0

Addio, Commander Video

Si conclude con Bit Trip Flux l'avventura di Commander Video e la particolare serie Bit.Trip di Gaijin

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   19/04/2011
Bit.Trip Flux
Bit.Trip Flux
News Immagini

Il gioco è disponibile per il download sul servizio WiiWare

Anche se ci auguriamo che l'abbandono di Commander Video e del suo particolare mondo "bit-beat" da parte di Gaijin non sia definitivo, per il momento ci atteniamo a quanto riferito dal team e salutiamo l'eroe di pixel con calore e gratitudine. La serie Bit.Trip, nel suo complesso, ha rappresentato un bel viaggio e ha contribuito da sola ad apportare una buona dose di qualità e originalità alla piattaforma WiiWare.

Addio, Commander Video

Non solo: la caratterizzazione studiata dal team è riuscita, pur con alti e bassi, a superare il semplice auto-compiacimento retro-chic (pixel art for pixel art's sake?) e veicolare dei contenuti ludici di buon livello, rappresentando un ambiente funzionale alla sperimentazione del videogioco in diversi ambiti, concentrandosi sul gioco stesso più che sulle varie ed eventuali potenzialità comunicative di questo medium, che sono terreno particolarmente fertile per le più intellettuali produzioni indie. Con Bit.Trip siamo tornati al videogioco puro, archetipico, quasi stereotipato, dove l'utilizzo del pixel dimostra da una parte l'appartenenza ad un universo consolidato e dalle solide radici, dall'altra la ricerca di un tratto semplice e quasi alieno, che si associa perfettamente alla decostruzione e ricostruzione della struttura videoludica partendo dai suoi elementi fondamentali: pixel da toccare, pixel da evitare, coordinazione del occhio-mano, spazio vuoto, pericolo costante del game over. Bit Trip Flux chiude dunque il cerchio della serie, torna alle origini riproponendo la medesima struttura del primo capitolo - Bit Trip Beat - ma invertendone lo scorrimento e ribaltando gli elementi sullo schermo. Non è una semplice riedizione del primo capitolo ma un simbolico ritorno a casa di Commander Video, che si porta dietro tutto il bagaglio maturato con l'intera serie Bit Trip. Forse non il miglior "trip" di Commander Video ma molto probabilmente, come rifiniture e forma, la summa della serie.

Commander Video torna a casa

Non è un caso che Gaijin abbia deciso di ribaltare lo scrolling in Bit Trip Flux, abbiamo detto, perchè in effetti in quel senso opposto al primo viaggio di Commander Video c'è il gusto di un ritorno simbolico "a casa", all'ambientazione originaria, un percorso tuttavia che tiene traccia di quanto raggiunto durante l'intera serie, arricchito da nuove esperienze maturate nel corso degli altri capitoli, percepibili in richiami grafici e sonori, nonché nel mantenimento di certe "conquiste" fatte dal protagonista nella sua progressione, come la barra di energia e i checkpoint a metà livello che consentono una fruizione meno frustrante del gioco. Di converso, la difficoltà rispetto a Beat pare decisamente aumentata e chi non sa a cosa va incontro non avendo mai provato altri capitoli della serie dovrebbe tenere in mente che si tratta di una delle esperienze videoludiche potenzialmente più frustranti di questi anni. E' certo una rielaborazione più estetica che sostanziale del capostipite, ma le aggiunte apportate hanno levigato le ruvidità caratteristiche e penalizzanti di Beat e si nota un'ulteriore raffinatezza nel comparto grafico e sonoro che eleva questo Flux all'apice di quanto visto nella serie.

Addio, Commander Video

La struttura è la stessa dell'originale e ci vede impegnati in una sorta di Pong a scorrimento, nel quale comandiamo una barra (rappresentazione massimamente stilizzata del protagonista) spostandola sull'asse verticale semplicemente inclinando il Telecomando Wii. Andando dunque su e giù dobbiamo respingere la miriade di pixel di varia tipologia e comportamento che arrivano dal lato sinistro dello schermo, cercando di farne sfuggire il minor numero possibile per non far calare l'energia e in ultima istanza rispedirci al check point. Anche in questo caso, l'assenza di una schermata di Game Over e il rimando diretto in gioco contribuisce a lasciarci incollati allo schermo nel tentativo di migliorare progressivamente le prestazioni, spingendoci via via un passo più in là nella tensione continua verso la scoperta di ulteriori meraviglie digitali, una capacità di assuefazione che Flux condivide con buona parte degli altri capitoli della serie. Si registra, come punto a sfavore, una certa scomodità nell'impostazione del controller che costringe a un movimento poco naturale e comodo del polso, che oltretutto non consente una grande sensibilità e precisione.

Epifania di pixel

C'è un qualcosa di narrativo dietro al minimalismo di Bit.Trip e in questo Flux l'idea si fa più evidente, sebbene l'interpretazione non sia per nulla facile, di primo acchito. I tre livelli hanno nomi significativi come "Epiphany", "Perception" e "Catharsis", e che un sostrato narrativo si celi dietro a parole così altisonanti appare chiaro anche dalle enigmatiche sequenze animate che introducono le tre macro-sezioni, ma la decodifica del messaggio probabilmente è affidata alla sensibilità del giocatore più che ad un senso narrativo oggettivo.

Addio, Commander Video

E' una questione marginale, comunque, perché la semiotica di Bit Trip Flux si gioca tutta durante la partita, nell'incedere tra le diverse dimensioni date dai moltiplicatori attivi, nell'azione che si fa musica, come da tradizione della serie. Importa relativamente poco comparire in una classifica (oltretutto non online) al termine della sessione, qui la ricerca dell'high score e del miglior comportamento in partita è legata unicamente al crescendo audio-visivo che deriva dalla progressione tra i moltiplicatori, che cambiano profondamente l'aspetto e l'accompagnamento audio una volta attivi in una vera e propria festa sensoriale, a partire dal grigiore mesto del livello base per arrivare alle vette del "Meta", un'epifania psichedelica di pixel, colori e musica. Sebbene dal punto di vista ludico, come divertimento puro, Bit Trip Runner resti probabilmente il miglior capitolo della serie, Flux ha dei momenti inarrivabili per gli altri capitoli, in termini di sensazioni ed estetica, in particolare per quanto riguarda l'amalgama di stimolazioni sensoriali che, in certi casi, fanno davvero in modo che l'istinto prenda il sopravvento sul pensiero razionale nel movimento dell'asticella sullo schermo.

Conclusioni

Multiplayer.it
9.0
Lettori (6)
7.6
Il tuo voto

Inizialmente viene da pensare che un concept completamente nuovo, invece di una riedizione del primo capitolo, sarebbe stato decisamente preferibile. Poi però ci si rende conto che dietro a tutto questo c'è un piano ben preciso, e il Commander Video che scorre all'indietro in Flux chiude il cerchio di Bit Trip nel migliore dei modi, perfezionando l'idea originale con l'esperienza maturata negli altri capitoli della serie. Certo è breve, snervante e in buona parte già visto ma conclude nella sua particolare maniera una delle migliori esperienze vissute in questi ultimi anni di digital delivery. Vogliamo salutare l'eroe di pixel, dunque, con un voto che celebri tale finale ma anche il suo intero viaggio.

PRO

  • Solito, splendido stile grafico-sonoro
  • Checkpoint e assenza di interruzioni non consentono di staccarsi
  • Trionfo dell'istinto da videogiocatore nella stimolazione sensoriale

CONTRO

  • Sistema di controllo scomodo alla lunga
  • Piuttosto corto
  • Struttura già vista, anche se modificata