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Apocryph: un tributo agli sparatutto vecchia scuola

Un FPS che più classico non si può, interessante ma ancora incompleto

PROVATO di Mattia Armani   —   07/05/2018
Apocryph
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È stata una nascita violenta quella degli sparatutto in prima persona, un genere che è asceso all'olimpo dei videogiochi grazie al sacrificio di orde di mostri, schiere di esseri dalla mente semplice lanciati senza sosta contro eroi armati di tutto punto. Durante gli anni novanta abbiamo assistito a una vera pioggia di sangue, un massacro di quella vecchia scuola che ha in Doom il suo rappresentante massimo ma che ha generato figli e figliastri, esperimenti e varianti fantasy come quella di Heretic, padre di Hexen e fonte di ispirazione dichiarata per gli sviluppatori di Apocryph.

An old-school shooter

Apocryph, come rimarca il sottotitolo "an old-school shooter", è uno sparatutto di stampo classico, un'orgia di sangue che poggia le basi su tutte le classiche meccaniche di questo genere, compreso il viso del protagonista che si tinge di sangue e smorfie sofferenti con l'abbassarsi della salute. Ma lo fa seguendo un filone preciso, quello del già citato Heretic, che sposa castelli e segrete con la magia, virando verso il fantasy puro benché sempre incentrato su demoni e orde di mostri scarsamente intelligenti che si lanciano su un protagonista armato di tutto punto e pronto a fare un massacro. Sulle prime il nostro eroe, un antico Xilai esiliato per misteriosi motivi, può contare solo su due pugni ricoperti da pesanti guantoni di metallo, ma questi lasciano presto il posto a bastoni magici di ogni forma e colore, a raffica e raggio, capaci di sferrare diversi attacchi, anche secondari, che prosciugano energia magica. Quest'ultima si ricarica, al pari della salute, raccogliendo fonti sparse per mappe labirintiche che si dischiudono di fronte a noi grazie al ritrovamento di chiavi e sigilli custoditi da mostri sempre più massicci e resistenti.

Apocryph: un tributo agli sparatutto vecchia scuola

I canoni anche in questo caso sono quelli classici, con golem di carne che ci caricano incessantemente mentre maghi evocano orde di scheletri, umanoidi bestiali ci bersagliano con magie di fuoco e colossi ci assalgono alternando potenti attacchi fisici a pericolosi incantesimi. Il nostro compito, manco a dirlo, è quello di sopravvivere preservando le risorse a disposizione che prevedono la salute, l'energia necessaria per utilizzare i bastoni magici e quella che ci permette di utilizzare armi speciali come i guanti capaci di scagliare proiettili incantati a profusione, potenti spade e artigli laser che ci permettono di smembrare i nemici. Ed è davvero tutto qui, con l'evoluzione del nostro arsenale e dei nemici a fare da fulcro di un'esperienza che di moderno, almeno su carta, sfoggia solo lo smembramento dinamico dei mostri uccisi. Almeno su carta, dicevamo, perché gli evidenti limiti tecnici di Apocryph non ci permettono di godere di questo sistema, nel nostro idioma definito gorgogliante, i cui effetti si perdono in un desolante spettacolo fatto di modelli poligonali spartani, animazioni dimenticabili, effetti grafici vetusti, anomalie assortite della fisica e texture di qualità infima. Modestia e approssimazione sono evidenti, a partire dalle mappe per arrivare alla descrizione su Steam di un titolo che nella pagina italiana viene proposto come erede dei misteriosi fantasciatori di vecchia scuola. Ed è un peccato, perché in alcuni frangenti traspare la voglia degli sviluppatori di regalarci uno sparatutto fantasy di vecchia scuola in grado di riportarci indietro nel tempo. Il problema è che lo fa anche dal punto di vista tecnico e senza che questo possa definirsi citazionismo.

