L'arrivo sul mercato di nuove console è un evento entusiasmante tanto per i videogiocatori quanto per gli sviluppatori, che possono finalmente lasciarsi alle spalle le limitazioni imposte da hardware obsoleti e lavorare per mettere a frutto la maggiore capacità computazionale. Nel caso di WWE 2K15, lo scorso anno, ciò si è tradotto in un sostanziale miglioramento grafico, con nuove tecnologie per la scansione degli atleti reali e dunque una maggiore fedeltà dei relativi modelli poligonali, sebbene nell'ottica di una situazione "mixed", che alternava personaggi particolarmente riusciti (i più famosi: John Cena, Randy Orton, Triple H, Undertaker, ecc.) ad altri chiaramente ancorati a una lavorazione old-gen. L'edizione del 2015 è stata anche quella che ha introdotto un approccio differente in termini di gameplay, più "simulativo" e ragionato rispetto al passato, pensato per un approccio "smart" allo sport entertainment; bilanciando però tali novità con una struttura meno ricca del solito in termini di superstar e modalità disponibili. WWE 2K16 si pone in modo esplicito l'obiettivo di porre rimedio a tali mancanze, offrendo un roster mai così ricco (parliamo di oltre centoventi lottatori) e andando a potenziare sia la modalità carriera che l'editor per la creazione dei personaggi.
WWE 2K16 offre più personaggi e contenuti rispetto all'edizione 2015, ma l'esperienza rimane la stessa
Ring the bell!
La schermata principale di WWE 2K16 consente di accedere a tutte le modalità e vanta un'interfaccia pulita e moderna, ma allo stesso modo dinamica grazie al lieve movimento degli atleti ritratti nelle varie foto. Accedendo alla voce "Esibizione" è possibile selezionare se disputare un incontro uno-contro-uno, un match di coppia, un handicap match, un torneo e così via fino alla celebre Royal Rumble, quest'ultima regolabile per dieci, venti o trenta partecipanti.
Ogni categoria dispone quindi di ulteriori stipulazioni: incontro normale, Iron Man match, Falls Count Anywhere, Submission, Extreme Rules, Steel Cage, Ladder, TLC, Hell in a Cell e altri ancora. Manca qualcosina, ad esempio l'Inferno match, ma sono praticamente dettagli: in termini di quantità dell'offerta è stato fatto un ottimo lavoro e i fan non rimarranno delusi. Quando poi si arriva a selezionare la propria superstar, spicca la presenza di leggende come Rick Rude, "Macho Man" Randy Savage, varie versioni di Sting e "Stone Cold" Steve Austin, ovviamente Ultimate Warrior, Bret "The Hitman" Hart e finanche manager come Bobby "The Brain" Heenan, Miss Elizabeth, Paul Heyman, Jimmy Hart, Gerald Briscoe, Sensational Sherri e finanche nomi recenti come Brad Maddox, Lana, Zeb Colter, Rosa Mendez e Mr. McMahon. Fra le novità del gameplay c'è anche la possibilità che il nostro manager distragga l'avversario per permetterci di coglierlo alla sprovvista, quindi non si tratta di un elemento puramente decorativo. Sul fronte dell'editor, mancano un paio di opzioni presenti in precedenza ma la quantità degli asset e delle possibilità è sorprendente e consente di creare lottatori che abbiano esattamente l'aspetto che desideriamo. C'è un unico, grosso problema: l'anteprima di ogni modifica richiede alcuni secondi di caricamento, e ciò porterà irrimediabilmente gli utenti meno pazienti a rinunciare all'editing avanzato e ad accontentarsi di risultati superficiali.
In profondità
Se la modalità "Esibizione", con tutte le sue possibilità, costituisce un primo passo per approcciare WWE 2K16 e valutare alcuni dei cambiamenti introdotti dagli sviluppatori, sono le modalità "La mia Carriera", "2K Showcase" e "Universe" a rappresentare la parte più corposa dell'esperienza, capaci di garantire letteralmente decine di ore di intrattenimento.
