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Accelera, derapa, spara!

Un po' Mario Kart e un po' Wipeout, abbiamo testato a fondo Blur, la scommessa arcade di Bizarre Creations!

RECENSIONE di Matteo Santicchia   —   26/05/2010
Blur
Blur
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Versione testata: Xbox 360

Se in Split/Second abbiamo fatto crollare intere città a colpi di power play, in Blur ci limiteremo "solamente" alla distruzione delle vetture avversarie scagliandogli contro tutti i power up che riusciremo a raccogliere in gara, con una violenza e con una visione tattica della battaglia in pista che ricorda più i migliori sparatutto d'annata, che un semplice racing game arcade alla Mario Kart (o alla Wipeout). La differenza tra questo prodotto e lo standard medio di questo genere sta tutta nel modo in cui si dà fondo al proprio arsenale, nel vero e proprio combattimento ragionato costruito come un meccanismo ad orologeria dai ragazzi di Bizarre Creations. La scelta vincente degli sviluppatori è stata quella di realizzare un set di armi perfettamente bilanciate che possono essere utilizzate indifferentemente dal tipo, sia in modo offensivo che difensivo, sia anteriormente che posteriormente.

Saetta vince scarica

Se nella morra cinese alla forbice si contrappone il sasso, in Blur alla scarica, al missile a ricerca in arrivo si può contrapporre una salva di saette, ovvero tre rapidi proiettili in successione sparati all'indietro, o lo scoppio di energia urto che oltre ad essere utile in fase di sorpasso o di bagarre iniziale, se utilizzato con tempismo distrugge la scarica. Basta insomma tenere sempre d'occhio lo specchietto e scegliere cosa utilizzare al momento giusto. Le combinazioni e gli attacchi non finiscono qui, abbiamo anche la mina, da rilasciare all'indietro o utilizzabile come un missile non guidato a corto raggio, lo scudo e il kit di riparazione di cui non è necessario scrivere altro e la nitro, anch'essa dal duplice utilizzo visto che se azionata "all'indietro" ferma momentaneamente la macchina potendo muoverla sul proprio asse, bloccando chi la sta tallonando per poi schizzare in avanti a tutta birra, cosa questa particolarmente utile nelle curve più strette. Per permetterci di gestire il nostro inventario (è possibile raccogliere un massimo di tre armi contemporaneamente) il gioco ci dà la possibilità di scegliere quale utilizzare, e se lo spazio non bastasse possiamo gettare quella che non ci serve. Tutto ciò serve a dare ulteriore profondità in più, tenere a portata di mano il kit di riparazione o lo scudo può fare la differenza nei momenti più concitati della gara. Ne viene fuori un quadro dalle possibilità tattiche molto elevate, fermo restando l'alto tasso di frenesia che si raggiunge grazie alle venti vetture presenti in pista, che ci costringono a ragionare in fretta, e a maledire gli altri concorrenti quando nello specchietto vediamo arrivarci il mondo addosso, vanificando all'ultima curva un primo posto guadagnato col sangue. La frustrazione insomma potrebbe fare spesso capolino.

Distrazioni in gara

La progressione nella lunga e corposa carriera single player (con un level cap bassino, settato al 25°livello) è figlia di questa impostazione e come da tradizione Activision, o meglio nel solco aperto dai perk e dalle sfide di Modern Warfare l'avanzamento nei nove campionati non si basa solo nell'arrivare almeno terzo a fine corsa, ma anche (e soprattutto) nel riuscire a superare degli obiettivi particolari, alcuni standard per ogni corsa, altri che variano di tracciato in tracciato. Il semplice andare avanti nei campionati è garantito dal quantitativo di luci vinte a seconda del piazzamento, da un minimo di tre fino ad un massimo di cinque per il primo posto, per sbloccare nuove macchine è invece necessario accumulare fan, usando le armi in modo creativo, eseguendo combo o adottando una condotta di gara piena di derapate e via dicendo. Gli obiettivi extra (che contrariamente ai fan vengono aggiunti al nostro palmares solo in caso di piazzamento) sono davvero vari e ci impegnano in gara mettendo a frutto sia l'abilità di guida che l'uso sapiente dei power up.

Accelera, derapa, spara!

