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PES 2011, recensione

PES 2011 arriva carico di speranze e di tante novità nel gameplay, che sia la volta buona per rinverdire i fasti della saga?

RECENSIONE di La Redazione   —   28/09/2010
Pro Evolution Soccer 2011 (PES 2011)
Pro Evolution Soccer 2011 (PES 2011)
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Versione testata: PlayStation 3

Proporre ogni anno una simulazione calcistica è dura, c'è poco tempo per fare decisi cambiamenti e proporre qualcosa di realmente nuovo agli occhi degli utenti; se poi parti col piede sbagliato sono dolori, soprattutto quando la concorrenza non sta a guardare e anzi sembra aver imbeccato la strada del successo. Il passaggio all'attuale generazione di console per quanto riguarda Pro Evolution Soccer è stato abbastanza traumatico in tal senso, perché la serie ha virato verso una vena arcade e si è portata sul groppone difetti "storici" che col passare del tempo sono diventati sempre meno sopportabili.

PES 2011, recensione

Non ha mai perso quella componente di divertimento soprattutto in multigiocatore offline, ma è chiaro che di questi tempi e alla luce di un'uscita annuale c'è bisogno di qualcosa di più, di una sterzata che possa riportare la serie ai massimi livelli di un tempo. PES 2011 sembra volersi dirigere proprio verso questa direzione, perlomeno tutte le novità presenti sono azzeccate e finalmente possiamo guardare con ottimismo anche al futuro.

Questione di personalizzazione

Il testimonial di quest'anno non poteva che essere ancora la pulce Lionel Messi, protagonista del filmato introduttivo e sfondo per il menu principale, che come da tradizione dispone di una nuova veste grafica molto stilosa. 
I più curiosi possono scovare tutte le novità del gioco in un filmato corposo che parte saltuariamente quando si lascia il titolo sulla schermata iniziale, ad ogni modo le caratteristiche che saltano all'occhio sono rappresentate dalla conferma della Champion's League e dall'introduzione di Coppa Santander Libertadores e Master League Online. Su quest'ultima ci torneremo più avanti, le prime due rappresentano sicuramente alcuni dei fattori che aumentano l'atmosfera e l'immedesimazione, in quanto in PES 2011 queste due competizioni sono riprodotte in tutto e per tutto a partire dai loghi, passando per musica di sottofondo (anche l'inno alla gioia nel caso della Libertadores), sponsor negli stadi e la grafica che illustra le formazioni in campo piuttosto che statistiche e risultato.

PES 2011, recensione

Un lavoro certosino e davvero apprezzabile per chi segue il calcio dal vivo e in tv, e una buona "scusa" per aumentare la longevità dura e pura. A supporto abbiamo anche la Supercoppa Europea e l'Europa League, dotate allo stesso modo della propria sigla e grafica di contorno. Prima di avvicinarci al campo di gioco è bene notare quali sono le opzioni più interessanti che PES 2011 mette a disposizione, al di là dell'installazione su disco fisso (facoltativa e ci impiega poco meno di 7 minuti) la possibilità di utilizzare le musiche dalla propria dashboard, la lingua della telecronaca e una sezione statistiche lunga ben sei pagine che esprime in maniera dettagliata tutto quanto fatto con le varie modalità di gioco. La sezione denominata contenuti extra è potenzialmente interessante e permette innanzitutto di scaricare le rose aggiornate (per dovere di cronaca nella nostra copia recensione gli ultimi trasferimenti non erano ancora presenti, tipo core 'ngrato Quagliarella dal Napoli alla Juventus) e di accedere a una sorta di negozio interno mediante il quale si possono acquistare acconciature, palloni anche di forma irregolare (come un barile!), scarpini, giocatori e squadre classiche fino ad arrivare a musiche retro e livree particolari per gli stadi mediante l'utilizzo di GP che si accumulano vincendo partite e altro. Avete letto bene, quest'anno l'editor di PES 2011 è estremamente completo, a partire dalla creazione di giocatori ex novo o la personalizzazione di quelli già esistenti senza restrizioni, passando per il nome dei campionati e il loro logo.