Apocryph: un tributo agli sparatutto vecchia scuola

Un gioco incompleto

Apocryph è uscito dalla Early Access, ma nel farlo ci ha lasciato perplessi considerando che il grosso del gioco uscirà verso fine maggio. Questo, almeno, è quanto è stato affermato gli sviluppatori che si sono affrettati a tranquillizzare i giocatori interdetti sia dalle pecche del titolo, sia dalla manciata di livelli disponibili che garantisce appena una frazione minima delle dieci ore di gameplay promesse. Non tutto comunque è da buttare. Gli improvvisi guizzi della colonna sonora, che dalle tinte medievaleggianti sfocia nel puro metal, regalano qualche emozione, benché si abbia sempre la sensazione che la musica centri poco con quello che sta accadendo su schermo. Ma considerando le altre problematiche di Apocryph, un difetto del genere passa senza dubbio in secondo piano mentre si fanno notare i percorsi delle mappe che sono realizzate a mano, costringendoci a lavorare di meningi per non perdere la strada, trovare i segreti e non restare sorpresi dai nemici. Inoltre la varietà dell'equipaggiamento, che include consumabili e potenti artefatti, influisce sul gameplay, ampliando le nostre possibilità di movimento e regalandoci poteri cosmici in grado di debellare tonnellate di nemici. Inoltre le classiche stanze trappola offrono qualche emozione, anche se risulta sempre dannatamente difficile riuscire a godere di tutto questo mentre veniamo disturbati da mancanze troppo evidenti, glitch assortiti e ostacoli invisibili. Volare nella lava senza averne colpa sia quanto di più irritante si possa immaginare, e benché problemi di questo tipo possano essere risolti con un po' di test e una corposa patch, sono solo alcuni degli innumerevoli segnali negativi di un titolo che avrebbe bisogno di cambiamenti importanti per valere i venti euro chiesti su Steam per una versione completa che completa non è. E non è solo una questione di contenuti: se l'intelligenza artificiale non è sempre fondamentale, lo diventa quando mancano anche pattern ben studiati che rendano i mostri abbastanza pericolosi da permetterci di parlare di sfida. E invece questa è quasi esclusivamente fondata sul posizionamento e sulla robustezza dei nemici i cui corpi, tra l'altro, talvolta rispondono a regole fisiche e altre si comportano come modelli bidimensionali, mettendoci di fronte a uno spettacolo che galleggia tra il comico e l'indigeribile. Oggi, nell'epoca dei tool di sviluppo che consentono a un sol uomo di realizzare un prodotto pregevole, è quasi impensabile trovarsi di fronte a creature che ci saltano addosso sparando a casaccio, bloccandosi e rimbalzando contro i muri. E non potremmo passarci sopra neanche attingendo a tutta la nostra voglia di dare voce agli sviluppatori indipendenti, nemmeno comprendendo la genesi di un titolo che ci chiede in modo trasparente di accettare grossi compromessi e che riesce in qualche modo a rievocare le pietre miliari a cui si ispira.

Apocryph: un tributo agli sparatutto vecchia scuola

Nel farlo, però, ci evidenzia come titoli con venticinque anni sulle spalle risultino superiori da quasi ogni punto di vista, escludendo una vera e propria grafica tridimensionale che in questo caso garantita da Unity. Grafica che speriamo migliori sensibilmente, visti i risultati tirati fuori con il medesimo engine da team comunque modesti. Inoltre ci auguriamo che i bug legati ai menù siano risolti quanto prima, vista l'importanza del poter mappare i tasti in un FPS PC, salvare le opzioni e altri dettagli che sono comunque quisquilie di fronte alle lacune di un titolo non privo di potenziale, almeno dal punto di vista citazionistico, ma che è uscito dalla Early Access in uno stato quasi impresentabile.

Apocryph: un tributo agli sparatutto vecchia scuola

Nipote di Heretic, Apocryph è uno sparatutto fantasy che vuole rievocare i grandi del suo genere e ci riesce, almeno per un attimo, per poi franare sotto alle innumerevoli magagne di un lavoro incompleto. Alcuni aspetti, come l'arsenale e il design delle mappe, si distinguono dal resto, ma non sono sufficienti a salvare un titolo che per essere presentabile ha bisogno di parecchio lavoro. La speranza è che i contenuti in arrivo a fine maggio siano in grado di colmare almeno il problema della longevità, risultando al contempo più rifiniti dei livelli attualmente disponibili. Ma considerando le tempistiche nutriamo più di un dubbio a riguardo.

CERTEZZE

  • L'atmosfera da sparatutto vecchia scuola c'è
  • Mappe realizzate a mano per garantire il feeling esplorativo d'epoca
  • Equipaggiamento variegato e capace di influenzare il gameplay

DUBBI

  • Manca ancora di gran parte dei contenuti nonostante l'uscita dalla Early Access
  • Glitch e bug rendono l'esperienza un vero inferno
  • Realizzazione tecnica a dir poco carente