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Delitti e scommesse in una Los Angeles perduta

L.A. Noire arriva finalmente su console, riuscirà a vivere sotto l'ombra degli altri grandi capolavori Rockstar?

RECENSIONE di Antonio Fucito   —   16/05/2011
L.A. Noire
L.A. Noire
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Versione testata: PlayStation 3

Quando Rockstar è al lavoro su un nuovo progetto c'è sempre una certa eccitazione, un certo agitamento, perché solitamente ci troviamo dinnanzi a titoli mastodontici che riescono in pochissimo tempo a catalizzare l'attenzione degli utenti e al tempo stesso promettere grandi cose in termini di qualità e divertimento. Dopo Grand Theft Auto l'ultimo in ordine di tempo è stato Red Dead Redemption, ma in realtà qualche mese prima ne era stato annunciato un altro, quel misterioso L.A. Noire che sembrava dovesse essere esclusiva PlayStation 3 ma che nell'ottica di massimizzare il guadagno ma anche di accontentare il maggior numero di videogiocatori possibile arriva finalmente per la console di Sony e su Xbox 360, con lo stesso importante obiettivo dei suoi due fratelli maggiori.

Delitti e scommesse in una Los Angeles perduta

Lo sviluppatore scelto per questo progetto è stato Team Bondi, studio relativamente giovane fondato nel 2003 da Brendan McNamara, che in precedenza è stato direttore dello studio di Soho Londra per conto di Sony e che annovera tra le sue creazioni l'ambizioso ma controverso The Getaway. Qualcuno forse si starà grattando le parti basse, ma la mano di McNamara e dei suoi precedenti lavori si avverte in maniera positiva all'interno di L.A. Noire, che eredita quello stile minimalista nelle informazioni, integrato e un po' cinematografico che caratterizzava il suo progetto per PlayStation 2.

Free roam oppure no?

Facciamo subito un po' di chiarezza sulle caratteristiche, siamo di fronte ad un gioco che nelle basi condivide la struttura delle due precedenti produzioni Rockstar, intese come una mappa liberamente esplorabile (anzi, in L.A. Noire lo è fin da subito per intero), la visuale libera in terza persona, la possibilità di guidare macchine e muoversi a piedi, missioni primarie, secondarie e collezionabili di ogni sorta. Appurato questo, sono il "cuore" della produzione e il fluire del gameplay a donare quella freschezza e personalità necessarie per emergere da quei due mostri sacri che inevitabilmente sono stati utilizzati dagli utenti come confronto durante il corso dei mesi. La prima differenza più visibile e scontata è rappresentata dall'ambientazione: siamo nella Los Angeles di fine anni 40', dove i grattacieli di Downtown non avevano ancora preso il sopravvento e invece Sunset Boulevard non era così distante da quella dei giorni nostri. Una Los Angeles ancora più mitica, che dopo la seconda guerra mondiale cominciava a mostrare al mondo intero la potenza della sua macchina cinematografica e del vivere sempre al massimo. Ma anche una Los Angeles dominata da un malaffare creato dai veterani tornati dalla guerra, dal racket delle scommesse, dalla droga, da incendi dolosi e da serial killer che si divertono a prendere in giro la polizia investigativa. In questo scenario il vostro alter ego è Cole Phelps, ex marine che al ritorno in patria entra a far parte della polizia come investigatore, secondo un filo conduttore che lo porterà poi a fare carriera nella omicidi, narcotici (chiamata anche Vice) e così via.

Delitti e scommesse in una Los Angeles perduta

Nessuno spazio alla componente multigiocatore, L.A. Noire per quanto disponga di molte delle caratteristiche proprie dei free roam predilige un approccio del giocatore più lineare, dove girovagare per la città diventa più un piacere visivo che altro, magari addirittura dopo aver terminato le vicende principali. Vi è infatti una apposita opzione denominata free roam che risulta utile per completare la raccolta di collezionabili oppure le missioni secondarie. La narrazione si sviluppa secondo tre piani paralleli, quello principale prevede la risoluzione di ventuno casi investigativi incentrati sulle problematiche esplicate poche righe più sopra, secondo un filo logico che inizialmente sembra essere scollegato nelle sue parti, ma che in seguito porta alla luce connessioni sempre maggiori tra i personaggi e i crimini nei quali si imbatte Phelps. Tra ogni caso e il successivo ci sono dei flashback non interattivi legati al periodo precedente a quello vissuto direttamente (la guerra ad Okinawa del 45' soprattutto) mentre durante lo svolgimento dei casi è possibile raccogliere dei giornali grazie ai quali lanciare brevi filmati che arricchiscono la storia principale e che mostrano le vicende di personaggi coinvolti in qualche modo con il protagonista principale. Qualcuno si starà sicuramente chiedendo se è possibile entrare negli edifici a proprio piacimento. La risposta è ni, nel senso che la maggior parte delle volte si può solamente se sono funzionali alla missione in corso; esistono ad ogni modo dei luoghi famosi che sono accessibili anche in altre occasioni ma che comunque hanno poco da offrire se non dal punto di vista puramente visivo. Eccoci al gameplay dunque, Cole Phelps si controlla come ci si aspetterebbe, con la corsa legata al tasto R2, il movimento demandato allo stick analogico sinistro, telecamera a quello destro e così via. La stessa cosa vale per le sezioni in macchina e le sparatorie, che condividono il sistema di copertura "fisso" come quello di Mafia 2 e in maniera standard per il genere. Sia ben chiaro però, la componente di azione in L.A Noire non è affatto quella principale, ma è anzi è relativa soprattutto alle missioni secondarie, che mai come in questo caso possono essere utilizzate per spezzare la storia e il tipo di gameplay che il gioco ha da offrire per la maggior parte del tempo. Il loro accesso è semplice, quando si è alla guida di una macchina della polizia può capitare in maniera casuale di ricevere una chiamata, la si accetta con il tasto X e immediatamente appare la posizione da raggiungere sulla mappa. Le missioni secondarie prevedono ad esempio sparatorie dopo un assalto in banca, inseguimenti in auto oppure a piedi, in strada o per palazzi, la cosa carina però è rappresentata dal fatto che queste quaranta missioni hanno nome proprio e un minimo di diversificazione sempre e comunque, a testimonianza che il Team Bondi ha cercato di rendere il titolo il più credibile possibile e legato ad un impianto narrativo.

