Per dirla con le parole di Garry Kasparov, forse il più grande scacchista dell’era moderna, gli scacchi sono “lo sport più violento che esista”. Perché una tale affermazione, che a prima vista può sembrare una solenne esagerazione? Chiunque abbia affrontato qualche partita con un avversario di pari livello non faticherà a trovare una risposta: riuscire a dare scacco matto al re avversario richiede tanta strategia, tante macchinazioni mentali e tanta capacità di confondere l’antagonista che nessuno si augurerebbe mai di trovarsi di fronte, nei panni di stratega di un esercito nemico, uno dei massimi esponenti di quest’arte, che quando si trasferisce a livello agonistico diventa un vero trionfo della capacità, tutta umana, di ragionare. Ubisoft, sempre attenta, ha subito visto la possibilità di ancorare la saga di Chessmaster, glorioso punto di riferimento dello scacchista virtuale dal 1986, al trend vincente inaugurato dal Brain Training di Nintendo, e la versione DS del simulatore include tante opzioni in questo senso.
A scuola da Josh
In un gioco che come sottotitolo ha “L’arte d’apprendere”, non ci si può aspettare altro, come primo requisito, di trovarsi di fronte ad un tutorial completo, approfondito e sufficientemente chiaro. Da diverso tempo ad occuparsi di quest’aspetto nei vari Chessmaster è Josh Waitzkin, campione della disciplina nonché cultore di arti marziali, che proprio quest’anno ha pubblicato un libro chiamato, guarda caso, “The Art of Learning”, col quale intende diffondere a livello popolare la conoscenza degli scacchi, per poi estendere il discorso a un livello più generale, sulle capacità dell’essere umano di apprendere e il modo giusto col quale imparare una qualsiasi arte, mestiere, disciplina. Il buon Josh, in questa versione, si presenta sullo schermo superiore con dei brevi filmati digitalizzati mentre tutto il testo è solo scritto, e ci parla, molto a fondo ma con semplicità e grande capacità di sintesi, di tutti i concetti del gioco, a partire dalla scacchiera, proseguendo con capacità e valori di ogni singolo pezzo fino ad arrivare alle più micidiali tecniche avanzate. In questa parte del gioco, assolutamente fondamentale e prima tappa obbligata per chi si avvicina solo adesso a questo mondo, possiamo riscontrare fortunatamente solo due difetti: il primo è di natura tecnica ed è assolutamente trascurabile, vale a dire l’omissione dell’ultima riga nel testo. Un bug che influisce veramente poco, in quanto quasi mai la spiegazione arriva a sfruttare tutte le righe di testo a disposizione, e in genere lo fa con un avverbio che non ostacola per nulla la comprensione. Un po’ più grave è il fatto che non si faccia distinzione tra vere e proprie “mosse speciali” come l’arrocco, nel quale i pezzi fanno movimenti che normalmente non potrebbero compiere, e quelli che invece andrebbero trattati come concetti avanzati, la forchetta o l’inchiodatura per esempio, che sono tecniche che nascono direttamente dalle caratteristiche normali di ogni pezzo. Questa cosa contrasta un po’ con la rigorosa precisione del resto del tutorial, precisione che, peraltro, non va mai a scapito della semplicità e della chiarezza; del resto, come dice lo stesso Josh quando fate la sua conoscenza, le regole degli scacchi sono semplicissime, pur dando vita, come tutti i grandi giochi, a tattiche e strategie di una complessità a prima vista inimmaginabile.
Fante, cavallo e re
Il lavoro di Waitzkin per la versione DS di Chessmaster non si è però limitato al solo tutorial: il campione americano è anche il responsabile di quegli aspetti che ci rimandano direttamente a Brain Training e compagnia, e cioè il “Programma d’Allenamento”. Questo consiste fondamentalmente in una serie di veri e propri minigiochi da una parte, e in una di più classici problemi scacchistici, di quelli che trovereste anche sulla Settimana Enigmistica per intenderci, dall’altra. I minigiochi in particolare, pur rimanendo rigorosamente legati alle regole del gioco, denotano un certo sforzo di fantasia: muovendo i pezzi potrete infatti affrontare sfide classiche dei puzzle game come eliminare i pezzi di frutta uguali, trovare e disinnescare le mine di un campo minato (ehm…), comporre un dipinto nascosto (ma questo è Gal’s Panic!)… La difficoltà di questi minigiochi, tra l’altro non sempre di immediatissima comprensione, giunge presto a livelli piuttosto elevati e ciò può costituire un problema, in quanto inizialmente ne avrete a disposizione solo uno e per sbloccare gli altri dovrete dimostrare una certa bravura con quelli precedenti.