Oltre alla conquista dei fan in ogni gara è presente una sfida che ci vede sfrecciare nel passare sotto alcuni archi, mentre come scritto precedentemente quelli che cambiano di gara in gara sono moltissimi, e oltre ad essere ben congegnati sono davvero "bastardi" visto che tra il guidare, attaccare e schivare gli attacchi avversari bisogna eseguire alcune mosse particolari, il tutto il più velocemente possibile, visto che al diminuire del tempo diminuiscono i fan guadagnati. Se eseguire una combo con una doppia mina in avanti è piuttosto facile, certamente lo è molto meno centrare qualcuno dalla distanza con la saetta in piena derapata o raggiungere le duecento miglia orarie con un solo turbo se prima non se ne è messo via un altro. La cosa interessante è che questi obiettivi devono essere attivati in gara, raccolti come fossero dei semplici power up. In pratica è possibile gareggiare una prima volta per il piazzamento, e poi rifare la stessa gara per dedicarsi alle sfide extra, fermo restando che se non si è guadagnato il piazzamento (o le altre condizioni minime di "vittoria") avremo come premio i soli fan. Riuscire a fare tutto insieme in una sola volta è piuttosto complicato, ma quando ci si riesce è fonte di grande gratificazione. A chiudere le sfide c'è quella globale, diversa per ogni campionato, che di fatto è una versione più lunga e difficile di quelle presenti nelle singole gare. Come non ricordare in tal senso, tra le molte che concorrono, lo spingere in acqua una vettura con l'urto nei soli due punti senza guardrail di un tracciato? Il premio per il raggiungimento delle condizioni è la sfida con l'organizzatore del campionato. In caso di vittoria avremo la sua macchina con tanto di attributo speciale in dotazione. I primi due sbloccati ci hanno dato la possibilità di scegliere tra una maggiore forza negli urti e quattro saette invece delle tre standard. Anche qui è necessario, gara per gara, scegliere quello più utile.

A rotta di collo

Sul versante delle auto, Blur si difende piuttosto bene, con circa cinquanta vetture suddivise in quattro classi in base alla sola potenza e non alla tipologia di vettura: da pick up anni 50 si passa a Camaro, Corvette e Viper, ma fanno bella mostra di sé anche la Volkswagen Scirocco, l'Audi A3, Hummer, la Skyline, maggiolini che sembrano usciti da una puntata di Pimp my ride e vere e proprie supercar di lusso come la svedese Koenigsegg. La scelta della vettura è molto importante sia per lo stile di guida che si decide di adottare (comunque decisamente arcade), vista la presenza di macchine più o meno stabili, veloci e derapanti, ma soprattutto a seconda del tracciato. In quest'ottica nell'ovale di Barcellona è preferibile una macchina veloce, magari non troppo scivolosa in curva, mentre nelle piste cittadine con tante curve strette e rettilinei non troppo lunghi è preferibile scegliere una macchina dotata di una buona resistenza e potenza nelle sportellate (si legga un suv o una jeep) vista la bagarre che si verrà a creare immancabilmente in presenza dei molti punti ad imbuto che i track designer hanno inserito.

Accelera, derapa, spara!

La scelta della macchina e l'attributo da utilizzare sono condizioni imprescindibili per il successo, forse un po' troppo in quanto molte vetture sembrano essere del tutto impresentabili e messe a disposizione solo per fare scena. Le tipologie di gara sono quattro, quella standard, a checkpoint, quella chiamata distruzione in cui sembra d'essere in una sorta di sparatutto a scorrimento dovendo distruggere le vetture avversarie facendo attenzione ai loro attacchi in arrivo, e quella testa a testa finale con l'organizzatore del campionato. Sembrerebbe un magro menù, ma alla luce delle decine di cose da fare in pista, tra fan, piazzamenti, corse tra gli archi e obiettivi attivabili c'è poco da lamentarsi, con molte ore per cercare di sbloccare tutto lo sbloccabile. Parlando di tracciati siamo di fronte a circa dodici piste più le eventuali al contrario, un numero di tutto rispetto, con alcune che spiccano per salti chilometrici, come le colline di San Francisco, o le lunghe e vincenti scorciatoie del quartiere finanziario di Los Angeles. Pad alla mano tutto ciò si traduce in una sarabanda di esplosioni, scontri, traiettorie non richieste e improvvise derapate e cappottamenti che possono vanificare condotte di gara più o meno impeccabili spese alla ricerca della corsa perfetta e dell'agognato piazzamento od obiettivo mancante. Sebbene molto spesso tutto ciò si potrebbe tradurre in clamorosi e antieconomici lanci del pad fuori dalla finestra, alla fine Blur risulta essere molto divertente e coinvolgente, e in alcuni frangenti meno arcade di quello che si potrebbe pensare. Le gare a check point in cui bisogna raccogliere la nitro e i preziosi cronometri sparsi nei punti più difficili della pista, sono un trionfo della curva pennellata e della parzializzazione della frenata e seppur inglobati in un contesto piuttosto permissivo, progredendo nella carriera ci troveremo davanti corse contro il tempo da affrontare col cuore in gola e attenzione a mille, tutte giocate sul filo di lana dei centesimi di secondo.

