Linee di sangue
In linea di massima, la macro-storia che compone la saga di Castlevania (più di una ventina di giochi in totale, per il momento) è incentrata sull’eterna sfida tra il clan dei Belmont, secolare famiglia di cacciatori di vampiri, e Dracula. La sfida non è altro che la solita lotta continua tra bene e male, dove il male è qui sempre rappresentato dal Signore dei Vampiri di Transilvania, a più riprese evocato, cercato e fatto risorgere da personaggi oscuri sempre in cerca di un potere superiore. Sulla base di questa macro-storia, si innestano varie divagazioni secondarie e spin-off, con personaggi diversi ma quasi sempre in qualche modo connessi con i Belmont, e comunque, sempre, con Dracula.
La storia di Symphony of the Night parte pochi anni dopo la conclusione di Rondo of Blood, celebre capitolo della serie uscito su PC Engine, che vedeva protagonista Richter Belmont, il cui scontro finale contro il vampiro fa da prologo al gioco (da notare che se non si sblocca il gioco intero, la versione demo permette di provare solo questa piccola introduzione). E’ il 1796, Richter è apparentemente scomparso e il protagonista della vicenda è Alucard, figlio di Dracula e di una donna umana, già presente in capitoli precedenti a questo, e votato al bene degli umani e allo scontro con il malvagio padre. Il nostro eroe, consapevole dei suoi poteri di origine oscura, si era imposto un sonno magico che sarebbe dovuto essere eterno, ma l’incantesimo si spezza nel momento in cui Castlevania, il castello di Dracula, riemerge tra le nebbie transilvane, spingendo Alucard a lottare ancora. Il Nostro, da buon figlio del Signore delle Tenebre, è un personaggio estremamente potente, e nelle prime schermate dimostra di poter sistemare i nemici con grande tranquillità, ma dopo i primi minuti di gioco incontreremo la Morte in persona, braccio destro di Dracula, che lo priverà di tutti i poteri e armature, costringendoci a ripartire da zero, avanzando di livello in livello fino a costruire un personaggio che sia degno di combattere contro il padrone di Castlevania.
All’interno del castello troveremo altri personaggi: Maria, cognata di Richter Belmont ci fornirà informazioni utili su ciò che sta accadendo, Shaft, oscuro individuo ossessionato dalla volontà di riportare in vita Dracula, e lo stesso Richter, che diventerà anche un personaggio giocabile una volta completato il gioco la prima volta.
Symphony of the Night è caratterizzato da diversi finali, raggiungibili in vari modi: per poterne vedere alcuni si dovrà completare più volte l’esplorazione di tutto il castello, giacché il 100% è soltanto l’inizio...
A caccia di vampiri
Per quei pochi che non conoscessero Castlevania, è essenzialmente un action-adventure, basato su un’impostazione platform. Si tratta di accompagnare il protagonista, nella fattispecie Alucard, verso il suo obiettivo: eliminare una volta per tutte il Conte Dracula, villain storico della serie. Dovremo dunque esplorare col nostro eroe un enorme castello (quello di Dracula, per l’appunto), disseminato di piattaforme e mostri di vario genere, da abbattere con diversi tipi di attacco a disposizione. Il capitolo Symphony of the Night, in particolare, ha introdotto nuove caratteristiche, che sono poi divenute standard: oltre all’azione classica, la struttura di gioco risulta approfondita da vari elementi mutuati dal mondo dei giochi di ruolo. Il personaggio principale non è dunque più immutabile, ma si evolve, progredendo di livello in livello accumulando punti esperienza ogni volta che vengono eliminati i nemici. Questo comporta l’aumento delle varie caratteristiche come attacco, difesa, energia magica, ecc. valori modificabili anche grazie alle numerose armi, armature e accessori che possono essere trovati in giro per il castello (o acquistati nell’apposito negozio) ed equipaggiati. Tale nuova introduzione, pur portando ad un approfondimento delle dinamiche, comporta anche un lato negativo: le primissime ore rappresentano infatti una sfida dura e impegnativa, ma se si ha la pazienza di “livellare” un po’, facendo progredire il proprio personaggio, il livello di difficoltà si abbassa di conseguenza in maniera notevole, quasi eccessiva, annullando quasi la sfida, che permarrà a quel punto solo negli scontri con i boss.
