Con il passare degli anni anche gli appassionati occidentali stanno iniziando a sviluppare un certo attaccamento per alcuni autori o alcune autrici di visual novel. Si tratta di un evoluzione naturale per un genere completamente incentrato sulla narrazione, in cui la personalità autoriale è ancora determinante e può fare davvero la differenza.
Basta osservare il poco marketing di Ame no Marginal -Rain Marginal- (da adesso solo Ame no Marginal), in cui è stato sottolineato più volte che si tratta di una nuova opera scritta da Tomo Kataoka, cui dobbiamo gli amatissimi Narcissu, per rendersi conto della forza che si attribuisce a certe firme per fare presa sul pubblico. Insomma, oltre a essere di nicchia, quello delle visual novel è anche un genere in cui si possono osservare fenomeni che in altri ambiti sono ormai marginalizzati. Dare forza agli autori ha dei vantaggi che non vanno sottovalutati. Ad esempio gli si garantisce una maggiore libertà rispetto a chi crea nell'anonimato, e si permette anche all'ecosistema cui appartiene di rimanere vivo, lasciando un maggiore spazio di manovra per le sperimentazioni. Ame no Marginal è una storia breve e intensa, con dei tratti fortemente tragici, che probabilmente non sarebbe mai stata prodotta se a scriverla non fosse stato Kataoka. Non che nel mondo delle visual novel manchino stranezze, ma un conto è l'estemporaneità, un conto è l'affermazione di uno stile. Quest'ultimo si esprime non solo nelle singole parti che compongono un'opera, ma nella visione complessiva che le tiene insieme. Quando l'appassionato inizia a cercare questa visione, a prescindere dai singoli dettagli, finisce per instaurare un rapporto più profondo con il creatore, cui donerà una fiducia benefica per entrambi.
Curiosità
Uno degli extra sbloccabili di Ame non Marginal è nientemeno che un episodio di Narcissu. Per accederci bisogna cliccare sull'immagine della protagonista del gioco nel menù di selezione dei capitoli.
L’eterna pioggia
Tutto questo preambolo è servito per introdurre quella che è una visual novel strutturalmente essenziale, in cui al fruitore è richiesto solamente di leggere dei testi e osservare delle immagini, ma che al suo interno nasconde una grande profondità. Cercheremo di parlarne senza svelare nulla di importante sulla trama, anche se è abbastanza difficile farlo visto che è il cardine intorno al quale esprimere il giudizio.
Ame no Marginal racconta di un mondo parallelo in cui non c'è nulla, se non una pioggia eterna che bagna ogni cosa. Vivendoci non si sentono i morsi della fame, non si soffre e, soprattutto, non si può morire. L'unica abitante è Rin, personaggio misterioso di cui il protagonista scoprirà la storia dopo averla raggiunta senza un motivo apparente. Perché si trova lì? Soprattutto, perché non può andarsene? Dopo il prologo bisogna scegliere di seguire una tra le due storie di cui è composta la trama. Sono due racconti differenti, ma che vanno a toccare vicende che poi si intrecceranno nella parte finale e che risponderanno alle domande che abbiamo posto poche righe più su. Lo stile di stage-nana, il team di sviluppo, si vede sin da subito, con immagini in formato panoramico che vanno a tagliare il nero dello sfondo. Gli ambienti mostrati sono vuoti e desolati, perfetti per rappresentare la disperazione dei personaggi, vittime di forze di cui non conoscono la natura. Ovviamente ci sono anche gli attori, ma non aspettatevi che vengano utilizzati come nelle altre visual novel. Stage-nana li considera come se fossero pezzi di scenario, ossia ha creato per loro delle immagini dedicate, complete di sfondi, per evitare il più possibile di sovrapporli alle altre. Quindi non ci sono sagome che "recitano" di fronte a fondali usati come se fossero quinte teatrali, ma ci sono immagini che formano un racconto e che introducono i personaggi solo quando è richiesto per motivi drammatici. È un approccio molto differente da quello classico, che in un certo senso aiuta a concentrare l'attenzione del fruitore sulla storia, creando al contempo un'atmosfera più intensa. Atmosfera cullata dalla colonna sonora, suonata in gran parte con il pianoforte e formata da brani delicati che accompagnano alla perfezione le emozioni dei protagonisti e del giocatore.
Abbiamo recensito Ame no Marginal -Rain Marginal-, la nuova visual novel dall'autore dei Narcissu
Conclusioni
Ame no Marginal -Rain Marginal- è un'ottima visual novel d'autore, se così la vogliamo definire, che gli appassionati non dovrebbero lasciarsi sfuggire per nessun motivo, a patto di accettarne la relativa brevità (si finisce in un paio d'ore). Ovviamente per chi non conosce l'inglese c'è anche lo scoglio linguistico da superare, visto che non è stata tradotta in italiano e non lo sarà mai. Si tratta di una banalità valida per tutte le visual novel (o quasi), ma che è giusto ribadirlo ogni volta perché non ha senso acquistarne una se non potete leggerne i testi. Sarebbe come provare ad andare in bicicletta senza gambe. Tutti gli altri troveranno invece un titolo di qualità dalla tematica insolita, con forse soltanto una leggera punta di patetismo nel finale, comunque non troppo fastidiosa.
PRO
- Storia originale
- Disegni molto belli
CONTRO
- Un po' corta
- Ovviamente solo per chi sa leggere l'inglese