Questa è la storia di P. Walter Tugnut, uomo tutto d'un pezzo, americano devoto alle stelle e alle strisce dalla mascella volitiva che un giorno si sveglia con un'idea fissa, apparentemente strampalata: armarsi fino ai denti per prepararsi all'apocalisse imminente. La cosa pare strana a tutti, eppure il vecchio Walt si dimostra inflessibile con chi cerca di farlo desistere, e d'altra parte ben pochi sono disposti a seguirlo in quella che pare essere la farneticazione di un pazzo. Anche gli amici dell'NRA, il "circolo del fucile" locale, cercano di farlo tornare in sé ma niente da fare, Walter ha la sua idea sul farla pagare a quei nemici di latta facendogli mangiare il suo piombo, solo che nessuno capisce esattamente chi siano questi nemici.
La gente piano piano lo abbandona scuotendo la testa mentre l'uomo, impettito e orgoglioso, continua ad armare il suo camper con bandiera americana svolazzante e aspettare l'armageddon tecnologico, facendo incetta di pallottole e casse di birra. Personaggio particolare, il vecchio Walt, così misantropo eppure anche così attaccato all'umanità in generale da volersi ergere ad ultimo baluardo in difesa di questa contro i nemici di latta in arrivo, almeno secondo le sue strampalate teorie. Quando ormai tutto sembra volgere verso un mesto futuro all'interno di una camera con le pareti imbottite, accade l'incredibile: l'apocalisse arriva davvero, sotto forma di un'immensa invasione di robot armati e intenzionati ad eliminare l'intera razza umana. Nel panico generale, tra fughe di massa e disperazione totale, un uomo sembra per la prima volta pienamente conscio di sé e della sua posizione nel mondo, un uomo che da anni si è preparato per questo e che non vede l'ora di entrare in azione. P. Walter Tugnut non ha intenzione di fuggire, prende il suo camper e si dirige direttamente verso i punti nevralgici dell'invasione. E' finalmente un uomo con una missione: sparare ad un bel po' di robot.
Birra e pallottole
Con un titolo schietto come il suo stesso gameplay, Shoot Many Robots dichiara subito di che pasta è fatto, senza nascondersi dietro particolari sostrati narrativi o orpelli concettuali alla base del progetto ludico. Niente bizantinismi per Walter e nemmeno per i giocatori, questo è uno sparatutto vecchia scuola, dove ci troviamo ad avanzare, saltare e sparare all'interno di livelli caratterizzati da ambientazioni diverse tutte ugualmente piene zeppe di nemici, nella fattispecie robot di varia fattura, in singolo o in multiplayer cooperativo. Si tratta di un titolo che trae chiara ispirazione da vari classici del passato, come Contra o, paragone ancora più calzante vista l'ironia di base che li contraddistingue entrambi, il solito Metal Slug. Sparatutto dalla struttura rigorosamente 2D che Demiurge ha seguito fedelmente, cedendo al progresso tecnologico soltanto nella rappresentazione grafica, basata su un colorato quanto pulito 3D mascherato da un elegante cel-shading. A differenza degli sparatutto più basilari, tuttavia, Shoot Many Robots aggiunge alcune caratteristiche che ne approfondiscono la struttura e garantiscono probabilmente una maggiore longevità al pacchetto. Al di là della corsa al punteggio, comunque presente e fomentata dal raffronto diretto con le leaderboard online alla fine di ogni livello, la progressione nel gioco si riflette anche in un avanzamento nel livello di esperienza del protagonista e nella raccolta di un numero variabile di dadi e bulloni, che fungono da moneta di scambio nel particolare mondo di Walter e che consentono l'acquisto di armi ed equipaggiamenti sempre più potenti.
Con la gestione dell'arsenale viene aggiunto dunque un leggero velo strategico all'azione di gioco, lasciando al giocatore la libertà di acquistare e selezionare le due armi da utilizzare nel corso dei vari livelli tra una scelta veramente immensa di possibilità, tenendo conto delle diverse statistiche in termini di danno, precisione, rateo e raggio d'azione di ognuna di queste e con l'applicazione di ulteriori caratteristiche difensive o abilità aggiuntive date dagli equipaggiamenti applicabili al corpo, alla testa e alle game del protagonista, che spaziano tra cappelli improbabili in grado di offrire protezione e manovre aree particolari e ginocchiere, zaini e giubbotti antiproiettile. Le scelte in termini di armi e oggetti sono veramente tante e si collegano alla necessità di accumulare un gran numero di dadi e di progredire in termini di esperienza, poiché alcuni equipaggiamenti possono essere acquistati solo una volta raggiunto un determinato livello, sebbene gli sviluppatori abbiano concesso la possibilità di accorciare la strada ai giocatori più pigri con l'opzione per acquistare dadi pagando direttamente con soldi reali. Una scelta che può fare giustamente rabbrividire l'utente hardcore, a cui un prodotto del genere potrebbe essere indirizzato.
L'alba dei robot
I nemici si suddividono in diverse tipologie che presentano caratteristiche di attacco e difesa diverse, ma in ogni caso sono presenti pattern specifici e punti deboli da sfruttare per massimizzare il danno nei loro confronti. I tipi di nemico non sono tantissimi e in generale il gioco tende a privilegiare la quantità, con orde di robot che in certi casi riempiono lo schermo, piuttosto che l'approccio più ragionato, ma è comunque necessario saper variare gli attacchi e le manovre difensive per poter arrivare in fondo ai livelli. E' dunque d'uopo fare buon uso delle due armi equipaggiate, possibilmente scelte in maniera equilibrata in base alle loro caratteristiche e saper utilizzare all'occorrenza gli attacchi corpo a corpo, le scivolate o le mosse garantite da alcuni equipaggiamenti speciali, con l'impellenza frequente di ricorrere anche a manovre diversive come la possibilità di far rimbalzare i proiettili di alcuni nemici rispedendoli al mittente.
