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Rainbow Six Siege, il provato dell'operazione Wind Bastion

Siamo volati fino a Rio de Janeiro per provare con mano la nuova operazione marocchina di Rainbow Six Siege

PROVATO di Mattia Armani   —   19/11/2018
Tom Clancy's Rainbow Six: Siege - Operazione Wind Bastion
Tom Clancy's Rainbow Six: Siege - Operazione Wind Bastion
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Torniamo a parlare di tom Clancy's Rainbow Six Siege dopo aver provato con mano Wind Bastion, la quarta operazione del terzo anno finalmente giocabile dietro alle quinte delle finali Pro League di Rio de Janeiro. La nuova stagione, che ci porta una grande mappa ambientata in Marocco e altri due nuovi operatori, non ha ancora una data d'uscita precisa, ma si suppone questa possa essere stata fissata per i primi di dicembre, dopo le due classiche settimane di prova nei server di test.

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Rainbow Six Siege

In tre anni il brutto anatroccolo della scena competitiva è diventato un cigno capace di macinare numeri da capogiro. E questo nonostante Rainbow Six Siege sia un titolo difficile da padroneggiare, vista la ripida curva di apprendimento necessaria per confrontarsi con chi ha già maturato una certa esperienza con lo sparatutto in prima persona tattico di Ubisoft. Ma i margini di miglioramento, la velocità dei match e le prodezze dei campioni lo rendono spettacolare e avvincente, tanto da garantirgli un posto al sole nella scena competitiva. Un posto di rilievo, tra l'altro, nonostante un inizio difficile e tumultuoso, ma non abbastanza da oscurare evidenti potenzialità che Ubisoft non ha sprecato supportando il gioco con patch, bilanciamenti, operatori e mappe, per un totale di 66GB di contenuti che sono tanti per uno sparatutto tattico che non punta certo sulla grafica. Ma il pacchetto è davvero vario, soprattutto dal punto di vista dei personaggi disponibili, arrivati a quota 44, che oltre ad avere valori diversi in difesa e velocità, hanno a disposizione gadget di ogni genere come scudi di vario tipo, cariche capaci di detonare determinate superfici, armi silenziate, lancia granate, dispositivi a cariche soniche, granate accecanti, cure, mine al C4, telecamere e quant'altro. Il gunplay é uguale per tutti, cosa necessaria per mantenere il tenore competitivo, ma la varietà è elevata e garantisce diversi approcci all'azione. E se a questo ci aggiungiamo superfici perforabili, loadout differenziati, possibilità di preparare difese di ogni genere, possibilità di aiutare la squadra dopo essere stati abbattuti, trappole di ogni tipo e persino rampini per scalare gli edifici, ecco che inizia a emergere la complessità di un titolo non difficile da avvicinare ma complicato da padroneggiare a causa di una ripida curva di apprendimento e della necessità di conoscere menadito le mappe, che vantano innumerevoli punti di accesso e cambiano continuamente tra superfici che si frantumano, strutture difensive, pavimenti che si forano e superfici infrante, aumentando o riducendo la possibilità di inquadrare i nemici e, vista l'elevatissima mortalità, toglierli di mezzo. D'altronde anche se parliamo di un tattico 5vs5 a obiettivi persino la modalità artificieri, quella delle competizioni ufficiali come la Pro League, premia comunque chi elimina tutti gli avversari ed è molto spesso necessario farlo per aver modo di disinnescare le bombe.

