Da un po' di tempo a questa parte si parla di "slice of life" anche per i videogiochi, aprendo nuove strade in termini narrativi e con ibridazioni decisamente inaspettate, come possiamo vedere in questa recensione di Moonglow Bay. Il gioco in questione è un'avventura con elementi di racconto ben radicati nell'esperienza ma non preponderanti, perché la sua caratteristica è il fatto di lasciarsi "vivere" con i tempi scelti dal giocatore e nel modo in cui questi vuole affrontarlo. Al centro di tutto c'è la pesca, ma siamo ben lontani da una simulazione: qui si tratta soprattutto di raccontare una storia, o meglio di viverla in prima persona, inserendoci appunto in quella fetta di vita, tagliata in verticale, che ci consente di esplorare a fondo una condizione particolare, facendoci riflettere sui significati profondi dell'esistenza, dei rapporti e dei sentimenti, tra un lancio della lenza e un recupero speranzoso.
Messo in questo modo può sembrare un pesante e pretenzioso esercizio di stile, ma il bello di Moonglow Bay è invece la sua notevole leggerezza e piacevolezza, che deriva dal gameplay immediato incentrato su pesca e cucina e anche dalla sua estetica incentrata sulla grafica in voxel, che dona una caratterizzazione tutta particolare ai personaggi e alle ambientazioni marinare.
Tutto questo ci fa immergere senza attriti nello strano ma familiare mondo rappresentato, nonostante la situazione messa in scena sia tutt'altro che semplice da gestire, visto che si parla comunque di dolore e perdita come punti iniziali dai quali si mette in moto la storia del protagonista. E questa riparte proprio da dove si era interrotta: dalla pesca e dal mare, ancora una volta metafore di vita e del ruolo dell'uomo nella natura, portando il protagonista non solo a ricostruire sé stesso ma l'intero paese in cui si svolge la storia.
Una storia di perdita e graduale riconquista
La cittadina di Moonglow Bay vive nel terrore del mare, cosa piuttosto ironica considerando che è nata e ha prosperato in passato proprio grazie alla pesca e ai suoi splendidi panorami marittimi, ma quel rapporto idilliaco si è incrinato da tempo e ha praticamente spento l'anima del paese. Voci di mostri e maledizioni provenienti dagli abissi hanno spinto gli abitanti ad abbandonare il mare, l'industria della pesca si è totalmente fermata e le barche restano ferme ad arrugginirsi nel porto da anni. Al di là delle leggende, le paure degli abitanti hanno una solida base, visto che le onde hanno portato via diverse persone care, fino a trasformare quello che un tempo era il cuore pulsante del paese in una sorta di maledizione da cui stare lontani, rovinando in pochi anni tutto il tessuto sociale e la ricchezza della cittadina. Il protagonista (o la protagonista, sesso e anche orientamento sessuale sono definibili a piacere dal giocatore) della storia è tra coloro che hanno subito le perdite più grandi, con la scomparsa in mare del partner, proprio quella che desiderava ardentemente vivere in un rapporto così stretto con l'acqua.
Dopo anni passati nel dolore, la visita improvvisa della figlia spinge il nostro personaggio a riattivarsi, dapprima controvoglia ma poi ricominciando ad apprezzare sempre più la pesca e la vita a contatto con le onde, ricordando gli elementi positivi del mare e ciò che l'aveva spinto insieme all'amata a intraprendere quel tipo di vita. Moonglow Bay racconta questa progressiva riappropriazione della vita stessa da parte del protagonista, che riconquistando vivacità e voglia di fare finisce per trascinare in questa spirale positiva anche gli altri abitanti della cittadina, cercando di ricostruirla e riportarla all'antico splendore. Tutto questo avviene essenzialmente attraverso la pesca, la scoperta di nuove aree e nuove specie marittime, e la cucina sempre più complessa a base di pesce. La storia del protagonista avanza gradualmente, ma il gioco diventa ben presto un racconto corale, quando il percorso incrocia quello dei tanti altri cittadini che svelano i propri dolori e, progressivamente, si riattivano anche loro rivitalizzando l'intero paese.
Un gameplay fatto di mini-game e riflessioni
Al di là della narrazione, la contemplazione degli scenari e la riflessione, il gameplay risulta alquanto diretto e veloce, per quanto possano esserlo i minigiochi che compongono le diverse azioni possibili. Siamo chiamati sostanzialmente a pescare e cucinare il pesce, elementi centrali da cui si diramano poi tutte le questioni secondarie come il curare i rapporti con gli altri abitanti e portare al rilancio l'intero paese, scuotendolo dal torpore. Le due fasi d'azione principali sono dunque la pesca e la cucina, entrambe sorprendentemente assuefacenti, pur essendo estremamente basilari come struttura: forse proprio per questa intuitività di fondo, per il modo in cui si innestano con il flusso generale dell'esperienza di gioco o semplicemente perché risultano piuttosto divertenti, è facile che ci si ritrovi a schiacciarci delle ore anche senza far avanzare più di tanto la storia.
La pesca è la sezione centrale del gameplay ma si svolge comunque con grande semplicità: si sceglie il luogo dove pescare, passando dalla costa iniziale al mare aperto quando diventa disponibile la barca, si lancia in un punto che ci sembra promettente e si sta attenti a tirare quando il galleggiante affonda. Ogni tipologia di preda all'amo si comporta in maniera piuttosto differente e ci sono davvero un'enorme quantità di specie diverse da catturare, dunque le situazioni sono poco prevedibili. Tuttavia, l'azione resta sempre molto semplificata e ci richiede, essenzialmente, di tirare la lenza dalla parte opposta a quella in cui punta il pesce, in una gara di resistenza che dura a seconda della dimensione e della tenacia della creatura.
