Bloodborne: The Board Game, frutto di una sfavillante campagna Kickstarter portata avanti da Cool Mini or Not (da qui in poi riportata come CMON), si affianca ad un altro gioco da tavolo dedicato a una proprietà intellettuale di FromSoftware ovvero quel Dark Souls: The Board Game sviluppato da Steam Forged. Nonostante, anche in questo caso, ci troviamo di fronte ad un dungeon crawler cooperativo, Bloodborne dalla sua è più accessibile e meno complesso nelle meccaniche, rimanendo fedele ed aderente alla fonte videoludica. La versione di cui vi parleremo in questo articolo è la in inglese distribuita a coloro che hanno partecipato alla campagna Kickstarter: il gioco però verrà localizzato in italiano e distribuito da Asmodee sul finire della Primavera 2021. Il titolo è da 1 a 4 giocatori, consigliato ad un pubblico dai 14 anni in su con una durata media compresa tra i 60 e i 90 minuti. Ora apriamo la scatola e scopriamone il contenuto.
Cacciatori, build e trick weapons
Il gioco è sviluppato da Erik Lang e Michael Shinall e prodotto da CMON. Il primo developer che abbiamo citato in realtà è una nostra vecchia conoscenza perché Lang si è già occupato di un gioco su licenza dedicato a Bloodborne quando qualche anno fa uscì il gioco di carte. Inoltre lo sviluppatore ha già collaborato con la casa di produzione per la quale con la quale ha realizzato un titolo molto chiacchierato nella community board game, Rising Sun. Ad affiancare Lang c'è Michael Shinall game designer and development manager CMON Inc.
Bloodborne: The Board Game vi guiderà attraverso 4 campagne narrative diverse, ognuna divisa per capitoli e munita di sub quest opzionali. Prima d'iniziare, i partecipanti sono chiamati a scegliere un Cacciatore da impersonale, preparare le caselle del tabellone che formeranno la mappa dell'avventura, in base ovviamente alle istruzioni riportate nella carte campagna e ultimare il setup mischiando le carte consumabili e tenendo a portata di mano le ricompense che vi verranno consegnate alla fine delle missioni, direttamente dalle carte campagna. Per portare a termine l'avventura vi è un numero di turni limitato, del resto sappiamo bene cosa accade ad un cacciatore si dedica troppo alla caccia.
La prima cosa che può lasciare un po' spiazzati i giocatori accaniti di Bloodborne è quella ritrovarsi cacciatori già muniti di arma bianca, arma da fuoco e armatura dove però quest'ultima ha solo una valenza estetica: gli abiti da cacciatore, da Esecutore, le vesti di polvere d'osso e le tuniche dell'Alto Coro non hanno infatti un peso all'interno della partita ma hanno un semplice valore cosmetico, per rendere più facile riconoscere i cacciatori sul tabellone; quello che farà la differenza è solo l'arma associata al cacciatore. Forse questa scelta potrà non piacere a tutti però rende sicuramente il gioco più semplice invece di dover gestire armatura, mano destra e mano sinistra come in Dark Souls. Non abbiamo quindi trovato la mancanza di un vestiario personalizzabile una pecca nell'esperienza di gioco, anche perché come dicevamo il fulcro della build è la pistola e le armi, che nel videogioco di Bloodborne funzionano in modo particolare. Ogni arma infatti ha due diverse forme, una chiamiamola "ridotta" e l'altra potenziata; così, ad esempio, l'ascia del cacciatore può essere sia usata ad una mano che allungata per infliggere potenti colpi a spazzata, il bastone filettato da leggera arma bianca si trasforma in una frusta e così via. La stessa meccanica permane all'interno di Bloodborne: The Board Game: ogni plancia cacciatore infatti è stampata su doppia faccia per indicare le due modalità di utilizzo dell'arma: in base alla trasformazione avrete a disposizione attacchi diversi con bonus diversi.
Sogno del Cacciatore e power up
La scelta del Cacciatore giusto è molto importante e farà la differenza nel corso della partita perché è chiaro come lo sforzo degli sviluppatori, a nostro giudizio riuscito, fosse quello di mantenere e trasporre fedelmente la velocità e l'immediatezza dei combattimenti di Bloodborne. Tutte le azioni eseguibili infatti vengono gestite da un mazzo di dodici carte e il giocatore potrà tenerne in mano tre per ogni turno. Spendendo le carte il giocatore può muoversi, interagire con gli oggetti presenti nella mappa, come ad esempio bauli, e combattere contro i nemici. Per combattere il giocatore dovrà piazzare una sua carta su uno degli slot dell'arma, ognuno dei quali rappresenterà un tipo di attacco diverso. In questo modo la mano di ogni giocatore si trasforma nella corrispettiva stamina videoludica, ovvero la barretta verde di energia che permette ai giocatori di correre, schivare e attaccare i nemici. La gestione della mano è di vitale importanza... inutile spiegarvi quanto pericoloso possa essere rimanere senza energia durante un combattimento, alla mercé del proprio nemico. Come sapete all'interno di questa rubrica non scendiamo mai nei dettagli dei regolamenti perché preferiamo soffermarci sulle similitudini o differenze tra il videogioco e la sua trasposizione da tavolo. Dopo un combattimento, come logico che sia, guadagnerete degli echi di sangue, la valuta spendibile per potenziare il vostro personaggio: ecco quindi che entra in scena il Sogno del Cacciatore. Questa location all'interno del gioco è rappresentata da una plancia sulla quale verranno posizionati i di potenziamenti a vostra disposizione e spendendo i vostri echi potrete comprare una carta dalla plancia e sostituirla con una tra le 12 del vostro mazzo di pesca.
