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Pokémon Scarlatto e Pokémon Violetto, la recensione del primo open world di Game Freak

Nella recensione di Pokémon Scarlatto e Pokémon Violetto diremo di come Game Freak porti l'open world nel mondo Pokémon, ma qualcosa non è andato per il verso giusto.

RECENSIONE di Raffaele Staccini   —   17/11/2022
Pokémon Scarlatto e Pokémon Violetto, la recensione del primo open world di Game Freak
Pokémon Scarlatto
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Un'evoluzione necessaria, non più rinviabile. Questo è il punto di partenza inamovibile per qualsiasi analisi di Pokémon Scarlatto e Pokémon Violetto. Troppo spesso, infatti, sembra prevalere un sentimento nostalgico: non avrebbe senso, si dice, provare a cambiare, Game Freak dovrebbe semplicemente tornare alla vecchia formula. Al caro vecchio JRPG in due dimensioni.

Anche noi ci siamo lasciati andare a questo pensiero rassicurante, lo ammettiamo, ma prima di entrare nel vivo di questa recensione bisogna prendere atto di un dato fondamentale: eravamo stanchi del caro vecchio JRPG in due dimensioni. Stanchi della solita sfida alle palestre, stanchi degli incontri casuali, stanchi della progressione su binari. Lo siamo tutt'ora, solo che è più facile guardare indietro quando le cose presenti non vanno come speravamo. Ed è da qui che ci sentiamo di partire per entrare nel vivo della recensione di Pokémon Scarlatto e Pokèmon Violetto.

Sì perché questa nona generazione nasce precisamente da questo sentimento di stanchezza. Rappresenta il più convinto e drastico tentativo di The Pokémon Company di prendere un brand milionario e rivoluzionarlo. Non con una nuova gimmick o un nuovo nome alle vecchie sfide. No, i giochi Pokémon sono stati presi e rivoltati come un calzino, alla faccia dei numeri da capogiro di ogni nuovo capitolo. È un'operazione che richiede coraggio e, visti i risultati, forse anche un po' d'incoscienza. Ma ci siamo dilungati fin troppo: mettetevi comodi, perché di cose da dire ce ne sono parecchie.

Pokémon open world

L'esplorazione a Paldea in Pokémon Scarlatto e Violetto è completamente open world
L'esplorazione a Paldea in Pokémon Scarlatto e Violetto è completamente open world

Pokémon Scarlatto e Pokémon Violetto sono i primi capitoli della serie davvero open world. Non siamo di fronte alla timidezza di Pokémon Spada e Scudo, che usavano le Terre Selvagge come semplice diversivo da una progressione estremamente lineare. Né abbiamo una replica delle vaste mappe di Leggende Pokémon Arceus, alle quali si poteva accedere solo tramite un caricamento dell'area. Qui tutto è interconnesso: da nord a sud, da est a ovest, ogni singola città, grotta e percorso può essere esplorata senza soluzione di continuità. Anche i Centri Pokémon sono ora all'aperto, insieme al Pokémon Market e alla Macchina MT per creare macchine tecniche usando i materiali raccolti dopo ogni battaglia contro pokémon selvatici.

C'è una sola grande eccezione: Mesapoli. La città sede dell'Accademia obbliga ogni volta a caricare la mappa, anche se non si accede tramite gli ingressi tradizionali: in questi casi il gioco ci blocca e ci riporta a un punto d'ingresso "lecito", rompendo in parte quel senso di libertà estrema che si raggiunge una volta ottenuti tutti i potenziamenti di Koraidon (o Miraidon, in Violetto). Proprio i pokémon di copertina rappresentano il mezzo di trasporto preferito del nostro avatar. In un colpo solo prendono il posto di scarpe da corsa, pattini, bicicletta e persino delle Macchine Nascoste delle vecchie generazioni. Le loro abilità, sbloccabili progressivamente, ricalcano quello che si poteva fare in passato con strumenti e MN: cavalcatura, salto, surf, planata e arrampicata permettono via via di raggiungere aree diverse della mappa, accedere a oggetti rari e in generale a rendere più veloce la navigazione. Al di là delle discussioni sul design di questi taxi viventi, è indubbio che la loro presenza dia un senso di libertà senza precedenti, fluida e pressoché priva di limiti.

