Tra flipper e Unreal
Per capire meglio il peso che Dark Sector può avere all’interno del mercato videoludico, è necessario aprire una parentesi e analizzare un po’ la caratura degli sviluppatori al lavoro sul progetto. I Digital Extremes sono stati fondati nel 1993 da James Schmalz a London, in Canada, e il loro primo lavoro fu un gioco di flipper interamente realizzato in assembly chiamato Epic Pinball, che ebbe un enorme successo, e portò alla creazione del seguito Extreme Pinball. I fondi racimolati dalle vendite di questi due titoli servirono a Digital Extremes per portare avanti un progetto ben più ambizioso: in partnership con Epic Games venne sviluppato l’FPS Unreal, seguito a breve da Unreal Tournament, due giochi che hanno apportato un contributo fondamentale all’evoluzione dei videogiochi, in particolare degli FPS multiplayer. Lo studio di sviluppo si è quindi scisso in due sezioni, una delle quali, con base a Toronto, ha sfornato proprio l’anno scorso un nuovo FPS, Pariah, che non ha decisamente sconvolto i parametri del genere. Ora i team si sono riuniti per lavorare a Dark Sector, che rappresenta evidentemente un titolo tripla A per lo studio di sviluppo e che promette di «portare, come accaduto con Unreal, una tempesta nel mondo videoludico», con le parole degli stessi Digital Extremes.
Il trasformista
Rispetto al primo video, più una rappresentazione di potenza computazionale bruta che un vero e proprio progetto ponderato, Dark Sector ha assunto caratteristiche decisamente diverse in questa ultima apparizione. La fantascienza pura ha lasciato il posto ad una nuova ambientazione, più vicina al presente e con connotazioni ben più inquietanti di quanto lasciava immaginare il gioco nel 2004: il protagonista è Hayden Tenno, un agente speciale inviato in una sorta di quartiere proibito dell’ex Unione Sovietica, dove regna un clima alquanto innaturale. In breve, il nostro eroe viene aggredito e al suo risveglio scopre di essere stato infettato da un misterioso parassita che gli dona poteri oscuri, mentre nella regione si sta scatenando una violenta guerra tra una sconosciuta forza militare e coloro che, come Hayden Tenno, sono stati infettati dal parassita.
In queste condizioni, è facile immaginare che il protagonista non si troverà ad affrontare le insidie del gioco con lo stesso approccio di un tipico eroe senza macchia e senza paura, dovrà piuttosto attraversare un percorso ricco di sorprese e incertezze, a stretto contatto con una minaccia incombente, insita nel suo stesso corpo: «Mi piace Master Chief, e mi piace il look da testosterone pompato di Marcus Fenix», afferma infatti Sheldon Carter, Producer di Dark Sector nel Developer Blog ufficiale, «tuttavia preferisco un’evoluzione e una personalità per il personaggio principale che raggiungano maggiori profondità». A voler leggere tra le righe, si può pensare che un paragone tra Hayden Tenno e lo Snake di Kojima non sia del tutto fuori dal mondo, impressione che si rafforza nel vedere come la struttura di gioco si configuri come un misto tra un action puro e lo stealth game di Konami.
Azione!
Trattandosi di quella che gli stessi sviluppatori descrivono come una moderna saga super-eroistica, una grande attenzione è stata posta sul personaggio principale, sulla sua caratterizzazione e sulle possibilità, al livello di gameplay, date da un protagonista dotato di poteri particolari. Tutto il gioco racconterà dell’evoluzione di Hayden Tenno, trovatosi improvvisamente da semplice agente speciale, del tutto umano, a macchina da guerra vivente e polifunzionale. I cambiamenti in atto nel protagonista non si limiteranno ad essere raccontati attraverso cut-scenes, ma saranno direttamente percepibili nello stesso utilizzo del personaggio, che col tempo acquisirà nuove abilità, superando ostacoli e eliminando nemici in maniera completamente diversa, progredendo nel gioco. Per fare un esempio: Tenno è equipaggiato per la maggior parte del gioco con una sua arma particolare, una sorta di boomerang fatto di lame che il protagonista comanda a piacere, lanciandolo contro i nemici o contro elementi dello scenario. Progredendo nel gioco si scopre che la medesima arma può essere surriscaldata, conducendo calore ed è anche dotata di carica elettromagnetica: in tal modo acquisisce il potere di trasferire calore agli oggetti contro cui è lanciata, che potranno dunque infiammarsi ed esplodere, oppure sarà in grado di spostare gli oggetti a distanza. I livelli sono strutturati in maniera tale da offrire sempre al giocatore una certa libertà di scelta nell’azione da eseguire, e spesso ci troveremo di fronte a veri e propri puzzles, da risolvere attraverso il diverso utilizzo delle armi e delle abilità a disposizione di Hayden Tenno. E’ facile dunque immaginare come Dark Sector travalichi i limiti di un normale sparatutto in terza persona, quale sembrava destinato ad essere, per accogliere elementi tratti da generi più eclettici come avventure o stealth game, fondendoli in una maniera che si preannuncia piuttosto originale.
Azione!
Gli sviluppatori hanno inoltre inserito un sistema particolare di gestione del personaggio, che modifica le animazioni e la postura del protagonista contestualmente con la sua posizione nello scenario e nei confronti dei nemici, rendendolo maggiormente integrato con l’ambiente circostante.
Chiaramente, la recente build del gioco può essere solo limitatamente rappresentativa di quello che il titolo in questione avrà da offrire, mancando quasi un anno intero all’uscita definitiva del gioco. Lo stupore iniziale che il lavoro di Digital Extremes poteva causare nel 2004 è stato chiaramente mitigato dal tempo, e ora gli sviluppatori dovranno dimostrare di saper tirare fuori un gioco solido anche al livello di gameplay, visto che il “primo gioco per piattaforme next gen” si troverà una concorrenza decisamente agguerrita, in pieno 2007. L’impressione è tuttavia che la direzione intrapresa sia quella giusta: non solo uno spettacolo pirotecnico di grafica ed effetti speciali, ma anche un discreto studio sulla struttura di gioco e sull’interazione con il personaggio. Aspettiamoci di avere di nuovo modo di vedere da vicino Dark Sector nel corso del 2007, prima dell’autunno, sperando che non cada di nuovo nell’oscurità.
La prima volta che abbiamo sentito parlare di Dark Sector, il panorama videoludico era alquanto diverso. Correva l’anno 2004, e Digital Extremes stupì il pubblico di tutto il mondo mostrando un video che per l’epoca era pura fantascienza: un engine grafico d’avanguardia capace di gestire una grafica in-game mai vista prima. Si trattava di uno dei primi titoli espressamente dedicati alla next gen (titolato in certi casi il “primo gioco annunciato per le console next gen”), concetto allora ben più astratto di adesso: tanto per dire, le piattaforme candidate ad ospitare tale meraviglia erano PlayStation 3 e un certo Xbox Next...
Il gioco è rimasto poi nell’oscurità che sembrava caratterizzarlo fino alla fine dell’anno scorso, quando si è tornati a parlarne in occasione dell’annuncio del publisher scelto, ovvero l’orientale D3, della data d’uscita prevista (autunno 2007) e di nuove caratteristiche introdotte, che hanno trasformato lo sci-fi puro del primo prototipo in una particolare ambientazione, più vicina ai tempi nostri e con caratteristiche più dark. Le cose si sono fatte ancora più chiare con il recente rilascio di un nuovo trailer ufficiale su internet e su Xbox Live, e la prima prova di una build recente del gioco.