Crasssssh!!!!
Un giorno come tanti altri, il capitano Olimar, si trovava a bordo della sua gigantesca nave spaziale, godendosi il meritato riposo dopo mesi e mesi di durissimo lavoro. Sfortuna nera volle che un gigantesco meteorite centrasse in pieno l’astronave di Olimar che, dopo varie peripezie, riesce ad effettuare un atterraggio d’emergenza su un pianeta sconosciuto.
L’impatto con la superficie dello stesso, provoca enormi danni all’astronave che perde, purtroppo, la bellezza di 30 pezzi, tutti essenziali per rimettere a posto, completamente, il mezzo del nostro sfortunato alter ego. Il problema fondamentale non è, però, il recupero dei vari pezzi; una volta localizzati alcuni di questi, l’astronave ha già la possibilità d’effettuare piccoli spostamenti, spostandosi da una parte all’altra del luogo ove, purtroppo, ci troviamo ma se vi dicessimo che ogni “frammento” del nostro mezzo è almeno il doppio del nostro Olimar? E se il pianeta fosse anche disabitato o, almeno, sprovvisto di manodopera utile per i nostri scopi?
Ladies & gentleman, siamo lieti di presentarvi i Pikmin o almeno così li ha rinominati Olimar dopo aver conosciuto il primo di questi buffi esserini..
Saranno loro ad aiutare il nostro buffo protagonista a trovare tutti i pezzi mancanti e riportarli sull’astronave, l’unico inconveniente è il tempo a disposizione, solo 30 giorni, la stessa durata del sostenimento vitale fornitogli dalla sua particolarissima tuta. Come se ciò non bastasse, il bestiario del posto ed alcuni aspetti morfologici e metereologici nocivi ad alcune tipologie di Pikmin, daranno filo da torcere in abbondanza al videogiocatore, ammaliato dalle meraviglie del nuovo videogioco curato da Miyamoto-san.
Rts Nintendo??
Pikmin è uno strategico in tempo reale…….fermi, dove scappate???? Innanzitutto è divertentissimo, ha tanti tocchi di classe come non se ne vedevano da tempo e si lascia giocare che è una meraviglia; anche il sottoscritto, da sempre refrattario agli rts in real time su P e console per l’eccessiva difficoltà delle meccaniche di gioco e per la poca partecipazione (a volte) del giocatore a quanto avviene sul “campo di battaglia”, si è dovuto ricredere una volta impugnato il pad.
Per intenderci, il coloratissimo manualetto d’istruzioni accluso nella confezione, è stato sfogliato solo dopo un bel po’ di ore di gioco, visto che come tutti i capolavori targati Nintendo, le prime fasi di gioco, sono assimilabili maggiormente ad un vero e proprio training, invisibile però agli occhi del giocatore. Trenta minuti dopo aver acceso la console e recuperato il primo pezzo per la vostra astronave, sarete in grado di svolgere, di già, oltre la metà delle azioni di gioco possibili con i Pikmin. Nota di merito anche all’eccezionale joypad Nintendo: come Halo ha dimostrato che anche un fps si può controllare eccezionalmente con un game pad, lo stesso, con una punta d’orgoglio mal celata, dimostra Nintendo con il suo eccezionale strategico: col pad analogico sinistro si comanda Olimar mentre con gli altri tasti si zooma, si coltivano e si richiamano all’ordine i Pikmin (con tanto di fischietto), si rifilano capocciate e quant’altro.
Il trionfo della Nintendo Difference, insomma.
Sembra quasi che dentro di voi si senta la frase “Ma alla fin fine, in cosa consiste il gameplay?” Semplice: recuperare tutti i pezzi dell’astronave nell’arco di tempo di trenta giorni, pena game over. Effettivamente, qualunque sia il risultato delle vostre azioni, o salvate Olimar (e la buona riuscita delle sue vacanze) o caput, il tutto in sette ore e trenta minuti (tenendo conto che una giornata simulata duri quindici minuti effettivi, 450 minuti totali di gioco).
Se tutto questo può sembrarvi strano o se la durata del tutto può sembrare bassa, beh, la rigiocabilità non mancherà di farvi cambiare idea istantaneamente: terminare uno strategico in tempo reale in 40 ore di sicuro sfiancherebbe la stramaggioranza dei possessori dello stesso, ma con meno di 8 ore di gioco e la non certezza di riuscire (almeno nella prima sessione) a salvare Olimar, è fonte di immediato ritorno all’ovile da parte del videoplayer, o per riuscire in ciò che prima ha miseramente fallito, o per risolvere il tutto in tempi più brevi o (e di questi tempi è una vera qualità) per il solo gusto di rigiocare Pikmin (in attesa del già annunciato sequel).
I Pikmin, una volta coltivati, diventano la chiave di successo per proseguire nel gioco: tra le tante funzioni, creano ponti, abbattono ostacoli, vincono nemici (seppur con qualche difficoltà) e si prodigano nell’opera di recupero dei pezzi della vostra astronave, a patto di averne in numero adeguato a sopportare il peso non indifferente di questi ultimi; per fortuna è possibile portare con sé sino a 100 di questi cosi antropomorfi, diversi tra loro per il colore e, quindi, le attitudini: i Pikmin rossi, ad esempio, sono resistenti al calore, con quelli blu potrete guadare i laghetti mentre quelli gialli possono maneggiare le bombe.
