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Gli Anelli del Potere 2, abbiamo visto i primi tre episodi della nuova stagione

La costosissima serie TV targata Amazon Prime torna con una nuova stagione: avrà risolto i problemi della precedente?

SPECIALE di Christian Colli   —   30/08/2024
Galadriel ne Gli Anelli del Potere 2

Il costosissimo show di Amazon è sicuramente divisivo. Fin dal suo annuncio ha sollevato polveroni a mai finire, specialmente in un momento storico in cui ogni protesta è amplificata dal web e dai social. Il che ha anche senso, visto che parliamo de Il Signore degli Anelli, forse il libro più letto nella storia dell'umanità dopo la Bibbia e il Libretto Rosso. Ma viviamo anche in un'epoca in cui il pubblico è diventato enormemente esigente, cosa che succede anche nel settore dei videogiochi, dove spesso non esiste una via di mezzo e ogni produzione è percepita come un capolavoro oppure una schifezza. Per tanti le mezze misure non esistono più, forse perché la vita è diventata troppo cara, il tempo troppo prezioso.

Ma Gli Anelli del Potere si colloca proprio in quello spazio intermedio. La prima stagione ha collezionato non poche critiche per la scrittura e il rimaneggiamento del Legendarium tolkeniano, ma ha anche messo in scena uno spettacolo sontuoso, una combinazione di effetti visivi pratici e computer grafica che probabilmente non ha eguali sul piccolo schermo e che giustifica il budget fuori di testa. La seconda stagione dovrà fare di meglio: abbiamo visto i primi tre episodi e potrebbe essere sulla strada giusta.

La lunga strada verso Rhun

La seconda stagione de Gli Anelli del Potere sembrerebbe essere strutturata come la prima, alla maniera tradizionale: segue diversi blocchi di personaggi, divisi in sottotrame che tendono a intersecarsi più o meno direttamente. La novità semmai sta nella ricombinazione di alcuni ruoli e nell'introduzione di nuovi personaggi secondari che arricchiscono l'affresco narrativo, anche se questi tre episodi non hanno ancora espresso le loro potenzialità.

Charlie Vickers torna a interpretare Sauron, questa volta nella forma di Annatar
Charlie Vickers torna a interpretare Sauron, questa volta nella forma di Annatar

In generale, però, l'intreccio ci è apparso subito più dinamico. È chiaro che la prima stagione ha piantato dei semi che stanno cominciando a germogliare in un secondo atto che si barcamena tra azione e introspezione, anche se in questi primi tre episodi la bilancia pende dalla parte dell'ultima. La sfida che i due showrunner J. D. Payne e Patrick McKay dovranno affrontare è sicuramente la diffidenza dei fan più intransigenti di Tolkien che hanno guardato male ai vari rimaneggiamenti di un immaginario raccontato a spizzichi e bocconi nelle varie opere dell'autore britannico. Il nodo più complicato da sciogliere riguarda sicuramente la forgiatura degli anelli: la prima stagione si è conclusa con la creazione di tre anelli per i re degli Elfi, sotto il cielo che risplende.

Le opere Tolkeniane suggeriscono, infatti, che Sauron abbia convinto Celebrimbor a forgiare prima gli anelli per i principi dei Nani, nelle lor rocche di pietra e per gli uomini mortali, che la triste morte attende, e che il fabbro abbia poi fabbricato gli altri anelli in un secondo momento. Payne e McKay hanno invertito l'ordine della forgiatura per restare fedeli all'introduzione de La Compagnia dell'Anello di Peter Jackson e alla famosissima poesia dell'Anello cui essa si ispirava. Questo naturalmente ha comportato una ridondanza nell'intreccio televisivo, che vede Sauron/Halbrand tornare da Celembrimbor e assumere la forma di Annatar per convincerlo a fabbricare gli altri anelli.

Ciarán Hinds interpreta un misterioso stregone oscuro
Ciarán Hinds interpreta un misterioso stregone oscuro

Questo nodo è un po' contorto, ma gli showrunner riescono a scioglierlo con una scena davvero potente che mette alla prova i talenti di Charlie Vickers e Charles Edwards, aprendo contemporaneamente un ulteriore spiraglio sulla caratterizzazione di Sauron, che molti spettatori temevano puntasse a una maggiore empatia nei suoi confronti. Diciamo che i primissimi minuti della seconda stagione tagliano la testa al toro, in questo senso: no, Sauron è il cattivone manipolatore che deve essere e il suo colloquio con Celebrimbor, in questo senso, è probabilmente il momento migliore di questa prima tranche di episodi.

Il momento peggiore è invece nel terzo episodio, per così dire. Diciamo che non ci sta convincendo moltissimo la gestione di Númenor: la seconda stagione ci riporta da quelle parti soltanto nella terza ora, imbastendo l'ascesa di Pharazôn con un sottile rimaneggiamento della storia originale che tutto sommato funziona anche se manca soltanto lo slogan Make Númenor Great Again. Il problema è che i Númenoreani sono così sgradevoli che è difficile provare sentimenti positivi nei loro confronti, soprattutto se si conosce il destino cui andranno incontro. Questa storia, però, è ancora in divenire e vale la pena metterla da parte per concentrarsi sulle altre sottotrame della premiere.