Avevamo criticato il level design delle recenti mappe di Pokémon, ma c'è da dire che Game Freak sta pian piano imparando anche a gestire le tre dimensioni. Se in Leggende Pokémon: Arceus si notava già una certa verticalità, qui questa esplode in un tripudio di vette da scalare, con anfratti più o meno visibili dove è quasi sempre presente un oggetto da raccogliere. Persino le (poche) caverne cominciano ad avere una struttura più complessa, con gallerie, zone sopraelevate e una generale disposizione dei massi più grandi che vanno a celare questo o quel punto di interesse.

Il design dei personaggi di Pokémon Scarlatto e Violetto è comunque ottimo
Il design dei personaggi di Pokémon Scarlatto e Violetto è comunque ottimo

Manca ancora una consapevolezza tale da permettere la creazione di uscite multiple su aree segrete o l'implementazione di enigmi ambientali ma, dopo i timidi passi avanti evidenziati nella recensione del DLC Le Terre Innevate della Corona, siamo lieti di constatare che si sta andando con convinzione nella direzione giusta anche nella filone più tradizionale della serie. Bene così.

Non ci ha convinto invece il modo in cui è stato gestito un certo tipo di collezionabile, davvero troppo casuale nella sua disposizione e non è troppo positivo nemmeno il giudizio sulle zone pianeggianti. La scarsa densità della flora, unita al riciclo di elementi quasi sempre uguali a sé stessi (alberi, ma anche torri e rovine), rende la morfologia generale un po' monotona, e di conseguenza meno interessante da esplorare: il colpo d'occhio, anche dalle vette più elevate, non è mai davvero mozzafiato. Ma d'altronde, parafrasando la lezione di uno dei professori dell'Accademia, dobbiamo essere sempre pronti a fare nuove esperienze, anche se potrebbero deluderci.

Una storia, tre strade

Uno dei possibili avatar di Pokémon Scarlatto e Violetto
Uno dei possibili avatar di Pokémon Scarlatto e Violetto

In questo contesto di generale rinnovamento strutturale, l'inizio del viaggio a Paldea conferma come Game Freak abbia deciso di dire addio ad alcuni dei cliché tipici della serie. Non tutti, sia chiaro, ma il modo in cui parte l'avventura segue delle tappe impreviste, che rendono più leggera la fase di tutorial e la scelta tra uno dei tre starter. Questi sì, come di consueto, presenti nella solita configurazione: fuoco, erba e acqua.

Vi anticipiamo che non entreremo nel dettaglio degli eventi narrati, nemmeno di quelli che potremmo raccontarvi: non crediamo necessaria una sinossi dettagliata. Vi basti sapere che il nostro protagonista è un nuovo studente dell'Accademia Arancia (o Uva, se avete la versione Violetto) e che tutti i fatti raccontati saranno in qualche modo collegati alle lezioni della scuola e, in misura maggiore, alle sue attività extracurricolari. Com'è ormai noto ci sono tre cammini da intraprendere: quello dei Campioni, con 8 palestre da sfidare per ottenere il rango Campione; il Sentiero Leggendario, dove affrontare i temibili Pokémon Dominanti che imperversano nella regione; e il Viale della Polvere di Stelle, che ci porta a sfidare i "cattivi" del Team Star che causano problemi a scuola.

Alcuni effetti di Pokémon Scarlatto e Violetto sono piacevoli
Alcuni effetti di Pokémon Scarlatto e Violetto sono piacevoli

A eccezione del cammino dei Campioni, più legato alle lotte e alle sfide del nostro rivale, gli altri due percorsi hanno dimostrato di avere una precisa direzione narrativa, con qualche colpo di scena, un'accelerata al cardio palma nelle ultime ore e persino il tentativo di affrontare tematiche difficili come il bullismo e il lutto. Il risultato, purtroppo, non è straordinario: l'approfondimento psicologico del trauma è assente e tutto è ammantato da un alone di inumana positività, anche nei momenti di potenziale coinvolgimento emotivo. I colpi di scena, poi, sono tutti piuttosto telefonati.

