Sì, lo sappiamo, la settimana scorsa abbiamo saltato l'appuntamento con Star Wars: Andor, ma a volte la vita e la salute ci si mettono di mezzo e l'unica cosa che si può fare è recuperare la volta dopo. Cioè, questa. Poco male, comunque: fare un'analisi dell'episodio 5 senza dare troppo anticipazioni sarebbe stato pressoché impossibile visto che in quei quaranta minuti si è parlato tanto, ma proprio tanto. Andor ha, infatti, un solo difetto: la struttura ad archi narrativi presta inevitabilmente il fianco a episodi d'intermezzo che fanno da ponte tra l'apertura e la chiusura di ogni arco. Questo perché la serie creata da Tony Gilroy calca tantissimo la mano sull'introspezione e la caratterizzazione dei vari personaggi, senza infilare scene d'azione quando non ce n'è bisogno solo per dare spettacolo.
E infatti la settimana scorsa non c'è stato praticamente nessun conflitto violento, ma parecchi dialoghi e confronti. Abbiamo conosciuto meglio i "ribelli" di Aldhani, che lo scrittore Dan Gilroy ha delineato attraverso piccoli particolari e racconti personali e scoperto le difficoltà famigliari di Mon Mothma, mentre l'Impero comincia a notare i dissidenti. Nella nostra analisi di Star Wars: Andor 1x06 vi spiegheremo se questo finale del secondo arco narrativo ci è piaciuto oppure no.
La casa di carta stellare
Praticamente l'intero episodio 1x06, "L'Occhio", si svolge su Aldhani: è infatti venuto il momento del colpo che i ribelli pianificano nei minimi particolari da due episodi. L'idea è quella di rapinare il deposito degli stipendi imperiali, sferrando un potente attacco economico alla macchina imperiale per finanziare la futura ribellione.
Se da una parte si fa fatica a dispiacersi per i poveri Imps senza paghetta, dall'altra la sceneggiatura dei Gilroy sta bene attenta a mostrarci anche il lato umano dell'Impero: dalla moglie dell'ufficiale, preoccupata per il figlio cagionevole di cui al marito non importa proprio niente, ai soldati semplici che vorrebbero solo godersi questo fantomatico spettacolo dell'Occhio, una peculiare condizione atmosferica venerata dagli abitanti di Aldhani che i ribelli di Vel Sartha intendono sfruttare come copertura durante la missione.
Il secondo arco narrativo di Andor appartiene di fatto al genere caper o heist, praticamente quelle storie di furti, truffe o rapine in stile Ocean's Eleven o La casa di carta, per restare nell'ambito delle serie TV. L'intero episodio, che dura circa un'oretta, è incentrato sul colpo, lasciando un piccolissimo spazio, sono nelle scene finali, a quel che succede nel resto della galassia: se stavate aspettando di vedere il famigerato ricevimento di cui parlava Mon Mothma con suo marito, perché magari speravate in un cammeo di Bail Organa, beh, non eravate i soli e resterete delusi. La senatrice di Chandrila fa giusto una breve comparsa in Senato, così come di Luther vediamo soltanto l'espressione soddisfatta un attimo prima che si chiuda l'episodio.
Il colpo, infatti, riesce, ma non tutto va per il verso giusto. E bisogna dare credito alla regista Susanna White, che inscena una tensione fortissima per tutto il tempo: noi sappiamo bene che Cassian Andor la scamperà, ma lo stesso non si può dire di tutti gli altri personaggi, che sono completamente inediti nell'immaginario di Star Wars.
Accompagnata da una colonna sonora azzeccatissima, che si alterna ai canti e alle invocazioni degli Aldhani durante la festa dell'Occhio, la regia ci conduce con fermezza nella base imperiale che, proprio come aveva rimarcato Cassian la scorsa settimana, è talmente convinta di essere inattaccabile da dimostrarsi del tutto impreparata di fronte all'assedio di una manciata di dissidenti armati. Quindi l'episodio prosegue con una scelta di inquadrature e dialoghi essenziali, e quando sembra che stia andando tutto per il verso giusto, si scatena il finimondo e arrivano le sparatorie e gli inseguimenti a chiudere il cerchio.
La scena della fuga nell'Occhio è davvero spettacolare, e semplicemente conferma la qualità di Star Wars: Andor anche dal punto di vista degli effetti speciali e della pura e semplice direzione artistica. Andor, per certi versi, è davvero la serie TV più vicina a quello che rappresenta - o dovrebbe rappresentare - un marchio come Star Wars a livello televisivo o cinematografico.
Analisi molto breve, la nostra, questa settimana, ma in realtà l'episodio è così concentrato sul colpo dei ribelli che non lascia granché spazio a riferimenti da spiegare, e scendere nei dettagli del finale sarebbe davvero spoilerosissimo, quindi magari ne riparleremo in un secondo momento... sempre che i Gilroy decidano di proseguire in qualche modo la storia di questa cellula ribelle, anche se a noi è sembrata abbastanza chiusa.
Ci sono, però, un paio di chicche che meritano una breve riflessione. Andor ci ha mostrato un lato più umano dell'Impero, ma anche l'anima nera delle persone comuni come il nostro protagonista e i ribelli cui si è unito per soldi, ma comunque restando fedele a un codice morale. Se avete visto Rogue One: A Star Wars' Story, allora saprete che Cassian è un personaggio fatto di luci e ombre che cominciano a trapelare anche nella serie TV.
Inoltre, la serie ci mostra per la prima volta sullo schermo il Senato Galattico poco prima che venga sciolto da Palpatine. Vediamo Mon Mothma parlare a un Senato praticamente vuoto, molto diverso da quello anche troppo vivace e popolato della trilogia prequel: praticamente un Senato di facciata, dato che a questo punto della storia l'Imperatore ha già accentrato ogni potere decisionale. Sarebbe interessante vedere come e quando lo toglierà di mezzo, e la reazione di Mon alla sconfitta finale della democrazia.
Conclusioni
Andor arriva a metà stagione in formissima. La nuova serie su Disney+ continua a non sbagliare un colpo, dimostrando che la galassia lontana lontana di George Lucas ha ancora moltissimo da dire a chi aveva perso fiducia in Star Wars dopo i discutibili The Book of Boba Fett e Obi-Wan. Contraddistinto da una cura impressionante sotto pressoché ogni aspetto, Andor ci sta conquistando anche senza ricorrere a riferimenti e fanservice forzati: è semplicemente scritta bene ed eseguita anche meglio.
PRO
- La tensione palpabile in tutto l'episodio
- La spettacolare scena dell'inseguimento
CONTRO
- Questa settimana c'è poco spazio per le altre sottotrame