Sono passati quattro anni dalla tragica entrata in scena come protagonista di Joseph Capelli, i Chimera hanno definitivamente conquistato il nostro pianeta uccidendo il 90% della popolazione umana e riducendo alla disperazione le sparute sacche di resistenza sparse sulla Terra. Questi pochi sopravvissuti vivono sottoterra, in rifugi d'emergenza alimentati dall'illusione di poter vivere ancora una vita normale sfuggendo alle pattuglie aliene e recuperando i viveri attraverso piccole scorribande all'esterno. Resistance 3 si apre in questo modo, facendoci respirare l'odore acre del dramma, di una guerra praticamente persa, mostrandoci con tutta la forza del dolore, la situazione solitaria di un uomo disperato a cui non basta aver trovato una moglie e sentirsi preoccupato per un figlio di tre anni malato.
Perché Capelli è un soldato disonorato che non riuscirà mai a perdonarsi per aver assassinato a sangue freddo Nathan Hale, l'eroe consunto della serie realizzata da Insomniac in esclusiva PlayStation 3 e si ritroverà così coinvolto, come è lecito aspettarsi da un capitolo conclusivo di una saga, in una battaglia alimentata solo dalla disperazione nel tentativo estremo di bloccare l'avanzata dei Chimera. E state tranquilli se per qualche motivo non avete giocato i primi due capitoli perché Resistance 3 introduce il giocatore all'universo con una sintesi estremamente curata soprattutto dal punto di vista artistico e gli immancabili riferimenti ai titoli precedenti, a partire da un paio di comprimari che tornano per l'occasione, possono tranquillamente essere superati senza rischiare di non comprendere alcune parti di trama.
Tutta questa storia sprecata
Semmai il problema si annida in un canovaccio narrativo che pur avendo premesse eccezionali e pur coinvolgendo da subito il giocatore in una storia intensa e inizialmente narrata con grandi abilità cinematografiche ed artistiche, ben presto inizia a sfaldarsi diventando sempre più rarefatto e meno stimolante andando a perdere di spessore, anzi scomparendo del tutto, in alcune parti del gioco per poi tornare con gli immancabili fuochi d'artificio sul finale del gioco. In questo senso non aiuta neanche il protagonista taciturno e decisamente poco espressivo, quel Capelli che il giocatore comanderà e che ci è risultato veramente molto difficile impersonare. Va un po' meglio invece con i personaggi secondari che talvolta affiancano Joseph, in particolare il dottor Malikov che in questo terzo capitolo ritorna, anche se tutti si dimostrano ben presto appena accennati, delle piccole macchiette che entrano ed escono dalla scena senza lasciare impronte nella trama. E ci sentiamo anche di elogiare la buona durata della campagna: in un periodo in cui gli shooter in prima persona soffrono per un single player sbrigativo e sempre molto approssimativo, Resistance 3 spicca per almeno 8 ore di gameplay ininterrotto al secondo livello di difficoltà, quello normale (con un quarto livello che si sblocca una volta terminato il gioco).
Una storia che ci vedrà attraversare l'America in un viaggio quasi coast to coast dall'Oklhahoma fino a New York dove Capelli dovrà assaltare e distruggere una torre Chimera responsabile del lento ma costante raffreddamento della Terra e in grado di fungere anche da varco spazio-temporale verso il mondo natale degli assalitori alieni. Un viaggio decisamente lungo, composto da 20 capitoli ed estremamente vario dal punto di vista degli scenari. Vedremo di tutto: da zone urbane a foreste, da basi aliene a prigioni umane, da fogne disgustose a cunicoli minerari claustrofobici. Tutte le ambientazioni classiche degli shooter in prima persona qui ci sono e da questo punto di vista il gioco si dimostra sicuramente molto derivativo e zeppo di cliché non introducendo nulla di veramente nuovo ma prendendo a piene mani dalla tradizione degli FPS di questa generazione. Se pensate a una qualsiasi situazione ambientale o livello tipico di uno shooter, potete stare tranquilli perché in Resistance 3 c'è. Ad eccezione soltanto di un classico livello a bordo di un veicolo controllato dal giocatore. Tra l'altro, per tornare al discorso della trama, una grandissima parte del gioco vedrà il nostro protagonista completamente da solo alla mercé degli alieni, senza alcuna possibilità di scambiare due chiacchiere con qualcuno e di conseguenza senza alcun interessante progresso nella trama. In questi lunghi frangenti, il titolo prende una deriva fortemente da survival horror e in alcuni casi riuscirà con grande abilità a tenervi con il fiato sospeso grazie ad atmosfere molto cupe e cariche di tensione.