Non male l'intenzione di approfondire i personaggi durante le missioni, con una caratterizzazione a tratti persino originale di alcuni comprimari, capipalestra inclusi. Gli sforzi di dare spessore alla narrazione cozzano però su uno dei problemi più evidenti e pesanti della produzione: una costruzione del mondo molto superficiale.

Editor e Picnic

Pokémon Scarlatto e Pokèmon Violetto puntano molto su alcune caratteristiche accessorie: personalizzazione e picnic. Sul fronte personalizzazione, l'editor dell'avatar è finalmente degno di questo nome, con una serie di opzioni per avere un volto davvero diverso da quello degli altri giocatori. Più limitato il vestiario, visto che si può agire solo sugli accessori: pantaloni, maglietta e felpa sono legati alla divisa della scuola, presente solo in 4 varianti stagionali.

I picnic, invece, vanno a raccogliere vecchie funzioni della serie, come Poké Io & Te per interagire con i pokémon; la creazione di poffin, che confluisce qui nella preparazione di panini, anche con gli amici; e infine la pensione pokémon, con le uova che nascono semplicemente passando del tempo in questa funzionalità.

Un mondo diviso

Uno dei tipi di allenatore in Pokémon Scarlatto e Violetto
Uno dei tipi di allenatore in Pokémon Scarlatto e Violetto

Con worldbuilding s'intende, per definizione, quel processo che porta alla creazione di un mondo immaginario e di tutti i suoi aspetti caratterizzanti. Questo deve avere il suo riflesso non solo nella trama, ma anche nel modo in cui i singoli elementi interagiscono tra loro e con la storia stessa. Facciamo un esempio per chiarire il concetto, entrando nel dettaglio di Pokémon Scarlatto (la versione che abbiamo testato): mettiamo che veniamo a sapere da un personaggio che c'è un Pokémon eccezionale per forza e violenza che sta imperversando in una zona della mappa. La sua presenza ci aspetteremmo che stia creando problemi alla popolazione locale, umana e pokémon, e che questo disagio si manifesti nei dialoghi con qualche NPC.

Ecco, in Pokémon Scarlatto e Violetto non c'è traccia di tutto questo, anzi. I personaggi non giocanti con più di una linea di testo si contano sulle dita di una mano in ogni area e le interazioni sono perlopiù generiche e poco interessanti. C'è il corriere che vorrebbe rifilarvi una consegna, o lo studente sessantenne che invidia la vostra giovinezza; nei casi più fortunati un balloon giallo vi segnala la presenza di un possibile scambio di merci o pokémon. Nient'altro. Non un riferimento alla situazione attuale, non un accenno alla crisi in corso o alla lore della regione. Di conseguenza alla risoluzione di questa o quella crisi non è possibile aspettarsi una reazione, né tanto meno una ricompensa.

Non serve essere grandi esperti di JRPG: il passo indietro risulterà evidente a chiunque abbia giocato un qualsiasi titolo della serie, ancor più dopo l'implementazione addirittura di un diario delle missioni in Leggende Pokémon: Arceus. Che qui è stato semplicemente eliminato perché, beh, non ci sono quest secondarie. I tre cammini sono totalizzanti per l'esperienza, ma di fatto risultano in una giustapposizione di tre storie che faticano a dialogare tra loro: la libertà che si è voluta consegnare al giocatore fa sì che ogni elemento proceda su binari paralleli, in un cammino che viene al contempo guidato dal livello dei pokémon avversari, che rimane fisso a prescindere dalle nostre scelte. Anche gli allenatori lungo il percorso non ci sfidano appena incrociano il nostro sguardo, ma se per qualche motivo non li affrontiamo quando siamo a un livello simile la loro presenza diventa praticamente inutile.