In ogni caso, il vostro gruppetto di aiutanti è soggetto a pesanti cali per via delle già citate creature nemiche, del sopraggiungere della notte (e relativi mostri, fortissimi), di ostacoli di varia natura (i Pikmin rossi per esempio annegano in acqua) e via di seguito.
Divertentissimo, dalla difficoltà ben calibrata e con un certo tasso di rigiocabilità, Pikmin è un capolavoro di originalità e, soprattutto, è una gioia da giocare.
Marvellous Pikmins!
La prima volta che si lancia il mini dvd, si rimane estasiati dalla grafica quantomeno fotorealistica dei fondali, curati in maniera quasi divina (grazie, anche, all’uso del bump mapping) mentre i sorrisetti di simpatia per Olimar si sprecheranno. Ben realizzati i nemici, sia per le convincenti animazioni e, ancor prima, per il fumettoso character design.
Il motore grafico gira a 25 fps quasi fissi (ma ci vuole un occhio particolarmente critico per accorgersi dei rarissimi spasmi dell’engine), ma con un centinaio di Pikmin (tutti carinissimi, le ragazze faranno a gara per accaparrarsi i peluche o le action figures) su un terreno di gioco realizzato in maniera magistrale, con ruscelli estremamente curati in quanto a fisica dei liquidi (non è Wave Race Bluestorm ma il risultato è ottimo lo stesso), foglie, alberi, piante e qualche nemico su schermo contemporaneamente, non crediamo proprio che ci sia qualcosa da lamentarsi in questa fortunatissima produzione Nintendo. Per concludere il discorso riguardante il versante grafico, è bene sottolineare come il passaggio tra il giorno e la notte, sia stato implementato in maniera più che convincente, sia grazie alla palette di colori usata, sia per la tempistica dell’”operazione”.
Per quanto riguarda il lato sonoro, le musiche sono….in tema con la produzione, non aspettatevi decine di composizioni diverse ma le poche che ci sono, sono fatte veramente bene e, soprattutto, s’integrano benissimo con la grafica e quel che accade su schermo. Gli effetti sonori sono anch’essi estremamente curati ma la palma d’oro del versante audio di Pikmin va senza dubbio all’esilarante parlato digitalizzato che entrerà nel vostro cervello come il fischiettare di Luigi.
Conclusioni
Pikmin è originale, divertente, pieno di tocchi di classe, ben realizzato tecnicamente, dalla curva d’apprendimento abbastanza bassa (ribadiamo, meno di trenta minuti per “comandare” i Pikmin, senza sfogliare il manuale) ma dal livello di difficoltà non certo dei più facili, il nuovo capolavoro di Miyamoto potrebbe tranquillamente essere l’rts più originale e divertente dell’anno senza sforzi particolari.
Non osiamo immaginare cosa preparerà Nintendo nel già annunciato sequel. Nel frattempo…..da comprare subito o vi mandiamo contro i Pikmin.
- Pro:
- Originalissimo
- Divertentissimo
- Graficamente validissimo
- Parlato ben studiato
- interfaccia intuitiva come poche
- Contro:
- qualcuno potrebbe storcere il naso…
- …..ma non sa cosa si perde!
- se non lo rigiocherete una seconda volta (ma ne dubitiamo), vi durerà meno di 8 ore
Torna il maestro!!
Con l’uscita del Gamecube, avvenuta nell’oramai storico Settembre 2001, la stragrande maggioranza dei fan Nintendo si sentì, in qualche modo, tradita dalla grande N, da sempre dispensatrice di un favoloso episodio di Mario, all’uscita di ogni sua console. Luigi’s Mansion, per quanto divertentissimo e pieno di tocchi di classe, non ha saputo gratificare l’utenza come invece avrebbe fatto quel Super Mario Sunshine che scalderà l’estate dei giocatori giapponesi ed americani, sia per la brevità dell’arcade adventure Nintendo, sia per il particolare tipo di gioco, sicuramente meno dotato di quell’appeal unico che permea ogni episodio del celebre Mario. Tra l’altro, Shigeru Miyamoto, non aveva partecipato attivamente alla realizzazione del primo videogame con protagonista il simpaticissimo Luigi, limitandosi a fornire la sua consulenza ed alcune idee, essendo impegnatissimo nella creazione del già citato Super Mario Sunshine, The Legend Of Zelda e…..un bizzarro strategico di nome Pikmin.
Il sottoscritto, quando ebbe modo di visionare screenshot e filmati di detto gioco all’E3 edizione 2001, rimase quantomeno sconcertato, chiedendosi se sarebbe effettivamente valsa la pena ritardare l’uscita dei nuovi giochi di Mario e Link, per favorire dei…..dei…..buffi esserini che vagavano, come tante formichine, attraverso livelli incredibilmente dettagliati.
Adesso che Nintendo ha rilasciato la versione europea di Pikmin, abbiamo scoperto come mai tutti coloro che lo hanno provato, ne sono usciti estasiati, effetto oramai assicurato quando si parla di videogiochi creati da mr. Miyamoto in persona.
Constatiamolo assieme.