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Operazione Wind Bastion

La modalità artificieri, che prevede due bombe di cui una a scelta da disinnescare, è stata scelta per darci modo di provare la Fortezza, la mappa marocchina al centro del DLC Operazione Wind Bastion. Curata nel dettaglio e decisamente gradevole per colpo d'occhio, almeno entro i limiti di un motore che non punta allo spettacolo ma alla sostanza, la grande struttura è una classica kasbah, qui impreziosita da dettagli in stile marocchino, anche se il design degli interni è stato inevitabilmente piegato alle necessità di Rainbow 6 Siege. Sul piano pratico ci troviamo di fronte a un ampio edificio con due piani, passaggi in quantità, lunghi corridoi e un tetto enorme che risulta accessibile solo dall'esterno e quindi agli attaccanti. Il team di sviluppo voleva inizialmente dare spazio agli scontri sulla cima dell'edificio, una grossa area piena di cannoni e con un paio di punti rialzati, ma ha preferito far sentire i difensori assediati, garantendo alla squadra in attacco un modo per contrastare eventuali tentativi di sortita e aggiramento. La pressione su difensori, possiamo assicurarvelo, è parecchia, con diversi accessi che permettono al nemico di attaccare dall'alto, ma gli occupanti della Fortezza dispongono di spazio in abbondanza che rende piuttosto complesso metterli all'angolo. Il risultato è una mappa varia, in cui si combatte sia in verticale che in orizzontale e che cambia molto nel gameplay a seconda della zona scelta dai difensori per piazzare gli ordigni esplosivi.

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Senza dubbio divertente, è difficile da padroneggiare, ma perfetta per mettere alla prova i nuovi operatori legati a Wind Bastion. Il primo è Kaid, capoccia della Fortezza, ex membro dell'Antiterrorismo Trans Sahariano e uomo inflessibile tanto nell'animo quanto nella tempra, con tre punti di armatura è uno solo in velocità. Caratteristiche che ben si adattano a un difensore pensato per ridurre le opzioni di attacco del nemico grazie a un'efficace combinazione di strumenti. Kaid dispone infatti di filo spinato e di un gadget tutto nuovo, un dispositivo che può elettrificare il metallo entro un'area predefinita, piccola ma sufficiente per non doverlo mettere a diretto contatto con l'oggetto bersaglio. Questo significa che con un solo Rtila Claw, Kaid, un operatore decisamente versatile, può elettrificare due porte rinforzate vicine così come una superficie in metallo vicina al filo spinato che può essere anche sfruttato per condurre l'elettricità verso altre superfici. E grazie a tutto questo può negare alcuni accessi a diversi operatori incarnando il ruolo di nemesi di Maverick e risultando comunque molto efficace nell'irrobustire le difese in fase preparatoria. Dispone inoltre di una granata e di una potente 44 Magnum con mirino, un'arma identica a quella di Nomad, la nuova operatrice, che però si differenzia dal veterano per indole e ruolo. Viaggiatrice indomita, Sanaa El Maktoub, é un'attaccante fin nel midollo, anche se dispone di una trappola difensiva. Ed è una trappola efficace, una potente esplosione d'aria che, nata per allontanare gli animali feroci senza ferirli, non causa danni, ma può mandare un'operatore gambe all'aria, rendendolo vulnerabile e rivelando la sua posizione ai nemici. E con l'Airjab Launcher la trappola diventa un'arma offensiva, uno strumento da scagliare tra i nemici per spiazzarli, proiettarli attraverso superfici in legno in un trionfo di schegge e spingerli fuori da eventuali nascondigli. Il risultato va dal comico allo spettacolare per un personaggio versatile e dannatamente divertente da giocare. Ma lo sfizioso gadget colpisce anche i compagni e con il suo vistoso mirino laser rivela la posizione di Nomad, rendendo l'operatrice marocchina ben più complessa da usare di quanto non sembri.

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Con l'Operazione Wind Bastion, Rainbow Six Siege si arricchisce con due operatori versatili che hanno un impatto netto sulle dinamiche di gioco, accompagnati da una mappa grande e dal design particolare, tutt'altro che semplice da padroneggiare. Toccherà a giocatori e professionisti decretarne l'effettivo successo, ma da quanto abbiamo potuto vedere ha buone speranze di diventare un'arena piuttosto giocata.

CERTEZZE

  • Una mappa ampia, peculiare è difficile da padroneggiare
  • Due operatori che aggiungono effettivamente qualcosa
  • L'Airjab Launcher è dannatamente divertente

DUBBI

  • Il bilanciamento dei nuovi contenuti è tutto da verificare
  • Niente combattimenti sul tetto