Giocabilità: il single non è il suo forte
Esaminiamo ora grafica e sonoro. Il titolo non è bellissimo da vedere: i giocatori sono molto spigolosi, e le texture applicate non sono certamente lo stato dell'arte: i giocatori di colore talvolta mi hanno dato l'impressione di essere maculati, mentre il livello di dettaglio è altalenante. Molto belli sono i visi, fedeli alle loro controparti reali, invece la realizzazione dello stadio e del pubblico è francamente scadente. Positive sono invece le animazioni, fluide e convincenti, molto varie ( ci sono infatti molti tipi di schiacciate da realizzare), e anche divertenti da guardare. Il sonoro è molto gradevole e appropriato, e oltre agli effetti tipici, normali, ci sono tutta una serie di suoni che accompagnano le azioni più incredibili, come quando durante una schiacciatone si sente il rombo di un jet.
La giocabilità è senza dubbio positiva. Il titolo è fruibile sin dall’inizio senza particolari combinazioni di tasti da imparare anche perché conserva il metodo di controllo adottato da un po’ tutti i titoli cestistici. Ci viene data la possibilità, oltre ai semplici fondamentali, di correre, effettuare falli decisamente maschi e performare finte esaltanti. L’aggiunta dell’uomo in più sprona il giocatore a realizzare azioni più complesse, anche perché la fase difensiva da parte degli avversari sembra essere molto curata. Non mi è piaciuta molto la scelta del giocatore da impersonare nel trio base: talvolta si è preda di contropiedi fulminei, poiché ci si attarda troppo sotto canestro avversario, e quando l’azione è molto incasinata si rischia di non vedere bene dov’è la palla. I compagni poi sono decisamente capre (difensivamente parlando), quindi molto spesso si è costretti a dei repentini ripiegamenti quasi mai realmente efficaci. Nel singleplayer tutti questi difetti si riscontrano maggiormente, e l’impianto troppo arcade è decisamente limitante e alla lunga poco appagante (quasi noioso). Il multiplayer è invece tutta un’altra storia, ci si diverte molto di più, com’è logico che sia, ma chiaramente è troppo poco, per sollevare il titolo Midway da una mediocrità generale. I minigiochi alternativi non sono altro che un piccolissivo diversivo, niente di più insomma.
Ok, in definitiva?
Tirando le somme NBA Hoopz è un titolo che da adito a diverse valutazioni: che si aspetta una versione deluxe del vecchio classico Nba Jam rimane parzialmente deluso, chi preferisce giocare con qualcosa di più completo e simulativo è meglio che cambi aria. Di conseguenza il voler miscelare entrambe le tendenze non ha dato buoni frutti, anzi ha fatto nascere una sorta di ibrido che non accontenta nessuno. Certo il multiplayer salva un quadro generale opaco, ma è veramente troppo poco. Siamo cosi’ alle solite: una licenza non basta per fare un ‘ottimo prodotto; peccato perché viste le solide basi del predecessore, sarebbe bastato abbracciare la filosofia di VirtuaStriker, tutta grafica e poca sostanza. Qui di sostanza ce ne è poca e di grafica ancora meno. Come dire, le colpe dei padri ricadono sui figli…
Arcade o simulatore, questo è il dilemma
NBA Hoopz nonostante diversi cambiamenti, rimane una versione riveduta e corretta del vecchio classico NBA JAM, che tanto aveva spopolato nell’era dei 16 bit. Ora rispetto all’estrema esperienza arcade del suo predecessore, questo nuovo titolo sembra puntare su una componente simulativa più preminente, sempre nei limiti di un impianto votato al gioco arcade più spudorato. Ora si guida un team di 3 giocatori, quindi si ha a disposizione una maggiore varietà di attacchi, schemi e di azioni possibili. Contemporaneamente questo avvicinarsi a piccoli passi alla “realtà” del basket snatura la filosofia di base del prodotto. Chiaramente non si è di fronte all Winning 11 del basket. Chi apprezzava la totale follia del vecchio titolo può rimanere perplesso, chi invece vedeva dei limiti nel 2vs2 si può ritenere soddisfatto. Un’altra componente “simulativa” riguarda la scelta dei giocatori da schierare: una serie di parametri contraddistingue ogni giocatore, tre punti, due punti, dunk, blocks…. . Questi sono poi realmente riscontrabili sul campo. E ci troviamo cosi’ di fronte ad un’altra problematica del titolo: la scelta è fin troppo condizionante, i giocatori con parametri da tre bassi, non azzeccheranno un tiro nemmeno se una mano invisibile guidasse la palla. Quindi si impone una scelta oculata dei propri uomini, o molto più prosaicamente per vincere è meglio far giocare gente con percentuali da tre alti.
In fin dei conti il problema maggiore del titolo è il non sapere realmente dove andare a parare: ne facciamo un titolo arcade, e allora ce ne passiamo con schiacciatone che sfidano la forza di gravità e canestri infuocati, o gli diamo un ‘impostazione più simulativa? Cosi ne è uscito fuori un ibrido che non è ne l’uno ne l’altro, piacevole da giocare in multiplayer, ma limitante in single player