Da sempre, l'uomo ha cercato le motivazioni alla base della propria esistenza, nonché le risposte alle domande più complesse, nell'alto dei cieli. Se sulla terra le risposte latitano, cos'altro possiamo fare se non affidarci a un'invisibile entità che, per quanto possibile, possa aiutarci a trovare un senso a questa ingarbugliata matassa di sentimenti ed eventi casuali che chiamiamo vita?
Altrettanto umano è dare un volto a queste entità che ci osservano e influenzano, arrivando a renderle simili a noi. Diventano così divinità con un carattere definito, animate da forte passioni e persino dei difetti. Sarà forse per questo che la mitologia greca, a distanza di millenni, risulta ancora affascinante, ricca di spunti narrativi oltre ogni limite di tempo e spazio. Da uno Zeus infuriato coi figli, passando per Ercole alle prese con prove di ogni tipo fino alla tragica relazione di Orfeo ed Euridice: sono storie che, più o meno, conosciamo tutti, ma non ci stanchiamo mai di sentire. Come è lecito aspettarsi, il mondo dei videogiochi non è rimasto immune da questo immortale fascino verso i classici greci.
Ripercorriamo, quindi, questo rapporto tra videogiochi e mitologia greca, attraverso quarant'anni di storia.
Prendi il controllo delle divinità greche
Come spesso succede, rispondere a una domanda del tipo "qual è stato il primo gioco ispirato alla mitologia greca" può facilmente portare a risposte fuorvianti, oltre a non essere poi di gran interesse. Di certo, se volessimo dare una risposta, uno dei primi titoli è stata l'avventura testuale Ulysses and the Golden Fleece, dove troviamo diversi personaggi dell'Odissea come Nettuno e le sirene. Realizzata dalla On-line Systems (al secolo, Sierra On-line) nel 1981, faceva parte della fortunata serie delle Hi-Res Adventures, realizzate dallo studio di Roberta e Ken Williams, e originariamente iniziata con il classico Mystery House.
Al di là di avventure ispirate dall'Odissea o semplici titoli arcade con protagonisti personaggi della mitologia greca (No Escape! per Atari 2600 per esempio), risulta più interessante esaminare uno dei primi giochi a sfruttare la mitologia greca in maniera approfondita. The Return of Heracles, uscito nel 1983 su Apple II e poi convertito l'anno seguente per Commodore 64, sviluppato da Stuart Smith, permette al giocatore di controllare non una, ma oltre quattordici personaggi della mitologia greca in un titolo a turni che si posiziona perfettamente tra un RPG e un'avventura. Lo sviluppatore si è avvalso dell'aiuto di uno storico per sviluppare testi che spiegassero i miti greci in maniera concisa, ma diretta (potremmo identificarlo come uno dei primi giochi dove si parla di violenza sessuale, sicuramente!).
Ogni personaggio ha le sue caratteristiche e peculiarità, esattamente come ogni classico RPG, nonché potranno essere esser accompagnati da un animale (vedi Ulisse/Odisseo con Argo). Return of Heracles propone una serie di scenari interattivi da risolvere, tratti direttamente dai classici della mitologia greca, che Smith aveva pensato principalmente per un pubblico giovane (nonostante non si tratti proprio di un titolo semplice!), per far divertire imparando. Nonostante si tratti di un titolo oggi dimenticato, Smith è un nome famoso per un altro lavoro ben più celebrato: l'Adventure Construction Kit. Un set di tools per disegnare la propria avventura che ha ispirato simili più recenti come l'Elder Scrolls Construction Set per Morrowind e Oblivion.
I miti greci tra Nintendo, Amiga e Sega
Scorrendo velocemente qualche anno e arrivando al NES, probabilmente non stupirà sapere che Kid Icarus era stato originariamente previsto da Toru Osawa come titolo che seguisse in maniera fedele la classica mitologia greca. Il successivo intervento di Yoshio Sakamoto e del team RD1 ha, però, finito per cambiare del tutto la faccia del gioco, tanto che Osawa si è visto costretto a mollare la presa. Al team piaceva di più questa versione di Kid Icarus, con tocchi umoristici e mostri decisamente ben lontani dall'identità greca. Interessante invece notare come nel seguito, esclusivo per Game Boy, Of Myths and Monsters, sia presente anche Zeus, e il finale vada proprio a riprendere direttamente il mito di Icaro.