Trofei PlayStation 3

L.A. Noire mette a disposizione 40 trofei, legati un po' a tutte le componenti del gioco. Quelli legati alla storia sono più o meno numerosi in base al fatto che il caso venga chiuso con la massima valutazione o meno, che si scoprano tutti gli indizi o che si facciano le giuste domande durante gli interrogatori. Altri invece si ottengono collezionando i giornali, le pellicole sparse per la mappa di gioco e con le missioni secondarie. I cacciatori di platino saranno contenti di sapere che volendo si può ottenere giocando il titolo una sola volta, ma ad ogni modo è possibile rigiocare i casi singoli senza dover ripartire completamente da capo.

Caso chiuso

Arriviamo finalmente ai casi che contraddistinguono la storia principale. L.A. Noire è un titolo investigativo e quindi offre per larghi tratti un gameplay ragionato e riflessivo: si raggiunge la scena del crimine e bisogna esaminare eventuali prove indiziarie sparse li attorno, ogni oggetto utile può fornire numeri telefonici, collegamenti oppure indicazioni sul modus operandi dei sospetti. Il taccuino funge da anello di congiunzione, e in base all'accuratezza della fase esplorativa le variabili a disposizione per ogni interrogatorio sono maggiori o meno. Per ogni risposta ricevuta si hanno tre modi per continuare, credere in quello che l'interlocutore afferma, metterlo in dubbio oppure accusarlo di mentire. In quest'ultimo caso bisogna selezionare l'indizio a supporto di questa tesi, a riprova dell'importanza di esaminare nel dettaglio la scena del crimine. In generale bisogna pensare e ripensare a cosa è successo in precedenza per fare la domanda giusta, ed esaminare anche le espressioni facciali dei personaggi, che talvolta indicano chiaramente se l'interlocutore ha qualcosa da nascondere o meno. Portare a termine con successo un interrogatorio permette di ottenere due benefici distinti, con il primo che si riflette su come viene risolto il caso: più o meno velocemente, dovendo fare un numero maggiore di spostamenti oppure incriminando un sospettato piuttosto che un altro. Sia ben chiaro, la storia e il finale di L.A. Noire sono già scritti nella pietra, cambia qualche scena o dialogo intermedio nonché la valutazione per ogni caso chiuso. Il secondo beneficio è quello di acquisire un numero maggiore di punti esperienza legati ai venti livelli disponibili, ognuno dei quali regala un punto intuito; questi può essere utilizzato per escludere una delle tre tipologie di domande e alcuni indizi sbagliati, oppure ancora segnalare tutte le prove da analizzare sulla scena del crimine. In realtà nel menù delle opzioni è possibile abilitare alcune semplificazioni, come un rumore di campanello in prossimità di un indizio oppure la fine della musica investigativa quando tutti gli elementi sono stati esaminati, al giocatore la scelta se utilizzarle o meno. Il fluire delle missioni segue quindi questo canovaccio con la parte di azione che solitamente si svolge nei momenti finali grazie a pedinamenti, inseguimenti e qualche sparatoria, soprattutto nella parte conclusiva dell'avventura. In tal senso ci sono piaciuti molto gli inseguimenti, con quelli in macchina bilanciati alla perfezione, divertenti e in alcuni casi addirittura appassionanti, e quelli a piedi più brevi ma spesso ugualmente validi. Purtroppo però non sono tutte rose e fiori: laddove infatti un Heavy Rain riesce a restituire un impianto narrativo sempre coinvolgente e degli enigmi super curati, complice anche la durata sensibilmente minore e il diverso tipo di gameplay, L.A. Noire soffre di una parte centrale piuttosto ripetitiva e che stenta a decollare dal punto di vista narrativo, in questo frangente le missioni secondarie diventano quasi un toccasana tra un caso e l'altro come ad esempio nella omicidi, dove bisogna fare praticamente le stesse cose per quattro - cinque crimini e dove magari qualche passaggio andrebbe eliminato per evitare eccessive ripetizioni. Fortuna che il resto invece è validissimo, la seconda metà del gioco scorre via molto meglio e il passaggio da una squadra investigativa ad un'altra coincide con qualche novità maggiore in chiave varietà, come quando il passaggio alla narcotici permette di prendere parte a casi legati alla droga e al racket delle scommesse. Vi dicevamo poi della volontà da parte dello sviluppatore di dare un taglio realistico e cinematografico al titolo; lo si nota in ogni piccolo dettaglio, quando ad esempio l'hud scompare totalmente nelle sezioni investigative oppure quando si sta per raggiungere il punto della missione e automaticamente parte la sequenza che introduce al crimine, senza punti luminosi o interruzioni di sorta. La stessa navigazione tra i vari posti di Los Angeles non avviene mediante il classico GPS con la linea che indica le strade da seguire: basta premere il tasto quadrato per farsi dire dal proprio partner dove girare al prossimo incrocio, partner che in pratica è sempre presente durante il corso del gioco. D'altronde è bene lavorare sempre in coppia per scambiarsi qualche battuta e magari vendere il proprio compagno dinnanzi ad una buona offerta, no? ;)