PES 2011, recensione

In quest'ultimo caso è possibile costruirlo da zero con un'apposita interfaccia oppure scattare una foto con la telecamera o ancora importare delle immagini da disco. L'editor degli stadi è ugualmente completo, è possibile crearne uno ex novo ma di forma fissa; la cosa interessante è la scelta del tipo di tribuna tra quelle a disposizione, la livrea di tetto, soffitto e recinzioni, il colore dei sedili, le panchine, il tipo di illuminazione e lo sfondo. Tutte le livree sono personalizzabili con immagini importate dal disco fisso mentre come detto ce ne sono anche di buffe e retro come quelle di Gradius e Castlevania, che si acquistano nel menu degli extra. Immaginate una partita con i vostri giocatori dotati di zucca in testa in uno stadio dai colori sgargianti e con lo sfondo di una navicella spaziale.

Trofei PlayStation 3

PES 2011 mette a disposizione 28 trofei, dei quali 5 oro e 11 argento. Per ottenerli tutti bisogna ovviamente vincere Champions League e Coppa Libertadores a qualsiasi livello di difficoltà, mentre quelli più lunghi sono legati alla stagione perfetta in Master League piuttosto che ad ottenere il riconoscimento come migliore giocatore al mondo in Diventa un Mito. Quello più difficile online invece prevede il riuscire ad ottenere il 75% di vittorie nelle ultime 20 partite classificate.

Il pre-partita

State fremendo per sapere com'è il gioco, giusto? Ci stiamo arrivando! Una volta selezionata una partita di qualsiasi genere, in base alla modalità scelta, è come sempre possibile gestire tutti i parametri legati allo stadio, palloni e condizioni atmosferiche. La gestione della propria squadra ha subito pesanti modifiche nell'interfaccia e Konami ha fatto un lavoro eccellente per renderla più intuitiva e immediata, secondo il concetto del drag'n drop. Nella metà di schermo adibita alle proprie informazioni è infatti presente un campo da gioco in miniatura con all'interno dei pallini che rappresentano i titolari e sul lato invece la lista esplosa e completamente visibile dei giocatori in panchina e in tribuna. A questo punto ogni modifica della formazione, posizione o altro viene fatta con un cursore libero che permette appunto in maniera veloce e intuitiva di fare sostituzioni, un deciso passo avanti rispetto alla precedente edizione. Alla base del campo raffigurato è invece possibile imbastire le strategie da richiamare in campo, la gestione del possesso palla e così via; particolare menzione va fatta per la gestione delle finte tanto care ai giocatori più smaliziati. Il loro utilizzo è demandato allo stick analogico destro, la cosa interessante è che possono essere completamente personalizzate e collegate tra loro secondo le quattro direzioni cardinali, relative alla posizione del giocatore oppure fisse. Grazie a un editor apposito è possibile ad esempio associare alla direzione destra il doppio passo seguito da un dribbling secco a sinistra e poi l'elastico a destra, fino a un massimo di quattro finte per direzione. C'è anche la simulazione, ma tutte le volte che l'abbiamo provata in partita siamo stati inesorabilmente ammoniti.

Passaggi liberi

La coppia Pardo-Altafini, seppur divisa nella realtà per il passaggio del primo a Mediaset Premium, attende ancora una volta i calciatori sul campo di gioco e fa il suo onesto lavoro. Dal punto di vista tecnico sono migliorate le transizioni da un commento all'altro e il tutto appare credibile rispetto a quello che accade su schermo, seppure non mancano gli svarioni che a quanto pare dopo tanti anni sono impossibili da eliminare. Parlando del gameplay vero e proprio, Konami sembra aver inquadrato per gran parte i problemi che caratterizzavano i precedenti capitoli e prima di tutto il ritmo di gioco è vistosamente calato (a ogni modo è possibile ridurre o aumentare la velocità di due punti) e le differenze tra i vari giocatori sono sì marcate nei fondamentali quali dribbling e reattività, ma sono meno irrealistiche o tendenti all'arcade.

