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Halloween: la notte delle streghe

Ripercorriamo le orme dell'immortale Michael Myers in 40 anni di carriera

SPECIALE di Luca Olivato   —   18/10/2018

Halloween, festa yankee da esportazione, è anche una longeva serie cinematografica il cui capostipite, diretto da John Carpenter nel lontano 1978, è considerato uno dei capisaldi del genere horror. A partire dal 25 ottobre (la stessa data in cui uscì il primo) anche nelle sale italiane sarà trasmesso l'attesissimo seguito "ufficiale", in cui i protagonisti sono gli stessi del lungometraggio originario. Si tratta di un'operazione sicuramente coraggiosa perché cancella, con un colpo di spugna, la bellezza di 9 tra sequel, remake e reboot più o meno autorizzati che sono stati realizzati tra il 1981 e il 2009. Vi siete persi qualche episodio per la strada? Non sapete minimamente di cosa stiamo parlando? Bene, ci pensa Multiplayer a rinfrescarvi la memoria con questa "sintetica" retrospettiva.

La notte delle streghe (1978)

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Come ebbe a definirsi una volta José Mourinho, potremmo dire che si tratta del "the one and only" Halloween film (almeno fino ad oggi), l'unico scritto e diretto da Carpenter. Al maestro furono sufficienti appena 4 settimane nel maggio del 1978 e un budget di 300.000 USD (già all'epoca considerato basso) per realizzare un vero e proprio cult in grado di incassare 70.000.000 di dollari americani. Il protagonista è Michael Myers (Nick Castle), un ragazzo rinchiuso nel manicomio dell'Illinois per aver pugnalato a morte, all'età di appena 6 anni, la sorella maggiore. Dopo 15 anni Mike riesce a sfuggire dalle cure dello psichiatra Sam Loomis (Donald Pleasence) e torna a Haddonfield, città natale, per completare l'opera rimasta in sospeso: eliminare la sorella minore il cui nuovo nome è Laurie Strode (Jamie Lee Curtis). Per arrivare alla preda Myers lascerà una lunga scia di sangue alle sue spalle, ma sarà salvata in extremis proprio da Loomis, che trivella di colpi l'assassino. Tuttavia, alla fine del film Myers non muore e scompare... Ci sono diversi motivi per cui Halloween è considerato un capolavoro e probabilmente uno dei più importanti è la "normalità" che contraddistingue Myers, una persona apparentemente insospettabile, nonostante la maschera, che vive al nostro fianco e dalla quale non possiamo difenderci. A corredare il tutto una colonna sonora strepitosa realizzata dall'autodidatta Carpenter.

Il signore della morte (1981)

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Pur non essendo stato diretto da Carpenter, il Signore della morte è stato sceneggiato dal regista che però, non essendo entusiasta del risultato finale, decise di non comparire nei crediti finali. Dietro alla macchina da presa si sedette Rick Rosenthal, mentre i protagonisti erano quelli del primo capitolo con la differenza che i panni di Myers erano stati indossati da Dick Warlock. Si tratta di un capitolo comunque importante perché è qui che si viene a conoscenza del rapporto di sangue tra vittima e carnefice. Dopo l'ennesima caccia alla preda del redivivo Myers, Laurie riuscirà a salvarsi grazie anche all'atto eroico del Dr. Loomis che si darà fuoco assieme all'assassino. Considerato il successo del primo Halloween, il budget per il seguito fu quasi decuplicato, ma, a fronte dei 2,5 milioni di USD spesi per la produzione, gli incassi si fermarono a 26 milioni. A differenza del primo troviamo più scene sanguinose e più nudità: fu una precisa scelta di Carpenter che, non trovando sufficientemente pauroso il film, decise di calcare la mano in fase di post-produzione.