E' certamente qualcosa di apprezzabile all'interno di un gioco che altrimenti rischia di scadere nella monotonia, pericolo che la relativa piattezza del level design e la scarsa varietà di situazioni non aiutano a tenere definitivamente lontano. In ogni caso, per essere uno sparatutto classico, Shoot Many Robots offre soluzioni interessanti in termini di variazione sul tema, tra un'ampia customizzazione del personaggio e un sistema di punteggio con moltiplicatori progressivi - in base al quale diventa necessario mantenere un ritmo costante di distruzione degli avversari, trovando dunque i sistemi di eliminazione più veloci e congeniali a seconda dei tipi di robot - che influisce sulla quantità di dadi elargiti e fornisce un confronto diretto continuo con le classifiche online mondiali. Insomma, seppure con premesse semplici e classiciste, i Demiurge sono riusciti a confezionare uno sparatutto che ha veramente qualcosa da dire in termini di gameplay, soprattutto se si considera il contesto Live Arcade e PSN e il prezzo relativamente basso a cui è stato immesso sul digital delivery. Questo per quanto riguarda soprattutto il single player, modalità che ovviamente soffre di più sul lungo termine ma che riesce comunque a mantenersi su livelli notevoli grazie agli elementi di progressione del personaggio, mentre il gioco dà probabilmente il meglio di sé nel multiplayer cooperativo, sia online che offline, per un massimo di 4 giocatori.
Obiettivi Xbox 360
Come ogni Live Arcade, Shoot Many Robots contiene un totale di 200 punti distribuiti per 12 obiettivi sbloccabili. Più che basarsi sulla normale progressione di livello in livello, gli achievement si raggiungono ottenendo particolari risultati e performance, più improntati sulla lunga distanza in termini di quantità di gioco ed esperienza. In ogni caso, per chi si fa prendere dall'azione non sono riconoscimenti troppo fuori portata.
Nuove prospettive
Anche dal punto di vista grafico Shoot Many Robots si presenta come un prodotto ben confezionato. Una produzione di livello certamente non tripla A, ma curata per essere destinata alla distribuzione digitale, come ormai accade sempre più spesso nell'attuale panorama di Live Arcade e PSN. Certo il fascino del pixel e del disegno bitmap in 2D continua ad esercitare una magia particolare che non è facile ritrovare in una grafica comunque moderna come quella presentata da Demiurge, nonostante l'abile utilizzo del cel-shading tenda a creare una sorta di via di mezzo tra il poligono e la tradizione bidimensionale. In ogni caso si deve registrare una buona varietà di ambientazioni che risultano in scelte cromatiche varie e scenari sempre piuttosto interessanti, sebbene come già detto non si registri quella varietà di situazioni che potevano accadere, per fare un esempio illustre, in Metal Slug. Ci sono comunque i momenti più emozionanti, solitamente in corrispondenza dei boss, che mantengono il gioco in linea con la tradizione proponendo dei combattimenti articolati piuttosto diversi dal normale iter dei livelli, sebbene anche in questo caso non si vedano soluzioni particolarmente innovative o sorprendenti in termini di gameplay. La quantità di nemici che spesso arrivano a popolare le schermate del gioco, nonché la loro somiglianza in termini grafici, rendono a volte confusionaria l'azione, nascondendo quei colpi che richiedono di essere respinti o quelle tipologie di robot che seguono pattern specifici e spingendo in questi casi a muoversi e sparare senza tanta cognizione, ma trattandosi di uno sparatutto non si può certo essere troppo critici su un punto del genere. Dal punto di vista tecnico c'è veramente poco da obiettare, considerando anche la dimensione relativamente modesta del progetto i Demiurge hanno dato prova di una grande padronanza nell'utilizzo del cel-shading, al di là di qualche compenetrazione qualche contatto a volte dubbio, che comunque può rientrare nello stile generale del gioco. L'accompagnamento audio si caratterizza in particolare per la scelta delle musiche country, folk e rock che formano un ottimo complemento allo stile caricaturale adottato per i personaggi e per gli scenari esageratamente americani.
Conclusioni
Shoot Many Robots è un buon sparatutto in grado di divertire chiunque, anche chi non è propriamente appassionato al genere. Vi si riscontrano due direttrici principali che seguono percorsi diversi ma riescono a circoscrivere un prodotto comunque omogeneo e piacevole: da una parte un attaccamento a tratti quasi manierista alla tradizione del "run & gun", a causa del quale il gioco prosegue di livello in livello senza particolari sussulti in termini di level design e soluzioni di gameplay. Dall'altra la fondamentale introduzione dell'elemento "custom", che dona uno scopo tangibile alla progressione e spinge a tornare più volte sugli stessi livelli per sbloccare nuove armi ed equipaggiamenti in grado di variare - almeno parzialmente - l'esperienza di gioco. Condito con l'ironia e potenziato dal solido comparto multiplayer, è una valida interpretazione di un genere un po' desueto.
PRO
- Semplice e immediato
- Ampie possibilità di customizzazione
- Ottimo multiplayer online e offline
CONTRO
- Level design un po' piatto in termini strutturali
- Anche troppo confusionario a tratti
- Scarsa varietà di nemici e situazioni