Iniziamo col chiarire subito un elemento fondamentale: Nintendo Switch, appena aperto e a sensazione, comunica l'idea opposta rispetto alla definizione che ne viene data dall'azienda produttrice. A Kyoto hanno deciso di pubblicizzarlo e di diffonderlo come "console da casa che si può portare in giro", mentre tra le mani dona un'altra impressione: ovvero quella di essere un portatile giocabile anche con il televisore.
Il motivo è molto semplice, e cioè le dimensioni contenute dei Joy-Con. Certo, c'è la possibilità di alterare questo fatto attaccando la piattaforma al Dock - tra poco vi spiegheremo come, non lo sapeste già - lasciandola sempre connessa al televisore e utilizzando il controller Pro. Tuttavia, nonostante lasci molta libertà nell'approccio, nel set standard, quello cioè con console e Joy-Con, sembra proprio un sistema portatile. I tasti sono piccoli - non troppo piccoli, intendiamoci, ma piccoli rispetto a quelli di qualsiasi home console precedente - e sono minuti anche i control stick. Enunciato questo aspetto, che ci ha colpito appena abbiamo aperto la confezione, vediamo esattamente cosa si trova all'interno della scatola. Innanzitutto la console, essenzialmente contenuta all'interno del tablet e coincidente con esso. Poi i due Joy-Con, utilizzabili separatamente o assieme: in quest'ultimo caso uno è adibito ad essere inserito nel lato sinistro di Switch, e l'altro - naturalmente - nel destro. A differenza di quanto avvenne col Nintendo 3DS è presente anche l'alimentatore, che si collega alla console tramite una USB-C (l'uso di una connessione universale, non proprietaria quindi, è una novità per l'azienda). Infine ci sono due oggetti utilizzabili a piacimento: innanzitutto l'impugnatura base dei Joy-Con, un pezzo di plastica che consente loro, quando staccati da Switch, di essere posizionati vicini, a mo' di pad tradizionale. In secondo luogo, in caso voleste giocare in multiplayer coi due Joy-Con separati, per un maggior confort e una maggiore sicurezza, ci sono anche dei supporti che ne ampliano leggermente le dimensioni, e soprattutto forniscono un cordino per tenerli ancorati al polso.
È arrivato Nintendo Switch: ecco le caratteristiche, i pregi e i difetti che abbiamo trovato
Aspetto e portabilità
Come aspetto e materiali utilizzati Switch è la miglior console Nintendo da anni a questa parte. Il tablet è elegante ed essenziale, i Joy-Con piacevoli al tatto, lisci, minuti e belli da vedere. In sostanza l'esatto opposto di Wii U, che aveva un GamePad grande, decisamente sgraziato, ed era una console dal design anonimo (proprio per lasciare spazio, e vetrina, al suo controller). Switch nell'insieme non è un progetto coeso e finemente delineato come Wii, in cui tutto era coordinato, dal packaging alle scelte cromatiche, ma è sicuramente più raffinato: la differenza la fanno principalmente i materiali, che comunicano la sensazione di trovarsi di fronte a un prodotto d'eccellenza. Noi abbiamo testato l'edizione Neon, quella per intenderci coi Joy-Con ciano e magenta, ma siamo certi che l'altra, quella "principale" e in totale scala di grigi, sia più elegante e stilisticamente uniforme - non necessariamente più accattivante, comunque. Lo schermo del tablet è bello, prestante e multi-touch, anche se non è chiaro ancora quanto quest'ultima caratteristica sarà sfruttata anche se già cominciano ad apparire all'orizzonte i primi titoli che potranno essere affrontati soltanto in modalità portatile come Voez. Il display è grande 6,2 pollici con una risoluzione a 720p, la più bassa considerabile ad alta definizione. Nel suo complesso il tablet, che si vocifera monti una CPU Quad core ARM Cortex A57, nonché una GPU Nvidia Maxwell con 256 CUDA core, è di qualche centimetro più ampio di Nintendo 3DS, più simile al GamePad Wii U: sarà effettivamente difficile portarlo in giro senza una custodia o un contenitore, in linea con tanti tablet di simili dimensioni. Immaginando di tenerlo in mano, con l'indice sinistro si arriva a toccare sia il tasto d'accensione, sia quelli per alzare e abbassare il volume. Ci sono poi dei fori per lasciar "respirare" la console, e a destra l'entrata mini-jack per le cuffie e lo slot per le piccole Game Card, le cartucce insomma, che ha un cappuccio di protezione. A destra e sinistra dello schermo sono presenti le due rotaie, per far scorrere e incastrare i Joy-Con: un'operazione alquanto semplice e che non richiede molta attenzione, cosa che allevierà le paure di molti utenti. In basso, sulla parte anteriore, ci sono il sensore per la luminosità e gli speaker: questi ultimi emettono suoni che superano quelli di Nintendo 3DS per intensità, ma soprattutto li surclassano sul piano della qualità. Giocare con le cuffie rimane ovviamente preferibile, ma anche non avendole l'esperienza non risulta denigrante come in passato. Su quella posteriore invece troviamo due elementi che richiedono già ora un minimo di commento. Innanzitutto, a sinistra e decentrato, c'è lo stand estraibile per tenere in piedi lo schermo, e utilizzare così Switch come monitor portatile, chiaramente con i Joy-Con staccati: non è che non funzioni, la posizione è stabile, ma difficilmente potrete utilizzarlo come vedete nelle pubblicità: l'impressione è che anche dei leggeri movimenti possano rendere instabile l'equilibrio, quindi vi consigliamo di non adottare questa opzione in treno o in aereo. In secondo luogo troviamo lo slot per inserire le microSD, che dovrebbero essere supportate con una dimensione massima di 2 TB: una caratteristica quanto mai necessaria se amate il digital download, visto che la memoria interna di Switch è di soli 32 GB. In quest'ottica è già stato chiarito che saranno supportati anche gli hard disk esterni, ovviamente collegati al Dock.
