La forza è potente in questo gioco
L’epica vicenda alla base di KOTOR è ambientata un paio di millenni prima dei fatti narrati nei primi episodi della saga di Star Wars, in un’epoca di grande tensione politica e militare. Le forze della Repubblica, seriamente ridimensionate da una serie di precedenti conflitti, sono costrette a fronteggiare l’assalto del tanto misterioso quanto potente esercito dei Sith, seguaci del lato oscuro della Forza guidati dal malvagio Lord Malak. Questi, un tempo un onorevole e valoroso Jedi, scomparve in missione alcuni anni prima per poi ritornare a capo di siffatta devastante macchina da guerra, con il preciso obbiettivo di conquistare la galassia. In questo scenario prende piede l’avventura del giocatore, che interpreta il ruolo di un comune soldato della Repubblica, destinato però a diventare uno Jedi ed un eroe… nel bene o nel male. Ma andiamo con ordine. Come ogni buon RPG occidentale che si rispetti, KOTOR inizia con la schermata di creazione del personaggio, passando attraverso le fasi di selezione del sesso, dell’aspetto facciale, del nome e di una fra le tre classi disponibili, ovvero Soldier (forte ed abile nei combattimenti), Scoundrel (debole fisicamente ma più dotato nei vari skill) e Scout (la classica via di mezzo). E’ poi possibile lasciare alla CPU il compito di distribuire i punti tra le varie abilità e selezionare gli skill più adatti oppure gestire autonomamente la faccenda; in questo caso è necessario stabilire i valori di forza, destrezza, costituzione, saggezza, intelligenza e carisma del proprio personaggio, il livello dei vari skill (otto in totale) e i poteri (Feats) iniziali. Elementi questi, tutti ovviamente potenziabili in occasione dei vari level-up che occorrono in occasione del raggiungimento di determinate vette di punti d’esperienza. Fatto ciò, si è pronti per cominciare l’avventura vera e propria, e già dopo pochi momenti di gioco KOTOR presenta tutti i crismi di un RPG di eccellente fattura: vasti ambienti da esplorare, ricchissimi di personaggi con cui interagire, montagne di quest e sotto-quest diverse da affrontare e tonnellate di combattimenti a cui far fronte, il tutto realizzato con la perizia che ci si attende da una sofware house esperta come Bioware. Sette sono i meravigliosi scenari attraverso i quali si dipana l’avventura di KOTOR, liberamente esplorabili dal giocatore e caratterizzati da una mancanza di linearità che verte decisamente a favore sia della longevità del titolo (già comunque garantita dalla sua notevole lunghezza) sia dell’appagamento dell’utente, che si sente a tutti gli effetti padrone delle proprie scelte. Infatti, le decisioni apportate durante i dialoghi e nel corso delle varie quest non solo ne modificano gli esiti le ricompense finali, ma determinano anche un progressivo passaggio del personaggio verso il lato positivo o negativo della Forza, alterandone il carattere e l’aspetto fisico: quindi una serie di azioni nobili porteranno il proprio personaggio ad essere rispettato e benvoluto dalla gente, mentre un comportamento negativo ne modificherà alcuni tratti del volto (occhi incavati, pallore e così via) rendendolo temuto e odiato da tutti. A seconda delle inclinazioni del proprio personaggio, inoltre, la storia del gioco prenderà pieghe diverse, portando a due distinti finali.
