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The crafting dead: la recensione di Last Day on Earth: Survival

Grazie a Kefir, ora si può sopravvivere all'apocalisse zombie anche in coda alla posta

RECENSIONE di Fabio Palmisano   —   19/09/2017
Last Day on Earth: Survival
Last Day on Earth: Survival
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Last Day on Earth: Survival è un titolo interessante a prescindere dai suoi contenuti, perché rappresenta il raro caso di un mobile game messo a disposizione negli store mentre la sua realizzazione è ancora in corso: l'applicazione è infatti in fase beta e viene periodicamente arricchita di nuovi elementi, seguendo l'esempio degli Early Access sdoganati dalla piattaforma Steam. Partendo dunque dall'ovvio presupposto che questa recensione terrà conto della natura fondamentalmente incompleta del gioco, andiamo a vedere se vale la pena di mettersi per l'ennesima volta nei panni dell'ennesimo povero disgraziato sopravvissuto all'ennesima apocalisse zombie...

Raccogliere come non ci fosse un domani

Come è evidente dal titolo, l'elemento survival è la chiave di volta del prodotto realizzato dal team russo Kefir, che si è palesemente ispirato a Don't Starve e affini: l'obiettivo del giocatore è dunque semplicemente quello di sopravvivere, combattendo le avversità, raccogliendo le risorse offerte dallo scenario e trasformandole in oggetti e strumenti utili al proprio sostentamento. Generalmente, in questo genere di videogiochi, il protagonista inizia come si suol dire in braghe di tela e in Last Day on Earth questo aspetto è stato preso alla lettera: dopo la schermata di caricamento iniziale, ci si ritrova con il personaggio che indossa solo un paio di mutandoni rossi, all'interno di una radura che offre pochi pericoli e una quantità di materie prime sufficienti a fare di questa zona il proprio quartier generale. Si comincia dunque con il raccogliere bacche per lenire fame e sete, legni e sassi per costruire i primi rudimentali attrezzi e si procede poi tagliando alberi, spaccando pietre e cacciando animali selvatici, investendo poi le risorse accumulate per costruire una casa e le strutture fondamentali per garantirsi un minimo di autosufficienza. Ogni azione portata a termine viene premiata con dei punti d'esperienza, e salendo di livello si ottengono degli emblemi da spendere per sbloccare nuovi progetti per realizzare nuovi oggetti o migliorare quelli già esistenti: il tutto con richieste sempre più ingenti e diversificate in termini di materie prime, che costringono l'utente a esplorare il mondo alla ricerca del necessario.

The crafting dead: la recensione di Last Day on Earth: Survival

Come praticamente tutti gli appartenenti a questo peculiare genere, anche Last Day on Earth ha una struttura fondamentalmente ciclica e caratterizzata da ritmi piuttosto lenti (complice anche l'energia che si consuma a ogni viaggio e che si deve ricaricare col tempo o spendendo monete), che mal si adattano a chi in un mobile game cerca l'azione e il divertimento immediato: qui è necessario invece armarsi di pazienza e adattarsi a un gameplay quasi passivo, tant'è che in un angolo del display campeggia un tasto virtuale che fa raccogliere automaticamente al protagonista le risorse disponibili nei paraggi, lasciando al giocatore il solo compito di guardare lo schermo. Per chiunque abbia questo genere di esperienza nelle sue corde, tuttavia, il prodotto Kefir sa offrire una notevole quantità di contenuti, nonostante sia ancora in fase di beta: gli oggetti sparsi nel mondo sono innumerevoli, ci sono tante zone da esplorare ed eventi da affrontare (la propria base e quella degli altri utenti possono ad esempio essere vittime di assalti e razzie) e c'è sempre qualcosa di nuovo da fabbricare che spinge a cercare i materiali richiesti. Non mancano ovviamente i pericoli, rappresentati non soltanto dalle diverse specie di zombie che vagano negli scenari ma anche dagli altri utenti che si incrociano sul proprio cammino e che si può decidere di ignorare o di uccidere per impadronirsi dei loro averi. Il sistema di combattimento è decisamente basilare e non è senz'altro l'aspetto più riuscito del gioco, ma non è nemmeno il più appetibile: gli scontri non sono altro che degli ostacoli alla raccolta delle risorse, che rimane sempre e comunque il pilastro del gameplay del titolo attorno al quale ruotano anche gli inevitabili acquisti in-app. A questo proposito, non si può certo dire che Kefir ci sia andata leggera: al di là dei soliti pacchetti di moneta in game, è consentito comperare casse di risorse a prezzi a nostro avviso assolutamente folli (al momento in cui scriviamo si parla di 2,29 € per una singola unità), che non saranno indispensabili per proseguire ma che sanno tanto di strozzinaggio per i giocatori che ne volessero legittimamente fare uso. È auspicabile che i futuri aggiornamenti dell'applicazione possano correggere il tiro di questo e di altri elementi che non appaiono del tutto a fuoco in Last Day on Earth, che nella marea di contenuti offerti presenta anche alcuni vicoli ciechi e funzioni male implementate o del tutto assenti evidentemente figli dello sviluppo ancora in corso. Anche la componente tecnica denota ancora diversi angoli da smussare - specialmente sotto il profilo sonoro - ma per ora è apprezzabile il lavoro fatto su un'interfaccia chiara e comoda da usare e su una grafica isometrica che svolge egregiamente il proprio dovere.

The crafting dead: la recensione di Last Day on Earth: Survival

Conclusioni

Versione testata Android (1.5.9)
Digital Delivery App Store, Google Play
Prezzo Gratis
Multiplayer.it
7.8
Lettori (5)
7.2
Il tuo voto

Per gli appassionanti del genere survival, Last Day on Earth è un progetto sicuramente interessante che merita perlomeno una chance: a tutt'oggi non sono molti i mobile game di questo tipo che possono vantare una profondità e una quantità di contenuti paragonabile a quella del titolo Kefir, che però trovandosi ancora in fase di beta denota parecchi elementi abbozzati quando non addirittura mancanti. Al di là di questo, vanno segnalati anche l'utilizzo di qualche espediente fin troppo furbo e un sistema di progressi molto lento, due aspetti che potrebbero far storcere il naso a più di qualcuno.

PRO

  • Tantissimi contenuti
  • Molto profondo
  • Interfaccia e controlli funzionali

CONTRO

  • Diversi elementi mancanti o da sistemare
  • I progressi sono davvero lenti
  • Gli oggetti a pagamento sono da rapina