Alcuni giochi restano impermeabili, per costituzione, all'evoluzione tipica dei generi in ambito tecnologico e strutturale. Gli shooter 2D (o shoot 'em up o "shmup"), per esempio, non possono semplicemente accogliere novità eclatanti nelle loro meccaniche standard e sono anche piuttosto immuni alle integrazioni tecnologiche in termini grafici, perché a dire il vero non c'è nulla di più bello del bitmap 2D per questi giochi, anche al giorno d'oggi. Sono elementi che costringono necessariamente questi titoli a rimanere confinati in una nicchia, perché sostanzialmente contrari ad accogliere le variazioni imposte dall'evoluzione del mercato e dagli spostamenti di gusto del pubblico di massa, cosa che rappresenta anche un punto di forza per mantenerne intatto il fascino. Quello che si può fare in questi casi è dunque agire su elementi secondari delle meccaniche tipiche e introdurre qualche concetto innovativo, un qualcosa che segni una certa discontinuità con il passato pur mantenendo le radici saldamente ancorate ai canoni classici.
Se l'operazione riesce, il gioco che ne viene fuori ha le carte in regola per risultare molto interessante e questo è proprio il caso di Steredenn: Binary Stars, sparatutto a scorrimento in 2D sviluppato da Pixelnest Studio e uscito già da un paio d'anni su PC, PlayStation 4 e Xbox One ma giunto solo adesso su Switch, in una conversione che probabilmente ne rappresenta anche la massima espressione. La console Nintendo ha già dimostrato di riuscire ad aggiungere una certa magia a molti titoli indie, anche solo per come la pixel art tende ad apparire su quello schermo, ma è l'introduzione della modalità cooperativa con i due Joy-Con staccabili che rende questa versione Binary Stars indubbiamente superiore all'originale.
Universo randomico
L'idea nuova intorno a cui è stato costruito Steredenn: Binary Stars è la creazione procedurale dei livelli, che rende ogni partita diversa e modifica così sostanzialmente la caratteristica immutabilità delle ondate e dei pattern d'attacco di nemici e boss dei classici shooter introducendo l'elemento randomico. Ogni partita inizia esattamente nello stesso modo, con la nostra nave madre che viene distrutta da un attacco alieno e la classica navetta che si ritrova da sola a sostenere gli attacchi di quantità immani di nemici, ma la disposizione di questi ultimi e degli asteroidi, i loro schemi d'attacco e gli eventi in cui incappiamo cambiano ogni volta. I livelli appaiono così sempre diversi come ritmo e contenuti mantenendo invariati gli scenari, a dire il vero alquanto semplici e poco caratterizzati. Il livello di difficoltà, come da tradizione del genere, è decisamente alto e questo determina un problema strutturale legato all'introduzione del carattere procedurale: lo shmup è infatti un gioco solitamente basato sull'esperienza, dove i giocatori più esperti vincono perché in grado di conoscere o prevedere gli attacchi dei nemici e le strategie da adottare, oltre ad avere una particolare prontezza dei riflessi.
Questo elemento si perde con una costruzione casuale degli eventi ed è stato dunque necessario sostituirlo con un'altra soluzione: la seconda introduzione particolare in Steredenn è l'ampliamento persistente delle capacità della navetta e del giocatore, partita dopo partita. In questo senso, il gioco appare come una sorta di roguelike, con la necessità di dover sempre riaffrontare la sfida dall'inizio appena l'energia raggiunge lo zero ma con nuove abilità che si scoprono ad ogni partita e la possibilità di scegliere nuove navette potenziate se si raggiungono determinati obiettivi prefissati nella partita precedente. Per sostenere una struttura del genere, Steredenn deve avere livelli brevi che possano invogliare a ripartire da zero senza risultare eccessivamente penalizzante, e in questo senso funziona benissimo anche grazie al contesto portatile, che stimola partite brevi e concitate e tende a non stancare più di tanto.
Fiammate spaziali
La semplicità generale della grafica, dettagliata e anche dotata di un certo carattere ma non particolarmente ricca, rende anche piuttosto chiara l'azione sullo schermo, cosa decisamente importante in un gioco che spesso e volentieri si trasforma in bullet hell, oppure presenta attacchi la cui lettura in estrema velocità diventa necessaria per la sopravvivenza. Stona un po' il fatto che il senso di fluidità non risulti mai del tutto convincente, visto che in un gioco del genere si sarebbe forse potuto puntare ai 60 frame al secondo, obiettivo che invece non sembra proprio venga raggiunto, ma l'azione resta sempre perfettamente gestibile, ovviamente nei limiti delle capacità del giocatore. L'azione viene accompagnata costantemente da una colonna sonora perfettamente adeguata al ruolo, con schitarrate hard rock che riportano alle atmosfere di Thunderforce, facendo le dovute proporzioni. A fronte di una buona quantità di nemici e una varietà davvero ampia di armi e potenziamenti conquistabili sul campo, gli scontri con i boss (esclusi proprio gli ultimi) sembrano piuttosto anonimi. Si tratta di momenti molto impegnativi anche a causa dei pattern randomici, ma siamo piuttosto lontani da certi boss iconici di serie celebri come R-Type e simili.
La necessità di mantenere ottime performance nel corso di tutta la partita non è legata solamente alla ricerca dell'high score: il moltiplicatore di punti, che incrementa con la distruzione dei nemici ed eventualmente si azzera se subiamo colpi, consente anche di ampliare la potenza e il raggio delle armi, risultando dunque un elemento indispensabile per avanzare tra i livelli e diventando parte integrante del gameplay. Infine, una menzione speciale per la modalità cooperativa presente in questa versione Switch: la semplicità con cui è possibile imbastire un multiplayer semplicemente condividendo i due Joy-Con e cosa nota, e questa opzione di gioco risulta particolarmente godibile in Steredenn: Binary Stars, con la particolare idea della barra di energia condivisa da entrambi i giocatori che rende l'azione ancora più coesa e collaborativa, proponendo un'ottima alternativa alla modalità standard.
Conclusioni
L'inserimento di elementi strutturali innovativi in uno shoot 'em up è un'operazione rischiosa, ma Steredenn: Binary Stars riesce in questo delicato intervento proponendo un'alternativa molto valida alle classiche meccaniche. La costruzione random dei livelli funziona particolarmente bene di concerto con la meccanica roguelike che prevede il ripartire da zero a ogni game over ma con la consapevolezza di qualche progresso da portarsi dietro in termini di conoscenze e bonus sbloccati. Ne viene fuori uno sparatutto che è sì punitivo e a volte frustrante, ma che risulta difficile mollare grazie anche alle partite brevi e frequenti che ne possono scaturire, vere e proprie fiammate di gameplay classico a ripetizione.
PRO
- I livelli random e gli elementi roguelike sono ben integrati
- Ottima selezione e gestione delle armi
- Grafica pulita e piacevole
CONTRO
- Caratterizzazione un po' anonima
- Alcuni boss sottotono