L'autoironia è una scommessa rischiosa perché, quando esagerata, si trasforma in una scusa per poter mettere in un gioco sempre i soliti cliché giustificandoli con una battuta. Doom & Destiny Worlds, terzo capitolo di una saga sviluppata dagli italiani di Heartbit Interactive, è sempre in bilico su questo precipizio e spesso finisce per cascarci dentro. Le sue premesse sono semplici: un gruppo di quattro amici nerd viene trasportato in un mondo fantastico mentre sta giocando di ruolo e si ritrova con l'amnesia su un'isola deserta. Nessuno si ricorda perché è lì e i protagonisti devono ora farsi largo tra le 60 isole del mondo di gioco per scoprire le trame di chi li ha rapiti.
Doom & Destiny Worlds è un open world, un gioco survival e, prima di tutto, un GdR vecchio stile in pixel art. I quattro protagonisti Nigel, Mike, Frances e Johnny, sono i quattro modelli base di nerd presenti in ogni compagnia di amici con delle caratteristiche personali che si traducono in statistiche di gioco che permettono loro di impugnare determinate armi e fare determinate azioni. Come in ogni survival, poi, il crafting è il pilastro portante del gioco e le opzioni sono davvero tante, sia per quanto riguarda l'esplorazione, sia per quanto riguarda il combattimento. Bisogna tenere d'occhio la fame, la sete e riposo e gli scontri con i nemici (tra cui dei goblin ossessionati dal cosplay) sono a turni proprio come vuole la tradizione.
In questa recensione di Doom & Destiny Worlds cercheremo di fare un bilancio tra ciò che è venuto bene agli italiani di Heartbit e ciò che poteva essere fatto diversamente per svecchiare l'esperienza e il suo umorismo.
Isola deserta, amnesia e picconate
L'inizio di Doom & Destiny World è identico a quello di migliaia di altri videogiochi: se giocate in solitaria vi ritroverete nudi su un'isola deserta con il solo obiettivo di sopravvivere e trovare i vostri compagni di avventura. Nei primi minuti imparerete il sistema di crafting, la gestione degli indicatori e l'utilizzo delle varie armi e dei vari strumenti come la spada per tagliare l'erba e le piante o il piccone per minare la roccia. Poi riunirete il vostro party per cercare di capire cosa è successo, il tutto familiarizzando con il semplice sistema di combattimento e con lo stratificato crafting fatto di oggetti da reperire esplorando e stazioni di creazione. Un po' alla Minecraft potrete minare la roccia e immagazzinarla nel vostro inventario per poi riposizionarla (con dei limiti) creando nuove strade e collegamenti, ma il sistema non è sempre preciso. Non è detto che sia davvero impossibile posizionare un blocco se il gioco ve lo impedisce, a volte basta cambiare angolazione o semplicemente muovere leggermente la levetta del movimento e il sistema cambierà idea.
Una volta ritrovati i vostri amici potrete iniziare a esplorare il vasto mondo di gioco composto da più di 60 isole ognuna delle quali ha qualcosa da offrire. Il nostro consiglio per iniziare al meglio l'avventura è di esplorare la segreta che si trova in cima alla torre dove, oltre a salvare l'ultimo membro del party, alla fine incontrerete un personaggio chiamato Destiny che vi darà il progetto per realizzare una zattera con cui esplorare l'arcipelago. Questa è fondamentale perché nuotare per andare da un'isola all'altra consuma parecchia energia e spesso le distanze sono troppo grandi. Il vostro obiettivo è sconfiggere tre tiranni (boss) per trovare la via di casa ma per essere abbastanza forti per farlo vi aspettano tanto farming e tanto crafting. Il segreto di Doom & Destiny Worlds, però, è che non c'è fretta. Quasi mai il gioco trasmette un senso d'urgenza quindi non ci sono controindicazioni all'aprire una fattoria per coltivare frutta e verdura mentre vi aggirate per le isole del gioco.
Combatti, coltiva, scava, ripeti
Non c'è una strada fissa per raggiungere il proprio obiettivo in Doom & Destiny Worlds. Ogni isola, grande e piccola, ha diverse cose da fare e su alcune la storia principale ha degli sviluppi mentre su altre potrete allenare le vostre abilità di combattimento o accumulare risorse. Il gioco ha richiesto all'incirca 40 ore per essere completato, ma potrebbero servirvene 30 come 60 in base a come lo approccerete: se vi fermerete a coltivare qualche pezzo di terra per raccogliere risorse o esplorare molte isolette non indispensabili ai fini della trama principale impiegherete molto più del previsto.