Potremmo citare anche la mitologia greca come ispiratrice del classico arcade della Sega Altered Beast, anche se, onestamente, al di là della presenza di Zeus e Atena, non si è ben capito esattamente chi dovrebbe essere il malvagio Neff (?) che ha rapito la fanciulla. Diciamo che, forse, lì hanno giocato di più i film sui lupi mannari in voga nei primi anni '80. Cambiando genere, invece, nel seguito dell'originale strategico in salsa divina della Bullfrog, Populous, è presente tutto l'Olimpo e le sue divinità. L'interazione, però, è abbastanza ridotta. Questo perché l'intenzione della divinità protagonista di Trials of the Olympian Gods è semplicemente quella di entrare a forza nell'Olimpo, così da ricevere l'immortalità e accaparrarsi tutti i diritti come residente. Diciamo, un classico caso moderno d'integrazione.
Ercole e le tredici fatiche videoludiche
Come si sarà agevolmente notato, una buona fetta di titoli ispirati alla mitologia ruotano spesso intorno a due argomenti in particolare: Teseo e il Minotauro e, ovviamente, Ercole. Tra tutti i personaggi della mitologia Greca, quest'ultimo è quello che tradizionalmente si è più prestato a esser trascinato nell'universo videoludico. D'altronde, tra gli anni Ottanta e Novanta, la mascolinità e la forza sono state caratteristiche base di tanti protagonisti. Difatti, ce lo ritroviamo protagonista nell'action platform della Bitmap Brothers del 1991, Gods. Il nostro Ercole vuole diventare immortale (è una fissa eh?) e dovrà compiere tutte le classiche fatiche ordinategli dalle divinità dell'Olimpo, opportunamente rivisitate per l'occasione.
Ma la vera esplosione dei titoli con protagonista il forzuto eroe, diventa inarrestabile intorno al 1997, anno di uscita di Hercules, il film animato Disney. Non ci soffermeremo molto sui titoli legati all'opera cinematografica, si tratta di platform 2D a scorrimento sicuramente discreti, oltre a un'avventura in prima persona per PC e Mac, Disney's Hades Challenge. Invece, cogliamo l'occasione per dare uno sguardo a un misconosciuto action adventure della Lucasarts, Herc's Adventures.
Uscito come esclusiva console, su Sega Saturn e Ps1 nel 1997, si tratta di un action adventure con visuale dall'alto. Se la memoria di qualcuno è andata al classico Zombies ate my Neighbors! per Super Nintendo, allora è sulla strada giusta, visto che è stato sviluppato dagli stessi designer, Dean Sharpe e Mike Ebert. La differenza maggiore è che guideremo Ercole (o Atlanta o Giaspone) in una mappa open world, uccidendo nemici e risolvendo piccoli enigmi. Le divinità greche ci verranno a far visita in determinati momenti, con alcuni dialoghi davvero divertenti e doppiati anche con gusto, come la scuola C.T.O. ancora faceva.
Cratos e le fake news
Come non citare, poi, uno dei titoli più celebri, direttamente ispirati dalla mitologia greca? Naturalmente, stiamo parlando di Titan Quest della Iron Lore, un RPG hack'n'slash chiaramente ispirato a Diablo e... ok ok, God of War. Rispetto al recente reboot, la trilogia classica è quella più imbevuta delle storie classiche, anche se l'idea di base - il comune mortale che sfida il dio della Guerra al fine di prenderne il posto nell'Olimpo - è stata scritta per l'occasione. Per quanto Kratos (o meglio, Cratos) sia anch'esso personaggio mitologico, figlio di Pallade e Stige, non è tradizionalmente descritto come un soldato, bensì è la personificazione della forza come tratto caratteriale. Brutale e senza scrupoli, Cratos è colui che convince Efesto, divinità descritta come mite e innocua, a incatenare Prometeo alla montagna come punizione per aver condiviso il dono del fuoco con gli uomini.
Non sorprendentemente, God of War si prende diverse libertà con la mitologia greca, giustamente visto che è solo un'ispirazione da cui partire per raccontare una storia diversa. Lo stesso Kratos diventa quasi più una personificazione della vendetta, nei confronti di un dio della guerra che l'ha tradito, rivelando dei lati della narrativa quasi più squisitamente Faustiani. Di conseguenza, anche i tratti delle altre divinità sono esagerati, al fine di creare conflitti con il collerico protagonista. Bisogna anche aggiungere, però, che l'interpretazione delle storie classiche della mitologia greca non è mai un punto fisso, cambiando in maniera esponenziale da autore ad autore.
