Per uno che lo ha giocato prima su Playstation e poi su PC in versione accelerata, trovarsi tra le coperte in una burrascosa parentesi d'agosto a giocare a Final Fantasy VII è una piccola magia. Risulta quasi difficile digerire tutto quel ben di dio racchiuso in un dispositivo da una manciata di pollici. Poi, all'improvviso, un barlume di lucidità riporta alla mente che da quel novembre del 1997 sono passati quasi diciotto anni e che il mondo è andato avanti di un bel pezzo. In pochi anni il settore mobile è arrivato a offrirci titoli tecnicamente mostruosi ed ecco che la magia si trasforma in una sorta di malinconia che non soffoca però la voglia di ributtarsi tra le strade della splendida Midgard, connubio di fantasy estremo e toni cyberpunk. Una partenza in grande stile per Final Fantasy VII capace da subito di assalire i sensi del giocatore con animazioni tridimensionali elaborate, scene d'intermezzo all'epoca di altissimo livello e un potente mix tra animazioni in computer grafica e personaggi tridimensionali.
Il tutto mescolato con un sistema di gioco non particolarmente complesso ma capace di solleticare l'ego del giocatore con semplicità: parliamo ovviamente delle materie, di quelle gemme che incastonate nelle armi permettono combinazioni potenti che diventano ancora più potenti se abbinate a pozioni e oggetti capaci di riportare i personaggi in vita o di ripetere un attacco. Le combinazioni più potenti accrescono talmente le potenzialità del personaggio da metterlo in grado di affrontare le due Weapon, due esseri tanto massicci e potenti da essere imbattibili se affrontati senza preparazione. Sia comunque chiaro che si tratta di extra assolutamente non necessari. Final Fantasy VII può intrattenere per un buon centinaio di ore ma può essere affrontato, gustato e completato comodamente senza avvicinarsi nemmeno lontanamente al massimo potenziale del personaggio. Con il solo obiettivo di gustarsi l'esperienza servono all'incirca quaranta ore per affrontare l'inevitabile destino di Cloud che è quello di inseguire la nemesi Sephiroth, scoprire i misteri dell'esemplare Jenova e soffrire per gli incidenti di percorso che non menzioneremo per non rovinare l'esperienza ai neofiti anche se risulta difficile credere che ci sia qualcuno che non sa di cosa stiamo parlando. Final Fantasy VII ha venduto più di 100.000 copie nelle prime due settimane di disponibilità su PlayStation Network, è stato ripubblicato per la seconda su PC e ha continuato a vendere al suo arrivo su Steam nel luglio del 2013. D'altronde questo è il cuore di Final Fantasy VII, la sua capacità di coinvolgere con semplicità. Non stupisce che sia stato il primo JRPG a colpire con forza in occidente, perfetto portabandiera internazionale, limpido nelle meccaniche e potente dal punto di vista narrativo.
Prima dell'atteso remake è tempo di rinfrescare la memoria con la versione mobile di Final Fantasy VII
Un mondo di ricordi nel palmo della mano
Già disponibile per iOS e probabilmente in arrivo per Android, la versione mobile di Final Fantasy VII che per i giapponesi è già giocabile dal 2014 attraverso il servizio streaming Dive In anticipa l'atteso e finalmente annunciato remake che i fan del titolo più iconico della serie hanno chiesto a gran voce per diversi anni. L'edizione in questione non è quella PlayStation bensì quella PC del 1998 che gode di alcune feature permesse dall'accelerazione grafica. Questo si traduce in una world map più gradevole e in modelli più morbidi ma anche più distaccati dai fondali bidimensionali che oggi, soprattutto su tablet, risultano piuttosto invecchiati. L'effetto della scansione interlacciata, tipico dei monitor e dei televisori CRT, avrebbe aiutato ma come vedremo questo porting, il cui pregio maggiore sono i caricamenti velocissimi, non è dei più curati; inoltre i consumi sono piuttosto elevati per un gioco che si avvicina verso i venti anni di età ma è anche vero che Final Fantasy VII non da mai tregua alla batteria tra inquadrature, scene in computer grafica e continui passaggi tra campo di battaglia e fase esplorativa. Final Fantasy VII ha segnato l'avvento dei JRPG spettacolari e proprio per questo ha lasciato il segno: primo capitolo in 3D della serie, ha superato gli inevitabili limiti tecnologici della sua epoca piazzando i personaggi su fondi in grafica bidimensionale e aggiungendo alla ricetta sperimentazioni da avventura grafica come animazioni in computer grafica integrate nel tessuto di gioco.