Un problema inaspettato
Questo box non avremmo mai voluto scriverlo, perché l'evento che stiamo per raccontarvi ci ha complicato la prova della console. Vi anticipiamo di non allarmarvi troppo, perché, dovesse davvero essere diffuso questo problema, è garantito che Nintendo pubblicherà una patch correttiva. In ogni caso il nostro Switch, una volta estratto dal Dock dopo ore di inattività, ha finto una prematura morte. Sostanzialmente sembrava una console ormai fusa: non rispondeva all'alimentazione, non poteva essere accesa e, in generale, non dava alcun segno di vita. Abbiamo risolto la questione abbastanza casualmente, cioè - come direbbero a Oxford - "smanettando": tenendo premuto il tasto dell'accensione e, contemporaneamente, inserendo ed estraendo l'alimentatore dalla presa elettrica. Dopo una decina di minuti Switch si è miracolosamente riattivato, ma sono situazioni che non dovrebbero presentarsi e che speriamo non si verifichino più.
Come portatile
Per quanto le dimensioni non siano propriamente esigue, Nintendo Switch è sorprendentemente leggera, paragonabile al GamePad di Wii U: non fosse evidente, sottolineiamo il fatto che la prima è una console, il secondo un semplice controller. A risultare strana nei primi momenti di gioco è semmai la distribuzione del peso, che verte tutto verso il centro, essendo i Joy-Con privi di un "vincolo" come la barra presente sul retro del GamePad di WiiU: non è un difetto, ma una sensazione diversa sia rispetto alla precedente console, sia rispetto a Nintendo 3DS, che in questo senso è più omogeneo. Passiamo a caratteristiche più interessanti: giocando a The Legend of the Zelda: Breath of the Wild la batteria si esaurisce in poco meno di tre ore (con titoli più leggeri si vocifera possa arrivare a sei).
È possibile continuare a giocare connettendo all'alimentazione la piattaforma, ma non lo è utilizzando il solo cavo USB: quest'ultimo infatti, pur rallentando il consumo della batteria, non lo arresta del tutto. Attenzione, lo ribadiamo per chiarezza: non parliamo di un cavo USB a sua volta connesso ad un alimentatore esterno, ma di un cavo USB che sia agganciato direttamente (tramite adattatore o meno) alla presa elettrica. A riprova della situazione evidenziamo come per ricaricare completamente Switch servano tra le sette e le otto ore col solo USB, mentre ne bastino solamente tre con l'alimentatore inserito nella confezione. Quest'ultimo agisce in modo più lento quando utilizzato col Dock - tra poco vedremo cos'è - ma la differenza non è sostanziale: i tempi infatti si allungano, sempre parlando di una ricarica completa, di circa un'ora. Visto che siamo entrati sull'argomento batteria (che non è estraibile, ed è da 4310 mAh), affrontiamo il tema Joy-Con: è sostanzialmente impossibile trovarsi coi pad scarichi e la console pronta all'uso, visto che anche da portatile elargisce parte della sua riserva ai controller. Di per sé i Joy-Con hanno lunga vita, nel senso che dopo una ricarica completa arrivano a venti ore, quindi è davvero difficile che si giunga a dover interrompere il gioco a causa loro; vanno sempre ricaricati applicandoli ai lati di Switch, visto che l'impugnatura base, come detto prima, è un semplice supporto di plastica. Discorso diverso se aveste due coppie di Joy-Con, nel qual caso sareste quasi obbligati a comprare il grip venduto a parte, per 30 Euro, che oltre a sostenere i due pezzi li ricarica anche. Ci sono altri due argomenti importanti da trattare per quanto concerne la modalità portatile. Innanzitutto la luminosità: è possibile declinarla in automatico in relazione all'ambiente, oppure regolarla manualmente da un menu rapido. L'intensità della luce inevitabilmente influisce molto sui riflessi presenti su schermo che, in caso la teneste bassa, ci sono eccome. Infine un argomento potenzialmente spinoso, per fortuna dal lieto fine: la console non solo è silenziosa, ma si riscalda anche poco. Sessioni lunghe e prolungate ovviamente conducono a un aumento della temperatura (soprattutto nell'area centrale, raramente raggiunta dalle dita), che però rimane sempre accettabile. Era un elemento chiave per Switch, una caratteristica che non aggiunge molto in positivo ma che avrebbe potuto essere deleteria in negativo. Riguardo alla rumorosità siamo su livelli minimi, in linea con le precedenti portatili Nintendo, e il paragone coi recenti Wii e Wii U, anche grazie all'utilizzo delle Game Card e non dei dischi, verte tutto a favore di Switch.