PES 2011, recensione

Per fare un esempio Messi può avere la meglio solo se lanciato in velocità con spazio sufficiente e in controtempo rispetto al difensore, perché ora non è più possibile fare sgroppate di decine di metri sfruttando unicamente la velocità, ma si viene raggiunti abbastanza velocemente dagli avversari. A supportare questo nuovo tipo di gameplay c'è anche un'ottima fisicità nei contrasti di gioco, chiaramente avvertibili e legati alla stazza di ogni giocatore. Gli scontri senza palla vengono adesso puniti maggiormente e finalmente anche l'ostruzione non passa inosservata da parte dell'arbitro così come la pressione di X e quadrato per chiamare il pressing, che se ossessiva o comunque fuori tempo porta unicamente al fischio del fallo. Un'altra novità piuttosto importante è rappresentata dai passaggi a 360 gradi: adesso è infatti finalmente possibile effettuare il passaggio nella direzione voluta, dovendo dosare anche la potenza a seconda della distanza. Un passo in avanti che permette di aumentare la varietà del gioco prodotto e sperimentare soluzioni prima inaccessibili per la serie, che anche per questo era stata additata di avere uno stampo troppo arcade nei suoi fondamentali. Konami ad ogni modo ha optato per non dare la scelta al giocatore sul grado di libertà dei passaggi, instradandolo invece dove ritiene migliore raggiungendo un compromesso tra automatismo e completa manualità e sopperendo alla precisione non perfetta dell'analogico in relazione alla visuale: basta quindi inquadrare bene la zona dove si vuole indirizzare la palla, e se c'è un compagno il passaggio stesso sarà piuttosto preciso.

Il momento del goal

Dulcis in fundo il sistema di animazioni è stato completamente riscritto e adesso ne abbiamo alcune davvero bellissime da vedere e più amalgamate tra loro rispetto al passato, anche se non siamo ancora a livello della concorrenza. Ad ogni modo basta scrutare un qualsiasi replay per apprezzarne la qualità e la varietà che non è fine a sè stessa perché a beneficiarne è anche la reattività dei calciatori in campo e i "tempi di attesa" durante i contrasti o altre situazioni che richiedono un minimo di automatismo. A tal proposito rimangono alcune situazioni di panico quali bagarre sulla linea o deviazione sottomisura: in questo caso il difensore la maggior parte delle volte spazzerà la palla magari in calcio d'angolo, automatismo "imposto" ma che ci sembra accettabile nell'ottica di voler simulare una partita di calcio e non una gara tra superuomini.

PES 2011, recensione

Tutte queste modifiche e novità danno una sensazione decisamente di freschezza a PES 2011 e ne fanno virare le corde finalmente verso la simulazione, visto che bisogna imbastire l'azione in maniera manovrata più di prima considerato che l'intelligenza artificiale degli avversari copre il campo in maniera migliore. Per competere ad alti livelli bisogna inoltre utilizzare assolutamente strategie e tattiche varie per permettere alla squadra ad esempio di gestire meglio il contropiede oppure di allargarsi quando l'avversario è molto chiuso; per fare un paragone negli episodi precedenti l'esigenza di dover mettere mano alle direttive e altro l'avevamo sentita molto di meno. Quello che però riporta la serie sulla terra e in canoni che oramai hanno stufato sono quei binari infami che non permettono di avere completo controllo del calciatore. Anche se sono stati ridotti o eliminati in alcune situazioni, in altre rimangono e sono decisamente fastidiosi, come in occasione di tutte le linee di rimessa laterale, ma anche in presenza di palloni vaganti che devono essere rincorsi da entrambe le squadre. Un vero peccato perché il controllo totale sui giocatori avrebbe permesso di aumentare ancora la varietà e la vena simulativa del titolo, probabilmente sarebbe stata davvero la discriminante per una completa rivoluzione della saga per la quale dovremo invece attendere ancora. Saltando di palo in frasca un altro pesante difetto, questa volta concettuale, è il poco sforzo profuso da Konami per quanto riguarda le licenze di squadre e di riflesso dei calciatori. Vedere nel 2010 ad esempio la Serie A senza nome e logo ufficiale piuttosto che il campionato inglese decimato dalla mancanza di squadre con nomi e divise ufficiali è francamente inaccettabile.