Ritorno al passato
Dove invece Resistance 3 funziona alla perfezione è nel suo gameplay da shooter in prima persona. Dopo la digressione operata da Insomniac con il secondo capitolo, questo terzo titolo rappresenta a tutti gli effetti un salto nel passato della saga grazie al recupero di meccaniche molto più in linea con quelle di Fall of Man, capostipite della serie. Prima di tutto è sparita la rigenerazione automatica della vita, usuale filo conduttore di tutti gli shooter di questa generazione in favore di un indicatore circolare dell'energia che deve necessariamente essere ripristinato a mano raccogliendo le varie ampolle verdi sparse per lo scenario o lasciate a terra da alcuni nemici.
Il combattimento in questo modo, pur non perdendo in frenesia e caos dell'azione, ne guadagna moltissimo in termini tattici e di gestione dei ripari sparsi sul terreno. In molti frangenti il pathos evocato dall'avere due o tre tacche di energia e dover far irruzione in una stanza con il rischio di essere fatti fuori con un paio di colpi si sente e diventa praticamente obbligatorio per il giocatore studiare a colpo d'occhio gli elementi sparsi sul terreno alla ricerca di quel verde brillante che permette di identificare al volo il medikit. Allo stesso tempo abbiamo un ritorno al passato anche per quello che riguarda la gestione delle armi. Resistance 3 ne offre dodici nel corso dell'intera campagna che il protagonista può portare con sè senza limiti di spazio. La loro gestione avviene tramite il pulsante triangolo che permette sia di alternare tra le ultime due utilizzate se premuto rapidamente oppure, aumentando il tempo di pressione, fa apparire in sovraimpressione un menu radiale per consentire la selezione di tutto l'armamentario mandando in pausa il gameplay. Ogni arma, ad eccezione di un martello che si prende a metà gioco e più adatto al combattimento corpo a corpo, ha una modalità di fuoco alternativa particolarmente ispirata e originale. Si passa dall'esplosione dei proiettili della Magnum o il proiettile tracciante della Bullseye già visti in passato, alla granata della carabina o al getto d'aria sotto pressione della cryogun in grado di mandare in frantumi i nemici congelati in precedenza con il fuoco normale. La varietà è enorme, complice l'armamentario in parte umano e in parte alieno e gli stili di combattimento si modificano in modo totalizzante passando da un'arma all'altra. Come se questo non bastasse inoltre, ogni arma si potenzia con l'uso attraverso due livelli aggiuntivi che modificano in modo passivo la forza dei proiettili piuttosto che lo stile del mirino aggiungendo talvolta delle feature alla bocca da fuoco come ad esempio la baionetta sulla carabina.