Laddove l’arma tradizionale di Castlevania era la frusta, in questo capitolo le armi sono di vario genere e possono essere equipaggiate a coppie, una per mano, e i diversi effetti e caratteristiche di queste donano un tocco strategico alla gestione del giocatore. Non c'è una suddivisone in livelli, ma c'è la possibilità di esplorare il castello in libertà, sebbene diverse zone richiedano oggetti specifici o particolari abilità per essere raggiunte, con la raccolta di tre rari artefatti consente ad Alucard la trasformazione in lupo, pipistrello e nebbia (in linea con alcune leggende sui vampiri). Oltre al classico slot delle armi secondarie, Symphony of the Night contiene anche un repertorio di attacchi speciali che possono essere attivati effettuando particolari movimenti con il pad e combinazioni di tasti, che fanno scaturire magie di vario tipo.
Castlevania oggi
Commentare dal punto di vista tecnico un gioco di più di dieci anni fa può avere poco senso, e sembrare ingiusto, perfino, ma si tratta comunque di un titolo che, al contrario di Galaga e Dig Dug, per dirne un paio, può effettivamente avanzare delle pretese qualitative. Castlevania è stato riadattato da Digital Eclipse per Xbox Live Arcade lasciandolo pressoché identico all’originale, senza nessuna modifica o aggiunta, tranne un piccolo il lavoro di adattamento della grafica, per la quale sono stati utilizzati particolari filtri (disattivabili nella schermata delle opzioni) per aumentarne la definizione e diminuire l’altrimenti inevitabile “spixellamento” che avrebbe colpito sprite e scenari in 2D. L’immagine può essere “stirata” a piacere per calzare al meglio rispetto alle dimensioni dello schermo, aumentando o diminuendo la cornice che contorna la scena di gioco. In generale, l’impressione è che si sarebbe potuto fare qualcosa di meglio: l’ideale sarebbe stato ad esempio rendere il gioco ottimizzato per essere visibile nel migliore dei modi sugli schermi più grandi e ad alta definizione, o ancora meglio supportare il 16/9 senza dover stretchare l’immagine in orizzontale.
L’accompagnamento sonoro, caratterizzato dalle solite, belle musiche orchestrali, non ha subito particolari rimaneggiamenti nonostante la compressione a cui tutto il gioco è stato sottoposto per rientrare nei 90 MB di spazio a disposizione, e mantiene inalterato il suo fascino. Sono rimasti gli stessi anche i terribili dialoghi parlati della versione americana (sottotitoli in Italiano), che comunque sono ormai diventati un cult, per la serie.
Certamente, non si può non notare come il gioco appaia un po’ tecnicamente datato, d’altra parte già all’epoca della sua uscita non rappresentava propriamente la punta più avanzata nella produzione videludica, ma è anche vero che l’intera serie di Castlevania ha delle regole da rispettare. Certi sprite, ad esempio, devono essere disegnati in un determinato modo, e animati con quei particolari movimenti che li caratterizzano da anni, sono cifre stilistiche che vanno conservate, e di cui bisogna essere consapevoli prima di addentrarsi nel castello di Dracula.
Obiettivi 360
Gli obiettivi sbloccabili sono stati implementati in questo titolo in maniera piuttosto intelligente. Non avendo una struttura lineare, a livelli, Symphony of the Night necessita dunque di altri criteri per assegnare riconoscimenti ai giocatori, e il sistema adottato da Konami sembra ripagare bene coloro che hanno voglia di impegnarsi particolarmente. Gli achievements sono come di regola (per il Live Arcade) 12, per un totale di 200 punti. Alcuni sono piuttosto facili da sbloccare, come quelli che possono essere raggiunti uccidendo alcuni boss o raccogliendo particolari artefatti disseminati per il castello, mentre altri sono dedicati agli utenti più impegnati, e prevedono il completamento del gioco anche con Richter o il raggiungimento del 200.6% delle zone scoperte del mondo di gioco. Per portare via tutto il bottino, quindi, serve molto tempo.