Craftare è il cuore pulsante di questo gioco e il modo migliore per progredire. In questo, il gioco somiglia molto a Minecraft con diversi tipi di stazioni di assemblaggio decine di oggetti, armature, armi e accessori che possono essere realizzati con gli elementi giusti. Il problema è che il gioco non fornisce quasi nessun indizio su dove è possibile reperire la maggior parte delle sue componenti: a volte sarete fortunati e troverete del carbone semplicemente minando una parete, altre invece impazzirete a cercarlo nelle isole che potete raggiungere perché senza una torcia non è possibile esplorare una determinata caverna. La frustrazione a volte si fa sentire, ma i fan dei giochi di ruolo e dei survival vecchio stile troveranno in questo titolo una montagna da scalare come meglio credono, una libertà non più così comune nei titoli contemporanei.
Il sistema di combattimento, poi, è riuscito a sorprenderci con la sua semplicità. La barra della vita di personaggi e nemici è divisa in due, HP (punti salute) ed SP (punti stamina), i primi rappresentati da dei cuori e i secondi rappresentati da dei fulmini. Per andare a infliggere danni alla salute dei nemici è necessario esaurire la loro stamina, ma i personaggi possono consumare i propri SP per infliggere attacchi più potenti che abbassano più in fretta le difese del nemico, ma li espongono maggiormente alle controffensive. È un sistema di rischio-ricompensa che ci è piaciuto perché da profondità al combattimento lasciandolo semplice. Ogni attacco, non importa l'arma utilizzata, infligge un cuore di danno, tanto ai nemici quanto ai protagonisti, un'altra soluzione che tiene i conti da fare semplici e veloci.
La varietà dei nemici non è elevatissima, ma cambiano insieme alla progressione e, evitando spoiler, riescono a far sorridere tra goblin amanti del cosplay e golem flatulenti. In più i nemici che vagano per la mappa di gioco possono unirsi a un combattimento in corso se ne incrociano l'hit-box, quindi c'è sempre la possibilità che un incontro casuale si trasformi in una sfida davvero tosta. La progressione nel potenziamento degli eroi e nell'inspessirsi dei nemici è abbastanza lineare, con qualche punta di difficoltà dopo il primo grande boss per cui ci siamo dovuti fermare a potenziare gli eroi prima di continuare a precedere con relativa facilità.
Il punto più dolente è stato l'umorismo che nei momenti migliori fa sorridere, in quelli peggiori fa proprio storcere il naso. Le battute dei protagonisti sono spesso tristi e stereotipate, il loro atteggiamento è supponente e molte situazioni si risolvono prendendo in giro chi pone domande legittime o esprime dei dubbi sull'assurdità dell'impresa da compiersi. L'esempio più calzante che siamo riusciti a trovare è che molti dialoghi in Doom & Destiny Worlds ricordano quelli che tutti i giocatori di ruolo hanno avuto con il membro del party che causa continuamente problemi perché "il mio personaggio si comporterebbe così". Invece che approfondire il rapporto con i quattro protagonisti, i dialoghi sembrano un prezzo da pagare per continuare a esplorare un mondo interessante e ben sviluppato. Il gioco si descrive come un GdR comico che però non ci ha fatto ridere; fortunatamente tutto il resto funziona e potrebbe valere la pena giocarlo perché ha una progressione rilassata e intrigante che fa venire voglia di scoprire qualcosa in più, ma sempre e comunque senza fretta. La modalità cooperativa a quattro giocatori in locale, poi, è il momento di divertimento più alto che siamo riusciti a raggiungere visto che, in quattro davanti a un monitor, è quasi come digitalizzare una campagna di DnD.
Conclusioni
Doom & Destiny Worlds è un degno erede dei due precedenti capitoli della saga e riesce a fondere bene gli elementi survival con quelli da GdR classico e da open world vecchio stile. I combattimenti hanno una piacevole semplicità, l'esplorazione e il farming ricompensano chi ci investe tempo e fatica e il crafting offre sempre nuovi modi di interagire con il gioco. L'umorismo piacerà ad alcuni, ma altri resteranno tiepidi per via dei tanti stereotipi sia sulla cultura nerd, sia sul mondo dei videogiochi . L'altra piccola nota dolente è la musica estremamente ripetitiva e a tratti alienante. Da soli Doom & Destiny Worlds diverte, in quattro, in cooperativa locale, però stupisce perché è una vera e propria digitalizzazione di una campagna di DnD rilassata e insieme avventurosa. Se siete alla ricerca di un'avventura classica, tranquilla ma non banale allora questo gioco fa per voi, se avete altri tre amici con cui condividerlo, poi, animerà non poche serate di divertimento.
PRO
- Buone meccaniche di crafting
- Esplorazione stratificata
- Combattimento fresco
- Cooperativa molto divertente
CONTRO
- Umorismo mal riuscito
- Musica ripetitiva e alienante