Il risultato è assolutamente inedito per chi è abituato agli FPS degli ultimi tre o quattro anni e stimola una grande gestione tattica degli scontri. Le munizioni sono infatti piuttosto limitate e specie ai livelli di difficoltà maggiori diventa un requisito fondamentale studiare la tipologia di nemico e il suo posizionamento per utilizzare l'arma migliore nel corso della battaglia. Un paio di colpi di Auger per stanare i nemici più riparati, qualche raffica di carabina per i nemici che iniziano ad avvicinarsi e poi un manciata di colpi di Rossmore, il fucile a pompa, per stanare i Chimera nascosti dietro l'angolo. Il coinvolgimento è enorme e il senso di soddisfazione una volta ripulita l'area è notevole nonostante un'intelligenza artificiale del nemico non proprio di primissimo livello. Alieni imbalsamati in mezzo alle stanze se ne vedono e spesso le tattiche da loro utilizzate per accerchiarci sono approssimative e troppo facili da fronteggiare. Da questo punto di vista ci saremmo aspettati sicuramente una sfida maggiore e si fa notare anche una certa tirchieria nell'uso delle granate (se ne incontrano quattro tipi diversi) da parte loro. Ultimo appunto per i boss: pochini, decisamente poco ispirati e succubi di meccaniche di incontro veramente datate perchè ancora basate sui soliti punti deboli da colpire ed adeguatamente messi in risalto da speciali punti luminosi su schermo. Veramente poco credibile per nemici enormi in grado di spazzare via in un attimo interi villaggi.
Trofei PlayStation 3
Il gioco offre 59 trofei compreso l'immancabile platino. Ne troviamo poi soltanto uno dorato che si sblocca completando la campagna con il livello di difficoltà sbloccabile superumano. Ci sono poi quattro trofei d'argento che si guadagnano completando il gioco, collezionando tutti i giornali sparsi nello scenario, potenziando tutte le armi e giocando in cooperative. Rimangono poi 54 trofei di bronzo che spaziano dai classici collezionabili legati a vari numeri di nemici uccisi al superamento di alcuni punti chiave della trama, all'uso particolare dell'armamentario.
Tutti insieme appassionatamente?
Resistance 3 offre ovviamente anche una componente multiplayer competitiva e cooperativa. In entrambi i casi con grandi differenze rispetto al passato della serie. Partiamo dalla cooperativa che permette questa volta di giocare l'intera campagna single player in due giocatori sia in split screen che online. In quest'ultimo caso non è però ben chiaro come mai sia possibile soltanto invitare degli amici e non giocare con il primo che capita. Cambio integrale anche per il competitivo che ora si avvicina pericolosamente agli standard del genere. Permane un sistema a classi (soltanto quattro questa volta) ognuna con abilità specifiche che possono essere richiamate durante il gioco rispettando il classico cooldown. Ritorna la rigenerazione automatica dell'energia e in aggiunta ci sono poi le killstreak attivabili quando si uccidono serie crescenti di avversari senza perdere la vita. Di fondo, rispetto al passato, c'è però un sistema di esperienza a livelli che permette di guadagnare punti che possono essere spesi per sbloccare l'armamentario e le abilità aggiuntive. Il risultato è, come di consueto in questi casi, un multiplayer inizialmente piuttosto sbilanciato quando con il proprio personaggio con armi limitate ci si fronteggia con persone che passano intere giornate a sbloccare elementi di gioco. Sul lungo periodo però la situazione tende a normalizzarsi lasciando grande spazio a un'ottima configurabilità del proprio avatar e offrendo una buona varietà di stili di gioco. In termini di modalità di gioco abbiamo i classici deathmatch tutti contro tutti e a squadre, il capture the flag e due modalità più articolate: Breach dove bisogna distruggere o difendere un determinato obiettivo e Chain Reaction che offre un gameplay focalizzato sulla cattura e mantenimento di alcuni punti del territorio.
In tutti i casi c'è un limite a sedici giocatori contemporaneamente ed è possibile scegliere tra una decina di mappe in gran parte versioni revisionate e modificate di quelle viste nel single player. Il cambio di gameplay è insomma enorme rispetto al secondo Resistance ed è sicuramente una cosa di cui bisogna tener conto: se avete apprezzato i numeri massicci del prequel e lo stile di gioco che si veniva a determinare, qui vi troverete di fronte a un multiplayer molto più standardizzato e probabilmente meno originale ma a parere di chi scrive, più rodato e stimolante sia sul breve che sul lungo periodo. E' importante segnalare che al momento della nostra prova abbiamo già dovuto scaricare due differenti patch, entrambe superiori ai 600 MB di peso e a tutt'oggi si presentano fenomeni non sporadici di lag mentre l'engine sembra mostrare troppo il fianco ad alcuni rallentamenti anche vistosi in presenza di molti avversari su schermo. Inoltre Resistance 3 è il primo titolo Sony a richiedere un online pass, in questo caso denominato PSN Pass: un codice incluso nella confezione del gioco che va riscosso nel PSN Store per consentire l'accesso alla componente multigiocatore.
