Il drifting degli stick analogici sembra essere ormai una malattia endemica dei controller, visto che affligge praticamente qualsiasi modello uscito da almeno un decennio a questa parte. Al di là di accorgimenti artigianali, correzioni parziali e differenze qualitative, l'unica soluzione definitiva a questo problema sembra essere rappresentata dagli stick con Effetto Hall applicato, che utilizza leggi basilari dell'elettromagnetismo per evitare che insorgano i classici sintomi degli stick deteriorati. Sul drifting delle leve analogiche abbiamo scritto tempo fa uno speciale che andava a riepilogare l'essenza del problema e le sue possibili cause, ma nel frattempo i produttori principali di console non sembra si siano mossi più di tanto sulla questione. Di fatto, a prescindere dalla linea di prodotti presa in considerazione, la costruzione stessa di qualsiasi controller può presentare il problema, anche perché i componenti utilizzati sono praticamente gli stessi.
Che ci si riferisca ai controller classici che vengono venduti insieme alle console o alle scelte più raffinate e destinate ai giocatori "pro", la questione non cambia: il drifting colpisce inesorabilmente anche gli Xbox Elite Controller Series 2 e probabilmente anche il nuovissimo DualSense Edge di PS5, a giudicare dalle prime testimonianze, per non parlare ovviamente dei Joy-Con di Nintendo Switch che sembrano i più soggetti a questo difetto.
Nintendo, Microsoft e Sony si sono già trovati a dover fronteggiare cause e class action, ma la questione non sembra aver prodotto effettivi passi avanti per la correzione del problema, che potrebbe invece arrivare dai produttori di terze parti, gli unici che si sono attivati per applicare nuove soluzioni come l'Hall Effect a nuovi stick che sarebbero in grado di sistemare definitivamente la questione, in attesa di vederli in azione in maniera più pratica.
Cos'è il drifting
Viene chiamato drifting un difetto nella rilevazione degli input di un controller, che spesso determina un segnale scorretto tradotto direttamente nel gioco. In pratica, nella maggior parte dei casi, si rileva un movimento nonostante la levetta corrispondente sia fermo, oppure una zona morta allargata che rende particolarmente imprecisi gli input forniti dal giocatore, senza una reale corrispondenza con i movimenti impartiti. Questo problema, nella maggior parte dei casi, deriva da una fisiologica usura dei componenti interni ed è comune a tutti i controller perché, di fatto, sono tutti basati sugli stessi elementi. Uno stick analogico è composto da alcuni sensori quadrati, un'asticella semovibile in grado di spostarsi fra due rotelle e un potenziometro costituito da una striscia di materiale resistivo con due terminali contrapposti. Lo stick è collegato a un wiper, il quale si muove in corrispondenza dei movimenti impartiti dal giocatore: L'avvicinamento di questo a uno dei terminali determina una variazione nel flusso di corrente al circuito stampato, cosa che consente di ottenere input variabili e, appunto, "analogici".
Il drifting, almeno nella maggior parte dei casi, emerge quando l'usura delle parti meccaniche porta a un accumulo di micro-detriti nei pressi dei sensori, che possono comportare dei falsi contatti, oppure delle piccole deformazioni nel sistema che modificano il posizionamento delle componenti. Il primo caso sembra quello più frequente, proprio perché il sistema è costruito sui contatti diretti attraverso sfregamento, che naturalmente porta a un deterioramento progressivo dei materiali e all'accumulo di detriti. Una soluzione definitiva dovrebbe richiedere una variazione sostanziale nel sistema di rilevazione degli input o un modo per evitare l'usura che deriva inevitabilmente dal contratto tra parti in movimento.
L'Effetto Hall
L'Effetto Hall non è altro che un fenomeno fisico che prende il nome da Edwin Hall, il quale (citando direttamente da Wikipedia) determina "una differenza di potenziale in senso trasversale in un conduttore attraversato da corrente elettrica in verso longitudinale quando questo è sottoposto ad un campo magnetico perpendicolare". Chi è a digiuno di fisica (come chi scrive) probabilmente avrà delle difficoltà anche a immaginare la cosa: basti sapere che l'applicazione di questo principio ai controller prevede l'utilizzo di magneti invece di elementi di attrito. In base all'effetto Hall, la variazione di distanza tra un magnete permanente e un conduttore elettrico determina una variazione nel voltaggio della corrente, che può dunque essere tradotta in dati relativi al posizionamento secondo un principio del tutto simile a quello degli analogici standard.
In pratica, invece di quantificare l'input sulla base del contatto tra il wiper e i sensori, l'effetto Hall può consentire rilevazioni diverse legate alla distanza del magnete che determina una relativa variazione nel voltaggio.
