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Naughty Bear, recensione

Artificial Mind and Movement si è lanciata in un dissacrante progetto videoludico fatto di violenza e carineria

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   02/07/2010
Naughty Bear
Naughty Bear
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Versione testata: Xbox 360

Naughty Bear si basa su un ossimoro che potrebbe inquietare anche il giocatore più navigato, rappresentando la violenza più truce e gratuita all'interno di un contesto di tenerezza e carineria. Sull'Isola di Perfection tutto sembra andare a meraviglia nella comunità di orsetti di peluche. Casette colorate, pic-nic nei boschetti, torte e palloncini scandiscono il ritmo di una vita all'insegna della gioiosità più melensa, almeno fino all'esplosione funesta della rabbia di Naughty Bear. Questi è l'orsetto che viene regolarmente escluso dalla tranquilla vita sociale del paese, trascurato se non addirittura pubblicamente deriso, essendo visto come la macchia nera dell'isola perfetta, praticamente una bomba a orologeria.

Naughty Bear, recensione

Dopo l'ennesima presa in giro, scatta il giorno di ordinaria follia per l'orsetto: non più in grado di sostenere le mal celate cattiverie dei vicini, Naughty Bear decide di farsi giustizia, nelle maniere più atroci. Parte a questo punto, ovvero dopo pochissimi minuti di introduzione, una delle esperienze più violente viste negli ultimi tempi in un videogioco, fatta di efferate uccisioni, torture e soprusi, ma tutti in chiave peluche. Ora, è chiaro l'intento dissacrante e ironico di Artificial Mind and Movement con Naughty Bear, nondimeno la violenza spinta al parossismo nel gioco può risultare eccessiva anche per i giocatori più esperti e per coloro dalla mentalità più aperta che si sono sempre schierati a favore della libertà incondizionata d'espressione di questo medium, tanto più che la fascia di età indicata dal PEGI è "12+". Il concetto, di per sé, è alquanto estremo e necessita di una buona dose di ironia per essere digerito in pieno: si tratta sostanzialmente di essere più cattivi possibile, poiché in base alla quantità di terrore che spargiamo per l'isola otteniamo i punti necessari a sbloccare livelli e nuovi contenuti. Questo, più che la semplice eliminazione totale degli avversari, porta a un approccio maggiormente creativo al mondo di gioco, sebbene non riesca comunque a evitare una fondamentale monotonia. L'idea di base può essere interessante, la scelta della "violenza di peluche" è divertente, ma l'esecuzione mostra diverse lacune.

Teddy Bear is not amused

All'interno di un quantitativo piuttosto limitato di scenari che comunque restano sempre piuttosto simili tra loro, si innestano i vari livelli, che variano marginalmente il canovaccio di base inserendo nuovi elementi di gameplay. Il succo resta sempre lo stesso, ovvero l'eliminazione degli altri orsetti facendo in modo da instillare un terrore sempre maggiore negli animi dei compaesani. Naughty Bear è in grado di utilizzare vari oggetti per portare avanti la sua opera, ovvero principalmente armi di vario tipo con le quali menare colpi (singoli o combo, come da tradizione) o trappole da piazzare in maniera strategica, ma è importante anche imparare a sfruttare gli elementi dello scenario per attuare le "uccisioni contestuali". Sta alla perversa creatività del giocatore scoprire cosa è possibile fare con un telefono, un barbecue acceso o una macchina per le caramelle, ad esempio.

Naughty Bear, recensione

L'eliminazione dei nemici non è tutto, in Naughty Bear, poiché il gameplay istiga a dosare sapientemente violenza psicologica e fisica, premiando maggiormente la distruzione psico-fisica dell'avversario piuttosto che la morte istantanea. Vari comandi sono dunque affidati ai modi per spaventare gli altri orsetti, che comprendono anche la possibilità di nascondersi nello scenario e comparire all'improvviso brandendo coltelli o quant'altro, facendo raggiungere un grado di terrore estremo ai malcapitati "nemici" fino alla definitiva follia e, in certi casi, al suicidio, con grande ricompensa in termini di punti, ovviamente. L'utilizzo delle uccisioni contestuali peraltro introduce un elemento tattico notevole, con la possibilità di manomettere vari oggetti e, sfruttando l'innata propensione degli orsetti al bricolage, attendere che qualcuno si adoperi per rimetterli a posto e a quel punto colpire l'ignaro amante del fai-da-te. L'accumulo di punti determina l'apertura di vari punti d'accesso che consentono di raggiungere nuove sezioni dell'isola nelle quali spargere nuovo terrore, sebbene le aree di giochi tendano ad assomigliarsi un po' tutte.

Un'oscura sit-com

I vari livelli sono caratterizzati da un background differente in termini di trama, ma sostanzialmente si parte sempre dalla casa di Naughty che fa da hub per l'accesso alle varie zone dell'isola. Che si tratti di uccidere il candidato sindaco, sterminare i piccioni-spia inviati dall'esercito o semplicemente vendicarsi per non essere stato invitato ad un compleanno, Naughty farà comunque piazza pulita della fauna locale in varie maniere. Proprio le modalità di uccisione determinano le varianti fondamentali su cui si basa il gameplay del gioco: ogni livello dev'essere giocato più volte, seguendo diversi obiettivi e comportandosi in maniera diversa ogni volta seguendo delle precise indicazioni riferite nel briefing iniziale.