Mmmmh...
Se dal punto di vista artistico e di design il lavoro fatto da Insomniac è assolutamente eccezionale e risulta molto evidente nel taglio delle scene d'intermezzo rompendo in modo netto con lo stile passato della serie, in termini puramente tecnici il prodotto non riesce a fare quel salto in avanti che a nostro parere è fondamentale per un titolo first party. Resistance 3 è piuttosto sporco e generalmente poco dettagliato con l'ottima varietà degli scenari che cozza contro una loro realizzazione piuttosto approssimativa. Ci sono moltissime texture con dettagli piuttosto bassi così come i modelli dei personaggi che si presentano anche piuttosto statici e animati in modo legnoso.
Si salvano però le armi e diversi effetti speciali su schermo che contribuiscono a rendere vivi gli scontri più corposi. Sicuramente buono il frame rate, ma soltanto in single player dove, nonostante il numero abbondante di nemici su schermo, riesce a essere sempre molto stabile. Appena buona la gestione delle luci con un HDR ambientale appena percepibile e decisamente lontano dal mostro sacro di PlayStation 3, Killzone 3. Non sono poche le occasioni, tra l'altro, in cui abbiamo notato la mancanza di ombre sui personaggi, probabilmente per mantenere alta la fluidità di quanto mostrato su schermo. Resistance 3 supporta il 3D e può essere anche interamente giocato con il Move. Nel primo caso non possiamo esibirci in un giudizio non avendolo provato su televisori compatibili, mentre per quello che riguarda la periferica aggiuntiva, abbiamo notato una sensibilità molto ridotta anche agendo in modo massiccio sui settaggi che si traduce in una reattività piuttosto bassa. Elemento che pesa abbastanza nelle situazioni più concitate e che ci obbliga a sconsigliare questa modalità di controllo per sperimentare al meglio il gameplay di Resistance 3.
Conclusioni
Resistance 3 si presenta come un titolo single player appagante, piuttosto longevo e con un'ottima vena artistica potenziata da una trama che inizialmente riesce a coinvolgere il giocatore per la bontà dello stile narrativo. Peccato che a partire da metà gioco questa spinta si esaurisca e rimanga "soltanto" un gameplay molto vario e ben strutturato nelle meccaniche di gioco complice la rigenerazione manuale dell'energia e un armamentario vasto e piuttosto originale. Molto buona anche l'offerta multiplayer con il cooperative della campagna e un competitivo che si stacca con forza dal precedente capitolo risultando più immediato e divertente sia sul breve che sul lungo periodo pur peccando di problemi di bilanciamento e di fluidità dell'azione. Un degno capitolo conclusivo (almeno per ora) della saga di Insomniac che ci sentiamo di consigliare non soltanto ai fan ma anche a chi non ha apprezzato per vari motivi i capitoli precedenti a patto di sorvolare su un aspetto tecnico decisamente non all'avanguardia.
PRO
- Molto piacevole lo spunto iniziale della trama
- Ben realizzate artisticamente e in termini di regia le sequenze d'intermezzo
- Un FPS con personalità e meccaniche di gioco originali
- Il multiplayer si avvicina agli standard odierni con un gameplay più immediato...
CONTRO
- ...ma questo per molti potrebbe essere un fattore negativo
- Graficamente sottotono
- Si sarebbe potuto fare qualcosa di più con l'intelligenza artificiale