I negozi di Pokémon Scarlatto e Violetto sono tutti all'aperto
I negozi di Pokémon Scarlatto e Violetto sono tutti all'aperto

La sfida non scala man mano che conquistiamo medaglie o affrontiamo Pokémon Dominanti, e di fatto il livello dei pokémon di ogni zona ci indica un percorso obbligato che stride con la pretesa indipendenza di tutta l'esperienza. Nemmeno seguire le lezioni scandisce un qualche percorso, con il risultato che si finirà presto per scordarsi della loro esistenza (non che sia una grande perdita, se non per un paio di materie). Questa contraddizione di fondo verrà meno solo al termine dei tre cammini, quando saremo davvero liberi di andare ovunque senza alcun vincolo: un po' tardi, visto che a quel punto non saranno poi molte le cose da fare.

Alla poca interazione tra gli elementi del mondo concorre un'altra limitazione rispetto ai capitoli del passato: Pokémon Scarlatto e Pokémon Violetto sono i giochi Pokémon con meno edifici esplorabili di sempre. Vuoi disturbare qualcuno a casa sua? Non puoi, è chiusa. Vuoi comprare un panino? Scegli da questo elenco. Vai a fare un'attività con un professore all'interno dell'Accademia? Una schermata di testo ti racconterà ciò che sta succedendo. Per i fan delle serie TV potremmo dire che questi capitoli sono il trionfo della grande lezione dei fratelli Vanzina: "Cosa facciamo se non possiamo permetterci di mettere in scena un evento? Semplice, 'o dimo".

Gameplay di cristallo

Il fenomeno Teracristal in Pokémon Scarlatto e Violetto
Il fenomeno Teracristal in Pokémon Scarlatto e Violetto

Un vero peccato perché di potenziale ce ne sarebbe tantissima e anche il gameplay funziona bene come poche volte nell'ultimo decennio. Le meccaniche di cattura e combattimento sono quelle a turni note a tutti, ma la sorpresa è che la gimmick di questa generazione è davvero ben bilanciata, almeno offline. Il fenomeno Teracrystal, così si chiama la possibilità dei Pokémon di cambiare teratipo e diventare una sorta di cristallo vivente, è stato una rivelazione: non solo aumenta le possibilità strategiche dei team dando la possibilità di aumentare la potenza delle mosse di un certo tipo o ridurre i danni dei colpi cambiando il tipo del pokémon che lo utilizza, ma risulta solo una delle frecce al nostro arco, senza diventare indispensabile. A differenza delle Dynamax, per esempio, in alcuni scontri può risultare conveniente non usarla per mantenere la capacità di resistere a un determinato attacco. In competitivo rimane da valutare l'incidenza effettiva del caso, visto che non sembra esserci limiti alle modifiche dei teratipi, ma per ora le sensazioni sono buone.

Costruire un team per i tornei reali, poi, è davvero semplicissimo. Mente e tappi, per cambiare la nature e i valori individuali di un pokémon, vengono venduti per una manciata di pokéyen e anche i cerotti abilità sono molto facili da reperire. La pensione pokémon per avere le uova è stata rimossa e ora la meccanica si è trasferita nei picnic, dove i panini danno bonus simili ai Poteri O di Pokémon XY per la produzione di uova, appunto, e persino per la caccia ai cromatici (o shiny, se preferite).

Gli starter di Pokémon Scarlatto e Violetto sono molto simpatici
Gli starter di Pokémon Scarlatto e Violetto sono molto simpatici

Insomma, la semplificazione avviata da qualche anno ha raggiunto qui il suo apice, con la conseguenza che ora chi vuole provare i tornei PvP ha davvero poche scuse per non farlo con convinzione.

Sulle modalità online dovremo invece tornare in seguito, visto che andranno verificato con i server aperti. La struttura rimane in larga parte quella vista in Spada e Scudo, con raid da affrontare con altri tre giocatori e match online. Rimane anche un sistema di password per interagire con gli amici, mentre la modalità cooperativa permette ora di muoversi in quattro all'interno del mondo, per catturare pokémon, esplorare o fare picnic. La stabilità del sistema andrà verificata nel tempo, ma viste le performance in singolo ci aspettiamo cali di prestazioni rilevanti.