Adar ha cambiato attore nella stagione 2 de Gli Anelli del Potere
Adar ha cambiato attore nella stagione 2 de Gli Anelli del Potere

Quelle di Adar - che ha cambiato attore, ora è Sam Hazeldine che per fortuna somiglia abbastanza a Joseph Mowle - e dei Nani hanno avuto poco respiro perché si stanno intersecando fortemente con la forgiatura degli anelli, sebbene qualcosa si sia mosso di più a Khazad-Dum per quanto riguarda il conflitto tra Durin padre e Durin figlio. Anche per Isildur abbiamo dovuto attendere il terzo episodio: la sua sopravvivenza era cosa nota ma è servita a introdurre un nuovo personaggio nella storia (Estrid) e a riportare in scena Arondir e Theo. Un tragico evento ha scombussolato le loro dinamiche "famigliari" e siamo curiosi di capire in che modo si intrecceranno con la storia di Isildur, dato che il controverso Elfo dalla pelle scura è un protagonista totalmente inedito.

Restando in tema di Elfi, bisogna ammettere che questi primi tre episodi hanno ridimensionato tantissimo il ruolo di Galadriel, la protagonista assoluta della serie che ha suscitato la rabbia di una buona fetta del pubblico. Il suo contributo in questa parte del Legendarium è stato enormemente ingrandito rispetto alle opere tolkeniane e il personaggio è stato trasformato in una fortissima guerriera, andando a scavare in quel lato oscuro che Cate Blanchett ha brevemente esteriorizzato nei film di Peter Jackson.

A Númenor arrivano le aquile
A Númenor arrivano le aquile

Morfydd Clark è assai brava - basta guardarla nel film Saint Maudd per riconoscerlo - ma nel ruolo di Galadriel è stata costretta a un atteggiamento troppo rigido nella prima stagione, mentre in questa sembrerebbe essere un po' più svincolata: ha avuto comunque poco materiale su cui lavorare e i primi tre episodi servono a imbastire una nuova impresa, che dovrà affrontare sul campo insieme a Elrond (Robert Aramayo) nonostante le tensioni causate dalla storia di Halbrand e degli anelli. Un'altra sottotrama in divenire che giudicheremo a fine season.

Infine abbiamo il viaggio verso Rhun di Nori Brandipiede (Markella Kavenagh, che ci è apparsa sensibilmente più cresciuta rispetto alla stagione uno) e dello Straniero: non conosciamo ancora la vera identità di questo Istar, che sembrerebbe essere il tema della sottotrama, ma Daniel Weyman ora finalmente può parlare e dobbiamo dire che il suo personaggio ha un bel caratterino e, sì, ci ricorda Gandalf sempre di più.

Non nascondiamo che l'arco dei Pelopiedi è stato uno dei nostri preferiti nella prima stagione, perciò abbiamo davvero apprezzato questa nuova dinamica: nonostante i loro battibecchi, Kavenagh e Weyman hanno un'alchimia genuina, in cui si inserisce bene la simpatica Poppy di Megan Richards (anche se il suo ritorno è stato abbastanza improvvisato).

Un buon inizio

La sottotrama dello Straniero è forse quella più rappresentativa di questa seconda stagione de Gli Anelli del Potere, che mira a stravolgere alcune dinamiche stabilite nei primi dieci episodi, rovesciando ruoli e aspettative con una maggiore articolazione negli archi narrativi e una ricombinazione dei rapporti tra i personaggi. In questi tre episodi abbiamo visto entrare in scena una serie di personaggi inediti che devono ancora esprimere le loro potenzialità - in particolare ilo stregone di Ciarán Hinds e il Círdan di Ben Daniels - e sappiamo che negli episodi a venire ci saranno figure del calibro di Tom Bombadil che animeranno ulteriormente la storia e probabilmente faranno arrabbiare i puristi del Legendarium tolkeniano.

Ancora niente Tom Bombadil nei primi tre episodi
Ancora niente Tom Bombadil nei primi tre episodi

Nonostante gli ovvi scivoloni in termini di narrativa - il confronto con l'opera originale è spietato - e tutti quei cambiamenti che servono ad adattare il materiale d'ispirazione a un format completamente diverso, e che possono piacere o non piacere affatto, dobbiamo dire di aver trovato questa seconda stagione già più centrata. La scrittura in questi tre episodi appare sensibilmente migliore, soprattutto nei confronti tra i personaggi e nel delineamento dei conflitti che andranno a motivare le diverse sottotrame, mentre la recitazione resta claudicante come al solito, soprattutto a causa della relativa inesperienza di alcuni attori in ruoli di primo piano.

Sul comparto tecnico c'è veramente poco da dire. Per quanto si possa criticare, più o meno per partito preso, la serie targata Amazon resta una delle produzioni più sontuose in TV grazie a una fotografia di grande impatto, a effetti digitalizzati di altissimo livello e ai costumi, che forse non arrivano alle vette di eccellenza della trilogia di Peter Jackson, ma che le sfiorano con una cura e una meticolosità insindacabile. Se la prima stagione tendeva a essere un po' troppo "pulita", per così dire, la seconda aggiusta il tiro anche in questo senso e rifila anche scene sanguinose e di notevole violenza. La colonna sonora di Bear McCreary, poi, è inattaccabile.

Alcuni dei protagonisti de Gli Anelli del Potere
Alcuni dei protagonisti de Gli Anelli del Potere

Anche in questo inizio di stagione 2, Gli Anelli del Potere resta uno show controverso solo per la delicatissima licenza e per la scelta incomprensibile di affidare un budget stratosferico e un immaginario tanto adorato a showrunner e attori semisconosciuti: bisogna dire che i miglioramenti si notano e che tutti continuano a impegnarsi e a crescere ma se le buone intenzioni basteranno a raddrizzare la traiettoria della serie lo sapremo soltanto tra qualche settimana. Per ora siamo cautamente ottimisti.