Naughty Bear, recensione

In certi casi si deve stare attenti a non lasciar scappare determinati soggetti (gli orsetti tentano spesso la fuga a bordo di barche o auto, a meno che non si siano preventivamente manomesse), in altri dobbiamo effettuare quante più uccisioni possibile, in certi casi ci troviamo a correre contro il tempo mentre in altri ancora abbiamo il divieto di usare le armi, cosa che ci costringe ad aguzzare lo spirito tattico e sfruttare al meglio gli elementi di scenario per le uccisioni contestuali o i suicidi. Il tutto è finalizzato alla raccolta di punti, che determinano la conquista di nuovi costumi per il protagonista (legati a varie statistiche come forza, precisione, resistenza e simili) e l'accesso a nuovi livelli (7 in totale) e sotto-livelli differenziati. La mancanza di una vera progressione nella storia e nella struttura di gioco oltre all'evidente somiglianza delle varie ambientazioni contribuiscono a determinare il senso di monotonia che attanaglia Naughty Bear dopo le prime ore di gioco, quando si comincia ad esaurire il repertorio di mosse e modalità di uccisioni (pur molto varie) che si hanno a disposizione. La presenza del multiplayer potrebbe porre rimedio in parte a questa ripetitività fondamentale, ma fornendo le classiche modalità riscontrabili normalmente negli sparatutto questa si scontra con la stessa struttura di gioco, che impedisce un approccio più di tanto tattico e competitivo, basandosi su una dinamica di combattimento piuttosto confusionaria.

Obiettivi Xbox 360

Naughty Bear contiene 50 obiettivi sbloccabili per un totale di 1000 Gamerpoints. Gli obiettivi sono dislocati in maniera piuttosto logica nel percorso di gioco, tra quelli legati alla normale progressione per i livelli e quelli, numerosi, raggiungibili attraverso particolari performance. In generale, la caccia si dimostra da subito piuttosto fruttuosa.

Orsetti! Orsetti!

La caratterizzazione fumettosa è ovviamente un elemento portante di Naughty Bear, interamente studiato sullo stridore tra il contenuto ultra-violento e la rappresentazione di un mondo gioioso e infantile. Vedere le varie "fatality" e le uccisioni più efferate all'interno di questo contesto, accompagnate dai commenti enfatici del cronista che evidenzia le gesta del protagonista, riesce effettivamente a stampare un sorriso sulla faccia nonostante le azioni effettivamente mostrate sullo schermo siano tutt'altro che allegre. Il comparto grafico tuttavia mostra dei limiti piuttosto evidenti sotto diversi aspetti.

Naughty Bear, recensione

Se la modellazione semplice dei personaggi e degli scenari può essere giustificata dallo stile grafico adottato, permangono difetti fastidiosi come la gestione piuttosto confusionaria della telecamera, che rende ancora più frustranti gli scontri con i nemici in fuga per arrivare alle palesi compenetrazioni tra poligoni ben evidenziate dalla zoomate nei momenti topici, fino ad occasionali cali di framerate che hanno poca giustificazione vista la quantità non eccessiva di elementi sullo schermo. Tutto sommato il gioco ha una sua specifica identità grafica ma resta il pensiero che si sarebbe potuto fare di più per evitare i difetti presenti, in particolare per quanto riguarda la gestione della telecamera che spesso influisce negativamente sul gameplay. L'accompagnamento audio si attesta su buoni livelli, con musiche opportunamente a metà tra lo spensierato e l'inquietante e un'ottima localizzazione in italiano con tanto di telecronista che evidenzia i momenti più "gore" con commenti entusiastici.

Conclusioni

Multiplayer.it
ND
Lettori (4)
4.9
Il tuo voto

Non c'è dubbio che il concetto alla base del gioco abbia delle potenzialità interessanti e incuriosisca non poco. Purtroppo la sua realizzazione lascia alquanto a desiderare sotto diversi aspetti, in particolare per quanto riguarda l'intrinseca ripetitività del gameplay e una realizzazione tecnica non propriamente eccelsa. Le primissime ore di gioco scorrono piacevolmente finché non ci si rende conto che bastano quelle per vedere tutto ciò che il gioco ha da offrire; una volta sperimentate le varie possibilità di uccisione e le modalità di gioco all'interno dei sotto-livelli rimane poco da fare e anche il multiplayer non riesce ad allungarne molto l'esperienza. Divertente all'inizio ma, a proposito di ossimori, il contrasto più stridente qui sembra essere in definitiva l'indirizzo presumibilmente adulto di un gioco dall'essenza troppo semplicistica.

PRO

  • Idea interessante
  • Divertente sulle prime

CONTRO

  • Gameplay semplicistico e ripetitivo
  • Falle nel comparto tecnico
  • Mancanza di stimoli a proseguire nel gioco