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La religione può essere divertente

Dopo aver ottenuto un successo inaspettato su PC e Xbox One, gli dei di Hi-Rez Studios si preparano ad affrontare la loro battaglia più epica su PlayStation 4

RECENSIONE di Aligi Comandini   —   06/06/2016
SMITE
SMITE
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Immaginate una muscle car americana dal telaio solido e spinta da un buon motore, che avanza per una strada in salita piena di buche ed è costretta a fermarsi per un guasto ogni due per tre. Ad ogni ripartenza cambia strada nella speranza di trovarla meno ripida delle precedenti, e invece è costretta sempre a fermarsi dopo un tot e a ricominciare da capo.

La religione può essere divertente

È una fantasia che si avvicina molto alla storia di Hi-Rez Studios, un team di sviluppo che non ha mai avuto carenza di talento, ma soffre da quando è nato di una cronica mancanza di senso degli affari. Quasi tutti gli ultimi progetti della software house sono stati fallimentari dal punto di vista delle vendite, al punto da rendere quasi inevitabili dei tagli al personale; la brusca corrente che stava portando Hi-Rez al fallimento ha fatto però dietro-front dopo l'uscita di Smite, un MOBA capace di crescere a gran velocità di mese in mese e di iniettare nelle casse della casa un bel po' di moneta sonante. Smite è un caso unico, un free to play che è stato in grado di ritagliarsi una nicchia in un mercato dove molti pensavano che League of Legends e DOTA 2 avessero già cannibalizzato tutto, e la cui posizione non ha traballato dopo l'arrivo di Heroes of the Storm. Il motivo è da ricercarsi in alcune brillanti caratteristiche che hanno distinto il lavoro degli Hi-Rez dai diretti concorrenti, e in una peculiare qualità: questo è uno dei pochi Dota-Like capaci di funzionare degnamente su console. Dopo l'arrivo su Xbox One, dunque, era scontato che il gioco sarebbe approdato anche sui lidi di PlayStation 4. Noi abbiamo testato la versione dedicata alla piattaforma di Sony, e oggi siamo qui per dirvi se il suo divino valore è pari a quello delle altre.

A Smite mancava solo la console Sony: si confermerà un ottimo MOBA anche su PlayStation 4?

C'è più fede in questo MOBA

Chiunque abbia già provato il DotA-Like di Hi-Rez, sa che una delle sue forze risiede nell'uso di divinità al posto di personaggi inventati di sana pianta. Smite pesca infatti dalla mitologia nordica, dal paganesimo, dallo shintoismo e da tutta una serie di altre religioni per dare massa alla sua lunga lista di eroi selezionabili. Un'idea quantomai furba, poiché si parla di fonti smisurate da cui attingere, dove non mancano guerrieri ed entità abbastanza uniche da poter offrire spunti interessanti.

La religione può essere divertente

Il gameplay del gioco è tuttavia la vera base che gli ha permesso di sopportare i brutali attacchi della concorrenza, poiché pur costruendo sulle ormai assodate fondamenta del genere di appartenenza, risulta uno dei più accessibili e facilmente godibili in circolazione. Ricapitoliamo ancora una volta, poiché c'è sicuramente chi ancora non conosce il titolo o non se ne è curato finché non è giunto sulla sua piattaforma preferita: Smite, esattamente come tutti i MOBA, è un competitivo a squadre le cui partite si svolgono su una mappa a tre vie divisa in due metà strutturalmente identiche. Su ogni "lane" (così sono chiamate le vie) scorrono costantemente da ambo le parti delle unità, che attaccano in automatico gli eroi nemici o le torrette sparse per la mappa: l'obiettivo dei team è distruggere le torrette nemiche, e in seguito arrivare al quartier generale avversario per eliminare anche quello, il tutto gestendo la crescita del proprio personaggio durante il match e sfruttando un negozio di oggetti che permette di potenziarsi ulteriormente. Tutte cose viste e straviste, che però Smite offre subito con una prospettiva diversa dal solito, poiché si tratta di un MOBA in terza persona. Una scelta di telecamera particolarissima, legata alla volontà degli Hi-Rez di immergere maggiormente il giocatore nell'azione e di spettacolarizzare gli scontri. La terza persona non è però l'unica caratteristica a rendere Smite un titolo più improntato all'azione rispetto al resto della combriccola.

Godly punches

Gli eroi di Smite infatti, seppur divisi in tipologie, sono in larga parte dotati di abilità attive in combattimento dall'area tendenzialmente più larga rispetto agli skill shot (mosse speciali che richiedono grande precisione per essere piazzati) visti in DOTA 2 o League of Legends. Non solo, il sistema di controllo sfrutta un puntamento semplificato e hitbox allargate che ricordano da vicino quelli visti nel PvP di MMO come World of Warcraft, ma al contempo è più rapido e costruito attorno alla sinergia dei vari personaggi.