Il gameplay è quello che dà all’RPG la possanza
Un RPG è fatto anche di combattimenti, e KOTOR eccelle pure in questo aspetto. Dei nove personaggi che andranno ad infoltire il proprio party durante il gioco, solamente due possono affiancarsi al protagonista nell’azione vera e propria (è comunque possibile scegliere i propri compagni in qualsiasi momento, tranne che nei dungeon), spesso anche prendendo parte ai dialoghi e fornendo consigli al giocatore. L’utente può assumere il controllo diretto di qualsiasi dei tre personaggi sul campo mentre gli altri due lo seguono, di modo da poterne sfruttare al meglio le varie abilità: ad esempio, di fronte ad una porta chiusa o ad una mina da disinnescare, può rivelarsi opportuno far agire il membro del party con gli skill più elevati nei relativi campi. Anche durante i combattimenti, dicevamo, il giocatore si scopre assoluto padrone della situazione, potendo agilmente gestire ogni battaglia grazie all’ottimo sistema (un ibrido tra real time e gestione a turni) ad opera di Bioware. E’ possibile affrontare gli scontri coi nemici sia con un approccio più action in tempo reale, lasciando che la CPU gestisca i due compagni, sia in maniera più ragionata, assegnando ad ogni personaggio gli ordini desiderati: questo grazie alla specifica funzione del tasto bianco del pad, incaricato di mettere il gioco in pausa per permettere all’utente di scegliere le modalità di attacco che preferisce. La gamma di mosse selezionabili, infatti, varia a seconda delle abilità del personaggio, dell’arma che impugna e della capacità o meno di usare la Forza (che di fatto rende possibile l’esecuzione di spell e magie varie), rendendo l’azione di combattimento sempre varia ed estremamente dinamica. Come se i livelli di eccellenza raggiunti da KOTOR nei due elementi base del genere RPG, esplorazione e combattimento, non fossero abbastanza, ecco che il prodotto LucasArts continua a stupire grazie ad una sconfinata serie di altri aspetti assolutamente positivi. Davvero rimarcabile è, innanzitutto, la grande varietà di situazioni proposte dal gioco, non solo a livello di quest –comunque molto differenziate e mai ripetitive- ma anche grazie all’apporto di vari sottogiochi, tra i quali alcune sezioni sparatutto, gare di velocità a bordo di speedbike e un’immancabile e godibilissimo gioco di carte. Gli appassionati di item collecting e di upgrade vari, inoltre, non potranno non gioire sapendo che l’universo di KOTOR non solo pullula di un infinità di oggetti, armi ed armature da raccogliere ed equipaggiare, ma che alcuni di questi sono anche potenziabili grazie a particolari elementi e cristalli in grado di rendere spade, corazze, blaster e lightsabers ancora più forti. Ad una struttura di gioco assolutamente impeccabile, comunque, Bioware ha saputo affiancare una realizzazione tecnica di prim’ordine, rendendo KOTOR una gioia anche per gli occhi e le orecchie. Graficamente il titolo presenta scenari di grande bellezza, costruiti in perfetto stile Star Wars, così come perfettamente attinenti alla serie cinematografica sono le varie razze con cui si avrà a che fare, dagli Umani ai Wookies agli Hutt, tutti peraltro caratterizzati da un doppiaggio assolutamente stellare. I modelli poligonali dei personaggi sono ottimi, leggermente penalizzati solo da alcune animazioni non eccezionali, mentre texture ed effetti di luce stupiscono spesso per pulizia e spettacolarità: unica nota negativa alcuni cali di frame rate, tuttavia poco pesanti. Chiudono in bellezza la carrellata un accompagnamento sonoro e musicale da urlo, da sempre marchio di fabbrica dei prodotti LucasArts.
Commento
KOTOR riesce a raggiungere vette di eccellenza sotto praticamente ogni aspetto, risultando non solo uno dei migliori RPG mai realizzati, ma anche probabilmente il più felice ed avvolgente connubio tra l’universo di Star Wars ed un videogame. Il titolo Bioware, infatti, fonde con straordinaria naturalezza una struttura di gioco profonda, complessa ed assolutamente appagante con un’ambientazione di suggestione unica: e lo fa servendosi di una realizzazione tecnica ottima e, soprattutto di un gameplay curato fino al minimo dettaglio, capace di rapire letteralmente l’utente, che sia o meno un patito del genere. Risulta dunque impossibile, alla luce di questi fatti, non consigliare l’acquisto di KOTOR ad ogni singolo possessore di Xbox dotato di un minimo di gusto videoludico: e non è un’esagerazione affermare come ci si trovi davanti all’unico titolo seriamente in grado di competere con Halo come migliore prodotto per la piattaforma Microsoft.
- Pro:
- Gameplay profondo, vario, appagante e coinvolgente
- Realizzazione tecnica ottima
- Ambientazione affascinante come poche
- Contro:
- Frame rate suscettibile a cali
Star Wars e i videogiochi, ovvero il connubio più forte e duraturo mai realizzato tra l’industria filmica e quella dell’intrattenimento elettronico: da molti anni, ormai, titoli legati alla storica saga cinematografica di Lucas fanno periodicamente la loro comparsa sui più svariati sistemi di gioco, forti del colossale franchise a cui sono legati e capaci di attingere dai diversi elementi offerti dallo sconfinato universo immaginifico di cui fanno parte. Proprio per questo motivo, i videogame di Star Wars hanno potuto coprire una grande quantità di generi diversi: FPS, sparatutto, strategici, action, picchiaduro ed altro ancora, in verità con risultati non sempre eccellenti. Impossibile non notare come, nella vasta produzione ludica di LucasArts, fosse finora mancato un vero e proprio RPG ambientato “tanto tempo fa in una galassia lontana lontana”. Fortunatamente, questa lacuna è stata finalmente colmata. Fortunatamente questo compito è stato realizzato da Bioware. Fortunatamente, Knights of the Old Republic è venuto fuori il capolavoro che tutti speravano.