Sulla carta, Little King's Story presenta tutte le caratteristiche del perfetto sleeper hit: un team talentuoso alle spalle, una produzione di basso profilo ed un'attenzione mediatica praticamente inesistente. Ma ovviamente uno sleeper hit, per essere tale, deve anche raggiungere determinate vette qualitative: vediamo dunque, grazie a quest'ultimo playtest, se tali presupposti sono presenti in maniera più o meno marcata all'interno dell'opera Cing.
Piccoli re crescono
Little King's Story si sviluppa sulle basi di una trama dal gusto fiabesco, che narra di un ragazzo molto timido di nome Corobo, il quale diventa re del proprio villaggio dopo aver trovato una corona dai poteri magici. Vanno fatti subito i complimenti agli sviluppatori per le azzeccate scelte stilistiche circa le tinte pastello del filmato introduttivo ed i menù di gioco, realizzati come se fossero i disegni di un bambino su una lavagna. Le velleità "infantili" di Little King's Story si concludono comunque qui, visto che sotto il profilo ludico ci troviamo di fronte ad un titolo di tutto rispetto, che non pare sconveniente definire come una sorta di Pikmin con ambientazione bucolica. Le somiglianze con il prodotto Nintendo sono molteplici, dalla gestione dei propri seguaci fino al sistema di combattimento, e persino certe soluzioni grafiche (vedi l'indicatore a torta che testimonia lo stato di salute dei nemici) vengono direttamente dall'avventura di Olimar. Scopo principale di Little King's Story è quello di costituire un regno esteso e florido, ma la strada appare decisamente lunga: l'utente inizia l'opera in un villaggio microscopico, con una capanna che funge da castello reale, quattro case in croce ed un manipolo di abitanti senza alcuna specializzazione. Partendo da queste premesse, si deve procedere passo dopo passo lungo un itinerario di crescita che porterà anche a scontrarsi con popolazioni rivali e ad annettere paesi limitrofi, in maniera non troppo dissimile dai "veri" strategici in tempo reale. Il nostro playtest ci ha visto comunque protagonisti delle prime fasi del gioco, che prevedevano la risoluzione dei primi piccoli problemi legati al nostro minuscolo agglomerato. In primis, per accumulare qualche ricchezza, abbiamo assoldato un manipolo di semplici cittadini e li abbiamo costretti a scavare alla ricerca di tesori; grazie agli introiti ricavati, è stato dunque possibile costruire una caserma, tramite la quale trasformare alcuni abitanti in soldati da sfruttare per sconfiggere una manciata di mostriciattoli alle porte del villaggio; a conclusione di questo ciclo, abbiamo messo in piedi una fattoria ed impiegato dei cittadini come contadini, indispensabili per estrarre risorse dagli elementi naturali circostanti. Come è evidente da questi semplici esempi, Little King's Story non ambisce ad essere un mero clone di Pikmin, ma estrapola le migliori caratteristiche del prodotto Nintendo per inserirle in un contesto dal respiro più ampio.
Il mio regno per un Remote
Little King's Story si sviluppa attraverso una serie di missioni prefissate, che però l'utente ha la libertà di affrontare nel modo che ritiene più opportuno: l'ambientazione è aperta ad una pluralità di percorsi, e l'unico limite è rappresentato dalla durata della giornata, scandita da un apposito orologio on-screen. Informazioni utili appaiono inoltre sullo schermo sotto forma di "biscione" in stile notiziario, ma per il resto il prodotto Cing è votato all'immediatezza più assoluta: si muove Corobo utilizzando lo stick analogico del Nunchuck, mentre il Remote funge da puntatore, con un sistema che consente di compiere svariate azioni (ad esempio ordinare ai propri alleati di attaccare un nemico, di interagire con un oggetto o anche semplicemente di raggrupparsi) abbinando il semplice movimento del cursore con il tasto A, il tutto corredato da alcuni menu a scomparsa estremamente semplici e funzionali. Curioso inoltre il metodo adottato dagli sviluppatori per indicare all'utente lo stato di salute degli abitanti: se un unità viene utilizzata eccessivamente senza concedergli un po' di riposo, o se subisce danni in battaglia, questa si trasforma in un tremolante vecchietto, da far ringiovanire negli appositi bagni termali. Little King's Story si difende decisamente bene anche sotto il profilo della realizzazione tecnica, più che altro per meriti stilistici che per un reale sfruttamento dell'hardware Wii: alla già citata bontà delle cutscenes, è doveroso sottolineare l'ottimo utilizzo dei colori, sempre orientato a conferire al gioco il look di un libro di favole illustrato. Il prodotto Cing offre comunque degli spunti notevoli anche per quel che riguarda le animazioni dei personaggi, la varietà degli stessi e l'agilità con la quale pare gestire anche le situazioni più concitate, con molte unità su schermo. Menzione particolare anche per quello che si preannuncia come un accompagnamento sonoro davvero sontuoso, non a caso realizzato da Yoko Shimomura, già compositore per la serie di Kingdom Hearts. Insomma, quest'ultima prova con Little King's Story non ha fatto che confermare le favorevoli impressioni registrate nelle precedenti anteprime: se il prodotto finale riuscirà a garantire un'avventura sufficientemente longeva, ci ritroveremo sicuramente per le mani con uno strategic-rpg degno di questo nome.