Ritrovarsi a scrivere la recensione di Fuga: Melodies of Steel 2 è una sensazione splendida. Il primo episodio di Fuga non è stato un successo commerciale: nonostante un bell'abbraccio di community, una discreta dose di benevolenza dalla stampa e un'eredità densa di passione da parte del team di Solatorobo, il botteghino non fu propizio a Malt e soci. Fu però sufficiente a convincere CyberConnect2 a proseguire il viaggio intrapreso, non fermarsi al primo ostacolo, raccontare la storia di un mondo sussurrato attraverso semplici artwork, un doppiaggio appena abbozzato.
Il team giapponese ha semplicemente fatto quello che tutti, di base, dovrebbero fare: non adattare le ambizioni di un progetto con le reali prospettive di vendita e infischiarsene, in barba a qualsiasi suggeritore commerciale. Fuga: Melodies of Steel 2 ricalca in maniera pressoché analoga la struttura del primo episodio, con alcune simpatiche aggiunte e trovate per colorare un viaggio affascinante e toccante, anche più maturo del primo.
Un racconto di vendetta
Se il primo Fuga è assimilabile alla storia di un gruppo di piccoli eroi antropomorfi in lotta con un malvagio impero, con una progressione piuttosto dolce e delicata, il secondo capitolo parte subito a razzo con uno stravolgimento totale dello status quo: il Tarascus, un carro armato demoniaco del primo Fuga, diventa il veicolo di lotta del gruppo proprio contro il Taranis, l'arma che aiutò Malt e soci a sconfiggere l'impero. Un personaggio oscuro, un mondo lontano e vecchi personaggi arrivano su un palcoscenico che non rinuncia a trasmettere le atrocità della guerra, le difficoltà dei popoli che la subiscono ma nemmeno smette di raccontare le gesta di piccoli e dolci combattenti, maturati rispetto al primo viaggio e, purtroppo, messi di fronte a un incredibile desiderio di vendetta.
Fuga: Melodies of Steel 2 raccoglie nuovamente la regia e la fotografia del primo Fuga, consegnando ai fan un prodotto che, tra il calore e la dolcezza di un cast bambinesco, affascina e ammalia, spingendo in avanti una palla narrativa interessante e mai banale. Se i primi capitoli vi faranno sentire a bordo di un carro in una corsa disperata, preparatevi a una crudezza ancora più marcata e impietosa: forse, da questo punto di vista, Fuga 2 è più assimilabile a un JRPG tradizionale per impostazione narrativa, meno incentrato su una guerra a tutto campo e più verticale su un tipo di narrazione etera, che viene da lontano: la scelta di differenziarsi ci è piaciuta, il team è stato capace di non banalizzarsi in una riproposizione scontata. CyberConnect 2 ha saputo offrire una chiave di volta diversa all'ambientazione, ai suoi personaggi e alla loro crescita, orchestrando colpi di scena interessanti e talvolta inaspettati.
Conclusioni
Avvincente, non banale, mediamente impegnativo, con più contenuti, personaggi interessanti e sviluppi capaci di incollare allo schermo: CyberConnect2 impacchetta un sequel che convince, conferma e dissipa qualsiasi eventuale dubbio residuo sulla nuova direzione della serie Little Tail Bronx. La struttura da JRPG un po' strategico, la narrativa con un peso importante, la capacità di raccontare una storia con la dolcezza di piccoli animali antropomorfi fa centro, con la sola, unica pecca di un impianto ludico ancora saldamente - forse troppo - minimale in termini di esplorazione dell'ambientazione e di interazione con i PNG. Ancora una volta, aspettatevi di dover fare più di un giro per vedere tutti i finali.
PRO
- Narrativa matura e avvincente
- Il sistema di combattimento è ancora più intrigante
- Le nuove aggiunte donano vivacità al racconto
CONTRO
- Esplorazione e sviluppo dei PNG ancora molto limitata