Il signore della notte (1982)

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Halloween II, che iniziava esattamente un secondo dopo la fine del primo, avrebbe dovuto essere l'ultimo episodio della saga, quantomeno nelle intenzioni dei suoi creatori. Difatti John Carpenter e Debra Hill, sceneggiatori dei primi due, decisero di seguirne la produzione solo a patto che si trattasse di un titolo completamente slegato dai precedenti. Proprio per questo motivo in Halloween III non c'è alcuna menzione a Myers, ma il ruolo del cattivo di turno viene rivestito dal pazzo industriale Conal Cochran (Dan O'Herlihy) che intende utilizzare un microchip contenuto nelle maschere da Halloween che la sua fabbrica ha venduto a migliaia di bambini per ucciderli tutti durante la notte delle streghe. Il dottor Challis (Tom Atkins) tenta di bloccare il piano malvagio ma probabilmente non ce la farà... Halloween III, costato quanto il precedente (ma con un incasso inferiore: 14 milioni di dollari americani), fu sonoramente bocciato dagli esperti dell'epoca per poi essere rivalutato in chiave di critica all'imperante consumismo negli anni successivi, fino a divenire un vero e proprio cult. Le scene di morte sono inferiori, in termini quantitativi, rispetto al secondo, ma restano comunque molto forti.

Il ritorno di Michael Myers (1988)

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La bellezza di 6 anni dopo il terzo capitolo Michael Myers (George P. Wilbur) è pronto per tornare a colpire. Nonostante le fiamme lo avessero messo quasi KO al termine de Il signore della morte, l'assassino è riuscito a sopravvivere sia pur in stato comatoso. Per la sorella Laurie invece non c'è stato nulla da fare: a farla fuori un banalissimo incidente d'auto. La donna però aveva partorito una bambina: il richiamo di Jamie (Danielle Harris), con cui Myers riesce ad entrare in contatto telepatico, sveglia dal torpore l'assassino che torna nell'immancabile Haddonfield per eliminarla. Per fortuna il Dr Loomis (Pleasence) riesce a salvarla mentre un gruppo di cittadini inferociti prende a fucilate Myers: peccato però che la bambina abbia le stesse abitudini dello zio... Sotto la regia Dwight H. Little questo lungometraggio, costato 5 milioni, ne ha incassati 17; è stato il primo della serie ad essere sonoramente bocciato dalla critica.

La vendetta di Michael Myers (1989)

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Il quinto episodio non è stato apprezzato dai suoi contemporanei, ma la critica più recente l'ha rivalutato, considerandolo uno dei migliori dopo, naturalmente, le irraggiungibili vette del primo. Sulla sedia della regia troviamo l'elvetico Dominique Othenin-Girard, la cui arte aveva stregato da Debra Hill. Sembra che Myers sia praticamente immortale: non l'avevano fatto fuori i proiettili al termine del primo episodio, a nulla era servito il fuoco del secondo, e tantomeno la caduta in un pozzo nel quarto. Myers (Donald L. Shanks) è sempre pronto a riprendersi, questa volta con l'aiuto di un eremita che lo strappa alla morte, e a tornare alla caccia della nipote Jamie Lloyd (Danielle Harris) su cui continua ad esercitare influssi maligni. Al solito il Dr Loomis (sempre Pleasence) riuscirà a metterci una pezza, ma gli incubi per la ragazzina sono destinati a proseguire... Costato 5 milioni di dollari ne ha ricavati poco più del doppio; proiettato nelle sole sale statunitensi è rimasto inedito nel nostro paese fino al 2014, quando è uscito doppiato su Infinity.

La maledizione di Michael Myers (1995)

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Prosegue l'accanimento terapeutico sulla povera creatura di Carpenter con quello che è stato uno dei peggiori episodi dell'interminabile saga. Al termine del precedente episodio Myers (George P. Wilbur) era stato salvato da dei misteriosi uomini che si riveleranno essere membri del Culto della Spina. Lo scopo? Quello di creare un mostruoso mix con la nipote Jamie (J.C. Brandy), il cui figlio dovrà essere sottoposto al progetto Thorn. La quindicenne riesce a fuggire assieme al pargoletto, ma alle sue calcagna si lancia ancora una volta Michael che questa volta riesce ad ammazzarla. Il bambino però viene salvato da Tommy Doyle (vecchia conoscenza dal primo episodio) e dall'immancabile Dr. Loomis, incarnato per l'ultima volta da Pleasence (ritenuto ormai demodé dai produttori). Diretto da Joe Chappelle con un budget e ricavi allineati alle precedenti produzioni, la Maledizione può vantare due Stinker Award come peggior seguito e seguito che nessuno stava aspettando e lo scettro di peggior titolo prodotto nel 1995 attribuito da IMDb. Un successo.

