Tu lo capiresti Quinto? Io lo capirei?
Nel confezionare questo titolo, la casa statunitense di Turok ha preso ispirazione dal capolavoro di Ridley Scott attingendo a piene mani da quelli che sono i punti cardine della trama dello stesso. Vestiremo infatti i panni del più forte e celebrato gladiatore di tutti i tempi, Invictus Thrax, che, dopo una serie di scontri con avversari di ogni stazza, si troverà al cospetto dell’ignobile e sanguinario imperatore Arruntius, successore dell’amato Trajan. Reo di atti brutali a scopi anche peggiori, Arruntius sarà anche il cospiratore della morte di Invictus. Ma il destino del nostro protagonista non sarà quello di soccombere dinanzi alle angherie dell’imperatore. Rinvenuto e protetto dal volere degli Dei, Invictus diventerà l’arma della vendetta scagliata contro un impero quantomai in subbuglio. Come avrete ben capito le citazioni proposte da Acclaim, oltre che attingere alla sopra citata “opera hollywoodiana”, traggono più di uno spunto dalla mitologia Greco Romana. All’illustre presenza di Romolo e Remo, che nel gioco saranno i tutori del protagonista, troveremo fra le schiere nemiche anche titani e ciclopi, che si andranno ad aggiungere ai più tradizionali scheletri, ai gladiatori umani e a spiriti di vario genere. Questa è solo l’appendice di un gioco cruento, che non lascia spazio all’immaginazione del giocatore concretizzandosi in lotte sanguinose contraddistine da mosse tanto spettacolari quanto brutali. Gladiator: Sword of Vengeance è dunque un picchiaduro a scorrimento decisamente canonico, dai tratti marcatamente cinematografici grazie all’impostazione rigida della camera e ad un sistema di combattimento predisposto per incidere sia sul piano prettamente spettacolare che ludico. Caratterizzati da controlli di facile impiego ed assimilabili nel giro di qualche sessione di gioco, gli scontri si avvarranno di un’originale ed efficace feature; agli albori di un combattimento, infatti, Invictus individuerà automaticamente i due nemici più vicini agganciandoli con una specie di lock on e, tramite il sapiente utilizzo dei grilletti da parte del giocatore, passerà da uno all’altro prodigandosi in appariscenti combo. Tutto questo non servirà solamente da contorno coreografico, ma sarà di vitale importanza per portare avanti il gioco con successo. Le combo multiple scaglionate fra due avversari serviranno per attivare una vasta gamma di bonus che andranno ad incidere sulle prestazioni del nostro alter ego; questi add on si scopriranno lungo l’avventura grazie a sfide, prevalentemente a tempo, distaccate dal main game.
Forza e Onore
Gladiator: Sword of Vengeance offre anche qualche minuscolo espediente di estrazione adventure, definito unicamente da qualche leva da tirare ed un filo di esplorazione troppo legata alle scelte d’inquadratura effettuate dagli sviluppatori. Infatti Acclaim, per dare quanta più cinematograficità possibile al suo titolo, ha optato per non lasciare al giocatore la possibilità di gestire la camera, che invece dinamicamete e autonomamente seguirà Invictus Thrax. Se quindi da un lato il gioco godrà d’inquadrature di prim’ordine, dall’altro scorrerà su binari troppo rigidi. Niente di eccelso anche per ciò che concerne i modelli poligonali, che si rivelano piuttosto scarni e caratterizzati da texture poco curate, oltre ad animazioni non sempre idonee. Altalenanti invece le ambientazioni, che se in alcune circostanze risultano dettagliate ed evocative , in altre denotano una certa negligenza da parte dei programmatori. Spesso in affanno anche il motore grafico che, con un frame rate non esattamete granitico, soffre soprattutto le circostanze più caotiche e pregne. Di tutt’altra pasta è invece la gestione delle sorgenti d’illuminazione, vera e propria punta di diamante di un comparto tecnico un po’ sottotono. Sul versante del sonoro abbiamo un doppiaggio interamente in italiano di buona fattura ed un set di tracce sonore spudoratamente ispirate alla magnifica OST del film Il Gladiatore.
Commento
Gladiator: Sword of Vengeance risulta in definitiva un titolo appetibile, anche se non eccelso. Forte di un sistema di combattimento che unisce elementi innovativi di sicuro interesse ad una spettacolarità cinematografica, GSoV paga purtroppo dazio alla smisurata veemenza di Acclaim nel voler stupire a tutti i costi e ad una realizzazione tecnica non sempre all'altezza. Purtroppo l’eccessiva linearità potrebbe far storcere il naso ai più esigenti; di contro la possibilità di rivestire i panni di un gladiatore, con tutti gli annessi del caso, farà la felicità degli amanti dell’Antica Roma.
- Pro:
- Combattimenti spettacolari.
- Doppiaggio in italiano curato.
- Suggestivo e cinematografico.
- Contro:
- Lineare.
- Tecnicamente altalenante.
“Mi chiamo Massimo Decimo Meridio, comandante dell’esercito del Nord, generale delle legioni Felix, servo leale dell’unico vero imperatore Marco Aurelio. Padre di un figlio assassinato, marito di una moglie uccisa, e avro’ la mia vendetta in questa vita o nell’altra...”
Con questo breve ma intenso monologo, un Russel Crowe mai così in forma portava a termine la scena clou dell’osannato film di Ridley Scott, Il Gladiatore. Questa pellicola fu letteralmente mattatrice nella stagione cinematografica di tre anni fa, mietendo consensi sia da parte degli spettatori, sia della critica, tanto da vincere ben 5 premi oscar. Le ripercussioni di tale evento nel nostro amato mondo videoludico le sentiamo solamente adesso, con ben due titoli ambientati nell’Antica Roma pronti a riscaldare le nostre serate invernali: Gladius e Gladiator. Quest’ultimo è il chiaro intento da parte di Acclaim di far rivivere, se pur senza licenza, le emozioni scaturite dall’omonimo film. Un tentativo apprezzato soprattutto per merito di un background che da tempo mancava sulle nostre console; talmente epico, suggestivo e dannatamente radicato in noi da non sembrare nemmeno così distante nel tempo. Andiamo dunque a scoprire quale raccolto spetterà a noi umili videogladiatori con quest’ultima fatica Acclaim: Gladiator: Sword of Vengeance.