I modelli non sono mai stati al top ma sono sopravvissuti, anche grazie alla caratterizzazione deformed, alle un tempo potenti scene di intermezzo che si lasciano ancora guardare ma che sono inevitabilmente invecchiate. Sono invece ancora spettacolari, al netto della povertà di poligoni, le Limit Break, super mosse caricate passivamente subendo colpi dai nemici, e le animazioni tridimensionali che diventano sbalorditive nel caso di magie come Knights of the Round e Neo Bahamut. In questo caso il 3D pur essendo chiaramente d'annata mostra i muscoli mentre le inquadrature roteano e si alternano rapide per magnificare raggi laser, cannonate ed esplosioni in un tripudio di fuochi e di frammenti di roccia. Alcune di queste animazioni sono davvero massicce, sequenze spettacolari ma al contempo talmente lunghe da non essere digeribili se ripetute troppe volte proprio come succedeva in alcuni frangenti di Final Fantasy VII. Chi ha affrontato le Weapon sa di cosa stiamo parlando e proverà un brivido freddo scoprendo che anche in questo porting mobile del titolo Square non c'è modo di saltare le animazioni degli incantesimi. Per fortuna il menù di configurazione è bello ricco e include anche uno slider che consente di rallentare o di aumentare notevolmente la velocità del gioco, animazioni incluse. Il sistema di salvataggio resta invece fedele all'originale: nel mezzo delle missioni è necessario trovare i save point mentre nella mappa principale è possibile salvare a piacimento. Le aggiunte vere e proprie di questo porting sono poche e un paio rischiano di alterare pesantemente l'esperienza: la prima è senza dubbio positiva e riguarda l'implementazione del supporto iCloud, che oltre ad abbinarsi al nome del protagonista consente di mettere al sicuro i salvataggi e di usarli sia su iPad che su iPhone. La seconda novità risulta invece controversa, anche se per molti versi comoda, e si traduce in un tasto che permette di disattivare completamente gli incontri casuali. L'ultima novità potrebbe invece essere pericolosa: nel menù di configurazione ci viene infatti data la possibilità di potenziare al massimo il personaggio per godere senza troppi problemi dell'esperienza narrativa, ma cedendo alla tentazione viene meno il gameplay con il rischio che giocare diventi mortalmente noioso.
Fantastico ma non troppo
Non importa quanto Final Fantasy VII sia effettivamente vasto: il pregio maggiore del JRPG Square è quello di trasmettere ampiezza, varietà, drammatica leggerezza, l'immancabile messaggio ambientalista e tanta bella musica vintage. Grazie a questo, Final Fantasy VII è ancora capace di tenerci incollati allo schermo, ma questa magia si incrina quando ci troviamo a battagliare con i controlli touch che, com'è già accaduto con innumerevoli porting, sono totalmente inadeguati al titolo Square. I comandi, parte dei quali si sovrappone alla schermata di gioco con un effetto visivo pessimo, risultano legnosi e poco precisi, cosa che peggiora quando si gioca su smartphone e la dimensione ridotta dell'immagine rende addirittura difficile capire la direzione da prendere. Fortunatamente c'è un tasto che attiva le indicazioni a schermo, come nell'originale, e avendo a che fare con un gioco di ruolo abbiamo tutto il tempo del mondo per compiere il nostro cammino. Inoltre benchè nei combattimenti il sistema di controllo risulti comunque ostico non è particolarmente difficile muoversi nei menù per scegliere attacchi, magie e oggetti da utilizzare. Ma non è comunque possibile sorvolare completamente sulla faccenda anche prendendo in considerazione le difficoltà intrinseche di un porting mobile di un titolo che tra non molto compirà 20 anni e i cui asset originali sono andati in parte perduti.