Delitti e scommesse in una Los Angeles perduta

Fiore all'occhiello della produzione è la oramai nota recitazione visiva dei personaggi, le cui espressioni facciali sono davvero impressionanti. A parte qualche transizione innaturale ci troviamo dinnanzi ad un nuovo standard per il genere, senza contare che la loro implementazione è tra i motivi principali che rendono gli interrogatori più profondi, i dialoghi interessanti e il titolo coinvolgente. L'unica concessione alla finzione, tra l'altro ben accetta, è la possibilità di raggiungere velocemente la propria destinazione lasciando la guida al compagno, nella pratica tenendo premuto il tasto triangolo in prossimità della propria macchina. Passando ad un piano puramente tecnico L.A. Noire sembra essere una leggera evoluzione dei precedenti lavori Rockstar. Permane infatti un aliasing piuttosto marcato ed una linea visiva non eccezionale come dettaglio, la situazione è invece migliorata per quanto concerne il frame rate e le ombre, finalmente di maggiore risoluzione. Gli scorci esterni sono solo discreti, salvo casi sporadici, mentre gli interni e l'attenzione per il dettaglio sono assolutamente da lodare. Complice la succitata regia e recitazione l'impatto col gioco è ad ogni modo piacevole e assolve pienamente allo scopo di creare atmosfera e dare credibilità alla produzione, pur non essendo irreprensibile in tutte le sue componenti. Stessa cosa accade per il comparto sonoro, con musiche di pregevole fattura ma forse troppo ridotte di numero, e un doppiaggio in inglese che va di pari passo con la tecnologia utilizzata per la recitazione, eccezionale. È cosa oramai nota che il titolo offra la traduzione italiana unicamente nei testi (con la solita problematica di leggibilità durante la guida, seppur venga eliminata quando è possibile attivare quella automatica), ma mai come in questo caso sarebbe stato difficile avere una parte audio adeguata alla recitazione visiva. Nota in calce per gli amanti delle statistiche e per dare una dimensione della longevità, abbiamo portato a termine L.A. Noire in circa ventuno ore di gioco, con venti missioni secondarie su quaranta e undici giornali su tredici, percentuale di completamento pari al 74.3%.

Conclusioni

Multiplayer.it
9.3
Lettori (999+)
8.8
Il tuo voto

L.A. Noire è l'ennesimo centro da parte di Rockstar, una produzione che con la sua personalità riesce a vivere di vita propria e lasciare il segno, un videogioco che grazie alla sua ambientazione, al tipo di gameplay, alla recitazione ed al taglio registico apre un varco per certi versi inedito all'interno di un panorama videoludico sempre più affollato. Ad un'analisi complessiva soffre però di alcune criticità che non gli consentono di raggiungere lo status completo di capolavoro, questo perché la storia in più punti sembra poter "esplodere" ma non lo fa mai completamente, e perché il pur validissimo gameplay per una buona fetta centrale è pericolosamente stiracchiato e ripetitivo. Tenendo ben presente a mente queste limitazioni e la struttura di base diversa rispetto ad altri free roam, L.A. Noire è sicuramente un titolo che qualche segno ed ispirazione li lascerà, eccome.

PRO

  • Un approccio diverso al genere
  • Ispirato, coinvolgente e con personalità
  • Registicamente eccezionale e ottimo impatto visivo

CONTRO

  • Alcuni momenti pericolosamente ripetitivi
  • Storia interessante ma che non riesce ad esplodere appieno
  • Qualche escursione maggiore dalla storia principale non sarebbe dispiaciuta