A questo si aggiunge una certa preparazione "tattica" in termini di tipo di canna da pesca e qualità e tipologia di esca da selezionare, che determinano anche le caratteristiche dei pesci a cui vogliamo puntare. Questi ultimi sono poi presenti in quantità immane, con un'enorme quantità di varietà diverse che vanno da quelle realistiche a quelle più strane e mostruose, mantenendo sempre alta la voglia di scoprire nuove specie.
La cucina è ancora più meccanica e più incline al mini-game: ci sono un'enorme quantità di piatti da scoprire che rappresentano alcune variazioni nella meccanica, ma solitamente si tratta di trovare gli ingredienti (il pesce, sostanzialmente) e poi pulire, tagliare, cuocere, friggere o altro, con alcune variazioni minime ma tutte incentrate sul tempismo e la correttezza dei gesti da effettuare con il controller. I piatti così elaborati possono essere venduti attraverso la nostra attività o portati ai vari abitanti in base alle richieste specifiche, facendo avanzare le fasi narrative riguardanti il paese in generale. Su queste semplici azioni si innesta la progressione nella storia, che porta via via a un'evoluzione generale di Moonglow Bay e del protagonista verso una nuova consapevolezza di sé e una visione decisamente più luminosa del futuro. Non mancano, tuttavia, anche momenti più propriamente "action": legati all'avanzamento nella storia, ci possiamo trovare di fronte a situazioni diverse e dal ritmo più serrato, come veri e propri scontri con boss in mezzo al mare che sconvolgono il normale ritmo di gioco imponendo momenti differenti come quick time event o meccaniche di gameplay completamente diverse, ravvivando un po' l'azione, sebbene a volte non sia facile capire subito cosa fare.
Un mondo a cubetti
Anche il "voxel" è ormai ampiamente sdoganato, soprattutto come soluzione originale da parte di svariate produzioni indie, dunque l'aspetto di Moonglow Bay non stupisce più di tanto, ma c'è una notevole coerenza stilistica in tutta la costruzione di Moonglow Bay e nei paesaggi marittimi che la contornano. La particolarità di questo tipo di grafica è il cercare di riprodurre la stilizzazione tipica del 2D in pixel attraverso costruzioni tridimensionali, cosa che consente di mantenere un po' l'astrattismo dei vecchi videogiochi ma con nuove soluzioni tecniche come livelli di zoom diversi, rotazioni dell'inquadratura e sostanzialmente la costruzione di un mondo tridimensionale che consente l'esplorazione dello spazio in ogni direzione. Moonglow Bay sfrutta a dovere questa soluzione, mantenendo la stranezza fantasiosa della grafica "pixellosa" ma inserendola in un contesto dove l'esplorazione di spazi anche piuttosto aperti è fondamentale.
Questo, unito alla caratterizzazione da tipica cittadina costiera del Nord America, con i suoi contrasti tra caratteristiche rurali e mare posti tutti insieme nella stessa porzione di spazio, rende la vita all'interno di Moonglow Bay sempre molto affascinante e romantica. C'è da dire che si notano alcune imperfezioni tecniche nel gioco: provato su Xbox Series X, lo scorrimento dell'immagine è sempre poco fluido e con occasionali rallentamenti, anche se la cosa non influisce più di tanto sulla fruizione, visti i ritmi blandi dell'azione. Dal punto di vista audio invece tutto fila a meraviglia, con un accompagnamento musicale che sottolinea perfettamente le atmosfere romantiche e rarefatte del gioco, salvo rinvigorirsi nei momenti più emozionanti e intensi.
Conclusioni
Immergersi nel mondo di Moonglow Bay è davvero facile: l'estetica generale, i ritmi e il fascino dell'ambientazione marinara sono in grado di catturarci subito nella triste ma romantica storia del protagonista, facendoci anche riflettere su elementi profondi della vita come la perdita e l'importanza dei ricordi ma anche la speranza e la meraviglia della scoperta. Come in Animal Crossing o Stardew Valley, è il complesso di sensazioni, atmosfere e immedesimazione che sostiene l'esperienza di gioco, perché la sostanza del gameplay è in verità piuttosto semplice e poco profonda, tutta incentrata su minigiochi e ripetizione delle medesime azioni. A differenza dei suddetti titoli, questo non può contare su una grande varietà di situazioni e cose da fare, dunque alla lunga emergono la ripetitiva e l'eccessiva semplicità delle meccaniche, ma Moonglow Bay può comunque rimanere un luogo speciale a cui tornare di tanto in tanto, per staccare dall'azione di altri giochi e ritrovare un po' di tranquillità sulle sue coste familiari.
PRO
- Splendida atmosfera malinconica, tra grafica e audio
- Gameplay semplice e immediato, divertente sulle prime
- L'elemento di mistero e scoperta dato dal mare è ben implementato
CONTRO
- Pesca e mini-game di cucina si rivelano troppo semplici e poco profondi in breve
- Una maggiore profondità nei rapporti con gli abitanti avrebbe arricchito il gioco
- Alcuni momenti o sporadiche variazioni del gameplay vengono spiegati poco