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Dopo GTA IV anche negli Stati Uniti incombe lo spettro di una legge limitativa. Però qualcosa è cambiato..

RUBRICA di Andrea Pucci   —   17/05/2008

Ivan Fulco de La Stampa, da perfetto conoscitore del settore dei videogiochi e delle norme che lo regolano, non ha mancato di parlare di un disegno di legge, l'HR 5990, che sta scuotendo gli Stati Uniti, provocando anche degli effetti secondari non indifferenti. Dopo GTA IV e lo tsunami massmediatico che ha travolto il mercato dei videogiochi, si sono risvegliati i soliti benpensanti con l'obiettivo di regolare l'accesso dei minori ai contenuti "impropri" (come quelli di GTA IV). Come molti di quelli che seguono questo editoriale sanno, anche io personalmente sono favorevole ad una giusta regolamentazione. Sono contrario agli eccessi burocratici, alle commissioni di valutazioni politiche e ogni altra iniziativa che rischia solo di accentuare il problema, non di migliorarlo.
Per questo nel recente passato ci siamo scagliati contro il disegno di legge 3014 del fu governo Prodi, che aveva l'obiettivo di istituire una Commissione di esperti che avrebbe dovuto emettere un parere vincolante sull'accessibilità di ogni singolo videogioco in commercio, sovrapponendosi inutilmente al PEGI, già di per sé un quasi perfetto esempio di autoregolamentazione del settore. Perchè intervenire per legge se già i cittadini stanno impegnandosi a rispettare un comune codice di condotta?
La legge servirebbe a questo: intervenire per assicurare che tutti rispettino un "codice" comune, difendendo le parti deboli da quelle forti, laddove se ne ravvisi la necessità. In questa accezione dov'è dunque che il PEGI fallisce miseramente? Fallisce di fronte all'istinto di sopravvivenza del negoziante, che di fronte ad una vendita facile spesso non resiste dal negarla a chi, secondo il PEGI, non potrebbe invece comprare. Quanti ragazzi under 18 hanno comprato e giocato GTA IV? Negli Stati Uniti si stima che almeno il 20% dei minori sia riuscito a comprare un videogioco a loro vietato. E se è il 20% negli USA, dove il senso civico è kilometri sopra il nostro, a che % saremo in Italia? Il 60%? L'80%? Il 100%? Nessuno lo sa con certezza.
Di fronte ad un "allarmante" 20% di minori che accedono a contenuti inadatti i politici americani si sono sentiti in dovere di intervenire. La proposta HR 5990 consta di quattro semplici punti:

1) Ogni gioco in commercio deve avere il marchio ESRB (equivalente americano del PEGI)
2) Identificare attraverso documento d'identità chi compra videogiochi vietati ai minori di 17 anni e negare la vendita a chi non ha il requisito dell'età
3) Esporre all'interno del punto vendita adeguato materiale informativo sul sistema di valutazione ESRB
4) Multa per chi trasgredisce uno dei tre punti precedenti

Allora perchè l'ESA, l'associazione industriale dei publisher, è contraria ad oltranza ad ogni genere di regolamentazione, anche quelle piuttosto condivisibili come l'HR5990? Perchè si teme che sia solo l'inizio di un progressivo irrigidimento delle norme, che nel tempo potrebbero diventare sempre più restrittive.

Io andrei oltre. Negli Stati Uniti, da decenni è proibito servire o vendere alcolici ai minorenni. Se hai la faccia un po' troppo sbarbata stai pur certo che entrando in un pub ti verrà chiesto il documento d'identità. E anche se sei maggiorenne non puoi bere alcolici per strada, o per meglio dire non puoi farti vedere (da qui la classica bottiglia di whisky incartata che si vede in ogni buon film americano con barboni). Questa norma, tutto sommato giusta, ha però prodotto involontariamente una generazione di giovani americani alcolizzati, a cui il divieto non ha fatto altro che invogliare a farsi festini alcolici in casa, senza alcun tipo di freno sociale che interviene invece quando si beve in un locale pubblico. Visto sotto questa ottica, un divieto per legge simile, non aumenterà solamente il desiderio e la "clandestinità" di determinati videogiochi da parte dei minori?
E come in un cane che si morde la coda, si torna alla necessità di consapevolizzare la società, la scuola, gli educatori, i genitori e chiunque sia coinvolto nell'educazione del minore, del corretto uso del videogioco, sfruttandolo e non colpevolizzandolo. Solo così eviteremo bambini di otto anni accompagnati da adulti in fila al negozio per comprare un GTA IV, perchè "tanto è solo un videogioco".

Chiudo proponendo un curioso test: provate a confrontare per lunghezza, linguaggio, fluidità e limpidezza, il disegno di legge americano HR5990 e quello, per fortuna defunto, italiano DDL 3014. Notate qualche differenza?