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Un semplice editor?

Continua, dopo Neverwinter Nights, il supporto estremo di Bioware alla community degli sviluppatori amatoriali. Niente multiplayer questa volta, ma non mancano parecchie sorprese.

SPECIALE di Mattia Armani   —   20/11/2009
Dragon Age: Origins
Dragon Age: Origins
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Non c'è alcun dubbio, per avere il miglior esempio di ciò che si può realizzare con l'editor di Dragon Age non resta altro da fare che giocare il titolo targato Bioware. Il Dragon Age Origins: Toolset, che anticipa ciò che intende fare Blizzard con Starcraft 2, non è altro che il tool di sviluppo utilizzato per creare il gioco. Facile quindi intuirne la complessità, fortunatamente ridotta dalla presenza dell'enorme database di Dragon Age che permette di pescare personaggi e mostri già belli che pronti e di modificarli a piacimento. Una volta compresi i meccanismi dell'editor diventa poi possibile creare un mondo da zero, inserire i propri enigmi, creare avventure, dare vita a battaglie che fin'ora sono rimaste solo nel nostro immaginario.

Un semplice editor?

La struttura di Dragon Age, fatta di zone isolate che possono però ospitare sia un castello sia un campo di battaglia gremito, consente a chiunque di creare un mondo senza doversi misurare con un world design che richiederebbe decine di persone. Inoltre la possibilità di generare dialoghi complessi e creare scene di intermezzo rappresenta quel qualcosa in più che consente di dare vita ad un vero e proprio titolo, completo in ogni dettaglio. Un'ipotesi plausibile, che scommettiamo sarà presto realtà, potrebbe essere un'avventura single player basata sulle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George R.R. Martin. Una saga complessa, fatta di locazioni suggestive, stati divisi, castelli isolati e animata da un complicato intreccio di giochi di potere che sembra aver già influenzato la creazione dello stesso Dragon Age e che si adatterebbe perfettamente alle potenzialità del tool Bioware.

Semplicemente complicato

In alto a destra troviamo il browser dei file dove possiamo crearne di nuovi o cercare e selezionare quelli già esistenti, mentre in basso a destra compare il menu più importante che consente di modificare i parametri dell'oggetto su cui stiamo lavorando. Una volta selezionato un oggetto che abbiamo posizionato nella mappa compare una gabbia trasparente che mostra l'orientamento dell'oggetto, o del personaggio, e i tre relativi assi che possiamo spostare a piacimento o ruotare una volta selezionata l'icona di rotazione nel menu delle azioni possibili. Ovviamente prima di posizionare gli elementi che abbiamo scelto o creato, siano essi semplici muri o draghi di trenta metri, è necessario creare una mappa che li ospiti e in questo caso le possibilità di azione sono molteplici. L'editor Bioware infatti ci consente di mescolare textures, aggiungere trasparenze, ritoccare la gamma e applicare fonti di luce. Possiamo quindi regalare alla nostra avventura l'atmosfera che consideriamo più adatta a quello che intendiamo raccontare.

Un semplice editor?

Meno semplice la creazione dei trigger che lanciano azioni, conversazioni automatiche, combattimenti e gestiscono situazioni come la scomparsa di un personaggio e relative ripercussioni sulla trama della nostra avventura. Si tratta di operazioni tecnicamente non dissimili dalle altre ma che richiedono una dose massiccia di lavoro. I dialoghi devono infatti essere coerenti, i personaggi convincenti e i combattimenti equilibrati. E' molto importante organizzare bene i nomi dei files per non perdersi nel marasma di dati che si viene a creare quando creiamo un'avventura.

Tech Corner

Per scaricare il Dragon Age Origins Toolset è sufficiente creare un account sul sito Bioware. A quanto pare la presenza sul sistema della versione Steam di Dragon Age potrebbe causare qualche problema di funzionamento all'editor.

Nei panni di El Spielbergo

Il Dragon Age: Origins Toolset mette a disposizione ben quattro box a cui corrispondono quattro diverse telecamere che ci consentono di scegliere la posizione della visuale e delle angolature con cui possiamo dare letteralmente vita ai dialoghi e alle scene di intermezzo. Per quanto riguarda i dialoghi una volta selezionati i parametri otteniamo un box visuale che compare sulla mappa e ci mostra fisicamente la posizione delle telecamere e degli avatar virtuali. A questo punto dobbiamo sovrapporre manualmente gli avatar ai reali partecipanti alla discussione che abbiamo già posizionato sulla mappa.

Le quattro telecamere permettono di inquadrare l'intera locazione
Le quattro telecamere permettono di inquadrare l'intera locazione

Per quanto riguarda le scene di intermezzo il toolset ci offre ancora più possibilità. La mappa scelta per creare la cutscene compare sulla sinistra mentre l'inquadratura si trova sulla destra. Una volta posizionata la telecamera sul campo è possibile muoversi nel riquadro di destra come se si tenesse una cinepresa in mano. Insomma si tratta di vero e proprio tool registico che comprende la possibilità di scorrere la visuale lungo un qualsiasi tipo di asse come se si stesse usando un dolly. E' quindi possibile realizzare in modo piuttosto semplice totali dall'alto o seguire l'azione esattamente come succede nelle scene di intermezzo di Dragon Age. Non manca ovviamente un contatore di frame che ci consente di selezionare ogni singolo scatto dell'animazione per ritoccare e sincronizzare ogni dettaglio della scena. Una volta padroneggiata la telecamera resta da creare un pupazzo protagonista da piazzare nella mappa, gli si fornisce qualcosa da fare, una direzione in cui farlo e si controlla che l'azione sia correttamente inquadrata dalla telecamera sulla destra.

Conclusioni

Per quanto vasto e articolato il tool Bioware si dimostra relativamente semplice da gestire, per lo meno una volta presa dimestichezza con la posizione di icone, opzioni e sottomenu. Tecnicamente leggero e rapido, l'editor consente di creare un vero e proprio gioco di ruolo senza farci scrivere una singola riga di codice ma consentendoci di gestire sin nel minimo dettaglio dialoghi, scene d'intermezzo e relazioni tra i personaggi non giocanti. Possiamo crare un noir medioevale, un'avventura grafica oppure il gioco di ruolo più lungo e complicato che si sia mai visto, e tutto senza bisogno di competenze tecniche specifiche. Certo, questo non toglie che servano pazienza, organizzazione e parecchio tempo per orientarsi nell'enorme quantitativo di possibilità che ci viene offerto.