Il vantaggio di questo sistema è evidente: l'uso dei magneti evita la necessità del contatto fisico tra i componenti semovibili e la cosa esclude in gran parte i danni da usura che possono portare al drifting. Si è tornati di recente a parlare di questo sistema per porre fine al problema del drifting, con controller specifici che sono ancora decisamente rari e in via di perfezionamento, ma il bello è che questa soluzione è già stata adottata in passato, mentre nei controller moderni il principio viene utilizzato soprattutto per la gestione analogica dei grilletti.
Una soluzione "vecchia", ma poco adottata
Forse non tutti sanno che la prima introduzione ufficiale dell'Effetto Hall nei controller risale agli anni '90: fu Sega a introdurlo, prima in una periferica speciale per Saturn e poi nel celebre controller di Dreamcast. La prima sperimentazione avvenne con il cosiddetto Saturn 3D Control Pad del 1996, una variante prodotta in corrispondenza di Nights into Dreams per Sega Saturn che introduceva uno stick analogico posizionato sulla sinistra in un joypad dalla forma circolare piuttosto bizzarra. La distribuzione fu molto limitata, ma tale design rappresentò una sorta di prototipo per il controller ufficiale di Sega Dreamcast del 1998, anche questo costruito con parti magnetiche in modo da sfruttare l'effetto Hall sia per lo stick analogico che per i grilletti. A pensarci ora, si trattava di una sorta di soluzione avveniristica, anche se in termini di fisica applicata risultava piuttosto naturale: i progettisti Sega avevano così evitato preventivamente qualsiasi problema di drifting.
È questo uno dei motivi principali per cui un controller Dreamcast, probabilmente, è ancora in grado di funzionare senza troppi problemi, ma tale soluzione non è più stata riproposta dai controller ufficiali di Sony, Nintendo e Microsoft venuti anche in seguito.
Perché il sistema a effetto Hall è stato abbandonato? I motivi potrebbero risiedere nel maggiore costo richiesto inizialmente rispetto alla tecnologia standard con potenziometro, oltre a un minore spazio occupato dai componenti di quest'ultima, cosa indispensabile nella progettazione di un controller. Potrebbe esserci di mezzo anche la necessità di pagare delle royalties più alte per tecnologie protette da brevetti, anche se non è chiaro come sia regolamentato al momento tale sistema.
Col tempo, la situazione si è semplicemente stabilizzata sulla tecnologia attuale, tanto che i controller sono praticamente costruiti tutti nello stesso modo: la ricerca tecnologica si è rivolta verso nuove caratteristiche come feedback di nuovo tipo o rilevazioni di movimento, lasciando il sistema a effetto Hall per i grilletti ma nessuno si è più occupato di ripensare la costruzione stessa degli stick. A questo, i più maliziosi, vedono anche una possibile tendenza all'obsolescenza programmata, per cui dei controller con difetti che emergono sulla lunga distanza possono spingere maggiormente gli utenti a comprarne sempre di nuovi.
Le nuove alternative
Qualcosa sta iniziando nuovamente a muoversi sul fronte dell'innovazione tecnologica per far fronte al drifting ormai endemico nei controller moderni, con qualche prima proposta di periferiche basate sull'effetto Hall per sradicare il problema. Non c'è molto di innovativo a dire il vero, ma in questo caso il recupero di una tecnologia già sperimentata è un'ottima notizia per cercare di spostare l'evoluzione verso un nuovo binario. Alcune soluzioni già disponibili sul mercato sono offerte da GuliKit, che offre moduli per stick analogici sostitutivi con effetto Hall per Nintendo Switch e Steam Deck, ma anche delle periferiche complete, come il KingKong 2 Controller, il KingKong 2 Pro Controller e lo Zen Pro, tutti compatibili con Switch, PC, Mac e Android. Proprio in questi giorni sono stati annunciati controller e moduli stick sostitutivi anche per PS5, ma non c'è ancora una tempistica per questi, né per eventuali soluzioni su Xbox. Ayaneo 2, il PC portatile in stile Steam Deck che abbiamo recensito nelle scorse settimane, è uno dei primi device a supportare (nuovamente) questa tecnologia nativamente.
Il problema principale resta l'apparente indifferenza dei maggiori produttori di hardware nei confronti del problema: Sony, Nintendo e Microsoft sembrano non volersi impegnare nella costruzione di controller dotati di effetto Hall, nonostante i casi di problematiche relative al drifting abbiano portato anche a delle class action. Ad oggi sembra poco probabile un'inversione di rotta, anche se quantomeno nell'ambito dei controller "pro" potrebbe essere introdotto un sistema con effetto Hall, coperto anche dal prezzo maggiore richiesto per l'acquisto. Per il momento, possiamo affidarci soprattutto ai prodotti di terze parti, sebbene ci sia ancora molta strada da fare anche in questo ambito.