Versioni testate: PC e Xbox 360.
Ne avevamo parlato circa un mese or sono dopo una prova della versione quasi finale. Torniamo a farlo adesso, con il gioco nei negozi, per mettere assieme i pezzi e confermare le buone impressioni avute nella precedente occasione.
Divinity 2: Ego Draconis è un gioco di ruolo solido e divertente, ricco di possibilità e fortemente orientato all'azione che, specialmente su PC, si va a incastrare in un'offerta decisamente ricca nell'ultimo periodo non senza riuscire ad emergere in alcuni aspetti. Larian Studios ha quindi lavorato bene e, dopo Risen, Kochmedia riesce a portare in Italia un prodotto tedesco forte della tradizione teutonica pur senza adottarne gli aspetti più duri, meno sostenibili dalla grande utenza.
Il drago di Rivellon
Il mondo di gioco si rifà a molti dei canoni classici della narrativa fantasy e per complessità, della premessa così come del suo sviluppo, non è avvicinabile a un prodotto come il recente Dragon Age: Origins o anche al già più snello Risen, riuscendo però a incuriosire grazie alla controversa relazione che si sviluppa con i draghi, un tempo in grado di convivere con gli umani ma oggi loro nemici al punto da rendere necessaria la fondazione dei Dragon Slayer, un gruppo di eroi dai poteri mitici e dalla forte vicinanza con i loro stessi nemici, al punto da poterne prendere le sembianze dopo un doloroso processo di regressione dei propri poteri e quindi di riacquisizione degli stessi. Insomma si parte dalla fine di un viaggio e si torna nel mondo dotati di nuove prospettive, un modo particolare di comprimere il classico Mito dell'Eroe espandendone solo la sua ultima parte. La trama si dipana da queste premesse e pur senza incantare riesce a mantenersi su standard più che accettabili, molto ben supportata dalla possibilità di leggere nel pensiero i personaggi non giocanti, al costo di una data quantità d'esperienza, e quindi di apprendere elementi narrativi ulteriori a tratti completamente fini a sé stessi, più spesso volti a facilitare o approfondire le quest principali come secondarie.
Rpg d'azione
L'esperienza si sviluppa attraverso la solita alternanza di missioni e crescita del proprio alter ego, offrendo una serie - invero non sterminata - di obiettivi facoltativi in aggiunta a quelli obbligatori; il consiglio è quello di non limitarsi ai soli compiti necessari a terminare l'avventura, sia perché quelli secondari sono generalmente ben studiati e dispongono di alcune scelte a bivio - la solita alternanza tra un comportamento corretto e uno scorretto - altrove non trovabili all'interno di Divinity 2: Ego Draconis, sia perché un ulteriore spinta nella raccolta di punti esperienza e quindi nell'ottenimento di crediti spendibili per migliorarsi, smorza una difficoltà media non drammatica ma comunque tarata verso l'alto.
Il sistema di combattimento è in tempo reale e sfrutta tanto il mouse quanto la classica barra delle abilità, implementando elementi più tipicamente action come la schivata ed esaltandosi grazie alla buona varietà di nemici diversi, dotati di una quantità di attacchi differenti e altrettante modalità di abbattimento. Il gioco diverte, è immediato nelle sue meccaniche di base e riesce a dare un certo senso di progressione tramite un sistema di crescita classico, che scinde il miglioramento delle proprie statistiche dall'apprendimento delle abilità. Le prime coprono i soliti campi come forza e destrezza, inizialmente definite attraverso il bel tutorial narrato da cui passa anche la scelta della classe, comunque non vincolante per le decisione successive, mentre le seconde si rifanno ai canoni classici del genere, dividendosi in cinque rami che vanno dall'apprendimento di nuove magie d'offesa e curative fino alle tecniche con le lame e l'arco, a cui si aggiunge uno skill-tree di abilità passive che riproduce quelle che sono le peculiarità dei Dragon Slayer, migliorando ulteriormente le statistiche di attacco o la capacità di scassinare i forzieri chiusi a chiave, tanto per fare due esempi. Il tasso di sfida è come detto elevato, specialmente all'inizio, ma il senso di progressione reso bene e complessivamente ci si può ritenere soddisfatti della quantità di differenti situazioni di fronte alle quali si viene posti, anche se quella che è in qualche modo una delle caratteristiche più pubblicizzate, la trasformazione in drago, una volta raggiunta non è poi così profonda; ben inteso, diverte e regala ulteriore varietà, però si poteva forse approfondire di più il buono spunto.