Commento
Quale può essere il valore di questo gioco a dieci anni dalla sua uscita originaria? Castlevania: Symphony of the Night non conta certamente sulla potenza iconica dei classici arcade degli anni ‘80, né sulla rievocazione nostalgica dei “bei tempi andati”. Si ripropone esattamente per quello che era dieci anni fa, uno splendido action/adventure in 2D, e non solo esce a testa alta in mezzo all’attuale offerta di Live Arcade, ma rende anche imbarazzante il confronto con i nuovi Castlevania “maggiori”, quelli costruiti inevitabilmente in 3D per venire incontro alla domanda del pubblico e alla corsa tecnologica. Coloro che lo hanno giocato solo qualche anno fa non troveranno particolare interesse in questa riedizione, mentre il pubblico nuovo non potrà non trovare il gioco tecnicamente datato. Si tratta comunque di un capolavoro di un paio di generazioni fa disponibile a soli 8 euro, che potrà comunque rappresentare una piacevole sorpresa per coloro che non lo conoscono. Symphony of the Night non è invecchiato male, anzi, non è invecchiato affatto.
Pro
- Gameplay praticamente eterno
- Lungo e impegnativo con buona implementazione degli obiettivi
- Prezzo assolutamente invogliante
- Lavoro di adattamento minimo
- In molti lo avranno stra-giocato solo qualche anno fa
- Curva della difficoltà mal calibrata
Castlevania: Symphony of the Night è stato probabilmente il titolo sul quale è stato montato più hype, e su cui si è concentrata la maggiore attesa, tra quelli comparsi nell’offerta Live Arcade. I motivi sono molteplici: al di là del valore stesso del gioco in questione, si tratta del primo adattamento di un gioco “moderno” all’interno della linea dei classici del servizio di digital delivery Microsoft, appartenente alla generazione 32 bit, relativamente vicina in termini cronologici. Trattandosi inoltre di un gioco originariamente risiedente su CD-Rom, da subito si sono sollevati interrogativi sull’effettiva possibilità di inserirlo nel programma Live Arcade, data la limitazione imposta finora da Microsoft sulla dimensione massima dei file scaricabili, pari a 50 MB. Castlevania ha portato un’innovazione in tal senso, uscendo dai limiti finora consentiti (il file ammonta a 90 MB) e creando dunque un precedente interessante, che verosimilmente amplierà le capacità del Live Arcade con la possibilità di introdurvi giochi più “pesanti”, da parte delle software house.
Ma non sono queste le uniche innovazioni portate dal gioco di Koji Higarashi nel Marketplace di Xbox 360: l’avventura di Alucard supera i confini finora imposti da Live Arcade anche concettualmente. Dopo un lungo periodo in cui i giochi presenti all’interno del catalogo scaricabile di Xbox 360 sono stati palesemente indirizzati ad un tipo di intrattenimento molto immediato, semplice ed elementare (puzzle game, sparatutto, classici arcade, alcuni giochi tendenti a un’utenza casual), Castlevania si presenta come una lunga e ricca esperienza, complessa ed impegnativa. E’ proprio una sensazione diversa, quella che colpisce il giocatore alle prese con questo titolo, paragonato all’esperienza degli altri giochi Live Arcade: ci troviamo effettivamente di fronte ad un action/adventure che fu studiato e sviluppato per essere un titolo di punta nel mercato, di console che risalgono a pochi anni fa, e la differenza con i giochi sviluppati in regime budget e indirizzati all’"intrattenimento immediato" è evidente (senza che questo comporti necessariamente giudizi sulla qualità intrinseca di tali prodotti, si parla proprio di concept differenti) e dona una marcia in più a questo gioco.