Dark Souls è senza ombra di dubbio uno dei giochi più importanti della generazione. In un equilibrio quasi da puristi l'integrazione tra avanzamento, offerta ludica, difficoltà e bestiario, è strutturata per brillare autonomamente. I percorsi di crescita sono molteplici, non mancano pezzi narrativi, non vi sono carenze di gameplay né siamo di fronte ad uno sviluppatore avvezzo al creare contenuti scaricabili. Dark Souls è l'esempio ideale di un titolo che non ha avuto bisogno di DLC per rimanere nella storia e soddisfare tutti i suoi acquirenti passati e futuri, o almeno quelli consapevoli dell'essenza del titolo.
La stessa From Software aveva promesso che avrebbe inserito nel gioco tutto il materiale esistente, in linea con quella filosofia a metà tra hardcore e nostalgia che tanto aveva solleticato l'anima videoludica un po' masochista dei vecchi fan della saga. Poi è arrivata la doccia fredda, ed ecco che il publisher Namco Bandai annuncia l'uscita della Prepare to Die Edition, al suo interno un contenuto scaricabile quasi slegato dal filone principale di storia e in grado di regalare qualche ora di avanzamento in parallelo con la main quest. Il DLC in questione è stato chiamato Artoryas of the Abyss, in onore delle gesta del cavaliere Artoryas nella sua lotta nei più profondi angoli dell'oscurità. Qualche fan avrà sicuramente gioito, altri un po' meno al pensiero di doversi rifare tutto Dark Souls solo per sbloccare un po' di gameplay aggiuntivo, ma questa, purtroppo, è la dura legge dei trigger videoludici. Per circa tredici euro, varrà veramente la pena andare a fare un picnic su Oolacile?
Arte un po’ da parte
Lordran è un posto meraviglioso, e tutti i giocatori che ne hanno solcato le terre avranno impresso nelle menti i castelli, le guglie, le foreste, i mondi sotterranei fatti di lava e ghiaccio, i boss. L'ambientazione è stata artisticamente evoluta rispetto a Demon's Souls e arricchita di scenari e ambienti che hanno toccato un po' tutta l'iconografia fantasy occidentale, risultando molto organica, coerente e a tratti quasi onirica. Ci si aspettava un contenuto scaricabile differente, che sapesse donare altri tipi di emozioni visive e ludiche, invece From Software ha scelto di adagiarsi sui facili allori commerciali. Le nuove aree di Oolacile non brillano a sufficienza per giustificare un anno di sviluppo, né lo fanno i suoi abitanti. Passi lo scontro iniziale con il Guardiano del Santuario, ma il motivo forestale che permea tutta la prima metà ha un triste sapore di déjà-vu, viene presto alla mente il Giardino Radice oscura, molto più caratterizzato della nuova Foresta di Oolacile sia in termini di atmosfera, di illuminazione ma soprattutto di nemici che lo popolano, poco caratterizzati e con mosse di attacco limitate che si imparano subito.
A livello visivo, l'effetto del tramonto dona tranquillità a un ambiente quasi poetico, contrariamente alla devastazione che dovrebbe invece essere avvenuta a Oolacile, risultando in un quadro narrativo un po' incoerente. Una prima metà facilmente dimenticabile lascia fortunatamente il posto allo scontro in un evocativo mausoleo, che risolleva il morale dei giocatori in attesa di un miglioramento di quanto scaricato, ma c'è poco da gioire. La Contea di Oolacile è molto particolare, sia da un punto di vista visivo quanto acustico, con urla in lontananza a creare tensione, ma non si capisce perché inserire un'ambientazione tanto bella quanto spoglia a livello ludico. Splendida la scelta di inclinare l'angolazione di edifici e piano di gioco, ma oltre al piacevole fumo negli occhi si sarebbe apprezzato anche un po' di arrosto. Le due categorie di nemici presenti in questa zona sono poco convincenti, quasi scontati e senza mordente. La scelta di rendere la Contea un binario percorribile poteva avere senso se le fasi di platforming esterne all'avanzamento fossero state molteplici, con tanto materiale da trovare in giro per i tetti a rischio della vita, ma From Software inserisce solo qualche item facilmente raggiungibile e proprio quando ci si stava per affezionare all'atmosfera ecco che la Contea già finisce. La monotona bicromia dell'Abisso è dietro l'angolo, ma giusto il tempo di avanzare senza problemi vista la discutibile scelta di inserire un nuovo tipo di nemico che praticamente non attacca e Magnus si frappone tra noi e la fine del DLC. E fidatevi, non è di certo un muro invalicabile.
Ma c’è dell’altro?
Si, è vero, oltre ai tre boss della quest principale del contenuto ve ne è un quarto nascosto. Nascosto male, sia chiaro. Basta aver attivato un semplice trigger e pochi secondi di deviazione dal percorso per arrivare al Drago Nero, finalmente un drago boss, e per giunta anche complesso. E' il drago il vero boss del DLC, in quanto si dovrà aumentare drasticamente il livello per riuscire a farlo fuori, e non senza problemi. Una bella cornice per uno scontro che sancisce, di fatto, il completamento totale di Dark Souls, poiché se batterete il drago concludere il resto della trama primaria sarà una bazzecola. In linea con la tradizione sadica di From Software, il gioco non fa nulla per avvertire gli avventurieri che conviene lasciarsi lo scontro con Sif dopo aver esplorato l'Abisso e battuto Magnus, in quanto liberare il Sif giovane da una caverna nell'oscurità regalerà una bella scena aggiuntiva prima dello scontro con il lupo nella storia principale.
Dando un'occhiata agli altri personaggi presenti, Gough è l'unico che ha un minimo di background, gli altri appaiono e scompaiono con la medesima velocità, lasciando i giocatori insoddisfatti, desiderosi di saperne di più e con maggiori dubbi di quanti ne avessero in precedenza, contribuendo a creare quel senso di timido impegno messo nella realizzazione di personaggi che appaiono troppo eterei. Amara considerazione, considerando anche quanto il fattore lore fosse un fulcro appassionante nella quest primaria di Dark Souls. Menzione a parte per l'online, che con un sistema a scelta tra PVP in singolo o a squadre fornisce un luogo dove i cultori dell'abilità di mano e dell'equipaggiamento evoluto potranno sfogarsi a volontà. Sommando i pochi alti non è semplice dare un giudizio secco su questo contenuto scaricabile. Quattro boss, un po' di item nuovi e qualche area in più: il materiale ci sarebbe anche, ma è evidente il poco impegno e passione infusi all'interno del DLC da parte del team, che ha confezionato del contenuto superfluo che aggiunge poco nulla a quanto Dark Souls forniva con tanto più fascino già un anno fa, anche considerando il prezzo del DLC maggiore agli standard. From Software ha sempre amato stupire con lo scoppio di tanti piccoli fuochi d'artificio ben piazzati lungo i suoi prodotti. Questa volta ne ha scelto uno grande e molto costoso, peccato solo che sia esploso un po' troppo in lontananza.
Conclusioni
PRO
- Mostra la trama di Artoryas
- Quattro boss ben realizzati
- Battere il Drago richiederà tante ore di esperienza
CONTRO
- Artisticamente poco ispirato
- Frequente sensazione di già visto
- Scorre facilmente, regalando con difficoltà qualche emozione
- Poca quantità in relazione al costo