Le risorse giuste
Il mondo di Rivellon richiede alcune decine di ore per essere visitato nella sua interezza ed è dotato di una buona varietà di differenti ambienti, grandi mappe a sé stanti collegate dai classici caricamenti e caratterizzate da una buona cura, sia per la quantità di poligoni renderezzati dal Bryo Engine sia per la cura posta nel dare dettaglio a tutte le superfici.
Il bell'impatto, supportato da un'illuminazione di qualità e alberi ben gestiti da un apposito middleware, viene in parte mortificato da un'ottimizzazione imperfetta, incapace con tutte le impostazioni al massimo di mantenere il frame rate stabile a 30 immagini al secondo in ogni situazione a 1650x1080, con la configurazione di prova, richiedendo in particolare di abbassare le ombre e il filtro anisotropico. Ci sono alcuni bug, come un'uscita difficoltosa dal gioco e dei trigger delle missioni difettosi, e l'interfaccia non è sempre perfetta - specialmente per la gestione degli indicatori sulla mappa - evidenziando come un po' di testing in più non avrebbe fatto male alla produzione. Buono ma non indimenticabile il sonoro, così come il doppiaggio in inglese che nella versione nostrana viene accompagnato dai sottotitoli completamente tradotti.
Su Xbox 360
Divinity 2 è una bella sorpresa anche su Xbox 360, soprattutto perché l'offerta di alternative non è altrettanto vasta come su PC. Il sistema di controlli è ben riadattato, con i 4 pulsanti principali del pad, a cui assegnare magie o colpi d'arma bianca, e la croce digitale per impostare l'utilizzo di pozioni e cibi vari. Il motore non arriva quasi mai a 30 fps, ma è sempre costante, restando perfettamente giocabile e sfoggiando belle luci e texture definite. L'impianto di gioco ricorda quello di classici come Gothic - con un'area meno vasta - e agli avventurieri su console è sicuramente consigliato.
Conclusioni
Divinity 2: Ego Draconis è un gioco di ruolo d'azione godibilissimo e ben realizzato, forte di una premessa originale e di una giocabilità a cui è facile avvicinarsi ma che riesce a dare il giusto appagamento mano a mano che si prosegue nella lunga avventura proposta. Certo, la trasformazione in drago non è perfetta e l'universo creato non quanto di più originale o profondo si possa desiderare, però il consiglio è quello di dargli un'opportunità e usarlo come motivo di distrazione da altre esperienze più articolate, come Dragon Age: Origins; sarà difficile rimanerne delusi.
PRO
- Combattimenti divertenti e vari, oltre che impegnativi
- Alcune scelte originali
- Longevo e piuttosto ricco di contenuti
- Tecnicamente convincente...
CONTRO
- ...anche se non leggero ed esente da bug
- Lore non particolarmente profondo
- Le sessioni trasformati in drago divertono ma potevano essere più apprfondite
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore AMD Phenom II X3 720@3.5GHz
- 4 GB di Ram
- Scheda video Radeon HD 4890
Requisiti minimi
- Processore dual core da 1.8 GHz
- 1 GB di Ram su Windows XP, 2 su Vista e Seven
- 9 GB liberi sul disco fisso
- Scheda video con 256 MB di Ram e Shader Model 3.0
Requisiti consigliati
- Processore dual core da 2.6 GHz
- 2 GB di Ram
- 9 GB liberi sul disco fisso
- Scheda video con 512 MB di Ram e Shader Model 3.0