le regole degli scacchi sono semplicissime
Fante, cavallo e re
I Problemi di Scacchi sono invece classici, come ad esempio dare scacco matto in una sola mossa, trovare l’unica mossa che vi permette di evitare a vostra volta il matto, fare una “forchetta” (cioè minacciare contemporaneamente due pezzi con lo stesso pezzo non minacciato a sua volta) e così via. Sia minigiochi che problemi, una volta portati a termine, analizzano le vostre capacità analitiche, di concentrazione e di memoria a seconda del punteggio e del tempo impiegato, e dovrebbero così rappresentare in termini numerici l’evoluzione della vostra bravura. Il risultato non è raggiunto appieno, in quanto si ha sempre la sensazione che il computer calcoli le vostre capacità in modo bislacco: non si capisce, per esempio, secondo quale criterio ogni minigioco e ogni problema sia legato ad una sola capacità e non alle altre; in generale, quest’aspetto del gioco che avrebbe dovuto rappresentare il fiore all’occhiello di Chessmaster DS non convince completamente, principalmente per la scarsa accessibilità dei minigiochi e il sistema di punteggi. Tutto questo tenendo ben presente che, a livello “empirico”, affrontare spesso i minigiochi e soprattutto i problemi non potrà fare altro che allenare sul serio la vostra capacità scacchistica, nonostante qualsiasi sistema di punteggio poco comprensibile!
Cane mangia cane
Al di là di tutorial, minigiochi e problemi, però, il vero cuore di Chessmaster esce fuori quando, finalmente, ci si pone di fronte ad una scacchiera, un avversario e una partita completa. Anche nella sua modalità principe Chessmaster offre diverse opzioni, a partire dalle partite classificate, veri e propri scontri che utilizzano le regole universalmente riconosciute. Qui l’engine “The King”, che dalla prima versione accompagna la serie, è inossidabile garanzia di qualità in quanto, probabilmente, si tratta del miglior engine scacchistico presente sul mercato a livello consumer, senza andare ovviamente a scomodare mostri come Deep Blue costruiti appositamente per mettere in difficoltà i più grandi campioni. Sui processori del DS, The King riesce a dare vita ad un Chessmaster DS (il mitico signore barbuto che tanto somiglia a Babbo Natale) dal punteggio Elo (lo standard utilizzato a livello internazionale per classificare la bravura dei giocatori) di 1850, il che ne farebbe un onesto campione nella vita reale (per intenderci, Waitzkin, che non è mai arrivato allo stadio di Grandmaster, aveva nel 2004 un Elo di 2464), e certamente siamo lontani dai risultati raggiungibili sui processori PC più performanti, ma comunque in grado di rendere sane mazzate alla maggioranza di chi comprerà questo gioco.
Qui l’engine “The King”, che dalla prima versione accompagna la serie, è inossidabile garanzia di qualità
Cane mangia cane
In totale ci sono 24 personalità virtuali diverse, equamente suddivise in tre livelli di difficoltà, ognuna dotata di un punteggio Elo ma anche di un modo particolare di giocare, tanto che potreste facilmente faticare a superare un determinato giocatore e trovare invece poche difficoltà con uno superiore solo perché il suo modo di giocare è poco efficace contro le vostre tattiche. Una cosa, questa, che contrasta col classico concetto di difficoltà in un videogioco, ma che, a ben guardare, non è che l’ennesima conferma delle qualità di The King. Oltre alle partite classificate, nelle quali anche voi avete un punteggio Elo che si modificherà in base a vittorie e sconfitte, c’è l’ovvio allenamento (che vi permette anche di usufruire di diversi aiuti) e la presenza di situazioni prese da alcune partite storiche che starà poi a voi risolvere. Potrete infine divertirvi a creare da voi delle situazioni di partenza. Non manca una modalità multiplayer a due giocatori, con una sola scheda, che oltre ad una classica partita prevede anche scontri con regole speciali, ma si nota l’assenza di un’opzione online, che sarebbe stata ben poco onerosa da implementare in un gioco di scacchi e che avrebbe donato longevità praticamente infinita ad un titolo che ne ha già da vendere.
Mai come in Chessmaster DS l’aspetto tecnico è da considerare come ultimissima cosa: l’engine grafico 2D e le musiche ambient sono entrambi gradevolmente anonimi, chiari e tutti asserviti alla condizione ottimale per disputare una partita. C’è da dire, infine, che il sistema di controllo tramite pennino e touch screen, che pur non deve aver richiesto ai programmatori chissà quali sforzi, si rivela alla pari, forse superiore, del controllo via mouse dei PC, e certamente inarrivabile, per intuitività e semplicità, su console.
In 21 anni di storia una serie di simulazione scacchistica che già era notevole in partenza non può aver fatto altro che migliorare, e infatti non si può far altro che ribadire che, anche nella sua versione DS, Chessmaster è il punto di riferimento de facto del genere, ritrovandosi tra l’altro sul portatile Nintendo anche un sistema di controllo perfetto. Purtroppo però quello che è un ammirevole tentativo di Ubisoft di offrire qualcosa di più agli utenti DS non si può dire riuscito perfettamente, e il “contorno” risulta quindi non all’altezza, sebbene per nulla sgradevole, della portata principale. Anche la mancanza di una modalità online pesa sul punteggio finale di quella che resta una scelta obbligata (lo sarebbe anche se non fosse l’unica…) per chi vuole portare sempre con sé una scacchiera virtuale e tanti avversari belli tosti!
Pro
- Chessmaster vuol dire fiducia
- Tonnellate di opzioni e modalità
- Controlli perfetti
- Innovazioni non riuscite appieno
- Dov’è l’online?