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Tra le insidiose dune di Dubai

Yager irrompe nell'affollato mercato degli sparatutto in terza persona con l'approccio singolare di Spec Ops: The Line

ANTEPRIMA di Giorgio Melani   —   12/01/2010
Spec Ops: The Line
Spec Ops: The Line
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Non è comune vedere, in questa generazione, delle produzioni di spessore impegnate a fornire nuova linfa vitale a titoli che non hanno raggiunto una notorietà propriamente stellare. Spec Ops è una serie partita nel 1998 ad opera di Zombie Studios, inizialmente uscita su PC e poi trasportata su PlayStation e Dreamcast, sparatutto con elementi tattici che, nonostante i fasti iniziali, si è arenato in una serie di episodi che certamente non hanno lasciato un segno indelebile nella storia dei videogiochi.

Tra le insidiose dune di Dubai

A otto anni di distanza, fa dunque una strana impressione vedere come il titolo sia stato recuperato per mettere insieme un prodotto che pare puntare decisamente più in alto rispetto ai predecessori. Spec Ops: The Line condivide con gli altri capitoli della serie la propensione al tatticismo e il tendenziale realismo dell'ambientazione e delle armi, ma con un tocco che, in mezzo ad un mercato affollato da titoli ingombranti come quello degli sparatutto in terza persona, ci impedisce di non rimanerne affascinati. Presentato dal team di sviluppo Yager nientemeno che come "lo sparatutto più provocatorio che abbiate mai giocato", The Line racconta essenzialmente la storia di un recupero che, come nella tradizione letteraria a cui pure il team di sviluppo sostiene di essersi rifatto, si trasforma in un viaggio di scoperta e formazione. In una Dubai collassata sotto il battere incessante di tempeste di sabbia che ne hanno demolito l'aspetto, trasformandola in un'enorme città fantasma invasa dalle dune, siamo chiamati ad interpretare il Capitano Martin Walker impegnato in una missione con la sua squadra Delta Force. L'obiettivo è l'estrazione del Colonnello dell'esercito USA John Konrad, che risulta disperso in azione nel tentativo di salvare alcuni superstiti della città braccati dai delinquenti/terroristi/sciacalli che hanno invaso la zona. Diversi sono i riferimenti, messi in risalto dagli stessi sviluppatori, al racconto lungo "Cuore di Tenebra" di Joseph Conrad, cosa che, unita alle implicazioni morali delle scelte da effettuare nel gioco, promette per la storia qualcosa di più profondo di un semplice pretesto per abbattere tutto quello che ci circonda.

Curiosità

I riferimenti a "Cuore di Tenebra" di Conrad si possono riscontrare ovviamente nella trama, che ci vede partire alla scoperta di un territorio misterioso ed ostile per recuperare un uomo (un Colonnello, peraltro, collegamento diretto ad Apocalypse Now che a sua volta era una sorta di adattamento dell'opera di Conrad), ma anche nello stesso nome del Colonnello, nonché nell'iniziale di questo che pare collegarsi idealmente a Kurtz, il suo omologo del racconto. Anche la scelta di un simbolo del progresso e dell'opulenza come Dubai distrutto dalla forza della natura sembra un richiamo diretto alle tematiche sottese a Cuore di Tenebra, e questo solo per quanto riguarda ciò che finora ci è dato sapere.

Scenario mutevole

La struttura è dunque quella tipica dello sparatutto in terza persona, per come questa si è venuta a configurare negli ultimi anni, con l'immancabile ricorso alla copertura contestuale allo scenario nei dintorni del protagonista. Proprio l'ambientazione è forse l'elemento che maggiormente caratterizza Spec Ops: The Line nella sua unicità e non solo per quanto riguarda il soggetto scelto, poiché la città in rovina e la sabbia incombente sono elementi che prendono parte attiva all'interno del gameplay. Questo avviene prima di tutto fornendo lo scenario complesso e spezzettato che tanto bene si adatta agli scontri a fuoco con copertura, ma anche attraverso alcune implicazioni decisamente interessanti: l'ambientazione, ad esempio, tende a svilupparsi molto lungo direttrici verticali. Trovandosi spesso all'interno di grattacieli semi-distrutti, accade che i colpi più pesanti possano aprire brecce nei pavimenti, facendo crollare interi livelli sotto il peso della sabbia e trasportando di conseguenza il giocatore verso nuove zone. La fisica applicata agli oggetti ovviamente ha il compito di rendere quanto più convincenti possibile tali situazioni di gioco, mentre l'intelligenza artificiale dei nemici fa in modo che questi si adattino alle modifiche repentine del campo di battaglia in maniera brillante.