"La mia Carriera" riprende quanto visto nella scorsa edizione: creato un personaggio, si parte dal Performance Center di Orlando, stavolta alle prese con Albert in sostituzione di Bill DeMott, e si tenta la scalata passando prima per NXT e approdando poi nel main roster, in questo caso seguendo una progressione che non si ferma all'appuntamento con Wrestlemania ma va oltre. Molto carine alcune soluzioni, come la possibilità di allinearsi tra i "face" o gli "heel" in base al comportamento sul ring e alle dichiarazioni pre e post match, nell'ottica di una crescita che va ovviamente a toccare anche altri campi, in primis le caratteristiche del personaggio che abbiamo creato e il suo graduale potenziamento. La modalità "2K Showcase" quest'anno ruota attorno alla sola figura di "Stone Cold" Steve Austin, e rispetto alle passate edizioni ci sembra una scelta sensata: piuttosto che prendere in esame singole storyline, si ripercorre l'intera carriera di una superstar e ciò aprirà inevitabilmente a fare lo stesso nei prossimi anni, concentrandosi ovviamente su lottatori differenti. In soldoni, tuttavia, ben poco è cambiato: ripercorreremo gli incontri del Texas Rattlesnake dagli esordi fino all'apice della sua carriera, che come sappiamo si è conclusa in modo controverso, in concomitanza con la decisione da parte della WWE di dividere il roster fra Raw e Smackdown, ma anche e soprattutto per via degli infortuni patiti negli anni, alcuni dei quali potenzialmente debilitanti. Abbiamo infine la modalità "Universe", che anche stavolta ci dona il completo controllo dei roster e degli show, con l'obiettivo di creare le faide più interessanti per gli spettatori e di giocare in prima persona i match o semplicemente simularli. A questo impianto solido e collaudato si aggiunge naturalmente il comparto multiplayer, che però non è stato possibile testare per la momentanea mancanza di utenti online: magari ci torneremo con un box nei prossimi giorni.
Trofei PlayStation 4
WWE 2K16 include cinquantacinque Trofei, ottenibili giocando a fondo le varie modalità ed eseguendo particolari manovre, come ad esempio lo sfondamento del tavolo di commento, l'eliminazione di un tot di avversari durante la Royal Rumble o lo sblocco di migliori "gradi" nel multiplayer online tramite le vittorie.
Il wrestling definitivo?
Dal punto di vista numerico sono evidenti i passi in avanti fatti da WWE 2K15 rispetto all'edizione dello scorso anno: il prodotto è più completo, più ricco, più variegato grazie ai tanti nomi nuovi (specie quelli provenienti da NXT) ma ugualmente attento ai dettagli. Un focus purtroppo altalenante nel momento in cui si passa dalle superstar principali a quelle "secondarie", e che crea ancora una volta un fastidioso sbilanciamento tecnico.
La realizzazione del gioco si trova in effetti in un equilibrio precario: alcuni lottatori sono davvero aderenti alla realtà, altri decisamente meno; le arene sono piene di pubblico attivo, ma la resa degli scenari è decisamente "old-gen", probabilmente a causa di texture generiche e shader basilari; non ci sono caricamenti a spezzare il ritmo di entrate e parte lottata, ma ce ne sono fin troppi quando si mette mano all'editor. Purtroppo viene difficile pensare che l'anno prossimo i ragazzi di Yuke's potranno finalmente dire di aver sistemato tutte queste magagne, piccole o grandi, e offrire finalmente una presentazione coerente in tutte le sue parti. Il discorso però si estende anche al gameplay, visto che alcune delle novità introdotte lasciano un po' a desiderare: c'è sempre il difetto del dorsale R2 per le contromosse "istantanee", ma con una finestra troppo stretta per la riuscita della manovra, complice la corsa del tasto e un lieve ritardo nell'input; è rimasto il "sasso, forbici, carta" delle prese, una soluzione non proprio entusiasmante per determinare chi controlla l'incontro; la gestione delle submission non si sposa per nulla bene con gli stick analogici dei controller, chiedendo di ruotarli rapidamente ma con risultati macchinosi; e infine la filosofia "simulativa" porta anche quest'anno a una generale lentezza dell'azione, costellata da troppi momenti morti e a situazioni in cui il nostro personaggio rimane a terra senza un motivo valido. Niente da dire invece sulla telecronaca, che risulta molto migliorata e vede i commentatori arricchire i propri interventi ricordando ad esempio momenti salienti della carriera delle superstar impegnate sul ring.
Conclusioni
Un po' come per i calcistici, di anno in anno gli appassionati di wrestling sanno perfettamente cosa aspettarsi dalla serie sviluppata da Yuke's: qualche esperimento qui e lì, nuovi personaggi e qualche ritocco alle modalità, elementi incastrati però fra vecchi difetti mai risolti, un gameplay ancora una volta legnoso e una generale incoerenza in termini di presentazione fra le superstar di nuova generazione e quelle riciclate dai passati episodi. In questo caso abbiamo un roster più ricco, un valido story mode con protagonista "Stone Cold" Steve Austin e qualche soluzione interessante per quanto riguarda i reversal, ma nulla di sostanziale. Parliamo ormai di un genere a sé, che si ama o si odia, e che difficilmente potrà coinvolgere chi non apprezza davvero tanto il prodotto WWE.
PRO
- Roster davvero ricco
- Bello lo story mode con "Stone Cold" Steve Austin
- Decisamente più completo della scorsa edizione
CONTRO
- Tecnicamente si muove fra alti e bassi
- Gameplay legnoso e lento
- Troppi caricamenti per l'editor