, maggiormente pensato per mettere in rilievo una sorta di scan ambientale, sulla falsa riga di quello già visto in ODST, e le nuove mosse parkour che consentono ai protagonisti di superare ostacoli e dislivelli con maggiore agilità. In attesa di saperne di più sulle novità in arrivo per il lancio del gioco a fine ottobre, abbiamo provato Warzone e ci siamo pure divertiti.
Halo 5: Guardians si tinge di Orda e di PvP in una nuova modalità: Warzone
Un po' Orda un po' pvp
Di Warzone si vociferava da un po', una nuova modalità, nuova non solo per la saga, che mescolasse elementi PvE al PvP in mappe così vaste come mai se ne sono viste in Halo, popolate da mezzi e creature provenienti dall'universo più amato dai giocatori Xbox. Delle mappe di questa modalità ce ne saranno sei al lancio, mentre altre sei verranno distribuite gratuitamente nei mesi successivi. Quella che abbiamo provato vedeva le due squadre di dodici giocatori muoversi in un canyon dominato da un'imponente struttura centrale che sovrastava una serie di postazioni UNSC collegate da un paio di tunnel e circondate dal mare. Quando la partita ha inizio, la squadra deve conquistare il maggior numero di basi, che sono occupate da manipoli di Covenant e Promethean mossi dalla CPU. Uccidere queste creature dà punti esattamente come uccidere avversari umani, anche di più se si tratta di élite o Promethean di rango superiore. Eliminati questi primi ostacoli, il gioco rientra nei canoni più classici di uno scontro deathmatch ma con un paio di varianti. Conquistare le basi offre un maggior numero di punti da cui rinascere quando uccisi e dal quale rimettersi in gioco con le armi e i mezzi che si possono acquistare premendo l'apposito tasto prima di rientrare in partita.
Con ogni uccisione, ma anche col passare del tempo, si accumulano dei crediti, indicati nella parte alta a destra dello schermo, che permettono di acquistare armi USNC, Covenant o Promethean, oltre che Ghost, Banshee e persino i bipedi USNC dotati di torrette e lanciarazzi per seminare panico e distruzione. Ci sono anche mezzi Promethean volanti, ognuno con almeno un paio di tipi di colpi o dei pulsanti adibiti a schivate o accelerazioni. Il motore non sembra perdere un colpo neanche in questi frangenti quando l'azione su schermo si fa davvero caotica e, rispetto alla beta di dicembre e gennaio si vede che i tecnici hanno fatto passi da gigante per la pulizia anche se la risoluzione sembra essere ancora quella dei 720p come in precedenza. La cosa interessante è che non si può abbassare la guardia nemmeno per un istante visto che la CPU se si lasciano incustodite le basi per troppo tempo le fa attaccare da nuove ondate di Covenant o Promethean di cui bisogna prendersi cura se non si vogliono perdere gli avamposti conquistati. Una modalità divertente ed esplosiva che farà molto probabilmente da contraltare a quelle più tecniche e più classiche del PvP più tradizionale. L'unico difetto che abbiamo riscontrato durante la breve prova, durata il tempo di due partite, è che almeno per adesso i covenant e i promethean restano ancorati alla zona in cui appaiono sulla mappa senza iniziare a pattugliarla e senza di fatto attaccare i giocatori che si trovino nelle vicinanze, ma che non siano esattamente nella stessa posizione. Questo li rende un facile bersaglio passivo e una buona occasione di racimolare punti disinteressandosi degli avversari in carne ed ossa. Dovessero invece partire dalle zone di spawn per cominciare ad attaccare indiscriminatamente i giocatori in giro per la mappa le cose potrebbero farsi ancora più frenetiche ed emozionanti. Non resta che stare a vedere come si evolverà Warzone nei mesi che mancano al lancio di Halo 5: Guardians.
CERTEZZE
- Campagna su due fronti e l'Arbiter nell'ombra
- Comparto tecnico di prim'ordine
- Tentativi di innovazione
DUBBI
- La parte PvE potrebbe essere più esplosiva