Il sistema di deck building che vi spingerà quindi a comprare carte via via sempre più potenti va a sostituire il sistema di upgrade a livelli presente nel videogioco, in un modo a nostro giudizio immediato ed estremamente efficace. Osservando meglio le carte è possibile notare come molte di queste possiedono un effetto, scritto proprio sulla carta, che può scattare dentro o fuori un combattimento. Ogni carta poi è idealmente associata ad una statistica presente nel videogioco: forza, abilità, vitalità ed energia non hanno un vero significato all'interno della build, ma è piacevole notare come alcuni tipi di abilità si associno bene alla statistica di riferimento. Non è obbligatorio mantenere la quota iniziale di carte per statistica, quindi potrete togliere una carta vitalità dal vostro mazzo per fare posto ad una forza. Quelle iniziali sono pensate per creare un cacciatore dalle abilità bilanciate ma sarete voi a decidere, in base anche all'arma che possiede il vostro cacciatore, quali sono le abilità che fanno per voi. Anche perché non dobbiamo dimenticare gli altri grandi protagonisti di Bloodborne, ovvero i nemici. Non temete, la natura dei nemici è stata fedelmente rispettata! Anche qui, senza scendere troppo nel dettaglio, vi basti sapere che ogni nemico possiede una sua carta nella quale vengono spiegati gli attacchi che potrà seguire; ogni missione includerà tre tipologie di nemico differente. A determinare se l'attacco che verrà eseguito dal nemico sarà di tipo base, speciale o se userà un'abilità unica è un piccolo mazzetto di sei carte. Ogni cacciatore inizia l'avventura sapendo che all'interno del mazzo, vi sono tre attacchi base, due speciali e un'abilità, quindi più attacchi verranno inferti dai nemici maggiore sarà la probabilità di previsione dei cacciatori per quelli successivi. I boss infine si comporteranno in modo diverso in base alla fase in cui la loro barra vitale si trova, esattamente come nel videogioco. Qui forse, lo ammettiamo, abbiamo preferito la gestione del pattern d'attacco dei nemici di Dark Soul che regalavano una dinamicità maggiore al combattimento.
Considerazioni finali
Arrivati a questo punto è giunta l'ora di tirare le somme. Qual è il feedback generale del gioco? A nostro avviso molto buono anche se, come tutti i giochi, ci sono un paio di piccoli elementi che non c'hanno soddisfatto a pieno. Le meccaniche generali di Bloodborne: The Board Game sono coerenti con la fonte originale di partenza e correttamente trasposte in versione da tavolo. Potrete percepire il ritmo molto più frenetico degli attacchi, vivere sulla vostra pelle una gestione strategica ma rapida di attacchi e schivate... e ci saranno momenti in cui vi ricorderete per quale motivo avete da sempre odiato quel particolare nemico! I punti del gioco che non ci hanno convinto sono pochi e minori dove forse il più importante è rappresentato dalla meccanica del ripristino di punti vita subito dopo aver ricevuto un danno. Quella che nel videogioco è la base su cui si fondano tutti i combattimenti, a prescindere da arma o build, nel gioco da tavolo è racchiuso solo in alcune carte upgrade per il vostro mazzo e in particolari armi. Altre due piccole sbavature sono rappresentate dalle illustrazioni e dal posizionamento della mappa. Molte immagini che si trovano all'interno del gioco sono direttamente prese dal videogame, come ad esempio quelle degli oggetti, delle rune e degli NPC: andando ad analizzare invece le illustrazioni sulle plance dei cacciatori si nota una piccola discrepanza artistica, che sottolinea come quegli artwork siano ad opera di una mano diversa da quella di FromSoftware, totalmente compensata però dalla bellezza mozzafiato delle miniature.
In ultimo, ma questa è veramente una piccolezza che noteranno i fan più accaniti, riguarda il posizionamento dei pezzi di mappa: come già detto ogni missione vi dirà quali tasselli del tabellone dovrete includere all'interno della pila, poi ne dovrete aggiungere un tot random in base al numero di giocatori. Quello che potrà succedere, proprio per via della casualità data dalla pesca, e che alcune località del gioco siano vicine ad altre senza però rispettare la vera composizione della mappa nel videogioco... insomma: vedere la cappella di Odeon davanti al grande ponte potrà infastidire qualcuno. Nell'episodio di oggi ci siamo occupati esclusivamente del gioco base ma sappiate che esistono numerose espansioni del gioco, alcune delle quali sono un'esclusiva Kickstarter e per maggiori informazioni vi invitiamo a visitare la pagina Kickstarter del gioco. Vi è però tra le tante un'espansione che dà vita ad un'altra importantissima parte di Bloodborne che non abbiamo citato ovvero i Dungeon del Calice. Questa espansione ha un funzionamento tutto suo e prevede anche scontri tra cacciatori cosa che non avviene nel gioco base, visto che parliamo di un dungeon crawler cooperativo. Fateci sapere nei commenti se vi interessa scoprire il funzionamento anche di questa espansione, potremo ritornarci su quando il gioco uscirà nella sua versione localizzata in italiano.