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Sotto i ferri

Ubisoft porta Rainbow Six Siege ai box per implementare un gran numero di interessanti migliorie

SPECIALE di Umberto Moioli   —   11/05/2017
Tom Clancy's Rainbow Six: Siege
Tom Clancy's Rainbow Six: Siege
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Il successo di Rainbow Six Siege è qualcosa che pochi si sarebbero aspettati all'uscita: Ubisoft è riuscita nell'impresa di prendere un FPS competitivo con molte buone idee e qualche problema, e trasformarlo in un successo da milioni di giocatori, un titolo che vive di costanti aggiornamenti, di competizioni, di tornei e di interazioni tra gli utenti della community e gli sviluppatori. Questo approccio che vede il gioco come un prodotto in costante evoluzione ha l'enorme vantaggio di mettere nelle mani della casa di sviluppo il destino della sua opera anche dopo che questa ha raggiunto gli scaffali; d'altra parte aggiungendo un pezzo sopra l'altro all'infinito c'è il rischio che alcune vecchie problematiche si sedimentino, diventando via via più complesse da risolvere. Operation Health nasce per porre rimedio proprio a questi difetti strutturali: l'idea è quella di fermarsi un istante, tirare il fiato e migliorare tutta l'infrastruttura di gioco, prima di ripartire in quarta.

Rainbow Six Siege si prende una pausa e torna ai box: scatta Operation Health

Tante novità

Partiamo dalle cattive notizie, si fa per dire, prima di passare alle novità. Operation Health richiederà di rallentare parzialmente la pubblicazione delle Stagioni, ragion per cui Hong Kong verrà spostata alla terza in agosto mentre la Sud Corea arriverà a novembre all'interno della quarta. La Polonia esce così dall'Anno Due, ma i suoi operatori verranno messi a disposizione all'inizio della Stagione Tre e Quattro. Il numero di nuove mappe, infine, scende a tre visto che proprio quella polacca è stata rimandata ad un appuntamento futuro.

Sotto i ferri
Sotto i ferri

"Stiamo prendendo tre mesi di tempo per migliorare la tecnologia del gioco", spiegano Alexandre Remy e Xavier Marquis del team di sviluppo di Tom Clancy's Rainbow Six Siege, "ci sono tre pilastri principali di questa operazione. Il primo riguarda il matchmaking, così da renderlo più veloce e affidabile. Il secondo è la rimozione di ogni elemento peer to peer che ancora rimaneva, ovvero la chat vocale e il party system, che verranno d'ora in poi gestiti direttamente dai nostri server come il resto delle funzionalità online. Infine stiamo migliorando tutti i server in modo che siano più veloci e affidabili, così da dare ai giocatori un'esperienza di gioco più piacevole ed equa". Questo tipo di scelta ha il chiaro beneficio di migliorare la vita online di milioni di utenti, giocatori che però potrebbero perdere quello stimolo a tornare sullo sparatutto a squadre non avendo nulla di nuovo con cui confrontarsi. "È un rischio che ci dobbiamo prendere: questo tipo di pausa dallo sviluppo dei contenuti per migliorare quanto già esiste è assolutamente fondamentale dal nostro punto di vista. Inoltre tutte le novità previste verranno implementate, stiamo semplicemente spostando in avanti la realizzazione di quanto promesso alla nostra community. Questo tipo di lavoro e la trasparenza con cui ci rivolgiamo agli appassionati è quello che ci permetterà, dal nostro punto di vista, di mantenere in salute il titolo ancora per gli anni a venire". L'idea per i ragazzi di Ubisoft Montreal, fin dall'inizio di questa avventura, è stata di avere momenti di incontro e aggiornamento ben precisi, così che gli utenti sappiano quando devono tornare sul gioco aspettandosi delle aggiunte. Un po' come una serie TV di cui si sa quando andrà online il nuovo episodio. Tra l'altro questo tipo di approccio ha permesso di non segmentare la community, che resta tutta al passo e gioca agli stessi contenuti: una pausa in questo processo potrebbe risultare benefica per porre le basi per quello che verrà in futuro... e magari avremo un assaggio di ciò che verrà proprio durante l'oramai imminente E3 2017.