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Neuralink, malfunzionamenti per il primo chip cerebrale, ma il paziente sembra non rischi la vita

Neuralink ha segnalato di aver avuto grossi problemi per il primo paziente con installato un chip cerebrale, che però non rischia la vita.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   12/05/2024
Neuralink, malfunzionamenti per il primo chip cerebrale, ma il paziente sembra non rischi la vita

Brutte notizie per il primo paziente della Neuralink di Elon Musk cui è stato impiantato un chip cerebrale. L'apparecchio ha infatti avuto un malfunzionamento, con la dislocazione di alcuni fili protettivi dei neuroni. A svelarlo è stata la compagnia stessa, sollecitata da un rapporto del Wall Street Journal, in un post sul suo blog ufficiale.

Non è chiaro quale sia la causa del problema e quali rischi corra il paziente. Neuralink, una startup di Elon Musk che si occupa di interfacciare il cervello umano con un computer, per ora non ha risposto alle domande poste dalla stampa e non ha chiarito alcuni dei punti sollevati dall'annuncio stesso. Stando al post, il problema è iniziato alla fine di febbraio e la susseguente perdita di dati è stata in parte compensata modificando l'algoritmo.

Fili dislocati

La tecnologia di Neuralink è ancora in fase sperimentale
La tecnologia di Neuralink è ancora in fase sperimentale

L'impianto di Neuralink comprende 64 fili flessibili che trasportano un totale di 1.024 elettrodi in grado di rilevare l'attività neuronale. I fili sono più sottili di un capello umano e vengono inseriti nel cervello da un robot chirurgico dell'azienda, con l'obiettivo di posizionarli vicino ai neuroni di interesse in modo che i segnali rilevati dagli elettrodi possano essere registrati e tradotti in azioni intenzionali, come spostare un cursore sullo schermo di un computer.

Il primo paziente con impiantato un chip Neuralink è stato Noland Arbaugh, di 29 anni, affetto da quadriplegia in seguito a un incidente avvenuto nel 2016. L'intervento è stato eseguito al Barrow Neurological Institute di Phoenix, con risultati iniziali promettenti. Per dimostrare la bontà del chip, da allora Neuralink e il paziente hanno avviato una specie di campagna social, con video e livestream dedicati alle attività dell'uomo, in particolare videogiochi, tra scacchi e Mario Kart 8 Deluxe.

Attualmente non è chiaro da cosa sia nato il problema. L'ipotesi è che fosse rimasta dell'aria nel cervello del paziente dopo l'intervento, una condizione chiamata pneumocefalo. Si parla anche di rimozione dell'impianto, come ipotesi per risolvere la situazione.

Nel frattempo Neuralink pare aver comunicato alla Food and Drug Administration, istituzione USA che regola i trial clinici e ha concesso l'approvazione a Neuralink per testare il suo dispositivo sugli esseri umani, che sa come risolvere il problema, anche in previsione di altri impianti in arrivo nei prossimi mesi, 10 in totale nel corso del 2024, se tutto andrà secondo i piani.