Sparatutto con implicazioni

Un'altra caratteristica fondamentale su cui Yager sembra puntare decisamente con Spec Ops: The Line è la non linearità della storia. L'elemento provocatorio tirato in ballo dal team di sviluppo come una bandiera si riferisce non solo all'ambientazione controversa e alle immagini forti che la corredano (colpisce in questo senso, peraltro, una delle illustrazioni di maggior effetto mostrate finora con un cadavere appeso a testa in giù e la bandiera americana capovolta sullo sfondo), ma anche alle annunciate implicazioni morali che i bivi disseminati lungo il percorso del Capitano Walker e dei suoi compagni comportano. A quali diverse conseguenze queste scelte infine portino, non è ancora dato sapere, ma possiamo aspettarci una certa complessità nell'evoluzione della storia e, soprattutto, del personaggio, anche se guardiamo l'impegnativo modello letterario preso dal team di sviluppo per impostare il messaggio fondamentale del gioco. Già ci immaginiamo le evoluzioni dell'animo del protagonista, mutevole come le dune del deserto intorno, mentre attraversiamo la città distrutta come dei novelli Marlow che risalgono il fiume Congo, ma resta comunque da vedere la reale entità di queste scelte morali. Certo, ce n'è abbastanza per scatenare la curiosità anche di coloro che pensano ormai di aver visto tutto quello che il genere aveva da offrire tra i numerosi titoli usciti in questi anni.

Tra le insidiose dune di Dubai

Dopo l'interazione con gli scenari e i bivi morali, l'altro elemento portante della struttura di gioco (al di là delle dinamiche tipiche dello sparatutto, chiaramente), è l'approccio tattico agli scontri, caratteristica d'altra parte comune all'intera serie. Il protagonista è supportato nella sua missione dalla squadra Delta Force, che il Capitano è in grado di guidare attraverso dei semplici comandi (un po' in stile Ghost Recon, per intendersi) indispensabili spesso per venire a capo delle situazioni più complicate, d'altra parte piuttosto frequenti visto il buon livello dell'intelligenza artificiale che controlla i nemici.

Tra le rovine

Lo sparatutto Yager è un altro dei tanti figli dell'Unreal Engine 3, che tuttavia non sembra essere particolarmente derivativo nei confronti degli altri prodotti nati sulla base del celebre motore Epic. Anche grazie alla particolarità dell'ambientazione scelta, The Line ha un aspetto piuttosto unico, con il suo oceano di dune sul quale si stagliano le rovine degli enormi grattacieli di Dubai. La visione distopica della grande capitale in rovina ricorda sotto diversi aspetti la terribile malinconia di Rapture, sebbene in questo caso l'elemento sabbia sia più attivo e cangiante rispetto a quello che il mare rappresentava nella città sottomarina di Bioshock.

Tra le insidiose dune di Dubai

La varietà di situazioni, per quanto possibile, è assicurata dall'alternanza di scenari all'aperto e al chiuso, con sezioni di battaglia tra le dune del deserto o all'interno degli ex-lussuriosi, ora fatiscenti, palazzi della città araba. La scala delle ambientazioni è impressionante: camminando tra le dune, è possibile vedere enormi palazzi (o almeno sezioni di questi) emergere dalla sabbia, tremolando nella calura generale, mentre all'interno di questi si nota la cura con cui i particolari architettonici sono stati ricostruiti, con un passaggio convincente nella resa grafica tra i campi di battaglia assolati in maniera accecante e la fitta ombra che si crea dentro alle strutture semi-distrutte. La sabbia, d'altro canto, rappresenta un elemento nuovo e interessante, con il suo particolare comportamento in concomitanza con la simulazione fisica applicata e la sua incombenza minacciosa, tra valanghe, sabbie mobili e tempeste improvvise. Non si è visto molto altro al momento - d'altra parte manca ancora parecchio tempo all'uscita del gioco, prevista per l'autunno del 2010 - ma quanto mostrato finora da Yager basta a inserire Spec Ops: The Line dritto tra i titoli da tenere d'occhio per quest'anno.

CERTEZZE

  • Ambientazione affascinante
  • Grande interattività dei fondali
  • Uso diverso dell'Unreal Engine

DUBBI

  • Troppo presto per averne