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History Channel: Battle for the Pacific - Recensione

Activision ritorna in trincea, e questa volta è la storia ad essere protagonista...

RECENSIONE di Andrea Ranaldo   —   14/05/2008
History Channel: Battle for the Pacific
History Channel: Battle for the Pacific
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Da Guadalcana a Iwo Jima il passo è breve…

History Channel: Battle for the Pacific - Recensione

La vicenda ha luogo in una delle fasi più cruente della Seconda Guerra Mondiale. Teatro degli orrori sono le isole del Pacifico, in cui americani e giapponesi combattono per un obiettivo comune: conquistare l’egemonia militare.
Nei panni di un marine americano, sarete così chiamati a lottare in luoghi poco inclini all’insediamento umano; proprio la miseria di ambientazioni rappresenta il primo, imperdonabile difetto. I 10 livelli che compongono la campagna Single Player (per un totale di 2 ore di gioco: fidatevi, che data la noia non considererete la bassa longevità come un problema…) sono infatti composti da sole tre variazioni: la trincea, la giungla e la grotta. La scarsa caratterizzazione degli ambienti, unita ad una mappatura degli stage letteralmente fotocopiata, dà così l’impressione di ritrovarsi a combattere sempre negli stessi luoghi. Ad uno scarso impegno per quanto riguarda la varietà delle ambientazioni, fa seguito l’incuranza nel ricreare uno scenario realistico: la mano di History Channel è infatti tangibile esclusivamente nei brevissimi filmati originali (in inglese e privi di sottotitoli) che precedono le varie missioni. Sul campo di battaglia, invece, non si respira assolutamente il clima di distruzione e sventura a cui Call of Duty ci ha da tempo abituato: il risultato è un progredire da punto a punto senza la benché minima presenza di pathos, componente indispensabile per immergere il giocatore in un contesto storico così drammatico.

Noia a profusione

History Channel: Battle for the Pacific - Recensione

Non è certo da un prodotto low budget che ci si può aspettare innovazione. Tuttavia, giunti nell’era in cui gli FPS rappresentano il genere maggiormente inflazionato, è lecito attendersi un prodotto solido anche se portatore di idee ormai stantie.
Purtroppo, Battle for the Pacific riesce nell’ardua impresa di deludere soprattutto sul fronte del gameplay.
Le varie missioni sono quanto di più tedioso possa esistere: i vostri obiettivi andranno dal semplice sbaragliare le forze nemiche, a brevissime, e trascurate, sessioni a bordo della contraerei. Le variazioni sul tema sono veramente minime: vi capiterà di dover far saltare in area alcune abitazioni, oppure di disinnescare delle mine; tutti compiti che non richiedono alcuna abilità, se non la semplice pressione di un tasto. Un gioco così limitato non può quindi che essere su binari rigidissimi: ogni missione vi vedrà così al seguito del vostro Sergente, obbligandovi a seguire un percorso prestabilito, pena il fallimento della missione.
Peccato che spesso e volentieri il vostro caposquadra si incagli in zone prive di forze ostili, costringendovi a ritornare sui vostri passi in attesa che la “demenza” artificiale faccia il suo dovere. Sul fronte I.A. le cose non migliorano analizzando il comportamento dei nemici: non assisterete mai ad alcuna offensiva dettata da un barlume di tattica. Si limiteranno semplicemente ad affrontarvi a viso aperto uno di seguito all’altro, come il più classico (ovvero di venti anni fa…) degli Shoot’ Em Up.
Ne consegue che il grado di sfida rasenta il ridicolo.

Yuhuuu, c’è nessuno?

Teoricamente, è presente un corposo multiplayer, sia in LAN che Online, composto da 5 modalità: oltre agli ovvi Deatmach e al Cattura la Bandiera, potrete cimentarvi nell’Eliminazione (sia in squadra che in solitario), in cui avrete un numero di vite prestabilito. Vince, ovviamente, il giocatore o il team che riuscirà a sopravvivere.
Purtroppo, all’atto pratico non siamo mai riusciti a testare l’online del titolo: le stanze sono infatti perennemente deserte (zero giocatori nel mondo!), il ché la dice lunga sulla qualità del titolo. Tuttavia, nel caso riusciste a creare un gruppetto di amici, potrete confrontarvi in 6 mappe, tutte basate su campi di battaglia realmente esistiti: a deludere potrebbe però essere l’infimo numero di armi a disposizione. Sono divise in 5 classi (fucili, mitragliatori, mitragliette, fucili di precisione e pistole), ognuna composta da 2 sole armi: quella americana e quella giapponese. Una ricostruzione storica poco accurata non lascia però trasparire una consistente differenza tra l’armamento yankees e quello orientale.

History Channel: Battle for the Pacific - Recensione
History Channel: Battle for the Pacific - Recensione

Il dottore consiglia: un’Aspirina dopo l’uso

Tecnicamente parlando, il gioco si allinea alla mediocrità generale del prodotto.
Ad infastidire l’occhio del giocatore non sarà tanto la povertà di poligoni, quanto piuttosto il frame-rate, balbettante non solo nelle fasi più concitate. Naturale conseguenza è una fortissima emicrania, sedabile solamente una volta chiusa la sessione di gioco.
Lungo il vostro cammino incapperete anche in molti bug, più o meno giustificabili; mine e cecchini che compaiono dal nulla, tronchi privi della fisicità in cui passerete attraverso, compagni che fluttuano durante repentini saliscendi: tutti problemi dettati da una programmazione raffazzonata. Le cose non migliorano analizzando il comparto sonoro.
In Battle for the Pacific non esiste la musica. Se tale mancanza può essere considerata una scelta stilistica durante le missioni, lasciando il giocatore immerso solamente negli effetti sonori della guerra, altrettanto non si può certo dire dei titoli di coda, la cui desolazione sarebbe stata sicuramente attenuata da un bel brano trascinante.

Commento

Battle for the Pacific nasce da un’idea vincente: l’ambientazione pressoché inedita per quanto concerne ll mondo dei videogiochi, unita all’infinito archivio di History Channel, poteva trasformare l’esperienza ludica in un’appassionante lezione di storia interattiva.
Purtroppo, le premesse non sono state mantenute: la ricostruzione degli eventi è marginale, e non è supportata da un gameplay all’altezza della concorrenza.
Il risultato è un gioco totalmente privo di mordente, che vi farà tirare più di un sospiro di sollievo una volta portato a termine.

Pro

  • Ha i filmati originali tratti da History Channel
Contro
  • Dannatamente noioso
  • Ambientazioni tutte uguali
  • I.A. non all'altezza