20 scalmanati in gara

L'altra faccia della medaglia è il multiplayer, che partendo dalle dinamiche della carriera aggiunge una corposa sezione di customizzazione delle vetture, con in più una serie di inedite modalità di gioco. Decisa quale vettura portare in pista è possibile, similarmente ai perk di Modern Warfare, variare l'approccio alla gara e il bilanciamento del mezzo, scegliendo decine di attributi, che ruotano tutti intorno alle caratteristiche dell'auto e all'utilizzo delle armi e dei vari power up. Ne abbiamo potuto vedere alcuni, oltre a quelli che donano un bonus alla velocità, alla resistenza e al grip della vettura ne spiccavano alcuni molto interessanti, come quello che fa piovere dei finti power up esplosivi, quello che frammenta le mine, quello che rende più difficile il tracciamento de parte della scarica, o quello che converte la distruzione della vettura avversaria in ripristino della propria energia, o quello che azzera i power up avversari.

Accelera, derapa, spara!

Sono davvero tanti, più si gioca, più si vince, più si portano a casa le sfide, più se ne sbloccano altri, cambiando radicalmente il proprio stile di gioco. Tutti quelli che hanno consumato la beta potranno confermare l'efficacia dell'enorme ventaglio di possibilità che questo sistema offre. Per quanto riguarda le modalità di gioco, Blur oltre alla gara, con o senza power up, a squadre e non, da dieci fino ad un massimo di venti giocatori, permette anche di mettersi in gioco con sfasciamotori, in cui al posto della pista ci troviamo in una sorta di gigantesca arena, negli eventi della community e in quelli del tour mondiale. Molto intelligentemente Bizarre ha reso le varie modalità di gioco disponibili al salire di livello in modo da rendere il tutto ancora più competitivo e ben strutturato. Davvero azzeccato anche tutto l'aspetto social del gioco, con l'inclusione di Twitter e Facebook per sfidare direttamente i propri amici scegliendo oltre a tutti i soliti filtri da matchmaking anche gli obiettivi da raggiungere. Il tutto poi in un'ottica iper competitiva di classifica visto che i nostri progressi, e quelli dei nostri amici possono essere confrontati in qualsiasi momento.

Obiettivi Xbox 360

Blur ricompensa il giocatore con 50 obiettivi per un totale di mille punti.
Quelli più facili sono quasi tutti relativi al semplice utilizzo delle armi e all'avanzamento nel gioco, mentre quelli più tosti si ottengono giocando in multiplayer, sbloccandoli al conseguimento di particolari condizioni, alcune decisamente ostiche.

Bello, ma non bellissimo

Da un punto di vista grafico il gioco si presenta piuttosto bene, con ottimi modelli delle vetture e buoni effetti speciali a sottolineare schianti ed esplosioni. Sul versante dei frame per secondo non perde un colpo nemmeno nei momenti più affollati e pirotecnici e ci regala una sensazione di velocità davvero efficace e appagante. Altalenante è la rappresentazione degli elementi a bordopista, se la città di Barcellona è piagata da texture piatte e bruttine, non si può dire la stessa cosa per Tokio, per non parlare poi delle lande desertiche del tracciato Amboy o dei bassifondi di Los Angeles, in cui si gareggia nel canale di scolo visto in mille film. Funzionale e non troppo penalizzato dall'aggravio di calcolo lo split screen per un massimo di quattro giocatori, che purtroppo non concorre alla progressione del nostro stato, ma si rivela come una modalità fine a se stessa, avulsa dal contesto di crescita del gioco. Siamo quindi di fronte ad un gioco ben fatto, dal buon impatto ma non certamente al vertice del settore. Menzione speciale per il track design, con piste molto varie in cui il posizionamento delle armi e delle sfide è stato scelto con cura, mai troppo difficile e penalizzante per il giocatore.

Conclusioni

Multiplayer.it
9.0
Lettori (87)
8.1
Il tuo voto

Questa sembra proprio essere la primavera delle corse arcade. Dopo gli ottimi Split/Second e Modnation Racers anche Blur si conferma essere un titolo estremamente valido, grazie ad una carriera lunga e corposa, piena di obiettivi e sfide da completare, forse un filo ripetiva quando si affaccia il fattore frustrazione e ad un comparto multiplayer che declina alla perfezione il concetto dei perk in ambito automobilistico. Su tutto spicca l'azzeccato sistema di armi, magari non particolarmente innovative prese singolarmente, ma mai troppo punitive e dall'utilizzo tattico e ragionato, che si traduce in prontezza di riflessi e vista "tridimensionale" nelle incasinatissime gare. Buono ma non eccellente il comparto grafico, che fa faville soprattutto nei momenti di bagarre con venti vetture che si prendono a sportellate tra scariche, saette e pirotecniche esplosioni.

PRO

  • Ottima implementazione delle armi, dall'uso ragionato e "tattico"
  • Carriera lunga, varia e corposa, con decine di obiettivi e sfide
  • Multiplayer ben congegnato con vasta possibilità di personalizzazione
  • Tante vetture e piste

CONTRO

  • Tanta confusione in gara e molte cose da fare, con relativo rischio ripetitività e frustrazione
  • Tecnicamente altalenante
  • Parecchie auto sembrano inutili