PES 2011, recensione

Qualche altro campionato europeo poi non avrebbe guastato, seppure grazie alla coppa Libertadores si sono aggiunte nuove squadre che comunque hanno meno appeal per i videogiocatori nostrani. Precisazione relativa al nostro campionato, il Palermo di Zamparini sembra abbia dato parecchi grattacapi sia a Konami che Electronic Arts, in quanto non dispone della divisa ufficiale in nessuna delle loro produzioni. Nota di merito invece sull'aspetto tecnico, dove Konami ancora una volta è riuscita a fare un lavoro egregio nella realizzazione di maglie e volti dei giocatori, che sono impressionanti per somiglianza con quelli più famosi e buoni anche per gli altri: vedere un Grava del Napoli perfettamente riprodotto è infatti piuttosto sorprendente. Il resto del comparto tecnico è buono come detto nei giocatori e nelle texture, la regia legata ai momenti salienti o ad altre cose come sostituzioni, falli e in generale tutto il contorno della partita è realizzata egregiamente e sicuramente contribuisce ad aumentare l'immedesimazione, quest'anno però Konami ha introdotto un effetto di blur che viene applicato ad esempio quando si rivede un tiro o nelle esultanze; sarebbe anche carino se non fosse così accentuato in alcuni casi, "pratica" che ci fa pensare a un utilizzo atto a mascherare qualche imperfezione nel frame rate.

Tutti in rete!

Abbiamo lasciato fuori la Master League e la modalità Diventa un mito visto che per larghi tratti sono simili alle versioni precedenti se non per alcune opzioni estese e perfezionamenti come la licenza dell'Europa League piuttosto che gestione di trasferimenti e convocazioni in nazionale più complete. Nel primo caso però completamente inedita c'è la versione online, dove è possibile sfidare gli altri giocatori con la propria squadra e accedere a un calciomercato che "fluttua" in base ai movimenti di tutti i partecipanti. Se ad esempio un Messi viene acquistato da più giocatori, il suo valore sale sempre di più, rendendo più difficile il suo acquisto. Purtroppo come sempre accade ogni anno sia per PES che FIFA, in fase di recensione non abbiamo potuto provare a fondo l'online e appurare la presenza o meno di lag con molti giocatori. Demanderemo a uno speciale prossimo questa analisi, nel frattempo possiamo continuare la nostra descrizione con la possibilità di giocare col proprio giocatore creato o ancora organizzare, grazie all'opzione comunità, dei veri e propri campionati dove si accede alle statistiche, al calendario, alle classifiche varie tra gli amici e in generale tutti i giocatori che ne entrano a far parte. Un'ultima modalità che abbiamo scovato ma non provato si chiama "sintesi della finale", che a quanto pare sembra mettere a disposizione degli scenari di partite classiche dove due giocatori prendono le redini delle squadre e devono confermare o sovvertire quanto accaduto nella realtà.
Se questa lunga recensione non vi è bastata, vi invitiamo a leggere anche il nostro resoconto del PES World Finals 2010, dove abbiamo intervistato anche Shingo "Seabass" Takatsuka, che ci ha dato un'interessante punto di vista riguardo alla filosofia diversa di PES rispetto alla concorrenza.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.9
Lettori (237)
7.7
Il tuo voto

PES 2011 dà l'impressione di aver dato finalmente una reale sterzata al suo gameplay con il nuovo sistema di passaggi, la fisicità dei giocatori e un ritmo bilanciato dove anche l'intelligenza artificiale appare più credibile che in passato. L'aspetto grafico continua a essere un punto di forza soprattutto nella realizzazione dei giocatori e da quest'anno anche nella regia, anche perché Konami è stata molto brava a donare al titolo un'atmosfera che gli amanti di calcio sicuramente apprezzeranno a partire dai menu e dalle competizioni reali presenti. E' tempo però di potenziare pesantemente le licenze relative alle squadre presenti, perché nel 2011 vedere ancora una North London in luogo dell'Arsenal è sempre meno tollerabile. Allo stesso modo bisogna far deragliare i giocatori da quei binari che seppur ridotti sono fuori moda e non permettono alla serie di virare completamente verso una grande simulazione dotata di propria personalità.

PRO

  • Il nuovo sistema di passaggi, la fisicità e le animazioni
  • Champions League, Copa Libertadores ed Editor sono fiori all'occhiello
  • Graficamente ottimo

CONTRO

  • Seppur ridotti, i binari non sono stati ancora eliminati
  • Le licenze di squadre e giocatori sono ancora troppo poche