Comparto tecnico: sull'orlo della voragine

Uno dei Pokémon dominanti di Pokémon Scarlatto e Violetto
Uno dei Pokémon dominanti di Pokémon Scarlatto e Violetto

L'abbiamo lasciato per ultimo, perché in mezzo a tante cose buone e meno buone c'è un elemento che terrà sicuramente banco nelle settimane a venire: lo stato in cui Pokémon Scarlatto e Violetto arriveranno nei negozi il 18 novembre 2022. La situazione è sotto gli occhi di tutti e le decine di ore passate a Paldea non hanno fatto altro che confermare le pessime impressioni avute dai trailer e nel provato di un mese fa: il comparto tecnico ha criticità evidenti.

La qualità delle texture è bassa, specie nei primi piani sul terreno, un impasto sfocato di verde e marrone. L'illuminazione è ballerina, con ombre che appaiono e scompaiono a causa di un effetto pop-in che non risparmia alcun elemento dello scenario. Il frame rate è instabile, con fenomeni di stuttering e cali sostanziosi ben al di sotto dei 30 fotogrammi al secondo. Le animazioni facciali sono minime, quelle dei movimenti sono fluide solo sui personaggi vicini: il numero di raccordi si riduce drasticamente all'allontanarsi dei personaggi, che finiscono così per muoversi come robot. I modelli dei pokémon sono invece eccellenti, con nuovi design originali, una cura maggiore sui diversi manti e uno studio interessante dei comportamenti nell'ambiente: la resa generale dei mostri risulta quindi sopra la media.

I paesaggi di Pokémon Scarlatto e Violetto sono spesso troppo vuoti e poveri di dettagli
I paesaggi di Pokémon Scarlatto e Violetto sono spesso troppo vuoti e poveri di dettagli

Si nota un netto stacco anche tra il dettaglio delle ambientazioni cittadine, afflitte da un aliasing piuttosto marcato (specie sulla TV) ma comunque studiate nelle geometrie e nella coerenza artistica, e gli scenari naturalistici, che come dicevamo in apertura risultano poco vari e spogli. L'interfaccia ha un layout finalmente più moderno, che ben si sposa con l'assenza delle vecchie schermate di lotta. Ci sono alcuni elementi finiscono per sovrapporsi in determinate situazioni, ma si tratta di peccati di gioventù in parte già sistemati nella patch del day one, che porta il gioco a occupare 6,7GB di memoria.

Alti e bassi anche nel comparto sonoro, dove l'assenza del doppiaggio in una qualsiasi lingua si fa sentire nelle scene di maggiore pathos (i testi sono tutti in italiano); al contrario la playlist dei brani risulta sempre superlativa, con alcune tracce esaltanti nelle battaglie e una particolarmente angosciante nell'esplorazione di una certa area.

Conclusioni

Versione testata Nintendo Switch
Prezzo 59,99 €
Multiplayer.it
7.4
Lettori (141)
5.8
Il tuo voto

Pokémon Scarlatto e Pokémon Violetto puntano tutto sull'esplorazione, ma i limiti della produzione sono evidenti fin dai primissimi minuti. Il comparto tecnico mediocre si affianca presto a una narrazione che fatica a espandersi oltre i limiti del passato, risultando così diluita e superficiale. Per fortuna il gameplay rimane solido, con aggiunte studiate, mentre la verticalità del mondo porta a un piacere inedito nello scovare nuovi Pokémon quando si ha finalmente accesso a tutte le enormi possibilità di movimento messe a punto dagli sviluppatori. Speriamo che questo sia davvero l'ultimo capitolo di transizione per la serie.

PRO

  • Esplorazione soddisfacente
  • Gameplay solido
  • Teracristallizzazione
  • Modelli dei Pokémon

CONTRO

  • Trama diluita e scollegata
  • Worldbuilding superficiale
  • Prestazioni mediocri