C'è da fare una distinzione fondamentale tra la maturità intesa generalmente come esperienza e profondità e la semplice classificazione dei contenuti di un videogioco, questo va premesso: non c'è ovviamente nulla di immaturo in The Legend of Zelda: Breath of the Wild o Super Mario Odyssey, se non la gioia infantile che può scaturire da un gameplay perfettamente funzionante. Tuttavia, nel particolare mondo dei videogiochi si tende a definire titoli "maturi" quei prodotti indirizzati a un pubblico adulto, per cui ci si trova di fronte al paradosso di considerare in tal modo un gioco che ci pone nei panni di un marine dello spazio che spara ai demoni su Marte. Si tratta peraltro di titoli che sulle altre piattaforme prosperano ma che negli ultimi anni sono rimasti piuttosto distanti dalle piattaforme della casa di Kyoto. Tutto questo, almeno, fino all'avvento di Switch, che sembra invece aver stregato anche publisher third party notoriamente lontani da Nintendo, come dimostrato dalle produzioni Bethesda tra cui la nuova versione di DOOM in arrivo il 10 novembre. Tutto sembra rientrare peraltro in un programma preciso da parte della Grande N.
Fa una certa impressione notare giochi come lo sparatutto id Software, Skyrim e Wolfenstein all'interno della line-up autunnale della console, con tanto di grandi lodi da parte dei publisher nei confronti della console e della politica della casa di Kyoto sullo sviluppo e la pubblicazione di giochi per Switch. È una nuova età dell'oro per i third party su console Nintendo, che può portare a un'estesa varietà di esperienze videoludiche diverse? È ancora presto per dirlo e non possiamo scordare che anche al lancio di Wii U e nel corso dei primi mesi della console non era certo mancato il supporto da parte delle terze parti, con titoli anche inusuali rispetto all'esperienza precedente (tipo Mass Effect o Batman: Arkham City), svanito poi nel giro di qualche anno. La situazione di Switch mostra diverse similitudini con la console precedente, presentandosi ancora una volta caratterizzata da un hardware molto diverso dalla concorrenza e con una tempistica di lancio sfalsata rispetto alle altre macchine sul mercato.
Tuttavia, ci sono anche parecchie differenze, a partire da un atteggiamento decisamente diverso di Nintendo nei confronti dei third party, con un'attività di supporto maggiore che ha attirato anche sviluppatori e publisher notoriamente distanti dalla casa di Kyoto, un ambiente di sviluppo che sembra essere ampiamente più duttile e soprattutto una console affascinante, che sta macinando ottimi numeri sul mercato. Se l'andamento delle vendite dovesse continuare a essere positivo, potremmo ritrovarci di fronte a una nuova invasione di giochi third party su console Nintendo, con buone possibilità che questa possa assomigliare di più a un nuovo SNES piuttosto che un nuovo Wii, sperando (almeno per le finanze di Nintendo) che non si trasformi tutto in un nuovo Gamecube, console che aveva anch'essa velleità simili ma che a fronte anche di un'ottima produzione ha ottenuto risultati ben poco soddisfacenti sul mercato.
Tutto questo potrebbe dunque portare all'arrivo dei titoli "maturi", nel segno di una varietà più ampia di generi e tipologie di utenti coinvolti, che sarebbero tutti segni di salute per la console. Switch ha peraltro degli importanti assi nella manica, in questa prospettiva dei giochi "maturi": è vero che i titoli multipiattaforma vengono penalizzati dall'hardware meno performante, ma l'elemento della portabilità rappresenta comunque un grande plus e può facilmente spingere all'acquisto a prescindere dai confronti in termini di risoluzione e framerate. Nell'ambito indie, che si è dimostrato particolarmente confacente alla console Nintendo, sono presenti numerosi titoli classificati nell'ambito dei giochi "maturi" (tipo l'ottimo Detention accostato qualche giorno fa a Switch) in grado di arricchire notevolmente l'offerta. Inoltre, il suo particolare ambiente di sviluppo potrebbe spingere alla produzione di titoli appositamente pensati per Switch se la base dovesse continuare a crescere, per non parlare della possibilità di vedere Nintendo stessa muoversi in prima linea in produzioni del genere (chi ha detto Eternal Darkness?) e sarebbe davvero un bene per tutti.