La religione può essere divertente

Non che piazzare certi colpi con divinità specializzate dalla distanza sia facile, ma tutto resta comunque piuttosto immediato, e le battaglie di rado finiscono con un paio di grosse tecniche brutali ben piazzate. Il gioco è chiaramente pensato per far apprezzare i combattimenti e dare a tutti la possibilità di piazzare qualche colpo prima che uno scontro tra squadre finisca (o almeno di farlo prima che qualcuno da un lato o dall'altro diventi troppo potente a causa delle uccisioni fatte). Persino la gestione dei minion che camminano costantemente per la mappa rispecchia questa volontà: non è possibile eliminarli per evitare che i nemici guadagnino oro dalla loro morte, e non serve sferrare un preciso colpo finale per ottenere tali monete. Addirittura la giungla - immancabile zona neutrale che contiene nemici da uccidere per ottenere buff vari - è più basilare e facile da navigare del solito. Unite a tutto questo un'interfaccia chiara, semplificazioni settate da subito che acquistano automaticamente gli oggetti e le abilità per i principianti (ma sono disattivabili a piacere), e la possibilità di provare tutti gli eroi in allenamento anche se non li si possiede, e otterrete un MOBA davvero adatto a tutti. E lo ripetiamo, non significa che sia un titolo completamente privo di tattica (seppur un po' di strategia si vada in effetti a perdere nel mix), è solo ben studiato per accogliere anche chi non è interessato solitamente al genere.

Ma col pad?

Su console questa natura brilla particolarmente, e il sistema di controllo ben si sposa con il pad di PlayStation 4. La precisione non sarà quella del mouse e della tastiera, ma vista la larghezza d'area delle abilità, il puntamento semplice ad altezza terreno, e il focus sul combattimento, la differenza risulta tutt'altro che abissale. Magagne reali quindi si potevano avere solo dal punto di vista tecnico, eppure Hi-Rez (probabilmente forte del lavoro fatto su Xbox One) ha gestito bene la situazione, mettendo in campo un port che ha presentato ben pochi problemi durante la nostra prova.

La religione può essere divertente

Per carità, Smite qualche anno sulle spalle lo ha e non è certo superlativo graficamente, ma le sue tonalità molto accese e lo stile quasi caricaturale degli eroi, dotato di quella "tamarraggine" alla Madureira che molti apprezzano, controbilancia il dettaglio limitato dei modelli 3D. Insomma, al di fuori di qualche sobbalzo in fase di caricamento, non abbiamo notato problemi grafici di sorta. Meno bene il matchmaking e la gestione delle squadre, ben poco flessibili. Nei primi giorni ci sono stati problemi, ora fortunatamente risolti, ma durante la ricerca delle partite la rigidità del sistema si nota non appena qualcuno lascia il match o si scollega per qualche motivo: nel primo caso si deve ripetere da capo la coda, mentre nel secondo può capitare di avere un compagno di squadra assente per l'intera partita, senza sostituzioni. Dopo tutto questo tempo, ci aspettavamo almeno un sistema di sostituzioni rapide funzionante su console. Impossibile invece valutare la validità del matchmaking se si tratta di capacità dei giocatori coinvolti, poiché ora come ora è troppo presto. Prima che la situazione si stabilizzi e le partite classificate vengano gestite a dovere, deve passare del tempo sulla nuova piattaforma. Nessun cambiamento infine per il sistema di progressione (completamente slegato da potenziamenti passivi, e solo "per la gloria") e per le microtransazioni, comunque più che oneste.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.0
Lettori (17)
8.1
Il tuo voto

Smite si riconferma un ottimo free to play anche su PlayStation 4, nonostante un inizio un po' burrascoso per i server e qualche piccola magagna tecnica, poi risolta. Il gameplay del gioco si sposa alla grande al pad, e tecnicamente il passaggio sembra avvenuto senza troppi sbalzi. Ulteriore valore aggiunto: chiunque decida di cominciare ora, troverà un MOBA già aggiornato più e più volte, e quindi dotato di un roster di eroi massiccio e bilanciato adeguatamente. Resta solo da vedere se la community della console Sony accoglierà il titolo di Hi-Rez a braccia aperte, o se ne dimenticherà a breve in favore di qualcos'altro.

PRO

  • Gameplay intuitivo, che ben si sposa al pad
  • Tecnicamente solido su PlayStation 4
  • Roster di eroi massiccio

CONTRO

  • Un po' meno tattico rispetto agli altri MOBA
  • Qualche mancanza nel matchmaking