Quest'estate Paradox Interactive ha mostrato al mondo un nuovo Grand Strategy, Stellaris, ma aver rivolto l'attenzione su un progetto inedito non vuol dire che abbia distolto lo sguardo da altri titoli che sta attualmente producendo e si rifanno direttamente alla sua tradizione. Prendete Hearts of Iron IV, ad esempio: il prossimo capitolo della serie più hardcore tra quelle a catalogo sembra stia maturando in maniera eccellente, forte di una base di partenza solidissima - il motore è quello di Crusaders Kings II ed Europa Universalis IV - e di una formula che sembra poter riuscire a trovare quel bilanciamento necessario per soddisfare i fan, senza precludere l'accesso ai nuovi arrivati. Risultato comunque che andrà verificato. Certo si tratta pur sempre di un genere di nicchia, ma negli ultimi anni il publisher svedese è riuscito ad allargare questo bacino di appassionati, imparando a rilasciare esperienze rifinite e a sopportarle nel tempo. Insomma c'è da essere positivi, ma soprattutto c'è da essere pronti perché tra poco si tornerà a combattere sui campi della Seconda Guerra Mondiale.
Hearts of Iron IV cerca un difficile compromesso tra una formula hardcore e soluzioni accessibili
Accanto all’Italia
Stranamente alla GamesCom 2015 non abbiamo potuto mettere direttamente le mani sul titolo, nonostante alcuni mesi or sono già ci era stata data la stessa opportunità. Piuttosto siamo stati accompagnati nel ruolo di spettatori attraverso una partita per farci un'idea di come funzioneranno alcune delle meccaniche dello strategico.
Scelta l'Italia, abbiamo innanzitutto osservato le varie opzioni che i così detti National Spirit ci danno modo di seguire: lungo il percorso Trionfo in Africa, ad esempio, si può decidere che rapporti intrattenere con la Iugoslavia, quindi stringere il Patto di Ferro, cercare un'alleanza con la Romania piuttosto che seguire una strada più solitaria e così via. Ogni scelta ha delle conseguenze e delle richieste specifiche in termini di obiettivi, quindi delle ricompense. Nulla ci vieta, comunque, di calcare un sentiero totalmente diverso. La decisione come sempre è nelle mani del giocatore. Lo sviluppo tecnologico è, come già detto in precedenza, stato snellito così da dare meno opzioni, però più significative. Paradox Interactive ha sempre fatto riferimento ad armi, tecnologie e mezzi realmente esistenti, anche se per ogni nazione si è riservata di prendersi un piccolo spazio per creare qualcosa di fantasioso: nel caso dell'Italia si tratta del casso armato Il Duce, un bestione che rappresenterà, nella finzione di Hearts of Iron IV, il mezzo di terra definitivo per la compagine italiana, che resterà comunque pur sempre più sbilanciata verso l'aviazione e la nautica. Commander Group e Battle Plan funzionano invece a meraviglia quando arriva il momento di combattere. I primi permettono di raccogliere un dato numero di truppe sotto gli ordini di un comandante, personaggio che, un po' in stile gioco di ruolo, accumulerà esperienza e crescerà di livello migliorando le proprie statistiche. I Battle Plan sono lo strumento per definire in anticipo i movimenti e le prossime azioni del proprio esercito, cambiando eventualmente in corsa qualora gli sviluppi non fossero di nostro gradimento. Elementi che, come l'interfaccia, sono stati studiati - o ristudiati - in modo tale da essere quantomai intuitivi e senza nascondere come un tempo informazioni importanti dietro a troppi menu. Certo Hearts of Iron IV resta un gioco hardcore, che richiede pazienza per essere padroneggiato al meglio, ma Paradox Interactive sa come premiare la costanza dei propri utenti e non abbiamo dubbi che anche questa volta ci sarà di che divertirsi.
CERTEZZE
- Un'esperienza strategica sempre interessante
- Diversi aggiustamenti alla formula classica
DUBBI
- Più degli altri Grand Strategy, questo sarà difficile da rendere accessibile a tutti