20 anni dopo (1998)

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Uno degli episodi più complicati: all'inizio si pensava di mettere insieme il minestrone di personaggi introdotti dai precedenti tre episodi, ma alla fine si decise, più pragmaticamente, di cancellare con un colpo di spugna anni di presunta creatività riprendendo direttamente le fila del discorso interrotto nel 1978. Dopo esattamente 20 anni dalla sua scomparsa Michael Myers (Chris Durand) torna in azione, e la sua preda è come sempre Laurie Strode (Jamie Lee Curtis) che non si è più ripresa dai tremendi eventi del primo episodio. Il finale sembra non lasciare spazio a ulteriori sviluppi: come potrebbe mai tornare all'opera un decapitato? Finalmente un ritorno in grande stile per Halloween, con record (per la serie) di costi di produzione (17 milioni di dollari) e incassi (85). Da notare che il timone era stato affidato a Carpenter, ma dei dissidi inerenti al compenso fecero virare la rotta verso Steve Miner. Considerato uno dei migliori seguiti, non è comunque riuscito a fare breccia nel cuore dei critici.

La resurrezione (2002)

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Pensavate di esservi liberati definitivamente di Myers (Brad Loree) con la sua decapitazione in 20 anni dopo, ma in verità il povero senza testa era un infermiere abilmente travestito da Michael stesso. Per Laurie (Jamie Lee Curtis) gli incubi non sono finiti, ma nessuna paura: ci penserà il fratello con una pugnalata a cui segue una caduta di diversi metri, giusto per non lasciare spazio al dubbio. Film già finito? Certo che no, perché Mike entra nel nuovo millennio partecipando ad un reality-show... Rick Rosenthal torna sulla scena del delitto con 13 milioni di budget, portandolo a ricavarne il triplo. Oltre alla presenza, tra gli attori, del rapper Busta Rhymes, questo episodio verrà ricordato come l'ultimo in cui un'esasperata Jamie Lee Curtis vestirà i panni di Laurie. L'attrice era contraria, ma alla fine fu costretta, da precedenti accordi, ad accettare la parte: tuttavia la produzione le venne incontro tenendola sul set per il minimo indispensabile. Catastrofica la critica: l'unica nomination che è riuscito ad ottenere è stata quella per il peggior film dell'anno.

The Beginning (2007)

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Chi meglio di Rob Zombie poteva rimettere in piedi il carrozzone di Halloween? Il regista rubato al punk con la benedizione dello stesso Carpenter (tra musicisti ci si intende) ha realizzato un reboot/remake/prequel come andava di moda verso la fine dello scorso decennio. La storia è una riedizione dell'originale con alcune variazioni sul tema: ad esempio al povero Loomis (Malcom McDowell) viene fracassato il cranio, mentre Laurie Strode (Scout Taylor-Compton) riesce a far fuori Myers (Tyler Mane) con l'ultimo colpo di un caricatore. Il lavoro di Rob potrà non essere piaciuto alla critica (come tutti gli altri soffre della sindrome del genitore famoso), ma fu comunque apprezzato dal pubblico tanto da incassare oltre 80 milioni di dollari, cifra che lo colloca al secondo posto della saga (quantomeno in termini assoluti).

Halloween II (2009)

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Coraggio, un ultimo sforzo, siamo arrivati al (pen)ultimo episodio di Halloween! Visto che il reboot era andato bene, Rob Zombie e l'allegra brigata sotto la sua direzione hanno ben pensato di deliziarci con un altro numero da circo targato Myers. Infatti il proiettile sparato da Laurie un paio d'anni prima l'aveva solo fatto cadere in coma. Così, scappato fortunosamente dal furgone che lo stava portando all'obitorio, torna alla caccia della sfortunatissima Laurie che non riesce ancora a metabolizzare il fatto di aver ucciso un uomo. Come sempre alla fine riuscirà ad ammazzare solo il povero Loomis, mentre la sorella gli darà il colpo di grazia (sarà vero?) e uscirà dalla scena del delitto indossandone la maschera: il mondo è pronto per il girl power. L'unico aspetto per cui Halloween II verrà ricordato è probabilmente perché per la prima volta in assoluto Myers parla (nella versione estesa pronuncerà Muori! mentre accoltella Loomis) e si vede la sua faccia da adulto. Budget come al solito fissato sui 15 milioni, 40 di incassi, il film è stato sonoramente bocciato dalla critica.