12

La grande avventura di un ragazzo e del suo cane

Into the Dim è un tuffo nel passato tra dungeon crawling e grafica monocromatica

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   22/12/2015
Into the Dim
Into the Dim
Video Immagini
La grande avventura di un ragazzo e del suo cane

Un tempo, quando i giochi erano più semplici, la fuga di un cane dentro uno strano pertugio e relativo inseguimento bastava ampiamente a giustificare l'inizio di una grande avventura. A quell'epoca la magia si componeva di pochi pixel in grado di generare un mondo fantastico e alla fantasia del giocatore era richiesto, senza troppi problemi, anche di colorare un mondo inesorabilmente grigio. Into the Dim fa chiaramente leva su questi sentimenti nostalgici per ritagliarsi uno spazio nel marasma mobile, ma lo fa con una grazia particolare, frutto di una direzione artistica dotata di grande gusto e attenzione ai particolari. Guardando le animazioni e la caratterizzazione generale è facile rendersi conto come la grafica pixellata in questo caso non sia una mera soluzione comoda per risparmiare energie e attirare un certo pubblico: c'è uno studio preciso dietro il design di Into the Dim che si riflette anche in una struttura non banale, presentandosi come un RPG in stile dungeon crawler con una meccanica che è di fatto a turni, nonostante possa non sembrare a una prima occhiata. Poi c'è il fatto che sembri una sorta di versione attualizzata di una cartuccia per Game Boy, e qui sta la trovata geniale e forse un po' ruffiana di HappyMagenta, ma passa quasi in secondo piano rispetto alla coerenza generale del gioco, che ha dalla sua anche una gestione non troppo invasiva delle micro-transazioni e della pubblicità. La dimensione ridotta della produzione si riflette probabilmente nella longevità piuttosto scarsa e in una certa mancanza di variazione negli scenari e nei nemici, ma finché dura Into the Dim è in grado di offrire un'esperienza di gioco veramente particolare, ricco di suggestioni classiche ma anche perfettamente inserito nel contesto mobile.

Alla ricerca del cane perduto, in Into the Dim ci ritroviamo immersi in un'avventura d'altri tempi

Tra classico e moderno

Il sistema di controllo è un buon compromesso tra l'utilizzo dell'interfaccia touch screen e la meccanica tipica dell'RPG a turni: nella parte bassa dello schermo troviamo le tipiche frecce direzionali che consentono di spostarsi all'interno del dungeon, con movimenti disposti a griglia sulla mappa.

La grande avventura di un ragazzo e del suo cane

Ogni tre movimenti si consuma il turno e l'iniziativa passa ai nemici, anche se questo trasferimento di iniziativa avviene in maniera talmente veloce e fluida da non sembrare nemmeno una suddivisione tra turni. Particolarmente importante risulta la possibilità di chiudere in anticipo il turno costringendo l'avversario a fare la prima mossa e guadagnando così un maggiore margine di movimento. Una meccanica del genere trasforma l'azione in una sorta di partita a scacchi, con la necessità di calcolare precisamente lo spazio percorribile e la possibilità di effettuare degli attacchi all'interno dei tre turni, considerando che i nemici devono essere colpiti più di una volta. Gli attacchi si svolgono a contatto, con pugni, oppure utilizzando una sorta di pistola che consente di colpire a distanza, un altro elemento che consente diversi approcci al combattimento, anche considerando i differenti pattern di attacco e movimento dei nemici. La raccolta di monete assume una particolare importanza per l'evoluzione del personaggio, che spendendo il denaro può aumentare la propria energia vitale, la quantità di movimenti effettuabili per turno e le munizioni. La progressione è piuttosto lenta e impegnativa ed è qui che entrano in gioco le microtransazioni, con la possibilità di accelerare il processo tramite l'acquisto di pacchetti di monete, ma è in ogni caso possibile, con un po' d'impegno, concludere Into the Dim senza effettivamente spendere un euro. Alla visione volontaria di filmati pubblicitari corrisponde peraltro la possibilità di ottenere dei Contine dopo un KO, mentre i puristi possono tranquillamente spendere 1,99 euro per eliminare del tutto la presenza di pubblicità e ottenere dunque il gioco in versione "Premium".

Conclusioni

Versione testata iPad (1.0)
Prezzo Gratis
Multiplayer.it
8.0
Lettori
ND
Il tuo voto

Leggero e veloce come un moderno roguelike dungeon crawler ma anche profondo e compassato come una partita a scacchi, Into the Dim è una bella sorpresa. Il suo aspetto ovviamente attirerà tutti coloro che hanno speso pomeriggi sullo schermo monocromatico del Game Boy, ma entrando un attimo nel dungeon è facile farsi subito prendere dalla sua meccanica ragionata, oltretutto il fatto di poterlo scaricare gratuitamente è un invito particolarmente efficace ad addentrarsi nei suoi meandri. Al di là della sua brevità e relativa monotonia, Into the Dim è un'esperienza da provare.

PRO

  • Ottimo stile grafico
  • Interessante commistione di elementi roguelike e strategici a turni
  • Può essere giocato anche gratuitamente

CONTRO

  • Un po' ripetitivo
  • La raccolta delle monete senza passare da microtransazioni è lunga