Dentro il Dock
Nel corso dell'articolo abbiamo più volte citato il Dock che trovate all'interno della confezione: è, in brevi e volgari parole, lo strumento che consente al portatile Switch di tramutarsi in una home console (il passaggio da una modalità all'altra, in termini visivi, impiega poco più di un secondo). Si tratta di una struttura a forma di parallelepipedo, col logo di Nintendo Switch, di colore nero (uguale sia nella versione Neon che in quella grigia standard), che al suo interno presenta una cavità, a mo' di tasca, entro la quale si può inserire la console: la connessione avviene, per non consumare la batteria e al contempo caricarla, attraverso la già citata USB-C.
Anche quando è inserito, Nintendo Switch non scompare mai completamente all'interno del Dock: rimangono sempre fuori circa due centimetri di console, così da facilitarne l'estrazione. Il retro della struttura esibisce uno sportellino a coprire una sezione cava, dove sono inserite le tre prese supportate: quella per l'alimentatore (la solita USB-C), una tradizionale USB e quella HDMI (a proposito, il cavo per l'alta risoluzione è anch'esso compreso nella confezione). Ci sembra importante sottolineare come il Dock non sia un semplice strumento per estendere l'immagine al televisore: la console rileva questo cambiamento, e gli sviluppatori possono sfruttare la caratteristica in vari modi. In The Legend of Zelda: Breath of the Wild, ad esempio, cambia la risoluzione. In futuro molto probabilmente usciranno alcuni titoli non utilizzabili in questa modalità visto che il touch screen non può essere sfruttato quando la console è inserita nel Dock. Considerato che in questa modalità è altamente probabile che stacchiate i Joy-Con da Switch, facciamo un breve accenno proprio a questi ultimi (un articolo più dettagliato sui controller arriverà domani): giocare con un pad per mano, sebbene possa inizialmente sembrare strano, lascia molta libertà di movimento, e soprattutto è molto utile nei giochi che utilizzano l'accelerometro. Al contrario, quando sono connessi alla base, i Joy-Con perdono alcune delle loro peculiarità (i movimenti distinti e separati, appunto), e comunque non somigliano davvero a un pad tradizionale: ne risultano piuttosto una goffa imitazione. Il nostro consiglio è quello di usarli separati o, se volete un'esperienza più conservativa, quello di acquistare un Pro Controller.
Conclusioni
Nintendo Switch, la prima console ibrida della storia, ci è sembrata, a pura e semplice sensazione, una piattaforma portatile collegabile allo schermo (più che il contrario, come invece ama pubblicizzarla Nintendo). È una console dal design elegante e costruita con ottimi materiali, che per fortuna poco ha da spartire - in questo ambito - con Nintendo 3DS e Wii U. Ci ha colpito positivamente il fatto che non si surriscaldi molto e, allo stesso tempo, resti silenziosa. Purtroppo la memoria interna è di soli 32 GB, ma certe cose Nintendo forse non le imparerà mai. In ogni caso si tratta di una piattaforma accattivante, potenzialmente capace di sedurre un pubblico ampio, dai bambini agli appassionati di tecnologia. Forse ci sono 30 Euro di troppo nel prezzo della console (329,99 Euro, almeno in Italia) ma non crediamo saranno dirimenti nella decisione dell'acquisto.
PRO
- Una bella piattaforma da vedere
- Ottimi i materiali usati
- Silenziosa
- La prima console ibrida della storia
CONTRO
- Senza custodia è scomoda da trasportare
- Scarsa memoria interna
- Alimentata dalla sola USB, giocando si scarica