Non ci lamentiamo della schermata di gioco in quattro terzi, non pretendiamo nemmeno l'adattamento dei testi in italiano e non abbiamo mai sperato in un remake o in una versione stravolta visto che questa arriverà il prossimo anno. Ma ci saremmo aspettati di vedere un prezzo più consono visti i numerosi compromessi e ci saremmo augurati un impegno maggiore da parte di sviluppatori che, ci possiamo scommettere, si sono messi al lavoro su questa conversione pienamente consapevoli che la versione mobile di Final Fantasy VII è destinata a vendere parecchio. Invece in questo porting non è stata nemmeno implementata la rotazione dello schermo e così ci troviamo per le mani un titolo con un'interfaccia difficile da usare e brutta da vedere che non offre grandi novità rispetto all'originale. Comunque, ci tocca dirlo, ai tasti tutti visibili sullo schermo è possibile abituarsi, possiamo scegliere tra croce direzionale dinamica o fissa e il titolo è compatibile con i controller MFi. Adattarsi è insomma possibile e farlo può avere un senso sia per i nostalgici che possiedono almeno un iPhone 4S sia per chi non ha avuto l'occasione di giocare uno dei simboli universali del genere JRPG. Un titolo reso tale non solo dal comparto tecnico, unico elemento compromesso dagli anni, ma dalle musiche iconiche, dal casco di banane piazzato sulla testa di Cloud, dalle mille creature improbabili e da un comparto narrativo pieno di personaggi memorabili e di eventi di ogni genere. Tra appuntamenti galanti influenzabili dalle scelte nei dialoghi e minigiochi come la gara dei chocobo c'è tanta carne al fuoco da farsi catturare per ore e ore cullati da una strepitosa colonna sonora composta da uno Uematsu in piena forma. Per l'occasione il compositore pur avendo a disposizione il supporto ottico preferì i campionamenti midi, probabilmente anche per questioni di spazio, ma questa scelta non ha impedito alla combat music di Final Fantasy VII di essere uno dei brani più riconoscibili e conosciuti tra i videogiocatori di ogni epoca. L'unica eccezione, non in negativo, è la traccia dello scontro con Sephiroth, One Winged Angel, creata utilizzando voci campionate che citano stralci dei Carmina Burana e rendono il combattimento finale a dir poco memorabile. In sostanza Final Fantasy in versione mobile è ancora giocabile ed è ancora un'esperienza memorabile anche se il lavoro di Square Enix su questa conversione scopre il fianco a diverse critiche e i 16 euro del prezzo rendono ancora più pesante questa spiacevole constatazione.
Conclusioni
Final Fantasy VII è un ibrido tra film e JRPG fatto di personaggi che cambiano zona saltando verso la telecamera, reso magico da transizioni tra gioco e sequenze in computer grafica estremamente rapide e consacrato da lunghe e spettacolari animazioni tridimensionali che si combinano con ambientazioni suggestive e decisamente ispirate. Tutti elementi capaci di creare un'avventura indimenticabile che si è però inevitabilmente ridimensionata con il passare del tempo e con l'arrivo di altre esperienze altrettanto massicce e sempre più complesse. Inoltre, complice un sistema di controllo ben lontano dalla perfezione, ci sono pochi motivi per preferire questo porting alla versione originale o, anche meglio, a quella PC che costa meno e gode del supporto di mod grafiche decisamente riuscite. Ma alla fine dei conti quello che c'è in ballo è la magia di potersi portare Final Fantasy VII in tasca e una considerazione del genere può spazzare via in un attimo qualsiasi dubbio, rendendo il voto un numero quasi privo di senso.
PRO
- Final Fantasy VII a misura di tasca
- Complessivamente l'esperienza regge ancora dopo ben 18 anni
- Animazioni tridimensionali spettacolari al netto della scarsa complessità poligonale
- Musiche indimenticabili e nostalgia a palate
CONTRO
- Porting lacunoso
- Sistema di controllo ostico
- Prezzo troppo elevato per un'esperienza che costringe ad accettare diversi compromessi