Sempre rimanendo in tema di divinità, impossibile ignorare Age of Mythology, lo strategico del 2002 in tempo reale realizzato dalla Ensemble come spin-off del classico Age of Empires. Nel titolo, oltre a quelle egizie e vichinghe, potremmo naturalmente guidare personaggi classici della mitologia greca, nonché divinità minori, in una maniera che ricorda non poco il citato Return to Heracles. Ensemble ha selezionato accuratamente una serie di elementi tratti dalla mitologia, come il cavallo di Troia, ispirandosi a un misto di epoca Greca classica e di epoca Ellenica. Non manca anche Ade e il regno dei morti, con l'apparizione di mostri classici come le arpie, i minotauri (sì, plurale) e ciclopi.
Hades: la serie TV
Arrivando a epoca più recente, di certo uno dei titoli più di maggior successo a tema mitologico greco, è proprio l'RPG roguelite Hades. Per quanto potremmo affermare che la sfida tra padre e figlio che anima il titolo sia sicuramente affine a molte storie della mitologia, il rapporto tra i due personaggi era originalmente ben diverso. Zagreo, nella mitologia classica, non ha mai sfidato il padre. Questi, secondo la religione orfica, sarebbe, in realtà, la prima versione del classico Dioniso, divinità sinonimo con il lasciarsi andare alla liberazione dei sensi, al bere e alla contentezza. Come sappiamo, non è così in Hades dove invece Dioniso è il classico avvinazzato che ci offre diversi upgrade a tema di "avvelenamento da alcool" (in Italiano non suona bene).
Ma chi era Zagreo nella mitologia classica? Sembrerebbe fosse una divinità della cacciagione, le sue prede erano alla base di banchetti dove ci si poteva lasciar andare alla gioia del cibo (da lì, Dioniso). Per quanto l'interpretazione principale descriva effettivamente Zagreo come figlio di Ade e Proserpina, in altre versioni questi invece sarebbe la progenie di Zeus e Persefone. Secondo quest'ultima interpretazione del mito, Zagreo sarebbe stato dilaniato dai Titani poiché Zeus voleva destinarlo a regnare l'universo. Dal suo corpo in mille pezzi, Atena sarebbe riuscita a salvarne il cuore che, poi inghiottito da Zeus, lo avrebbe fatto rinascere in una divinità immortale, Dioniso. Vai a vedere che abbiamo appena fatto uno spoiler per Hades II?
Il titolo di Supergiant Games prende in maniera abbastanza leggera tutte le divinità, pur rispettandone le caratteristiche principali, come per la tragica storia di Orfeo ed Euridice. Altre risultano invece leggermente modificate, per esempio in Hades le tre furie, o Erinni, sono sostanzialmente nemiche (pur se poi abbiamo modo di capirne meglio le motivazioni). Nella mitologia classica, le Erinni sono le castigatrici dei peccati umani, come Tisifone vendicatrice degli omicidi. Meno propensa alla bontà, invece, era Megera - caratterizzata da invidia e gelosia - e propensa a indurre gli uomini all'infedeltà matrimoniale. Una differente interpretazione le vede chiamare anche Eumenidi, proprio per sottolinearne il carattere benevolo di vendicatrici dei peggiori mali dell'essere umano.
Non c'è dubbio che di mitologia greca ne vedremo ancora, per esempio gli sviluppatori di Röki hanno annunciato Mythwrecked: Ambrosia Island. Un gioco d'esplorazione dove potremo fare amicizia con tutte le divinità per aiutarle a ricordare il passato, d'altronde l'ambrosia va consumata in dosi moderate! Finalmente potremmo corteggiare Ade come merita, non è quello il sogno di tutti noi da sempre? Scherzi a parte, superfluo sottolineare come la ricchezza e la varietà della mitologia greca rendano molte di queste storie ancora attuali, anche al netto di modifiche e reinterpretazioni moderne. Archetipi e tematiche immortali che si ripetono senza sosta da millenni e, dopo Dante, Petrarca, Shakespeare e T.S. Eliot, influenzano anche la "nuova" forma d'arte digitale interattiva. Chissà, magari in futuro arriverà anche il momento di gloria per le divinità romane?