Parlando con Games Industry in una lunga e interessante intervista riguardante Amnesia: A Machine for Pigs, Dan Pinchbeck di The Chinese Room, cui dobbiamo anche lo splendido Dear Esther, ha espresso la sua soddisfazione per aver potuto affrontare nel gioco temi preclusi al mondo dei tripla A, ma ha anche parlato del rapporto con una certa fetta del pubblico, ossia quella cui evidentemente il gioco non è piaciuto.
A stupirlo non erano tanto le email piene di offese e di odio, quanto che molti gli abbiano contestato di non aver realizzato una fotocopia del primo Amnesia nelle meccaniche. Ossia, è rimasto colpito dal fatto che parte del pubblico abbia semplicemente ignorato i contenuti di A Machine for Pigs, tra i più adulti mai apparsi in un videogioco, che d'altronde sono il vero fulcro dell'esperienza (come sottolineato dalla nostra recensione), per concentrarsi sulla scatola.
Dan, ingenuotto, ma non lo sai che il mondo dei videogiochi funziona così? La confezione conta più del contenuto... a pensarci bene, questa cosa non vale solo per il mondo dei videogiochi.